The First Slam Dunk: l’incredibile storia di come Takehiko Inoue ha realizzato il film in 8 anni

The First Slam Dunk nasconde una storia incredibile, che vede il mangaka Takehiko Inoue lavorare per anni da solo al film che segna il suo debutto da regista.

The First Slam Dunk lincredibile storia di come Takehiko Inoue ha realizzato il film in 8 anni

The First Slam Dunk è un film impressionante, riuscitissimo, che rischia di essere tra i migliori lungometraggi dell’annata, anche al di fuori del comparto d’animazione. Il suo successo travolgente in Giappone e nel sud est asiatico è tutt’altro che inaspettato. Sin dal debutto del manga spokon (ovvero ad ambientazione sportiva) del manga disegnato da Takehiko Inoue, Slam Dunk si è tramutato in un titolo cult degli anni ‘90, divenuto ancor più famoso con la realizzazione di un anime dedicato.

La serializzazione del manga iniziò nel 1990, qualche anno più tardi si concluse a quota 27 volumi, con un non-finale brusco, che lasciò i fan spiazzati. Nel frattempo, con qualche anno di ritardo Slam Dunk arriva anche in Italia, trascinato dalla trasmissione in chiaro su MTV del relativo anime. Non è quindi una sorpresa che un titolo tanto popolare abbia attratto spettatori in sala.

Come vi abbiamo già anticipato nella recensione di The First Slam Dunk, la qualità del film è tale da spiegare l’onda lunga del successo, i record di botteghini e i premi che ha già vinto. A impressionare è sopra ogni cosa la capacità di un mangaka che si cala nei panni del regista d’animazione per la prima volta di creare un film dinamico, incalzante e appassionante.

Lo è ancora di più scoprendo come questo film sia nato e in che modo sia stato realizzato. La genesi e la lavorazione di The First Slam Dunk testimoniano non solo il talento fuori scala di Takehiko Inoue, ma anche il suo essere un’artista e un uomo dal carattere non semplice, incapace di compromessi, stakanovista nel suo lavoro.

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Scopriamo insieme l’incredibile storia di come The First Slam Dunk è stato realizzato:

Slam Dunk: dal manga al film

L’uomo dietro il successo di Slam Dunk è un mangaka, un disegnatore e sceneggiatore di manga di nome Takehiko Inoue. Nato nel 1967 a Okuchi (prefettura di Kagoshima), sin da bambino Inoue ama disegnare e leggere manga. Appena 20enne, ancora studente universitario, viene notato da un editor del settore, Taizo Nakamura, impressionato da una sua storia breve inviata a Weekly Shonen Jump.

Di fronte a una proposta di lavoro concreta, Takehiko Inoue lascia l’università e diventa assistente di Tsukasa Hojo. All’epoca il mangaka stava lavorando alla sua opera più celebre: City Hunter. Dopo qualche anno di gavetta, Inoue pubblica i suoi primi lavori.

Nel 1990 inizia la serializzazione di Slam Dunk, un manga shonen a tema sportivo. A pubblicarlo è la rivista più popolare del Giappone, Weekly Shonen Jump (Shueisha). Il successo è travolgente. Slam Dunk venderà nel corso di 7 anni più di 120 milioni di copie nel solo arcipelago, venendo poi pubblicato in tutto il mondo, dove verranno stampate altre 50 milioni di copie in varie lingue.

Nelle fasi finali della pubblicazione, Inoue diventa insofferente. Come artista e disegnatore sente di aver raggiunto lo stato dell’arte sia in termini di disegno che di narrazione. Non può imparare, non può migliorare, non ha più nulla da dire.

Decide così d’interrompere abbastanza bruscamente la storia, evitando di metter la parola fine per aggirare lo scontento dei fan. Alla fine dell’ultimo capitolo su rivista scrive “fine prima parte”, ma la seconda non vedrà mai la luce. Nel volumetto pubblicato successivamente, apparirà la scritta “fine”.

Un episodio che dà la cifra del personaggio e dell’artista, specie se appaiato con quanto succede dopo. Assillato dai fan, Takehiko Inoue promette che disegnerà la seconda parte se le vendite dei volumetti arriveranno a quota 100 milioni. Quando il traguardo è raggiunto nel 2004, l’autore disegna una storia aggiuntiva: 23 tavole disegnate su altrettante lavagne di una scuola abbandonata, che verrà poi demolita. L’edificio rimase aperto tre giorni per consentire al pubblico di legger la storia destinata a scomparire.

Inoue disegna ancora titoli sulla pallacanestro, poi passa al manga storico, ma ben presto è il confine del fumetto ad andargli stretto. Non trova più stimoli di crescita in questo medium e comincia a guardarsi intorno.

