Il lungo viaggio di Mufasa: una dinastia cinematografica lunga 30 anni e 6 film
Mufasa arriva il sesto film che Disney realizza per raccontare ed espandere la storia del regno di Simba: un viaggio cominciato con il primo, storico film del 1994.
Sono trent’anni che Disney percorre in lungo e in largo la savana al fianco di Simba, il piccolo leoncino protagonista di quello che oggi è considerato uno dei classici del catalogo anni ‘90 Disney. Il re leone ha segnato l’infanzia di una generazione e un momento di svolta per Disney, che allora si apriva ai primi, timidi tentativi di utilizzo di computer e software al fianco dell’animazione tradizionale.
Quella generazione di bambini è cresciuta, il mondo dell’animazione è stato rivoluzionato dal digitale e, con Mufasa, Disney sembra pronta a scuotere le fondamenta stesse della storia di Simba, rivelandoci che il suo regale padre aveva umili natali.
In attesa di scoprire cosa si cela nel passato di uno dei papà disneyani più amati e del suo rapporto complesso e tormentato con fratellastro Scar, rispolveriamo il lungo viaggio di Simba al cinema.
Se con Mufasa l’intento è chiaramente quello di espandere il franchise de Il Re Leone, slegandolo dai destini di Simba, va riconosciuto come Il re leone sia stato uno dei primissimi titoli su cui Disney ha applicato da subito quella che oggi è nota come strategia crossmediale, ovvero passare dalla storia di un singolo film e di un singolo personaggio alla costruzione ed espansione di un mondo - quello del regno dei leoni della savana - da arricchire di volta in volta con nuove storie e punti di vista.
Oltre ai film che rispolvereremo però c’è davvero un mondo fatto di cartoni animati, videogiochi, musicali e spettacoli teatrali, a cui Disney lavora da trent’anni.
Tutti i film con Simba e Mufasa in ordine cronologico
Il franchise di Il re leone è costituito da una prima trilogia fondativa, esattamente come avviene nel mondo di Star Wars, a cui si aggiungono altre storie ambientate in diversi momenti della vita di Simba. A complicare le cose c’è però il cambio di tecnica di animazione (da tradizionale in 2D a digitale e fotorealistica in tre dimensioni) e un remake che ripercorre la trama del primo film, apportando solo alcuni cambiamenti.
La prima trilogia:
- Il re leone
- Il re leone II - Il regno di Simba
- Il re leone 3 - Hakuna Matata
Il remake animato in digitale:
- Il re leone
- Mufasa: il re leone
Il film musical:
- Black is King
Il re leone (1994)
Il film da cui tutto ebbe inizio: la leggenda di Mufasa e l’iconica scena del tradimento di Scar, che traumatizzò un’intera generazione. Trent’anni dopo è considerato l’apice di una lunga fase di rinascimento dell’animazione canonica Disney, entrata in forte crisi alla morte del fondatore Walt e passata attraverso un periodo di grande vitalità artistica a partire dalla fine degli anni ‘80.
Arrivato in sala nell’estate statunitense, in Italia approdò nelle sale a ridosso di dicembre, conquistando il pubblico. A oggi detiene il record d’incassi globale per un film d’animazione tradizionale, dato che andò vicinissimo a sfondare la soglia del miliardo di dollari d’incasso, fermandosi a quota 986 milioni di dollari.
La fonte d’ispirazione ufficiale per la storia del piccolo Simba - leoncino costretto a fuggire da casa dopo che il fratellastro del padre ha ucciso il genitore del protagonista e legittimo re - è l’Amleto di Shakespeare. Per anni però si è discusso di come la storia somigli moltissimo a un altro classico dell’animazione: Kimba il leone bianco, opera di Hayao Miyazaki, che sin dall’assonanza del nome fa sorgere qualche dubbio.
A trainare il film statunitense nella sua corsa agli Oscar fu anche e soprattutto la sua colonna sonora. In tanti ricordano il contributo di Elton John (e la versione italiana della canzone d’apertura che rilanciò la carriera di Ivana Spagna) ma pochi rammentano che Hans Zimmer, allora compositore in ascesa, vinse il suo primo Oscar proprio per questa colonna sonora.
Il re leone II - Il regno di Simba (1998)
Il sequel de Il re Leone non vide mai la sala: venne infatti distribuito direttamente sul mercato home video, su supporto VHS. La strategia dello studio all’epoca infatti era di riservare l’uscita animata annuale in sala a titoli in cui lo sforzo produttivo era enorme e la storia originale, dirottando titoli derivativi (e dall’animazione meno curata) sul mercato casalingo del home video. È un po’ quello che succede oggi per i film presentati in esclusiva sulle piattaforme streaming, spesso spin-off o sequel di pellicole “sorelle maggiori” che invece passano per la sala.
L’idea di un sequel in casa Disney però circolava ancor prima che il primo film arrivasse nei cinema. Il punto di partenza è ancora una volta Shakespeare: Il regno di Simba infatti s’ispira a Romeo e Giulietta e racconta la storia di un amore contrastato. La protagonista della pellicola è la piccola Kiara, figlia di Simba e Nala, che s’innamora di un leoncino allevato al branco di leoni rinnegati da Simba in quanto complici di Scar.
