Speciale Una mostra per Stanley
Tutto il genio di Kubrick esposto alla Stanley Kubrick - The Exhibition
Nel cuore di Londra, presso il Design Museum, fino al 15 Settembre sarà presente Stanley Kubrick - The Exhibition, mostra dedicata al visionario cineasta che attraverso un percorso tra le sue produzioni più iconiche traccia il profilo di un uomo eclettico e perfezionista fino all’assurdo.
Stanley Kubrick è stato uno dei più grandi film-maker del ventesimo secolo. In pochi sono stati in grado di raggiungere lo stesso grado di popolarità e successo della critica. Noto per l’attenzione dedicata alle fasi di preparazione che metteva in ogni suo film, poteva spendere mesi o addirittura anni, ricercando ogni dettaglio alla ricerca dell’autenticità. Kubrick ha esplorato un range sorprendentemente ampio di generi, dai film di guerra agli horror, passando per il Sci-Fi fino alla satira. Delle volte controversi per il loro modo di trattare temi quali la sessualità, la violenza e il warfare, i suoi film sono ora ritenuti come pietre miliari del cinema moderno.
Nato a New York, Kubrick ha speso la maggior parte del sua carriera in terra britannica complice una paura di volare che lo ha tenuto saldamente ancorato al suolo per la produzione di alcune delle sue pellicole più famose: il campo di battaglia del Vietnam di Full Metal Jacket, il sinistro hotel nelle Rocky Mountains per The Shaning e i paesaggi lunari di 2001: Odissea nello Spazio.
A 20 anni dalla sua morte, la mostra esplora la straordinaria carriera di Kubrick e il suo modo unico di creare. E’ stato un film-maker che ha collaborato con designer e utilizzato le ultime tecnologie per costruire mondi super dettagliati.
La mostra londinese, che vanta oltre 500 oggetti esposti, tra sketch, appunti, missive e oggetti di scena e personali, vuole dunque esplorare l’importanza del design nel lavoro di Kubrick e la sua ricercatezza del particolare. Lo fa partendo dalla passione per la fotografia, dalla quale importerà nel suo cinema l’ossessione per la ricerca perfetta dell’inquadratura, la simmetria, la composizione. Kubrick avvicina il cinema con pionieristica ingenuità: il desiderio di sperimentare non è supportato da studi di settore, ma la sua capacità di osservare il mondo, l’attenzione maniacale per il dettaglio compensano le lacune. La mostra lo lascia subito intuire con parte di un’invidiabile raccolta di libri dedicati a Napoleone facenti parte della collezione privata di Kubrick e necessari per il suo progetto mai realizzato legato all’imperatore francese.
Combinata alla sua riluttanza per gli spostamenti, l’ossessione per il particolare ha reso possibile la ricreazione di una credibile New York tra le vie di Londra per il suo ultimo film Eyes Wide Shut: per ricreare gli scorci della grande mela incaricò Manuel Harlan, figlio del suo executive producer, di eseguire una ricerca fotografica per locations ideali, producendo una sorprendente raccolta di scatti di luoghi compatibili. In una mappa di Greenwich Village in New York, evidenziarono specifiche zone nelle quali poter utilizzare le vie di Londra. Allo stesso modo, per il suo Full Metal Jacket, Kubrick trasformò l’officina del Gas di Beckton di Londra nella sua personale Vietnam usando oltre 100.000 piante tropicali finte portate da Honk Hong e oltre 200 alberi di palma importati dalla Spagna.
La sua passione per il design e l’arte moderna si può scorgere invece nelle idee che hanno dato forma all’immaginario di Arancia Meccanica. I suoi designer e art director hanno popolato i set con arredi e complementi accuratamente selezionati. Sebbene molti dei pezzi fossero disponibili in commercio già all’epoca, erano sufficientemente inusuali per suggerire un’appartenenza a un futuro prossimo.
Stesso discorso per 2001: Odissea nello Spazio al quale Kubrick dedicò particolare attenzione nel tentativo di ricreare suggestioni sci-fi che richiamassero il fascino del possibile: i viaggi spaziali del futuro di Kubrick sono basati sulle ricerche dello scienziato missilistico Wernher von Braun che immaginava giganteschi moduli rotanti per creare artificialmente la gravità all’interno delle navi. Tra il materiale dedicato a questa pellicola presente alla mostra, tra modellini, concept originali e costumi, è possibile ammirare una riproduzione in scala del set-centrifuga la cui versione a dimensioni reali richiese una costruzione della durata di sei mesi e un costo di quasi 600.000 sterline.
Per l’iconica scena dell’alba dell’umanità, l’artista e mimo Dan Ricther, coreografa della scena e che si aggiudicherà il ruolo del capo branco Moonwatcher, ha speso ore al museo di Storia Naturale e nello zoo di Londra studiando il movimento di scimpanzè e gorilla.
Così da Spartacus a The Shining, da Dr Strangelove a Barry Lyndon, una cura infinita per il dettaglio ha dato vita a un percorso artistico e creativo. Attraverso questo filo conduttore la mostra si dispiega lentamente raccontando un Kubrick incapace di scendere a compromessi, determinato nel riprodurre l’esatta visione delle sue idee, perseverante, perfezionista. Un cineasta che, come dice Mike Leigh, con una dozzina di pellicole ha dimostrato che si può esplorare forme e contenuti senza mai tradire il proprio stile.