Così, quando nel 2009 la Tōei Animation gli propone di trasformare Slam Dunk in un film d’animazione, l’autore accetta, ma decide di mettersi al comando dell’impresa.

Non è così inusuale che un autore sia anche regista d’animazione. Pensiamo ai nostri Gipi e Zerocalcare, ma anche a mostri sacri dell’animazione giapponese noti a livello internazionale come Hayao Miyazaki con Nausicaä della Valle del vento e Katsuhiro Ōtomo con Akira. Tuttavia questi nomi avevano già esperienza nel campo dell’animazione. Inoue no.

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The First Slam Dunk e la tecnica d’animazione ibrida

Takehiko Inoue comincia così a imparare da autodidatta i rudimenti dell’animazione e procede ad animare piccole porzioni di storia, utilizzando la tecnica tradizionale, ovvero disegnando ogni fotogramma. Dedica 3 anni della sua vita a questa impresa.

Realizza così un breve pilota, che però Tōei Animation boccia. Inoue non si arrende. Nel 2014, al quarto tentativo, il lavoro di Inoue soddisfa il gigante dell’animazione giapponese, che dà il via alla produzione.

Per la trama del film Inoue non inizia dall’avvio del manga, bensì anima il cardine dell’intera storia: la partita in cui i protagonisti del liceo Shōhoku affrontano l’imbattibile squadra del San’nō. La storia è inframezzata da flashback dedicati al passato di Ryota, che non è che uno dei comprimari del manga originale. Il film si dedica comunque a tutti i protagonisti del dream team, svelandone i caratteri mentre lo scontro in campo diventa sempre più incalzante. Questo approccio rende il film uno stand alone, fruibile anche da chi non ha letto il manga, ma anche un film molto più contenuto e autosufficiente di un semplice primo capitolo.

The First Slam Dunk è realizzato con una tecnica d’animazione definita ibrida, che fa largo uso sia del disegno a mano sia dell’animazione digitale realizzata con software dedicati. L’autore infatti era rimasto insoddisfatto della resa visiva delle sequenze di gioco dell’anime originale e ha a lungo sperimentato metodologie differenti per ottenere un risultato a lui congeniale.

Quella poi utilizzata prevede un dettagliatissimo storyboard di Takehiko Inoue, che ha disegnato a mo’ di bozza tutto il film. Lo storyboard è stato poi mandato al team di animazione, che l’ha animato con la computer grafica. Seguono numerose fasi di revisione in cui Inoue esige continui cambiamenti: dai sostanziali agli infinitesimali.

Un avanti e indietro continuo, fino a quanto l’autore è completamente soddisfatto. Potete farvi un’idea del procedimento guardando con attenzione la scena dei titoli di testa che mostra le varie fasi dell’animazione dai bozzetti al risultato finale. L’intero processo di lavorazione è stato raccontato nel volume The First Slam Dunk re:Source 1996, ancora inedito in Italia.

In totale ci sono voluti più di 8 anni per ultimare il film: 4 iniziali per i pilota di Inoue e altri quattro per arrivare al risultato finale, di cui Inoue ha selezionato personalmente le musiche, le locandine, tutti i materiali promozionali.

The First Slam Dunk: l’incredibile storia di come Takehiko Inoue ha realizzato il film in 8 anni

I numeri del successo di The First Slam Dunk

Tanto lavoro, stacanovismo e perfezionismo da parte dell’autore sono stati ampiamente ripagati in termini di successo critico ed economico.

In Giappone, all’uscita, The First Slam Dunk rimane ben otto settimane consecutive in testa al botteghino: numeri di un’altra era. Entra nella top 15 dei film animati più redditizi di sempre in sala, classifica molto competitiva in Giappone. In pochi mesi polverizza 9 milioni di di biglietti venduti in sala, superando i 100 milioni di dollari d’incasso in patria. Con il box office delle prime settimane, si piazza al 34esimo posto dei film più visti a livello globale del 2022.

Nel 2023 è in testa al botteghino giapponese, continua a macinare spettatori, persino con incremento di biglietti venduti da una settimana all’altra. Nel frattempo esordisce nei cinema coreani, dove diventa il film nipponico più visto di sempre.

Attualmente è a quota 140 milioni di dollari, ma la cifra è solo destinata ad aumentare con l’uscita in Europa e in Occidente. L’Italia è tra i primi mercati a vederne l’arrivo in sala.

The First Slam Dunk sarà in programmazione il 10 maggio 2023 in lingua originale e dal 11 al 17 maggio in versione doppiata.

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