Per girare Tár ci sono voluti 10 anni: come è stato girato il film con Cate Blanchett
Todd Field è uno di quei registi che, quando arriva sul set a girare un film, ha già fatto i tre quarti del lavoro: tutto nella sua testa. È una caratteristica che accomuna tanti grandi cineasti della storia del cinema: immaginare ogni singolo movimento di cinepresa, ogni singola inquadratura e posizionamento dello luci, ogni singolo dialogo già girato e montato nella propria testa. Il film nella testa un regista di questo tipo - vedi Alfred Hitchcock, Bong Joon-ho, Stanley Kubrick - se lo è già visto tutto in testa prima ancora di mettere piede sul set. Hitchcock era celebre per una sua frase: girare i film è la parte noiosa del fare cinema.
Con Stanley Kubrick invece Todd Field ha lavorato, ma non dal punto di vista registico, pur avendo seguito poi le sue orme. No, Todd Field sul set di Eyes Wide Shut ci è finito in qualità di pianista jazz ed è nelle vesti d’attore che ha potuto vedere da vicino il lavoro di Kubrick, che ha avuto una profonda influenza sul suo cinema.
Il primo amore di Todd Field però è stata la musica classica: è un eccellente pianista, ha fatto studi al conservatorio, conosce il mondo della musica orchestrale e dei suoi grandi maestri.
Per questo motivo Tár è ambientato nel mondo delle orchestre. Field ha sottolineato a più riprese che potrebbe essere ambientato ovunque, perché i rapporti di potere che ritrae sono comuni a moltissimi ambiti lavorativi. Il suo Tár però, a modo suo, è un’utopia, una fiaba nera: ad oggi sul podio di un’orchestra come quella di Berlino una donna come maestro d’orchestra fisso con gli stessi poteri e le stesse responsabilità di Lydia Tár non è mai salita.
Quando ho letto sulla sceneggiatura che Lydia era a capo dell’orchestra filarmonica di Berlino ho capito subito che era un personaggio inventato
ha commentato amaramente Nina Hoss, attrice tedesca che interpreta la compagna di Lydia e primo violino dell’ensemble.
Come è nata Lydia Tár, tra pandemie e conventi
Nel 2020 scoppia la pandemia e il mondo del cinema si ferma. Le major e gli studi di produzione cominciano a pianificare il dopo, se mai arriverà. Viene avviata la lavorazione di titoli da girare appena possibile, per non rimanere senza prodotti da portare in sala.
Focus Feature, che aveva già lavorato in passato con Todd Field, chiama il regista e gli propone un’offerta da sogno: scrivi qualcosa, qualsiasi cosa, e se ci piace te la faremo girare appena la pandemia sia concluderà. Approfittando dell’isolamento e dell’assoluta concentrazione che il periodo pandemico offriva, Field mette su carta un personaggio che vive nella sua testa da 10 anni: Lydia Tár.
Come raccontato al podcast Variety Awards Circuit, Field non immagina storie ed eventi per scrivere un film, nemmeno parte da un tema. Comincia a creare nella sua testa un personaggio, lo esplora a fondo, immagina la sua storia e cosa farebbe in date situazioni. Prima di mettersi a scrivere Tár, Field ha imparato a conoscere Lydia immaginandola per 10 anni. Per questo ci sono voluti appena tre mesi per scrivere una sceneggiatura di questa complessità, che solitamente richiede ben più tempo. C’è pero un caveat che la produzione ha scoperto solo tempo dopo.
Come spiegato da The Hollywood Reporter, Field negli ultimi 10 anni ha girato solo due film: il suo esordio alla regia In the Bedroom (2010) e Little Children (2016). Si era pensato anche a un thriller scritto da Joan Didion e con protagonista Cate Blanchett, ma il progetto è saltato. All’epoca però Field incontrò Blanchett e nella sua mente l’attrice divenne l’unica scelta possibile per il ruolo di Lydia Tár: se avesse detto no, il film non si sarebbe fatto.
Blanchett invece ha detto sì immediatamente, affascinata dal personaggio. Si è dedicata strenuamente alla preparazione di Tár: ha ripreso a suonare il pianoforte che aveva studiato da bambina, ha imparato a leggere gli spartiti per orchestra, ha imparato a parlare tedesco. Non potendo lavorare con una vera orchestra, ha divorato decine di video su YouTube per capire mimica e gestualità dei grandi direttori. Del film e del personaggio però parla con moderazione:
È interessante come questo personaggio sia stato definito un predatore sessuale da varie persone. Penso sia riduttivo. Non è il tema di Tár. Per questo sono così restia a parlare di un film che in realtà si muove su più livelli.
