Absolute Wonder Woman Numero 1 è forgiato nel mito

di Redazione

In casa DC Comics l’Universo Absolute continua a muovere i suoi primi passi. Dopo averlo visto nascere dalle ceneri (di Darkseid) sulle pagine di DC All In Special, e dopo aver assistito alle prime gesta del vigilante di Gotham in Absolute Batman #1, questa settimana la scena è tutta di Absolute Wonder Woman. Nelle mani della sceneggiatrice Kelly Thompson, del disegnatore Hayden Sherman e del colorista Jordie Bellaire, quali saranno le nuove origini di Diana?

Absolute Wonder Woman #1 inizia all’inferno

Partiamo, come d’abitudine, da una doverosa premessa: tutto ciò che segue è SPOILER.

Sembra una mite giornata di sole a Gateway City, quando dal nulla l’apparizione di una gigantesca piramide rovesciata nel cielo, in piena diretta televisiva, getta la popolazione nel panico. Sotto lo sguardo dei cittadini inermi dei mostri preistorici sciamano fuori dalla enigmatica costruzione, quando dal nulla giunge ad affrontarli una misteriosa guerriera in armatura che impugna una gigantesca spada.

La donna apparsa a Gateway City viene da lontano. Quando era solo un infante è stata affidata a Circe da Apollo in persona. La maga rilegata negli Inferi accetta riluttante di accogliere la bambina e acconsente anche alla sola richiesta degli dei: la cancellazione della parola “amazzone”. Stupita dalla capacità di sopravvivenza della neonata esiliata, Circa finisce per sviluppare un moto d’affetto, condiviso da alcuni degli altri residenti degli Inferi, ammaliati dalla personalità e dalla dolcezza della piccola Diana.

Non tutti i demoni che popolano l’inferno nutrono tuttavia intenzioni benigne e Diana crescendo con Circe impara la difesa e le arti magiche. Di contro la maga impara come i figli si amino crescendo, ma è un’amore strano, che si dimostra solo lasciandoli andare. Per Circe, il giorno arriva quando Diana non riesce più a trattenere una parola che sente battere dentro il petto, che non ha mai ascoltato, ma che sente appartenerle: amazzone.

Diana di Themyscira, ultima delle amazzoni

Come Absolute Batman #1, anche questo primo incontro con la versione assoluta della Principessa di Themyscira (anzi, Principessa degli Inferi secondo la nuova definizione) è un ottimo primo numero, che lascia intravedere la direzione verso cui la serie navigherà nei prossimi numeri e ci presenta una versione di Diana davvero, davvero cool.

Il confronto con la serie dedicata al Cavaliere di Gotha (che abbiamo recensito qui) è immediato ed è abbastanza evidente come i due approcci scelti per avviare l’Universo Absolute siano piuttosto differenti. Snyder per Batman ha scelto un avvio in medias res, liquidando in poche vignette l’origin story del personaggio, per altro raccontata solo dal punto di vista del villain. Nel caso di Wonder Woman invece Kelly Thompson si prende buona parte di questo primo numero per raccontarci da dove viene questa nuova Diana e le pagine dedicate a questa parte del racconto risultano senza dubbio quelle di maggior impatto.

È una sequenza che occupa tre splash page di fila, tutte realizzate con la medesima struttura di quattro vignette orizzontali sovrapposte, che dimostrano tutta la potenza dell’arte sequenziale messa su tavola da Thompson e Sherman. L’inquadratura è sempre la medesima, fissa, all’interno della caverna in cui Circe ha trovato rifugio negli Inferi. Di vignetta in vignetta, la crescita di Diana è raccontata per accumulo, attraverso l’aggiunta di elementi che popolano l’antro della strega, dando forma grafica alla relazione che va instaurandosi tra le due.

L’albo si muove su due distinte linee temporali, una nel presente con l’assalto dei mostri a Gateway City e un’altra nel passato con le diverse fasi della gioventù di Diana. Il passaggio tra le diverse epoche è sottolineato anche dal cambio nello stile di Sherman (che nelle sequenze negli Inferi usa una costruzione della tavola che rimanda alla mini Wonder Woman: Historia, per esempio) e dai colori di Bellaire, più europei e opachi nel passato, nitidi e supportati da effetti speciali nel presente.

Nel complesso, Absolute Wonder Woman #1 è un primo numero più classico, anche se viene da sorridere a usare questo termine per un serie (e un’etichetta basandoci su quanto visto finora) che pare puntare a superare la “classicità” del fumetto di supereroi USA, almeno stilisticamente. Questo universo Absolute insomma non è la mera versione DC del concetto Ultimate, ovvero come inteso da Marvel specchio del presente, ma una sua reinterpretazione in cui lo zeitgeist a cui si mira non è quello socio-culturale, ma quello artistico e fumettistico. Non basteranno le citazioni a Berserk per raggiungerlo, ma se queste sono le intenzioni di DC Comics per il momento il progetto Absolute ha tutta la nostra curiosità. L’imminente Absolute Superman #1 probabilmente ci aiuterà a schiarirci ulteriormente le idee.