Oscar 2016
Dopo le giovani promesse é arrivato il momento di dedicare un approfondimento anche alla categoria senior tra i nominati di quest'anno agli Oscar. Nomi già celebri e dalle schede Imdb chilometriche, che però hanno dimostrato di avere ancora tanto da dire e da dare al cinema statunitense e mondiale. Alcuni attendono da anni un riconoscimento che diventerebbe un tributo alla loro carriera, altri nonostante l'età sono alla prima nomination. Scopriamo insieme i profili dei 5 "grandi vecchi" che calcheranno il tappeto rosso nella notte delle stelle hollywoodiane.
Nonostante una carriera ricchissima di ruoli, cominciata nel 1965 e arrivata ininterrottamente ad oggi, passando per cinema e tv (la ricordate in Dexter o nel recente London Spy?), Charlotte Rampling é alla sua prima nomination. L'attrice viene da un ruolo spettacolare, lo struggente e intenso ritratto di una donna che vede sgretolarsi il proprio matrimonio alle soglie del 45esimo anniversario, distrutto dall'ombra di una giovane fidanzata del marito morta anni prima tra le alpi. 45 anni le é valso il premio a Berlino come miglior attrice e difficilmente si può negare che sia tra le migliori perfomance in assoluto dell'annata; in realtà é solo uno dei ruoli "in terza età" che vedono una seconda giovinezza professionale per l'attrice in questi anni. Peccato che la corsa all'Oscar sia stata adombrata da alcuni dichiarazioni infelici delle Rampling sulle discriminazioni contro gli attori di colore; la Rampling ha negato il problema, parlando di "razzismo al contrario".
Nominato ancora una volta per il ruolo immortale di Rocky Balboa, Sly rischia di vincere il suo primo Oscar alle soglie dei 70 anni. Il suo ruolo in Creed, con la versione acciaccata ma sempre dal gran cuore e dalla grande sincerità del pugile italiano di Philadelphia, ha il giusto pathos emotivo per conquistare la statuetta: sarebbe un bel riconoscimento alla sua carriera e al suo status di icona popolare e una bella metafora, una vittoria ottenuta nel suo momento più tenero e paterno verso il giovane erede.
Non ce ne voglia il 59enne Cranston, ma é un po' il signor nessuno dell'annata. Tuttavia la sua nomination a sorpresa nella categoria miglior attore protagonista é una delle poche avvenute "alla vecchia maniera", in cui un attore può conquistare un posto in cinquina pur non facendo parte di uno della ristrettissima cerchia dei grandi film a cui le major tirano la corsa. In Trumbo interpreta uno sceneggiatore in difficoltà dopo essere stato iscritto nella "lista nera" compilata negli anni '40 in una Hollywood a caccia di comunisti. Tutto un altro discorso sul piccolo schermo, con l'enorme successo e i 4 Emmy ottenuti grazie a Breaking Bad, che gli ha spalancato le porte di questo progetto e, forse, le simpatie dei membri dell'Academy più attenti alle perfomance televisive dei colleghi.
Classe 1949, 13 nomination, 0 vittorie: se pensate che quella di Leonardo di Caprio sia una crociata contro l'indifferenza, provate a mettervi nei panni di Deakins. Grandissimo direttore della fotografia appartenente alla scuola estetizzante, il cui lavoro é quindi più smaccatamente visibile che naturalistico, Deakins é lo storico collaboratore dei fratelli Coen. I suoi punti di forza sono gli elementi naturali e in particolare l'acqua, il ghiaccio, il fuoco e il buio. In Sicario ha ideato una strabiliante scena letta attraverso un lettore infrarossi che ha fatto molto parlare quest'anno. Le probabilità di vittoria nella sua categoria però rimangono basse.
