Wakanda Forever: il cast racconta il nuovo Black Panther senza Chadwick Boseman: “è molto più di un cinecomics”
Come si gira un cinecomics che ha al centro non la nascita di un supereroe, ma il periodo successivo alla sua morte? È la difficilissima domanda che si sono dovuti porre tutti sul set di Black Panther: Wakanda Forever. Un film che originariamente avrebbe dovuto rivedere Chadwick Boseman tornare a indossare la maschera del supereroe di Wakanda, ma che dopo la morte improvvisa dell’interprete, ha dovuto giocoforza cambiare radicalmente direzione.
Il regista Ryan Coogler, il produttore Kevin Feige e il cast del film hanno deciso di trasformare questo sequel in un tributo al carismatico interprete scomparso, ma anche di dare una possibilità al pubblico di affrontare il proprio senso di lutto e dolore, riflesso in quello dei personaggi del film. Nakia, Okoye e ovviamente Shuri dovranno infatti lottare per la sopravvivenza di Wakanda, attaccata dal potentissimo Namor, con il cuore ancora a pezzi per la scomparsa di T’Challa, una figura importantissima per le loro vite.
Black Panther: Wakanda Forever sarà dunque un film ricco di emozioni forti, non solo di dolore: scene d’azione spettacolari, combattimenti e tanti, tanti colpi di scena. Ne abbiamo parlato con il cast:
- Lupita Nyong’o - Nakia
- Letitia Wright - Shuri
- Tenoch Huerta Mejía - Namor
- Danai Gurira - Okoye
- Ryan Coogler - regista
- Nate Moore - produttore
- Kevin Feige - produttore
Come è stato tornare sul set senza Chadwick per girare questo sequel?
Ryan Coogler - Non è stato facile, ovviamente. Tuttavia in un certo senso girare questo film ci ha aiutato moltissimo a fronteggiare il lutto, perché eravamo tutti insieme a scendere a patti con l’idea che Chadwick non sarebbe stato più con noi, abbiamo fronteggiato come gruppo questa crescente consapevolezza. Inoltre avevamo del lavoro da fare, abbiamo passato un sacco di tempo insieme, ci sia ritrovati e ovviamente è stato bello, ma credo seriamente che ci abbia molto, molto aiutato a scendere a patti con il senso di perdita.
Kevin Feige - Per Ryan in particolare non è stato semplice. Ovviamente questo film oggi è una grande occasione per poter anche celebrare Chadwick e la forte impressione che ha lasciato dietro di sé, ma all’inizio non era così. Quando Chadwick ci ha lasciato, Ryan stava lavorando già da un anno al sequel di Black Panther, che ovviamente prevedeva T’Challa come protagonista. Non solo quindi ha dovuto riscrivere il film da zero, gli abbiamo anche chiesto che portasse, appunto, questo senso di ricordo, di celebrazione, che aiutasse anche il pubblico a fronteggiare il lutto per la morte di Chadwick attraverso i personaggi Marvel. Ha lavorato duramente.
Nate Moore - A quel punto abbiamo deciso che Shuri sarebbe stato il catalizzatore delle nostre emozioni di spettatori. Il suo personaggio racchiude molte emozioni legate al lutto e non sono solo negative. Anche nel lutto di ci sono dei momenti di dolcezza, di ilarità. Era importante far vedere l’impatto globale del senso di perdita: qui parliamo non solo della perdita di un re, ma anche dell’attacco alla terra natia, la possibilità di perdere la propria casa per i wakandiani.
Il pericolo è incarnato da Namor. Tenoch, parlaci del tuo villain. Com’è stato entrare nel MCU interpretando il cattivo?
Tenoch Huerta Mejía - Non è stato facile, perché di fatto io metto in pericolo Wakanda, un luogo e un concetto che hanno molto valore non solo per i personaggi, ma anche per gli spettatori. In tanti in giro per il mondo danno un’importanza particolare alla narrazione relativa a Wakanda, incluso me stesso. Per questo non è stato semplice mettere Wakanda in pericolo, ma Ryan ha fatto un ottimo lavoro nel spiegare il punto di vista di Namor. Non è una scusante, è una spiegazione del punto di vista del mio personaggio. Lo trovato fantastico, perché sia Namor che Shuri sono raccontati come umani: sono persone che devono prendere decisioni molto importanti quando sono ancora pervasi da sentimenti come dolore, rabbia, lutto.
Letitia, anche la tua Shuri in questo film ha molto in comune con quanto detto finora da Tenoch. L’avevamo lasciata che era un raggio di sole, felice ed entusiasta, mentre ora deve fare i conti con emozioni molto più oscure.
Letitia Wright - Decisamente. Ho avuto discussioni molto, molto animate con Ryan per far fare un passo avanti al personaggio di Shuri e al suo universo, ma in maniera gentile. Nel primo film lei è amata e protetta, orgogliosissima del suo fratellone, concentrata nel suo desiderio di creare. Lui e la sua famiglia la incoraggiano moltissimo in questo senso. Questo film riprendere questo elemento, ma si chiede come una persona di questo tipo possa continuare a creare con il cuore spezzato. L’abbiamo fatto con delicatezza nella scrittura e nella recitazione io ci ho messo tutto il mio cuore.
Lupita, il tuo personaggio Nakia affronta la stessa difficoltà. La vediamo forse più in controllo, ma di certo non ha ancora superato la fase della perdita. Non è un sentimento semplice da interpretare per un’attrice.
Lupita Nyong’o - Ricordo che quando ho letto la sceneggiatura ero così invidiosa della parte di Letitia perché a lei è concesso di essere così caotica nel suo dolore. Nakia invece è qualche passo avanti: non è che abbia capito come superare la perdita di T’Challa, ma nel primo film è stata descritta come “un’oasi” per lui. Ci ho pensato molto durante le riprese di questa pellicola. In Wakanda Forever lei ha la possibilità di essere lo stesso per Shuri. Quando sei in un momento di tale difficoltà, ti aiuta davvero molto avere qualcuno vicino che sia più stabile. Personalmente per me è stato quasi terapeutico interpretare un personaggio tanto saggio, tanto pacato. Mi ha aiutato a fare ordine nei miei sentimenti di dolore e perdita per quanto successo a Chadwick. Spero possa aiutare anche il pubblico.
Questo però non è solo un film sul dolore e la perdita, ma anche un film pieno di scene d’azione e davvero tanti colpi di scena. Okoye gioca una parte importante in questo.
Danai Gurira - Quando ho letto la sceneggiatura una parte di me pensava “sì, ha perfettamente senso” mentre l’altra urlava “ehi, ehi, ehi, ehi…ma siamo veramente sicuri?”. Quando abbiamo girato mi sentivo un po’ disconnessa, pensavo alla perdita di Chadwick. Tuttavia a lui piaceva molto vedere come questo processo ci aiutasse ad essere visti, tirasse fuori il meglio di noi, quindi ho dato il massimo per onorare la sua memoria. Il resto del cast mi ha aiutato molto a trovare un ancoraggio, ad arrivare fino alla fine con i cambiamenti che affronta il personaggio di Okoye.