Venezia 81, chi vincerà? The Brutalist può solo perdere il Leone d'Oro, ma attenzione al ruggito di un vecchio leone

A livello qualitativo The Brutalist è di gran lunga il film migliore dell'edizione, ma la storia dei festival insegna che la superiorità artistica non permette di dormire sogni tranquilli...specie se i grandi vecchi ruggiscono.

di Elisa Giudici

È arrivato il sabato del Leone a Venezia 81. Stasera si chiude la Mostra d’arte cinematografica più antica al mondo con l’attesissima premiazione dei vincitori e la consegna del premio simbolo della manifestazione: il Leone d’Oro. In queste ultime ore concitate, è arrivato il momento di uno dei riti conclusivi più attesi: dopo aver stabilito i film promossi e i bocconi di Venezia 2024, ai giornalisti spetta il compito di indovinare anzitempo nelle mani di chi andranno a finire i premi del Palmares, a partire proprio dal Leone d’Oro. Quale sarà il film prediletto dalla giuria capitanata dall’attrice francese Isabelle Huppert?

Come funziona la delicata partita del Toto Leone? Oltre alle voci di corridoi, ai gossip, ai rientri al Lido e alle soffiate dei beninformati, bisogna sempre ricordare che bisogna valutare le persone oltre ai film. Non si parte dai film, ma dai giurati, valutando i loro gusti, le possibili alleanze, tentando di indovinare le loro intenzioni. Quest’anno in giuria c’è una fortissima presenza di registi, pochi portabandiera hollywoodiani, ma la presidente è un’attrice francese. Isabelle Huppert a Cannes da presidente di giuria premiò un regista autoriale e rigoroso come Haneke, per cui ci si può aspettare che la scelta del Leone sia fortemente improntata all’autorialità. A difendere i colori italiani ci sarà Gabriele Tornatore.

Sbilianciamoci quindi sul Toto Leone, considerando però che è solo un gioco o poco più: ogni anno le giurie dimostrano di essere impermeabili alle aspettative della critica e del pubblico, dimostrando sensibilità diverse nel valutare i film presentati ai festival.

The Brutalist può solo perdere

Il punto di partenza del Toto Leone quest’anno è che a Venezia è stato presentato un film epocale: se contasse solo la qualità, non ci sarebbe partita. The Brutalist è il miglior film d’anno considerando quanto passato a Cannes e Berlino, di gran lunga: come potrebbe dunque perdere il Leone d’oro?

Non solo: nella sua corsa alla vittoria ha già una distribuzione major assicurata negli Stati Uniti con Universal, che ha tutto l’interesse a far partire la sua campagna per gli Oscaar proprio dalla vittoria veneziana (come fece l’anno scorso Kinds of Kindness).

La rececensione di The Brutalist

Un altro padrino del film è il presidente della Mostra Alberto Barbera. Il 36enne regista Brady Corbet può rivendicare di averlo fatto crescere lui al Lido. Quando nessuno dava spazio a questo film lunghissimo (215 minuti) e difficile (autoriale, girato in 70 mm e da proiettare in pellicola), Barbera si è speso per averlo al Lido, per metterlo in concorso, per dargli una vetrina in cui brillare. La sua vittoria sarebbe una medaglia per Barbera da appuntarsi al petto. Se The Brutalist diventerà il film epocale che potrebbe essere, farà da volano anche alla Mostra. Chiunque avrà un film importante e difficile valuterà un passaggio al Lido, nella speranza di diventare “il nuovo The Brutalist”.

Il film potrebbe essere aiutato anche dall’altissima concentrazione di registi in giuria, che sicuramente apprezzeranno l’incredibile lavoro tecnico che c’è dietro a questa pellicola.

Se The Brutalist non vince si riaprono tutti i giochi. Considerando chi c’è in giuria e quali sono i film più convincenti, immaginando che The Brutalist venga scartato perché un po’ troppo avanguardistico e audace, la stampa sembra convergere su due titoli. Uno è il ruggito di un grande vecchio del cinema: un Leone a La stanza accanto consegnerebbe a un gigante come Almodóvar un premio festivaliero che ancora gli manca (l’Oscar l’ha già vinto). L’esordio in lingua inglese, i tema universale e sofferto della malattia, il fatto che sia un film più commovente che audace potrebbe davvero fare la differenza.

Se la giuria ragionerà in termini ancor più conservativi, la vittoria potrebbe strapparla Ainda estou aqui diretto dal brasiliano Walter Salles. Un film solido e molto convenzionale, con dalla sua una storia vera sofferta ambientata nel pieno della dittatura brasiliana.

Chi vincerà la Coppa Volpi?

In campo attoriale, ci sono parecchi contendenti per la Coppa Volpi, il premio per la miglior interpretazione maschile e femminile. Si parte ancora una volta dalla possibile vittoria di The Brutalist: infatti il regolamento vuole che ci vince la Coppa Volpi non possa poi andare a Leone.

Se la giuria non volesse premiare il film di Corbet, avrebbe la scappatoia perfetta dando la Coppa Volpi maschile al protagonista del film Adrien Brody, dicendo “non potevano che darla a lui”. Non è un ragionamento errato: è di gran lunga la migliore interpretazione di questa Venezia.

Se invece The Brutalist torna a casa col Leone, togliendo di scena Brody, mi sento di pronosticare la vittoria di un monumento del cinema francese: Vincent Lindon, padre coraggio nel sofferto Jouer avec le feu delle registe francesi Delphine e Muriel Coulin. Con Isabelle Huppert in giuria è inimmaginabile pensare che il cinema francese rientri senza un premio e Lindon ha tirato fuori un’interpretazione enorme, oltre che ad essere un nome amatissimo dal circolo festivaliero. Attenzione anche a Daniel Craig che osa un amore tossico e alcune scene d’intercorsi omosessuali molto forti in Queer di Luca Guadagnino.

Sul fronte femminile sembrano essere due le candidate favorite. Guida i pronostici la brasiliana Fernanda Torres nei panni della moglie e madre coraggio Eunice Paiva in Ainda estou aqui. Una grande performance centrale nel suo film, solida e da applausi. Attenzione però all’attrice georgiana Ia Sukhit'ashvili nei panni dell’ostetrica Nina in April, il film più autoriale e divisivo della competizione, prodotto da Luca Guadagnino. Lei ci mette anima e corpo e non si tira indietro davvero davanti a nulla. Da non sottovalutare anche il duo almodovariano Julianne Moore e Tilda Swinton.

Per il premio Mastroianni, dedicato ai migliori interpreti esordienti in concorso, potrebbe esserci un punto per l’Italia, grazie ai giovanissimi interpreti di Vermiglio di Maura Delpero. Il film è un gioiellino, una delle sorprese di quest’edizione: chissà che non possa strappare qualcosa di ben più sostanzioso.

Toto Leone 2024: il pronostico finale

Per riassumere, ecco il possibile palmares di stasera:

  • Leone d’Oro - The Brutalist
  • Gran premio della giuria - La stanza accanto o Queer
  • Premio speciale della giuria - Vermiglio
  • Miglior regista - Wang Bing per Youth Homecoming
  • Miglior sceneggiatura - Dag Johan Haugerud per Love
  • Miglior Attore - Vincent Lindon per Jouer avec le feu
  • Miglior attrice - Fernanda Torres per Ainda estou aqui
  • "Premio Mastroianni" (miglior giovane interprete): il cast di Vermiglio o Paul Kircher per Leurs enfants après eux