Blanchett probabilmente è evasiva perché alcuni dei registi con cui a lavorato - tra cui il premio Oscar Woody Allen che le ha fatto vincere la statuetta di miglior attrice con Blue Jasmine - hanno un vissuto simile a quello del personaggio e sono stati cancellati. Anche Field è evasivo quando si fanno domande su cosa succeda esattamente nel film, dato che è una pellicola piena di allusioni e domande senza risposta.
Raccontare questo tipo di personaggio ma trasformarlo in una donna rendere Tár una figura più complessa, ma anche di difficile gestione, perché siamo così poco abituati ad associare un potere tanto vasto e assoluto a una donna.
Nato durante la pandemia, Tár ha visto la luca in un convento scozzese. Pur di avere al suo fianco la montatrice Monica Willi nel delicato processo di montaggio del girato finale del film, Todd Field non ha esitato a trasferirsi con lei in un convento in Scozia, così che la montatrice fosse più vicina alla sua famiglia residente in Germania. I due hanno trascorso quattro lunghi mesi isolati dal mondo, correndo insieme la mattina, andando in sala di montaggio e lavorando per trovare il tempo giusto per Tár; una pellicola basata su un ritmo specifico, quello della sua protagonista Lydia.
Dove è stato girato Tár: la casa segreta di Lydia
Pur operando con un budget limitato, Todd Field ha dettato precise condizioni per girare il film. Una di quelle su cui non ha ceduto riguardava dove organizzare le riprese. Field voleva che si trovassero location europee per rispettare la sceneggiatura e riprodurre con precisione una certa atmosfera da vecchia Europa. Inoltre ha voluto che la maggior parte del film fosse ambientato in veri edifici, vere abitazioni, non ricostruendo quasi nulla su set.
La prima sfida è stata vinta grazie alla pandemia, che ha svuotato la sala da concerti della Filarmonica di Dresda, fermata dal COVID ad appena 18 mesi dalla sua inaugurazione. L’orchestra ha votato democraticamente - come si vede nel film - e approvato la collaborazione con Field. Quella che vediamo suonare nel film condotta da Blanchett è l’orchestra di Dresda, con alcuni attori seminati tra i veri musicisti, che hanno suonato dal vivo durante le riprese.
Per quanto riguarda l’immensa, elegante casa in cui Cate e Sharon vivono a Berlino, Field e il suo production designer Marco Bittner Rosser hanno fatto lunghissime ricerche per trovare l’abitazione giusta in cui ambientare le scene. Alla fine è stata trovata la villa che vediamo nel film, ma la troupe ha dovuto firmare un documento che impone loro riservatezza assoluta su dove si trovi l’edificio.
Hoss e Blanchett hanno avuto modo di legare prima dell’inizio del film: l’attrice australiana si trovata in Germania per un progetto precedente e alloggiava nello stesso hotel di Hoss, al lavoro su un altro set. Le due hanno trascorso anche molto tempo nella “casa segreta”, familiarizzando con gli ambienti.
Per le scene newyorkesi e il terzo atto in Asia, Field e una piccola parte della troupe sono volati nelle rispettive destinazioni, per avere un grado di autenticità ancora maggiore. In 65 giorni Tár è stato girato.
Come gira un film Todd Field: la sfida di Tár
Anche in merito al come gira un film Field è un regista dall’approccio unico, tanto da far preoccupare anche una veterana come Blanchett. Il regista infatti gira la scena da una sola prospettiva, con una sola inquadratura, rifacendola solo un paio di volte. Nella sua mente il film è già girato in un modo specifico, non c’è bisogno di provare tante soluzioni di regia.
Sulle prove però Field è molto esigenze e dà agli interpreti molto tempo per prepararsi. Hoss ha raccontato che ogni scena giornaliera viene provata sul set il giorno prima, con solo gli attori e il regista presenti. Il giorno successivo si fa una seconda prova e, solo al momento di girare, vengono fatti entrare tecnici e professioni del set, per mantenere il più possibile un’atmosfera intima, autentica.