Absolute Batman Numero 1 è un esordio potente

di Redazione

Dopo averne fondato le premesse in DC All In Special, l’Universo Absolute ha fatto il suo esordio settimana scorsa con Absolute Batman #1, il primo titolo annunciato per questa nuova etichetta editoriale targata DC Comics e probabilmente anche il più atteso. Il mastodontico Batman intravisto nelle anteprime di uno spettacolare Nick Dragotta è il simbolo di questo nuovo universo, mentre le trame di Scott Snyder sono una garanzia, considerato anche il suo lungo trascorso nell’universo ufficiale col personaggio. Pronti a visitare questa nuova Gotham? 

 Il protagonista inatteso di Absolute Batman #1 

 Partiamo da una doverosa premessa: tutto ciò che segue è SPOILER. 

 

Se vi è capitato di dare un’occhiata alle anticipazioni diffuse nei giorni scorsi, la notizia non vi coglierà del tutto di sorpresa: il protagonista di Absolute Batman #1 non è Batman né tantomeno Bruce Wayne, bensì Alfred Pennyworth. Il maggiordomo di casa Wayne a cui siamo abituati però in questa occasione sfoggia una incarnazione molto più badass. Absolute Alfred è un agente segreto, al servizio di chi ancora non si sa, con numerose missioni in giro per il mondo all’attivo.  

 Nonostante sia a un passo da un bersaglio inseguito a lungo, ad Alfred viene ordinato di fare ritorno a Gotham e raccogliere informazioni sui Party Animals, gang che sta facendo scorrere ettolitri di sangue lungo le strade della Gotham del sindaco Gordon. L’ultimo assalto della gang si svolge proprio durante una conferenza stampa del primo cittadino a cui tuttavia è presente anche Batman. L’uomo pipistrello è una nuova conoscenza per tutti, incluso Alfred che dopo aver assistito alla carneficina (non letale) messa in scena dal nuovo arrivato, prova a renderlo inoffensivo, con scarsi risultati. 

 Ad ogni modo, con le sue conoscenze questo nuovo Pennyworth ci mette poco a scoprire l’identità del vigilante mascherato e a questo punto per Snyder l’occasione è perfetta per raccontarci la genesi del suo nuovo Batman. Il Bruce Wayne di Terra Absolute (si chiamerà così?) ha perso il padre da bimbo, durante un assalto armato allo zoo a cui era in visita. Dopo qualche anno da teppista mette la testa a posto, finisce gli studi, rifiuta il football professionistico e inizia una carriera da girovago in tutti i settori sensibili della società, specializzandosi in una numero di discipline, con in mente il progetto Batman. L’intromissione nei piani di qualcun altro, più in alto di lui, costa a Batman una condanna a morte, sulla cui esecuzione tuttavia Alfred appare esitante.   

L’assoluto talento di Nick Dragotta 

Prima di ogni altra considerazione, bisogna parlare del lavoro svolto dal team grafico composto da Nick Dragotta ai disegni, Frank Martin ai colori e Clayton Cowles al lettering. La dichiarazione d’intenti è forse la mano che impugna la pistola in controluce nella seconda tavola, una splash semplicissima con mano e arma nere che si stagliano su un cielo di un azzurro tenue solcato da qualche nuvola. Da lì inizia un viaggio che ci conduce attraverso un ventaglio di stili e atmosfere il cui apice è probabilmente la sequenza in palestra in cui Dragotta porta le sue matite in pieno territorio manga, appiattisce gli sfondi e curva le linee dei corpi. Se per alcune tavole siamo in un Rocky Joe ambientato a Gotham, l‘influenza orientale è meno esplicita nel resto dell’albo, ma comunque ben presente a partire dalle esagerata raffigurazione di Alfred con la lunga barba scura e i baffoni bianchi.  

 Tutto il lavoro di ricerca e disegna grafico è eccezionale, il Batman macellaio che sfodera l’ascia dal petto del costume è già entrato nell’immaginario del personaggio e potrei scommettere che anche i teschi super-deformati dei Party Animals lasceranno il segno. Impressiona più di tutto però la capacità di Dragotta di far dialogare su tavola stili lontani tra loro con naturalezza. Durante la grossa scena action, ad esempio, l’enorme Batman ha un look che rimanda a Capullo (o ancora a McFarlane), mentre il suo mantello-uncino si scaglia su un Party Animals catapultandolo in una tavola di Go Nagai: tutto in una sola vignetta. Eppure funziona. Qui e lì spuntano Cook, ovviamente Miller, persino alcuni giochi con la tavola e il lettering vicino a Chris Ware, senza tuttavia per questo rendere meno riconoscibile la mano di Dragotta. 

 Sul versante della sceneggiatura, I timori espressi settimana scorsa durante l’analisi di DC All In Special si sono avverati: questo Universo Absolute non è l'equivalente DC dell'Universo Ultimate, inteso come una rilettura in chiave moderna o come ricerca degli elementi che definiscono la versione “definitiva” un personaggio, ma “solo” un altro Elseworld. Più strutturato di quello del White Knight di Sean Murphy, nonché poggiato su basi più solide, certo, ma sarebbe stato più interessante se si fosse verificata l'altra ipotesi. La via scelta da Snyder per definire il suo Batman di Terra Darkseid (altra ipotesi, attendiamo lo standard) è quella di ribaltare il ribaltabile (e non è un caso che la prima apparizione di Batman oltre la metà dell’albo sia a testa in giù). Bruce è un signor nessuno, mentre il Joker sembra essere un VIP come scopriamo nell’epilogo, Gordon è il sindaco e più in generale il male è la regola mentre il bene l’eccezione. Il solco più grande rispetto alle origini canoniche è rappresentato dal legame di amicizia che pare unire Bruce con una serie di altri comprimari e villain (dal Pinguino a Batwoman, da Killer Croc a Harvey Dent) fin dall’adolescenza e che probabilmente  condurrà a dinamiche nuove e fresche. 

 In questo contesto, il nuovo Batman gigante funziona: è massiccio, minaccioso e molto più violento rispetto a ciò a cui siamo abituati; lo mette bene in chiaro fin da subito, mozzando di netto il braccio di un Party Animals. Questo Bruce non è però al contempo meno sveglio di quello classico, lo dimostra come riesca a fregare Alfred anticipandone le mosse. A differenza della sua controparte che conosciamo da anni però, questo Bruce ha un enorme punto debole: una madre in vita.  

 Come numero uno di una nuova serie di un nuovo universo, Absolute Batman #1 funziona alla grande: l’impatto è di quelli forti, e il merito in questo caso è soprattutto di Dragotta, Martin & Cowles, mentre le vicende del nuovo Batman si distanziano abbastanza da quelle classiche e note da stimolare la curiosità sia verso il prossimo numero, sia verso le altre testate in uscita a breve. Nella quarantina di pagine abbondanti che compongono questo #1, per altro, non si fa alcun accenno alle vicende che circondano la nascita di questo universo, rendendo la lettura particolarmente agevole per chiunque ignori i tanti anni di storia editoriale del personaggio e voglia iniziare davvero da zero. Forse lo spirito giusto è questo, dimenticarsi del piano di Darkseid che porterà all’inevitabile convergenza degli universi e godersi il viaggio.