Absolute Power 1, il primo numero del nuovo crossover DC Comics

Absolute Power è un titolo perfetto per un eventone di supereroi: potere assoluto, due parole sufficienti a trasmettere il peso enorme della posta in ballo, ma anche un velato rimando ai riflessi della realtà fuori dalla pagina con cui gli eroi si troveranno a dialogare. Il potere assoluto è quello dei metaumani, un diritto divino che Superman, Batman e i loro alleati dell'Universo DC hanno ricevuto senza merito alcuno. Ma il potere assoluto è anche quello a cui mira Amanda Waller, che ormai da anni muove le file nell'ombra per porre un freno a questa situazione e che è infine pronta a compiere una deflagrante prima mossa nel quadro di un conflitto che appare ormai inevitabile.
Cosa succede in Absolute Power 1?
Nell’albo Absolute Power 1 pubblicato in Italia da Panini sono contenute due storie, Absolute Power: Ground Zero e Absolute Power 1. La prima funge da prologo del maxi-evento e racconta come Amanda Walller sia riuscita a catturare il giornalista Jay Nakamura e a mettere le mani su Failsafe e Brainiac Queen, due alleati indispensabili per la messa in opera del suo piano. I tre eventi sono raccontati in tre distinti capitoli, scritti e disegnati da autori diversi, accomunati dal medesimo filo conduttore: l’assoluta mancanza di scrupoli da parte di Amanda Waller nel raggiungimento dei propri obiettivi. Se per la cattura di Nakamura la leader del Bureau della Sovranità si è servita di Dreamer, amica del giornalista ricattata attraverso la minaccia di sterminare la sua famiglia, per la liberazione di Failsafe la Waller non si fa problemi a resuscitare Time Commander per incastrarlo immediatamente in un loop temporale, costringendolo a riattivare l’UberBatman. A quel punto,a Waller non resta che sfruttare le potenzialità di Failsafe per operare un lavaggio del cervello su Brainiac Queen, recuperata alla deriva nello spazio, per posizionare tutte le pedine al proprio posto sulla scacchiera.
Il crossover vero e proprio inizia però nella seconda metà dell'albo quella che ospita Absolute Power 1, e lo fa in maniera deflagrante, con un scena a cui non avrei mai pensato di assistere: Superman trafitto in volo da due colpi di pistola sparati da un criminale che ne causano la rovinosa caduta al suolo. Prima di capire cosa stia succedendo, veniamo catapultati a qualche ora prima, quando il piano di Waller prende il via. Internet e TV vengono monopolizzate da scene di metaumani che assaltano inermi cittadini, falsificate e diffuse attraverso lo sforzo congiunto di Failsafe e Brainiac Queen. La comunità dei supereroi resta spiazzata da questa mossa e prova ad opporsi con iniziative individuali, considerato lo scioglimento della Justice League, nel vano tentativo di opporrsi all’odio esploso tra la popolazione. È solo allora che Batman realizza che quella messa in atto da Waller non è una partita a scacchi, ma una guerra lampo: attirati allo scoperto gli eroi vengono privati dei loro poteri da Amazo (ricollegandosi così alla scena iniziale del ferimento di Superman).

Le nostre considerazioni su Absolute Power 1
Non si può fare finta di niente: l'incipit di Absolute Power ricorda molto da vicino Civil War, celebre eventone estivo della concorrente Marvel. Mark Waid, lo scrittore di Absolute Power, è però una vecchia volpe e benché sia celebre per lo stile classico con cui affronta le sceneggiature ancora oggi, riesce a innestare in questo incipit diversi rimandi alla modernità. Absolute Power gioca continuamente sul filo tra realtà e finzione, a partire dal nome dell’ufficio di cui Amanda Waller è a capo, il Bureau della Sovranità che rimanda ovviamente a una certa dottrina politica piuttosto diffusa di recente, per usare un eufemismo.
Il punto di contatto con Civil War, ovviamente, è l'idea di fondo, quella di rendere i supereroi delle minacce agli occhi della gente comune, controllarli, catturarli se necessario: la diversità non sarà più tollerata. Non è un concetto nuovo e non lo era nemmeno ai temi in cui Mar Millar allestiva la guerra civile di Marvel: “Chi controlla i controllori?” era una domanda che si poneva già Alan Moore in Watchmen.
Se in casa Marvel però la sfiducia verso i super-umani si basava quanto meno su basi reali e concrete, ovvero la morte di alcuni bambini imputabile a una leggerezza dei New Warriors, nel caso di Absolute Power l’odio verso Superman & co. è generato attraverso dei falsi prodotti con l’IA e diffusi ovunque sul web. Ogni opera parla del proprio tempo e Mark Waid, nonostante l’età, dimostra di essere ben connesso al presente.

