James Cameron racconta Titanic, 25 anni dopo: “Leonardo lo convinsi io”

Venticinque anni dopo un successo che ha scritto la storia del cinema, James Cameron racconta da cosa è nato Titanic e come è stato messo insieme il suo fortunatissimo cast.

James Cameron racconta Titanic 25 anni dopo Leonardo lo convinsi io

In occasione del ritorno in sala dell’edizione rimasterizzata di Titanic per il 25esimo anniversario del film dei record, dopo essersi confermato il re Mida di Hollywood con Avatar: La via dell’acqua, il regista James Cameron può ben concedersi un momento celebrativo.

Sono solo cinque i film che al botteghino hanno sfondato quota due miliardi di dollari d’incassi: tre li ha firmati lui. Anche se il primo Avatar rimane in vetta, per molti versi è Titanic il vero successo insuperabile della carriera di Cameron. Non sono incassò una cifra strepitosa al botteghino, non solo lanciò definitivamente nel firmamento hollywoodiano sia Leonardo DiCaprio sia Kate Wislet in giovanissima età, ma segnò forse l’apice di un momento d’oro nei rapporti tra pubblico e cinema, in cui gli spettatori non esitavano ad andare in sala due, tre più volte per immergersi in una storia che li aveva fatti emozionare.

Pochi film possono dire di aver fatto l’effetto di Titanic, che a differenza di Avatar, ha lasciato un enorme impatto culturale dietro di sé. Le scene iconiche, la musica, le battute che tutti sanno a memoria: tutto ha fatto storia del cinema, persino le ragazze francesi disegnate dal protagonista Jack.

A seguire potete leggere il racconto del making of e del dietro le quinte di Titanic fatto da James Cameron stesso, intervistato dall’amico e produttore Jon Landau, inclusi molti dettagli inediti di cui James Cameron parla per la prima volta.

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Perché all’epoca volevi fare un film con la tragedia del Titanic sullo sfondo?

Quando avevo 15 anni avevo già il patentino per fare immersioni, mentre divenni un regista solo a 26 anni: questo dà un’idea del mio amore per l’oceano. Ho fatto anche 7 esplorazioni oceaniche in giro per il mondo, posseggo una porzione di oceano, sostengo fondazioni per la tutela dei mari. Ho passato anni ad immergermi in tutti i mari del mondo, tanto da cominciare a interessarmi alle tecnologie che servivano ad esplorare le profondità marine. Da questo e dalla mia passione per la storia è saltato fuori Titanic.

All’epoca ero molto interessato alle esplorazione oceaniche via robotica. Tra le tante missioni svolte da questi robot, erano diventate molt, molto famose proprio quelle relative alle prime immagini del relitto del Titanic.

Qualche tempo dopo essermi interessato a quei robot sottomarini vidi il film A Night to Remember del 1958 e pensai che il Titanic era un fondale perfetto per una storia d’amore. Trasformai quell’idea in una proposta per la FOX. Andai da loro con una serie di dipinti del Titanic, tra cui una con la nave spezzata in due e dissi solo: “Romeo e Giulietta sul Titanic” e loro mi dissero sì.

Perché secondo te la vera storia del Titanic rimane così celebre nell’immaginario collettivo, anche decenni dopo quanto avvenuto?

Credo sia per i sentimenti che quel naufragio evoca: una grande tristezza, la mortalità umana, la fallacia del lavoro umano…abbiano creato una storia leggendaria col Titanic. Noi e l’abbiamo applicata sopra una storia già leggendaria.

All’epoca prendemmo molto seriamente la ricostruzione storica, avevamo al nostro fianco un esperto della Titanic Society che controllava i nostri set e ci consigliava. Ora che sono passati 25 anni sono orgoglioso di dire che ci sono generazioni che sono familiari con la storia vera del Titanic proprio grazie al nostro film.

Perché Titanic, come film, rimane così famoso 25 anni più tardi?

Perché parla alle persone, a tipi diversi di persone. Siamo sinceri: Leonardo DiCaprio è bellissimo, possiamo dire con onestà che solo la sua presenza e il suo volto ci hanno fatto incassare 100 milioni di dollari. Il resto però sono arrivati dal personaggio di Rose, dalla sua capacità di ribellarsi da corsetti troppo stretti, da convenzioni sociali che la volevamo seduta composta e zitta. Alle ragazze, alle donne e agli uomini a cui importano certi temi, tra cui mi metto anche io essendo padre di due figlie, questo tipo di storie arrivano dritto al cuore.