La serie animata The Lion Guard espande ulteriormente la storia di questo film, raccontandola dal punto di vista di Kovu, il leone di cui Kiara s’innamora.
Il re leone 3 - Hakuna Matata (2004)
Anche Il re leone 3 - Hakuna Matata venne presentato direttamente sul mercato del home video da Disney, senza passare per la sala. A differenza del suo precedessore però, riscosse il favore della critica, deliziata dalla verve comica di quello che è, in buona sostanza, un retelling del primo film.
I protagonisti di Hakuna Matata sono Timon e Pumbaa, che anticipano in questa pellicola tantissimi trend del cinema contemporaneo. Sfondando la quarta parete, decidono di raccontare al pubblico il loro coinvolgimento nelle avventure di Simba, rilevando quanto fossero vicini al leoncino sin dall’inizio della storia, qui raccontata dal loro punto di vista.
Hakuna Matata quindi è un meta-racconto, reso frizzante dall’ironia del duo protagonista, che smitizza i passaggi più drammatici del film originale. È considerato a oggi una delle migliori uscite sul mercato home video mai realizzate da Disney.
Il re leone (2019)
Il film prodotto e diretto da Jon Favreau s’inserisce nella più ampia strategia degli anni ‘10 di Disney, decisa a “riconvertire” i suoi classici animati più amati in versione live action o con animazione digitale, come nel caso de Il re leone. Così dopo le versioni con attori in carne e ossa di Cenerentola, Il libro della giungla (diretto dallo stesso Favreau) e Maleficent con Angelina Jolie arriva il turno di Simba.
La sfida tecnica è importante, perché ovviamente non è possibile far recitare dei veri leoni. Favreau e la troupe però girano per settimane la savana, riprendendo gli scenari naturali e gli animali liberi nel loro habitat, in modo da avere un punto di partenza per il film.
La decisione, controversa, è quella di fare un remake scena per scena, sostanzialmente ricreando le scelte registiche del classico animato in due dimensioni con le più avanzate tecnologie. Questo però taglia le gambe al film, che si costringe a utilizzare tecniche e accorgimenti pensati per l’animazione tradizionale. Inoltre molti spettatori rimangono spiazzati dai movimenti del muso degli animali, che “parlano” e “cantano”, in netto contrasto con il fotorealismo dei loro movimenti.
Anche sul fronte musicale si registra una certa maretta: Elton John, richiamato per rimasterizzare e ampliare la colonna sonora originale insieme a Hans Zimmer, abbandona il progetto poco dopo, lamentando come la colonna sonora venga messa da parte rispetto all’opera originale.
Nonostante i dubbi della critica, Il re leone si è rivelato un successo di pubblico, con il secondo incasso globale del 2019, superando perfino il fenomeno Frozen, che arrivò in sala lo stesso anno.
Mufasa: il re leone (2024)
Mufasa è una sorta di raccordo tra i due Il re leone, essendo realizzato con la stessa tecnica del remake del 2019 ma presentandosi come un sequel che abbraccia e amplia anche la storia del titolo fondativo del 1994.
Il film ha come missione quella di slegare la narrazione principale dai destini del protagonista Simba, qui già adulto, concentrandosi sulla giovinezza di suo padre Mufasa e raccontando come sia diventato re pur non avendo sangue reale. La pellicola inoltre dovrebbe esplorare più a fondo il rapporto tra Mufasa e il suo futuro assassino Scar, esplorando a fondo i motivi del rancore di quest’ultimo nei confronti del papà di Simba.
A differenza di Il re leone, che riproduce scena per scena il film originale, Mufasa si presenta originale nella storia e nell’approccio. A dirigerlo infatti è stato chiamato Barry Jenkins, regista legato al cinema indipendente d’autore statunitense: una scelta forte, che sicuramente impatterà sul risultato finale. Per saperne di più puoi approfondire con lo speciale sul dietro le quinte del film raccontato dal regista Barry Jenkins.
Black is King (2020)
Black is King vive a cavallo tra videoclip e film musicale: è infatti la controparte visiva dell’album The Lion King: The Gift, realizzato dalla cantante Beyoncé per il film del 2019. La popstar qui si cimenta nei panni di attrice e regista, in una pellicola della durata di 89 minuti che ripercorre le canzoni della colonna sonora con una storia visiva interpretata da un ricco cast.
Black is King, distribuito in esclusiva su Disney+, è la storia di un giovane principe africano che - proprio come Simba - si vede usurpare il trono e intraprende un lungo cammino che lo porterà tra tradimenti, colpi di scena e “magia del perdono” a trovare il suo posto nel mondo.
Narrato da alcune delle più influenti voci afroamericane della scena culturale contemporanea, il film segna l’apparizione di nomi leggendari del panorama musicale, da Jay-Z a Pharrell Williams.