Sul piano più meramente fumettistico, Absolute Power 1 funziona molto bene come primo numero di un crossover: di solito questo è il momento in cui viene rivelata l’enormità della posta in palio di fronte a una sfida apparentemente insormontabile. Ed è difficile immaginare come gli eroi DC Comics possano ribaltare la situazione e abbattere la struttura di controllo della Waller, supportata da due pezzi da novanta come Failsafe e Brainiac Queen, ora che paiono essere stati privati per sempre (?!) dei loro poteri.
Ma un’abbondante dose di merito per la buona riuscita di Absolute Power 1 va riconosciuta anche a Dan Mora: l’artista nato in Costa Rica sfodera qui una delle sue prestazioni migliori, nonostante da almeno un paio d’anni sia stabilmente al top del parco disegnatori DC Comics. Contribuiscono all’ottimo risultato anche i colori dell’ottimo Alejandro Sanchez che opta per delle tonalità che evidenziano molto il ruolo dell’illuminazione e delle ombre, avvicinando esteticamente le tavole a un film d’animazione digitale. Probabilmente, la tavola in cui Superman precipita in caduta libera con lo sguardo di chi non riesce ad elaborare cosa sia successo la vedrete girare parecchio e per diverso tempo.
Le tre storie che aprono l’albo, invece, non si assestano sullo stesso livello qualitativo della portata principale, ma è prevedibile: si tratta come da tradizione di storie di raccordo, che servono a delineare eventi o a introdurre personaggi che verranno poi recuperate nella mini-serie principale. Viste in quest’ottica, le storie scritte da Nicole Maines, Chip Zdarsky (entrambi supportati dalla stesso Waid) e Joshua Williamson svolgono bene il loro il loro compito, in particolare quella di Zdarsky che con i suoi tranelli e contro-tranelli temporali condensa una buona dose di intrattenimento in una manciata di pagine.

La sorpresa riguarda piuttosto il comparto artistico, con due disegnatori (V Ken Marion e Gleb Melnikov) che sfoggiano uno stile che rimanda ai fondatori della Image, con il primo visibilmente ispirato al buon Todd McFarlane in questa storia: un omaggio perfetto e molto in tema visto il legame profondo tra crossover e anni ‘90, peccato solo per il modo in cui disegnano Amanda Waller, le cui fattezze sono profondamente differenti rispetto a quelle presentate nelle altre storie dell’albo in cui appare.
Nel complesso Absolute Power 1 è un ottimo primo numero di un crossover, riesce a delineare bene l'enormità della posta in palio e a costruire una buona dose di attesa per gli sviluppi futuri. La caratteristica principale dei crossover, però, è quella di essere spettacolari e non c'è forse disegnatore migliore per trasmettere questo effetto di Dan Mora, se poi le sue tavole sempre precisissime vengono colorate come se fosse un film, l'effetto blockbuster è assicurato. Il timore, nel caso di eventi come questo, è che tutto si risolva in un bicchier d'acqua e le cose tornino ad essere esattamente come prima nel giro di qualche mese: per scoprirlo davvero bisognerà aspettare qualche mese, ma l'impressione per ora che Absolute Power sia destinato a lasciare un segno nell'Universo DC.