James Cameron racconta Titanic, 25 anni dopo: “Leonardo lo convinsi io”

Svelaci un segreto: Rose da anziana, nel finale, muore oppure no? La sua ultima scena è ambigua…

Ok, vi dirò come è andata davvero e quanto sia stato divertente lavorare con l’attrice Gloria Stuart, che interpreta Rose nel present. Quando ci apprestavamo a girare quella scena, Gloria mi approcciò e mi disse: “allora, sono morta o no?” E io le dissi di fare come preferiva, perché volevo lasciare al pubblico la decisione in merito. Lei mi guardò negli occhi e mi disse: “diamoci un taglio con queste sciocchezze: trattengo il fiato o no?” Io ci ho pensato e le ho detto: “trattieni il fiato” e questo è quanto.

Un’altra storia che ti posso raccontare da quel set è che la scena in cui l’acqua entra nella nave esplodendo e travolgendo tutto. È stata una delle ultime che abbiamo girato e la violenza dell’acqua che rompeva tutto (vetri, legno e arredi) è stata così forte che subito dopo la ripresa lo schermo diventò nero e per un secondo ho pensato: chissà se chi lavorava al set è ancora vivo.

All’epoca avevi intuito quanto Leonardo DiCaprio sarebbe diventato famoso con questo ruolo?

All’epoca posso dirti che sia lui e sia Kate erano davvero giovanissimi (20 e 19 anni) ma si capiva già che erano degli attori fenomenali, molto più maturi professionalmente di quanto l’età suggerisse. Entrambi avevano fatto film con performance notevoli, siamo stati fortunati a prenderli proprio in quel momento, con il film giusto per lanciarli.

Permettimi di smentire un’intervista che è stata fatta di recente e in cui sono stato citato in maniera errata: Leonardo non disse che il film era noioso, gli piaceva. Non fremeva però all’idea di interpretare Jack perché in quel momento della carriera era alla ricerca di sfide, di ruoli complessi. Ho dovuto convincerlo, fargli vedere come Jack era un personaggio complicato e, se avesse sbagliato, il film non avrebbe funzionato.

James Cameron racconta Titanic, 25 anni dopo: “Leonardo lo convinsi io”

Come siete arrivati invece alla Rose di Kate Wmd?

Per Rose abbiamo fatto un casting. Non sapevo se lei avrebbe voluto fare il film perché all’epoca aveva già giarato molti period drama in costume e la stampa specializzata la chiamava “Corset Kate”, Kate con il corsetto. Ero dubbioso che volesse fare un film in cui una delle scene più potenti è proprio il suo personaggio stretto in un corsetto, simbolo delle restrizioni sociali che le tolgono in fiato. Invece lei ne era entusiasta e ci diede tantissimo ancor prima di girare. Kate inoltre è stata davvero generosa, concedendoci così tanto tempo: fece un sacco di audizioni in coppia con possibili Jake, tra cui Leonardo.

Kate comunque voleva davvero il ruolo. A un certo punto mi mandò una rosa rossa con un biglietto: sono la tua Rose. Lei dissi: ok ho capito. Lei ha un modo molto diretto e chiaro di far capire cosa vuole e, all’epoca, dopo aver provato con Leo mi fece tutti dei gesti, sussurrando a mezza bocca tutta eccitata “è lui, è lui quello giusto”.

Se ti trovassi a girare nel 2023 Titanic, come cambierebbe il film?

Oggi è tutto diverso a livello tecnico al cinema. Titanic, girato oggi, sarebbe completamente diverso nella fattura, nel dietro le quinte. All’epoca il ponte e le parti della nave furono ricostruiti in scala 1:1, anche se le persone pensavo sia in scala…non lo è. Oggi si potrebbe fare tantissimo in digitale e il risultato sarebbe lo stesso, indistinguibile. Mi ricordo che all’epoca la gente vedeva in lontananza il set e pensava fosse il Titanic.

Mi rassicura pensare che metterei l’accento sulle stesse tematiche, riprenderai comunque i miei personaggi in un certo modo. Il risultato finale sarebbe identico, cambierebbe solo il modo con cui arriverei a girare le scene.

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