Il maestro ottantasettenne italiano non poteva mancare in questa speciale selezione: non tutti riescono a comporre una colonna sonora meritevole di nomination a questa età. Stimatissimo da Quentin Tarantino, che gli sta tirando la corsa e l'ha praticamente osannato ritirando il suo Golden Globes alla cerimonia di gennaio, il maestro ha già vinto l'Oscar onorario nel 2007.
Charlotte Rampling
Nonostante una carriera ricchissima di ruoli, cominciata nel 1965 e arrivata ininterrottamente ad oggi, passando per cinema e tv (la ricordate in Dexter o nel recente London Spy?), Charlotte Rampling é alla sua prima nomination. L'attrice viene da un ruolo spettacolare, lo struggente e intenso ritratto di una donna che vede sgretolarsi il proprio matrimonio alle soglie del 45esimo anniversario, distrutto dall'ombra di una giovane fidanzata del marito morta anni prima tra le alpi. 45 anni le é valso il premio a Berlino come miglior attrice e difficilmente si può negare che sia tra le migliori perfomance in assoluto dell'annata; in realtà é solo uno dei ruoli "in terza età" che vedono una seconda giovinezza professionale per l'attrice in questi anni. Peccato che la corsa all'Oscar sia stata adombrata da alcuni dichiarazioni infelici delle Rampling sulle discriminazioni contro gli attori di colore; la Rampling ha negato il problema, parlando di "razzismo al contrario".
Sylvester Stallone
Nominato ancora una volta per il ruolo immortale di Rocky Balboa, Sly rischia di vincere il suo primo Oscar alle soglie dei 70 anni. Il suo ruolo in Creed, con la versione acciaccata ma sempre dal gran cuore e dalla grande sincerità del pugile italiano di Philadelphia, ha il giusto pathos emotivo per conquistare la statuetta: sarebbe un bel riconoscimento alla sua carriera e al suo status di icona popolare e una bella metafora, una vittoria ottenuta nel suo momento più tenero e paterno verso il giovane erede.
Bryan Cranston
Non ce ne voglia il 59enne Cranston, ma é un po' il signor nessuno dell'annata. Tuttavia la sua nomination a sorpresa nella categoria miglior attore protagonista é una delle poche avvenute "alla vecchia maniera", in cui un attore può conquistare un posto in cinquina pur non facendo parte di uno della ristrettissima cerchia dei grandi film a cui le major tirano la corsa. In Trumbo interpreta uno sceneggiatore in difficoltà dopo essere stato iscritto nella "lista nera" compilata negli anni '40 in una Hollywood a caccia di comunisti. Tutto un altro discorso sul piccolo schermo, con l'enorme successo e i 4 Emmy ottenuti grazie a Breaking Bad, che gli ha spalancato le porte di questo progetto e, forse, le simpatie dei membri dell'Academy più attenti alle perfomance televisive dei colleghi.
Roger Deakins
Classe 1949, 13 nomination, 0 vittorie: se pensate che quella di Leonardo di Caprio sia una crociata contro l'indifferenza, provate a mettervi nei panni di Deakins. Grandissimo direttore della fotografia appartenente alla scuola estetizzante, il cui lavoro é quindi più smaccatamente visibile che naturalistico, Deakins é lo storico collaboratore dei fratelli Coen. I suoi punti di forza sono gli elementi naturali e in particolare l'acqua, il ghiaccio, il fuoco e il buio. In Sicario ha ideato una strabiliante scena letta attraverso un lettore infrarossi che ha fatto molto parlare quest'anno. Le probabilità di vittoria nella sua categoria però rimangono basse.
Ennio Morricone
Il maestro ottantasettenne italiano non poteva mancare in questa speciale selezione: non tutti riescono a comporre una colonna sonora meritevole di nomination a questa età. Stimatissimo da Quentin Tarantino, che gli sta tirando la corsa e l'ha praticamente osannato ritirando il suo Golden Globes alla cerimonia di gennaio, il maestro ha già vinto l'Oscar onorario nel 2007.