San Valentino: l’anniversario del Dracula con Bela Lugosi e la nascita di un cult

Alla scoperta della storia e dei segreti del Dracula di Tod Browing, uscito il 14 febbraio del 1931

di Chiara Poli

La figura letteraria del vampiro è anche una delle più celebri nel cinema, fin dai suoi albori. Come ricordo sempre quando si parla di film horror, al cinema il genere si nutre di credenze popolari, tradizioni religiose, fonti artistiche di ogni genere (letteratura, teatro, pittura…) e comprende, per definizione del primo saggio sull’argomento apparso su Sight and Sound nel 1952, “tutti quei film in cui il soprannaturale, il diverso ed il bizzarro hanno lo scopo ben preciso ed apertamente dichiarato di procurare allo spettatore forti shock visivi ed emozionali”.

Anche molto prima del celebre Nosferatu di Murnau, nel 1922. Già nel 1869, Georges Méliès aveva scioccato il mondo con un film di 120 secondi, Le Manoir du Diable, in cui il diavolo fuggiva alla vista di un crocifisso e si trasformava in un pipistrello. Sarebbe toccato al 1922, però, trasformarsi in una delle tappe fondamentali della storia dei vampiri di celluloide.

Il cineasta tedesco Friedrich Wilhelm Murnau con il suo Nosferatu – Eine Symphonie des Grauens diede vita al primo vero capolavoro della corrente espressionista. Ispirato al romanzo di Bram Stoker, Dracula, che vide la luce nel 1897, il film si servì di nomi diversi da quelli contenuti nel libro per via di problemi legati al diritto d’autore. La storia del Conte Orlok (Max Schreck) mostrava un vampiro che mescolava fattezze umane ed animali, terrorizzando lo spettatore e classificandosi ufficialmente come “mostro”. Divenuto popolarissimo, il Nosferatu di Murnau (raccontato, in versione romanzata, nel film L’ombra del vampiro nel 2000) diede il “via” ufficiale alla prolifica produzione vampiresca.

Meno di 10 anni dopo, il vampiro sarebbe stato radicalmente trasformato, per diventare l’affascinante tentatore che tutti conosciamo. Il merito fu di Tod Browning, che nel 1931 realizzò il suo Dracula facendo dell’allora sconosciuto Bela Lugosi (già interprete della pièce tratta dal romanzo di Stoker, di cui il film era un adattamento) una star. Grazie all’avvento del sonoro e ai grandi horror degli anni ’30 targati Universal, Dracula divenne subito un classico. Il celebre Conte aveva ora fattezze umane, uno sguardo magnetico e modi di fare “esotici” grazie all’accento del suo interprete, di origini ungheresi. E la battuta “Io non bevo mai… vino” fece il resto.

14 febbraio 1931: nascita di un mito


Il 14 febbraio del 1931, negli Stati Uniti usciva il Dracula di Tod Browning. La trama raccontava l’arrivo di Renfield (Dwight Frye) nell’Europa orientale, fino al castello del Conte Dracula (Bela Lugosi), per completare il trasferimento della proprietà dell’Abbazia di Carfax, Londra, al Conte. Renfield viene soggiogato dal vampiro e trasformato in uno dei suoi servi, con il compito di proteggerlo durante il viaggio in mare fino a Londra. Al suo arrivo in città, Dracula si nutre della giovane Lucy Weston (Francis Dade) e la trasforma in un vampiro. Poi rivolge le proprie attenzioni a Mina Seward (Helen Chandler), figlia del dottor Seward (Herbert Bunston). Il medico, preoccupato per l’improvviso peggioramento nella salute della figlia, chiama il dottor Van Helsing (Edward Van Sloan), il quale capisce che Dracula è un vampiro e sta trasformando Mina. Per evitare che la ragazza diventi un mostro come Dracula, Van Helsing mette in moto un piano, coinvolgendo il dottor Seward e il fidanzato di Mina, Jonathan Harker (David Manners), con lo scopo di mettere fine agli orrori perpetrati da Dracula…

Per la prima volta nella storia, il romanzo di Bram Stoker - romanzo epistolare uscito nel 1897 - veniva adattato per il grande schermo.

Il Dracula di Browning è ancora oggi considerato il film che diede il via alla popolarità del genere horror a Hollywood, inaugurando la grande stagione della Universal che ci avrebbe regalato classici immortali.

Soprattutto, fu la prima di molte trasposizioni dell’opera di Stoker, e fu il film che presentò al mondo del cinema i personaggi di Dracula e Van Helsing, eterni nemici destinati a sfidarsi molte altre volte sullo schermo.

Benché la leggenda volesse che Lugosi non parlasse bene l’inglese, all’epoca delle riprese l’attore ungherese aveva da tempo imparato la lingua. Ma per esigenze di copione, che ammantavano di fascino il personaggio, continuò a marcare in modo esagerato il suo accento dell’Est, tratto essenziale del personaggio anche in molti dei remake - per esempio in quello più celebre, il Dracula di Coppola del 1993.

Noto per la sua atmosfera gotica, con scenografie molto suggestive e soprattutto un magistrale uso della fotografia, con giochi di luce e ombre che richiamavano l’espressionismo tedesco del Nosferatu di Murnau, Dracula è rimasto nella storia grazie soprattutto al suo protagonista.

Lugosi, destinato a rimanere intrappolato nel genere horror per quasi tutta la sua carriera, aveva quel portamento aristocratico che avrebbe contribuito a fissare nell’immaginario collettivo la figura del nobile decaduto, ultimo della sua stirpe, che lotta per riprendersi ciò che gli spetta di diritto attraverso il sangue.

