Oscar 2025, chi vincerà? L’unica certezza è che ci saranno sorprese e forse qualche shock
Quale sarà il film che uscirà vincitore da una corsa agli Oscar più incerta che mai? C’è un favorito, ma l’impressione è che non mancheranno le soprese.

Le preghiere dei cinefili che per anni si sono lamentati di quanto fossero prevedibili e scontate le scelte dell’Academy sono state esaudite: a poche ore dalla notte delle stelle, quasi nessuno dei candidati all’Oscar è sicuro di uscire dal Dolby Theatre con la statuetta in mano. Solo l’anno scorso invece, con lo strapotere di Oppenheimer di Christopher Nolan, i giochi erano fatti nella stragrande maggioranza delle categorie, soprattutto quelle principali.
A sparigliare le carte quest’anno hanno concorso molti fattori: la mancanza di un film distintamente superiore alla concorrenza in un’annata con una rosa di titoli candidati a miglior film molto eterogenea per generi e per idea generale di cosa sia o dovrebbe essere il cinema. L’avvento dei film internazionali nelle categorie principali (Il brasiliano Io sono ancora qui, il francese Emilia Pérez, il lituano Flow) ha spaccato il parco votanti tra stranieri e statunitensi. La caduta del super favorito francese Emilia Pérez, travolto dallo scandalo che ha investito la sua protagonista e dalle tantissime accuse piovute dalla comunità messicana e da quella queer ha poi riaperto completamente la gara dopo le nomination. Infine una serie di dibattiti chiave - quello sui coordinatori d’intimità sul set e ancor di più quello sull’intelligenza artificiale - hanno ulteriormente creato malumori e contestazioni.
Non ci muoviamo totalmente al buio e un favorito, di fatto, c’è. Questo grazie a premi di categoria come i SAG, i DGA, WGA e i BAFTA, dove i votanti si sovrappongono a quelli dell’Academy e quindi costituiscono da sempre un ottimo termometro nel valutare le chance di vittoria, incrociando e combinando i vari risultati. Anora ne esce come il candidato favorito alla vittoria nella corsa alla statuetta come miglior film e miglior regia, proprio per come si è imposto in alcune di queste premiazioni. Sembrava aver perso terreno qualche settimana fa, ma NEON, il distributore americano della pellicola, si è dimostrato ancora una volta eccezionale nel curare queste campagne promozionali in vista degli Oscar.
Perché Anora è il favorito ma non è sicuro di vincere come miglior film
Il verdetto però non è così univoco e la corsa a miglior film rimane insidiosa. Infatti i votanti non esprimono un’unica preferenza, bensì un primo, secondo, terzo vincitore e così via. Nei fatti, a meno di un film molto polarizzante che raccolga un gran numero di preferenze da numero uno, la gara finisce spesso per vincerla non il film più votato come prima scelta, ma quello che raccoglie più punti come seconda o terza preferenza. La scelta mediale insomma, che ha portato a vittorie sconcertanti come quella di CODA, perché appunto: quando si va ai punti, non vince il più forte, ma quello che mette più o meno d’accordo il maggior numero di persone.
Attenzione dunque a Conclave, che riveste esattamente quel tipo di presenza in questa corsa agli Oscar e che essendo inglese, raccoglierà voti nel lotto votanti più numeroso dopo quello statunitense per nazionalità: quello britannico. Un altro valido opponente potrebbe essere The Brutalist, se la corsa tra Conclave e Anora dividesse a metà i voti e lasciasse spazio a un terzo film, magari con un buon assortimento di preferenze tra prima e seconda scelta. C’è persino una quarta possibilità, la medietà perfetta: A Complete Unknown, che potrebbe raccogliere tante preferenze sia tra i votanti di una certa età e gli statunitensi per il suo essere incentrato su una figura come Bob Dylan e per il suo essere molto tradizionale come approccio, senza dimenticare quanto potrebbe raccogliere consensi tra i giovani per la presenza di Timothée Chalamet.
La situazione per la categoria registica è medesima. Sean Baker dovrebbe spuntarla, ma ha il fiato sul collo di Brady Corbet, che tra l’altro ha vinto questo premio anche a Venezia: Anora e The Brutalist se la giocheranno anche qui. Apertissima la battaglia anche per le sceneggiature: Conclave e A Real Pain guidano la gara rispettivamente in miglior sceneggiatura non originale e originale, ma se Anora si dimostrasse abbastanza forte potrebbe spuntarla anche qui. Discorso che si può fare anche per The Brutalist.
I quattro Oscar per gli interpreti potrebbero riservare sorprese importanti
Le categorie interpretative promettono sorprese vere e la concreta chance di qualche ribaltone. Sulla carta i pronostici proclamano due vincitori quasi sicuri nelle categorie dei non protagonisti: Zoe Saldana per Emilia Pérez e Kieran Culkin per A Real Pain. Attenzione però a Isabella Rossellini, che da molti viene data per favorita a sorpresa, specie se Conclave avrà saputo mettere d’accordo più persone del previsto. Nelle ultime ore poi in molti segnalano che la trazione di nomi come Edward Norton e Jeremy Strong potrebbe essere stata sottovalutata.
Sulle categorie dei protagonisti invece la sfida è apertissima e sarà corsa all’ultima preferenza. In teoria i favoriti Adrien Brody per The Brutalist e Demi Moore per The Substance, ma lo scarto con chi li tallona è davvero minimo. In molti voteranno Timothée Chalamet per la voglia di dare a un giovane attore molto amato e capace un Oscar che lo renderebbe il più giovane vincitore di sempre (rubando quel record proprio a Brody). Sul fronte femminile Mikey Madison potrebbe giovane enormemente della tradizione del suo film Anora, di cui è assoluta protagonista, nel caso si rivelasse il trionfatore della serata. Senza perdere di vista la brasiliana Fernanda Torres per Io sono qui, che potrebbe giocare in questa categoria “da straniera” lo stesso scherzo che eventualmente farà Rossellini alle avversarie.
Ci sono dei premi quasi certi? Sì, sul fronte tecnico: il premio al make up dovrebbe andare a The Substance, la colonna sonora a The Brutalist, l’Oscar per i migliori effetti speciali e il miglior sonoro a Dune: parte due. Con la caduta di Emilia Pérez, sembra quasi certa la vittoria del brasiliano Io sono ancora qui in Miglior film internazionale. Il robot selvaggio dovrebbe spuntarla anche sul quotatissimo Flow tra i film animati. Anche qui però non si escludono sorprese.