Alexa sta diventando un peso per Amazon
Doveva essere un traino, si sta rivelando una zavorra
Nelle ultime settimane gli annunci di licenziamenti da parte di quelle che sono considerate vere e proprie “aziende da sogno” sono diventati una vera e propria costante quotidiana. Tutto è cominciato a inizio anno, con le varie start-up che hanno dovuto tenere sott’occhio le proprie spese, ma pian piano il fenomeno si è spostato ai giganti della Silicon Valley e ad alcune tra le più grandi aziende del pianeta come Amazon, Twitter e Meta.
Qualche giorno fa Amazon ha annunciato il licenziamento di 10.000 dipendenti: annuncio che ha fatto seguito agli 11.000 tagli annunciati da Meta, alla dichiarazione di Netflix di essere pronta a tagliare il 3% della sua forza lavoro e altri annunci simili provenienti da altri giganti come Snapchat e Shopify
Nonostante ci siano tanti fattori legati alle attuali difficoltà economiche relative all’inflazione, alla guerra in Ucraina e alla pandemia di Covid-19 a incidere sul periodo nero delle Big Tech, è indubbio che un enorme impatto è stato dato anche dagli errori di valutazione dei vari CEO della Silicon Valley; le cui previsioni di un nuovo modo di vivere la rete da parte degli utenti sono state distrutte dalle persone stesse che hanno deciso di dare enorme spazio alla vita offline.
Di conseguenza la maggior parte degli ingenti investimenti fatti negli ultimi anni non sta dando i risultati sperati. Ecco quindi che i vari progetti futuristici, o comunque indirizzati a portare le aziende verso nuovi mercati, sono stati ampiamente ridimensionati o del tutto chiusi.
Non sono solo le nuove tecnologie a portare enormi perdite, come ad esempio il Metaverso per Meta, ma anche quelle tecnologie oramai affermate e di largo consumo che però non verrebbero utilizzate come le aziende si aspettavano.
Tra queste figurano Alexa e la linea Echo che nonostante siano tra i prodotti più acquistati su Amazon non starebbero portando grossi margini di guadagno al colosso dell’e-commerce; anzi secondo un report pubblicato da Business Insider, il reparto “Worldwide Digital”, cui appartengono sia Alexa che Amazon Prime Video, avrebbe perso più di 3 miliardi di dollari solo nel primo trimestre del 2022. La maggior parte di queste perdite sarebbe imputabile ad Alexa.
L’assistente vocale ideato da Jeff Bezos ispirandosi a LCARS, il computer di bordo della Enterprise nella saga di Star Trek, che secondo l’idea del suo creatore sarebbe dovuto diventare il secondo strumento per utilizzo dopo lo smartphone, starebbe pagando l’assenza di cultura digitale degli utenti.
Infatti, solo una minima parte del più di 1 miliardo di interazioni che Alexa riceve settimanalmente portano a un rientro economico per Amazon. Il resto, invece, sarebbero semplici richieste di far partire delle playlist, controllare il meteo e l’orario.
Tutta roba di cui Bezos non è contento per nulla.
Nelle previsioni iniziali dell’azienda statunitense gli utenti avrebbero utilizzato l’assistente vocale per acquistare prodotti o servizi su Amazon, tuttavia tale comportamento d’acquisto non ha fatto breccia nei cuori dei consumatori anche a causa delle limitazioni tecniche di Alexa, la quale per la sua assenza di espressività e spontaneità non riesce a guadagnarsi la fiducia degli utenti.
In realtà, Amazon potrebbe risolvere questo problema dotando Alexa di tecnologie più avanzate e una intelligenza artificiale più articolata, tuttavia ci sarebbero due rischi:
- Gli utenti potrebbero essere impauriti dall’avere in casa un prodotto in grado di analizzare ogni parola ascoltata e con un’intelligenza artificiale superiore all’attuale;
- L’implementazione di una nuova IA non garantirebbe un elevata qualità del servizio poiché l’IA potrebbe valutare determinati input in modo inusuale e offrire prodotti, servizi o risposte sbagliate.
Insomma, la scelta di “migliorare” Alexa sarebbe una scommessa dall’esito non sicuro, quindi al momento Amazon preferisce offrire ai consumatori un prodotto in grado di avviare playlist musicali e dirci che ore sono.
Jeff Bezos e la sua azienda si trovano a fronteggiare un momento storico che sta mettendo a dura prova le finanze e le prospettive futuristiche di Amazon.
Ad Alexa, si aggiungono altri progetti come Amazon Luna, Amazon Care e i vari Amazon Astro e Amazon Scout che non stanno rendendo come prospettato.
Resta da capire se questa ondata di licenziamenti e ridimensionamento dell’azienda riusciranno a dare quella boccata di ossigeno utile a riordinare le idee, oppure se stiamo realmente assistendo al declino di una delle più grandi aziende di sempre.