Movie Icons: cos'è e cosa contiene la nuova sezione del museo del cinema di Torino
La nostra intervista a Domenico de Gaetano, direttore del Museo del Cinema di Torino
Solo qualche settimana fa, vi abbiamo parlato del Museo del Cinema di Torino (qui potete leggere articolo e intervista a Fabio Viola), in occasione dell'apertura di una particolare sezione dedicata al mondo dei videogames. Oggi ritorniamo dalle parti di Torino per parlare con Domenico de Gaetano, direttore del Museo, per discutere con lui dell'apertura di Movie Icons. Cos'è e cosa conterrà, ce lo racconta direttamente lui in questa interessante intervista.
Pochi mesi fa i videogiochi, ora arrivano al Museo Nazionale del Cinema di Torino gli Stormtrooper di Star Wars. Un museo molto pop!
Da sempre, uno degli obiettivi del Museo Nazionale del Cinema è quello di attirare i giovani e fare si per farlo diventare il loro museo di riferimento. In funzione di questo l’idea è quella di collegare direttamente la storia del cinema, che è la storia che ospitiamo in maniera permanente, con una serie di eventi e mostre capaci di attrarre i giovani all’interno della Mole. Da qui l’area VR, la mostra di Tim Burton, l’area videogiochi e ora quest’esperienza dedicata a Guerre Stellari prevista per il prossimo 15 settembre.
Nel 2023 rispetto ai 755.000 visitatori, record di sempre per il Museo in termini di accessi, più del 35% erano under 26, quindi direi che il percorso che abbiamo fatto ha contribuito alla fidelizzazione del target, questo rispetto alla media degli altri musei che si attesta attorno al 15% di giovani. Credo quindi che in questo senso si sia messa in atto una buona strategia.
Dopo l’incredibile successo di Tim Burton ora è la volta di ‘Movie Icons’, di cosa si tratta e per chi è pensata questa mostra.
‘Il mondo di Tim Burton’ e ‘Movie Icons’ sono due mostre molto POP capaci di intercettare un target di età molto ampio. La mostra Movie Icons, in particolare, propone oltre 120 oggetti di scena originali, dal cappellino di ‘Forrest Gump’ agli ultimi eroi Marvel o DC Comics, come i costumi dell’Uomo Ragno, lo scudo di Capitan America o la maschera di Batman. La mostra di Tim Burton aveva anche messaggi importanti, i suoi disegni dicevano chiaramente che per esprimere la creatività sono sufficienti un foglio di carta ed una matita… quella attualmente in programmazione ha un senso diverso, mostra oggetti fisici, incredibilmente iconici, in un mondo come quello in cui siamo immersi totalmente virtuale. Quindi queste due mostre hanno dato importanza all’oggetto fisico, raccontando che la creatività è alla portata di tutti, con l’unico limite legato alla fantasia del soggetto.
Qual è il ‘dovere’ di un Museo in generale, ed in particolare quello del Museo Nazionale del Cinema.
Un museo ha il compito principale di conservare e catalogare, mettendo a disposizione del pubblico, i propri beni. Tutto questo attraverso ad un’opera di promozione e fruizione. Il cinema in particolare concede questa possibilità , abbracciando tutti i paesi del mondo e tutti i target, affrontando generi totalmente diversi dalla commedia all’horror, dal cinema di autore a quello politicamente impegnato. Credo quindi sia importante nel nostro caso, riproporre e far scoprire la storia del cinema, offrendo un’opportunità di crescita culturale in questo senso.
C’è una mostra che sogna di portare all’interno del Museo?
Tim Burton l’ho vista per la prima volta nel 2009 al MOMA di New York e l’ho adorata da subito, trasformando all’interno della Mole un sogno in realtà. Sempre parlando di sogni, adoro Cristopher Nolan, bello sarebbe creare qualcosa a tributo dell’arte di questo immenso regista. Poi c’è Tarantino, che potrebbe trovare ampio spazio presso un istituzione come la nostra.
Abbiamo detto che quello che dirige è un ‘Museo POP’, tra le tante questa cosa cela una responsabiltà importante, quella di provare a far innamorare i giovani al cinema, è una responsabiltà che le piace assumersi?
Credo che sia un vero e prorpio dovere, come già ribadito, attrarre giovani presso le aree museali. Questo per insegnare loro quella che è la storia del cinema, che non viene insegnata loro a scuola. I ragazzi nascono in un mondo pieno di immagini in movimento, e si esprimono attraverso i video usando i social, cosa che non capitava negli anni sessanta e settanta quando lo facevano tramite la musica, magari formando una band. Credo che il museo quindi abbia il compito di attrarre i giovani, trovando tutti gli strumenti necessari per coinvolgerli. Non credo sia importante la tecnologia usata, corredando le opere d’arte con l’innovazione tecnologica, al contrario credo sia fondamentale puntare sul contenuto.
Ci può dare anticipazioni rispetto a quello che i visitatori potranno vedere nel 2025?
Nel 2025 proseguiremo con incontri con artisti, autori, attori, registi, del mondo delle immagini in movimento, tutte comprese, con la formula delle masterclass per coinvolgere pubblico e studenti.
Tra le principali mostre temporanee spicca quella che parlerà del rapporto tra cinema e videogiochi, che sarà costruita in maniera molto originale e che sarà di fatto la mostra più importante del prossimo anno, che ha come obiettivo un nuovo modo di far vedere il cinema e i videogiochi.