Oscar 2015: I grandi esclusi

di Elisa Giudici
Come ogni premiazione che si rispetti, anche gli Academy Awards generano ogni anno un codazzo di commenti, esclamazioni di disappunto e sorprese subito dopo l'annuncio dei finalisti. Sono gli Oscar, bellezza: per 5 candidati che ce la fanno ne rimangono sempre almeno un paio fuori dai giochi.

Tra una decina di giorni celebreremo i vincitori degli Oscar 2015. Oggi però vogliamo dare spazio a chi avrebbe potuto e dovuto essere tra i nominati e invece non ce l'ha fatta. Quale é stata secondo voi l'esclusione più ingiusta e eclatante? Fatecelo sapere su Twitter, usando l'hashtag #surftooscar!

CHRISTOPHER NOLAN


Il regista, che gode di una fanbase agguerritissima, già in passato fu protagonista di esclusioni che portarono l'Academy a cambiare il regolamento degli Oscar (ve ne abbiamo già parlato QUI). Interstellar però non ha convinto in maniera unanime la critica e rimane un film fantascientifico, un genere avversatissimo dall'Academy. Ve ne abbiamo già parlato più approfonditamente in uno speciale dedicato QUI

DAVID FINCHER


Altra esclusione che ha fatto rumoreggiare i cinofili meno accorti. Il grande regista americano infatti é incredibilmente bravo a lanciare e valorizzare i suoi interpreti in chiave Oscar, come successo prima per Rooney Mara prima e Rosamund Pike ora, ma i suoi lavori a tinte fosche e con molte venature di genere sembrano intimorire la parte più conservatrice dei votanti. Se l'esclusione del regista é comunque discutibile, sicuramente Gone Girl avrebbe meritato almeno un paio di nomination in più nelle categorie tecniche.

GILLIAN FLYNN


Altra sorpresa in negativo per Gone Girl é stata l'esclusione della sceneggiatrice e scrittrice del libro dalla categoria di Miglior Sceneggiatura non originale, soprattutto perché il suo nome era dato quasi per certo. La critica aveva elogiato il suo lavoro e Fincher stesso sta lavorando con lei al suo prossimo film…perché quindi é stata esclusa?



AVA DUVERNAY


Senza voler accusare l'Academy di essere sessista e razzista, é un fatto che tra sceneggiatori e registi non compaia un solo nome femminile: solo maschi e solo caucasici, per giunta. L'esclusione meno giustificabile é quella di Ava DuVernay (che con un colpo solo avrebbe evitato questi due record negativi), la regista di Selma.

SELMA


La sorpresa in negativo di questo giro di nomination. Pur essendo abbastanza chiaro che senza questo film American Sniper avrebbe raccolto molto di più, risulta comunque artificioso e inspiegabile come un candidato a Miglior Film (quindi teoricamente pregevole in ogni suo aspetto) non abbia una nomination che sia una nelle categorie di peso, soprattutto considerando l'elogio della critica. Una nomination paracula? Difficile dire di no.

RALPH FIENNES e JAKE GYLLENHAAL


Se date una scorsa alla lista dei candidati nella categoria "miglior film" noterete come si tratti quasi sempre di protagonisti maschili caucasici più o meno giovani, spesso non riconosciuti per la loro genialità. Una sorta di naturale selezione di white dudes, che diventa ancora più preoccupante considerando che i primi due inspiegabili inclusi ricalcano più o meno lo stesso stereotipo. Jake Gyllenhaal viene sistematicamente ignorato dall'Academy anno dopo anno, pur avendo inanellato una serie di performance notevolissime. Nightcrawler però non aveva certo i mezzi necessari per sostenerlo con una grande campagna mediatica. L'esclusione di Ralph Fiennes risulta quindi ancora più inspiegabile alla luce del bottino di candidature di Gran Budapest Hotel.



THE LEGO MOVIE


Una candidatura (una vittoria?) che sembrava blindata, soprattutto per il positivissimo responso del primo tentativo Warner di entrare in questa categoria, e invece niente. Ce l'ha fatta la trascinante canzone di Tegan e Sara, ma non uno dei film rivelazione dell'anno, snobbato per far spazio a pellicole ben più mediocri come Big Hero 6. Una vera ingiustizia

LANA DEL REY


Come quasi tutti gli anni la categoria miglior canzone sembra figlia di scelte dell'ultimo minuto e davvero poco oculate. C'era chi giurava che la traccia seducente e oscura di Lana del Rey ce l'avrebbe fatta: invece no.

SCARLETT JOHANSSON


Il 2014 é stato l'anno di Scarlett, regina del botteghino e fortemente rivalutata dalla critica. Peccato che poi la sua prova autoriale di rilievo (il bellissimo Under The Skin) sia stato snobbato a favore di performance e film ben più scialbi.

SNOWPIERCER


La prova provata che girare un film SF per l'Academy equivale a una sentenza di morte.


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