Prima della scelta di Bela Lugosi, già noto per aver interpretato Dracula a teatro, altri attori vennero considerati per il ruolo del protagonista del film di Browning. Primo fra tutti Lon Chaney Sr., il cui stile di recitazione e le sue capacità di trasformazione lo avrebbero reso una scelta molto interessante, ma purtroppo - o per fortuna per la carriera di Lugosi - Chaney morì prima che il film venisse girato.

Il figlio dell’attore, Lon Chaney Jr., sarebbe diventato una delle icone horror della Universal nei panni dell’Uomo Lupo, e non solo. Anche Boris Karloff, noto per il suo ruolo di mostro in Frankenstein (sempre del 1931), era inizialmente considerato per il ruolo di Dracula. Ma Bela Lugosi ebbe la meglio, sebbene Karloff fosse destinato a continuare la sua carriera di successo interpretando altri iconici mostri dell’orrore.

Un film che ha cambiato la storia del cinema


Dracula fu anche uno dei primissimi film sonori appartenenti al genere horror. Il cantante di Jazz (1927), primo lungometraggio sonoro di grande successo, aveva aperto la strada a un utilizzo suggestivo anche dei dialoghi, oltre che della colonna sonora.

L’accetto di Lugosi, le battute iconiche, il contrasto fra il modo di parlare del Conte e il suo avversario Van Helsing: tutto contribuiva a fare di Dracula un film destinato a entrare nella storia.

Ma anche dal punto di vista visivo il film di Browning ha fatto scuola. Oltre ai giochi di luce già citati, non possiamo non ricordare l’importanza del suo Dracula nell’iconografia mondiale.

La camicia bianca con il colletto rialzato e il lungo mantello nero sono diventati il simbolo stesso del vampiro grazie alle scelte dei costumi in questo film. Dalla pettinatura agli abiti, dallo sguardo all’accento dell’Est, tutto nel primo Dracula del cinema è stato ripreso per decenni, e ancora oggi la figura del vampiro resta legata a quella rappresentazione. Senza contare che, a fronte di un budget relativamente modesto, vennero spesi oltre 5000 dollari solo per il mantello nero di Dracula, successivamente riutilizzato in numerosi altri film.

Il Dracula di Browning ebbe un grande successo al botteghino, nonostante le limitazioni tecniche dell’epoca per gli effetti speciali e l’immancabile scure della censura su alcune scene del film.

Nonostante questo, il pubblico apprezzò moltissimo il film e l’esperienza collettiva di provare paura in una sala piena di estranei che vivevano allo stesso modo le immagini sullo schermo.

Da questo punto di vista, il film fu una scoperta anche commerciale: la Universal in particolare, e tutti i produttori in generale, compresero le potenzialità economiche di un genere che si affacciava per la prima volta a Hollywood, facendo riflettere le majors e influenzando la produzione cinematografica futura.

Come spesso accade con le trasposizioni cinematografiche, il film di Browning ha apportato alcune modifiche al romanzo di Stoker. Ad esempio, il personaggio di Renfield, interpretato da Dwight Frye, ha un ruolo più prominente nel film rispetto al romanzo. Inoltre, alcune scene e sottotrame del libro sono state modificate o omesse per adattarsi al formato cinematografico.

Tod Browning, la versione spagnola e la censura britannica


Una cosa che non tutti sanno è che, simultaneamente alla produzione di Browning, venne realizzata una versione spagnola di Dracula con un cast diverso e una scenografia simile. Il film spagnolo, diretto da George Melford, fu girato durante la notte utilizzando gli stessi set e costumi di Browning e risulta essere più fluido e dinamico rispetto alla versione statunitense, adattandosi ai gusti del pubblico europeo e soprattutto differenziandosi il più possibile dal film con Lugosi, per non creare concorrenza e cominciare subito a esplorare le potenzialità del personaggio ideato da Stoker.

Inizialmente, la Universal Pictures aveva considerato James Whale, il regista di Frankenstein, per dirigere anche Dracula. Alla fine la scelta cadde su Tod Browning, che aveva già esperienza nel dirigere film horror e thriller, come London After Midnight e un altro film destinato a diventare un supercult del genere: Freaks.

Durante le riprese, Tod Browning era molto riservato e si isolava spesso dagli altri membri del cast e della troupe. Si è speculato sul fatto che ciò fosse dovuto al suo interesse per l’occulto e al fatto che il regista fosse diventato ossessionato dal tema del vampirismo preparandosi alle riprese, ma naturalmente queste rimangono voci non confermate ufficialmente, diffuse anche per contribuire al successo del film.

Non che ce ne fosse bisogno: quando il film uscì nel Regno Unito, 4 giorni dopo il debutto americano, era già accompagnato da numerosi voci che lo indicavano come il film che avrebbe cambiato la storia del cinema - diffuse ovviamente dalla produzione, perché il marketing è nato contemporaneamente al cinema.

Le voci avevano anche lo scopo di invogliare il pubblico inglese a vedere il film, colpito dalla rigida censura britannica. Il film è stato infatti soggetto a diversi tagli per renderlo più adatto al pubblico inglese, con l’eliminazione di alcune scene di violenza e altri contenuti considerati troppo intensi o disturbanti.

Oggi possiamo vedere il Dracula di Browning nella sua versione integrale, ma purtroppo il film è sempre stato trasmesso pochissimo in TV, in Italia.

Se volete (ri)vedere questo grande classico, che compie gli anni a San Valentino - 93, quest’anno - trovate il film in DVD in versione restaurata o a noleggio su diverse piattaforme, fra cui JustWatch