Celebriamo insieme 10 anni di Gamecube
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Sono passati ben dieci anni dal 3 maggio 2002, storica data dell'arrivo del Gamecube in Europa.
I giocatori del Vecchio Continente dovettero aspettare quasi sette mesi rispetto agli omologhi giapponesi e cinque mesi nei confronti del pubblico statunitense, un ritardo importante giustificato però da una radicale ristrutturazione della divisione europea di Nintendo, concisa con la creazione di numerose filiali nazionali (Italia compresa), che avrebbero provveduto ad una miglior localizzazione e distribuzione dei titoli della grande N.
Il Nintendo 64 nonostante una softeca di prim'ordine era stato battuto sul fronte delle vendite hardware dall'esordiente Playstation di Sony, e col Gamecube la casa di Kyoto si affacciava in una nuova generazione di console per la prima volta nello scomodo ruolo di outsider, e nonostante alla fine del suo ciclo vitale sia stata la console Nintendo meno venduta (sono circa 22 milioni i “cubi” nel mondo) ha comunque sfornato tanti validissimi titoli che vale la pena ricordare e riscoprire insieme. Abbandonate le storiche cartucce in favore di un formato proprietario più economico e spazioso (mini dvd da 1,4 giga), la console di Nintendo si distingueva subito per la sua forma appunto (quasi) cubica ed un design “giocattoloso”. Il joypad mantenendo la tradizione Nintendo presentava pulsanti dalle diverse colorazioni e dimensioni ad indicarne (almeno in linea teorica) una gerarchia; doppio analogico, una minuta croce digitale, quattro tasti principali frontali, due ottimi dorsali, ed un curioso (ed un po' scomodo) “Z”.
Nata sotto il segno del “Born to Play” il 128 bit Nintendo poteva appunto essere usata unicamente per videogiocatore, e solamente in Giappone venne rilasciato qualche anno più tardi un modello speciale chiamato Panasonic Q in grado anche di leggere i film in dvd.
Spiazzando buona parte degli appassionato il lancio della console (in tutte e tre le regioni) non venne accompagnato da un titolo per protagonista Super Mario. Per l'occasione arrivò il momento di gloria per Luigi, che con Luigi's Mansion ci mise davvero pochissimo a convincere pubblico e critica grazie al suo stile unico e la sua originalità. Un piccolo (per longevità) capolavoro che a breve sarà impreziosito da un seguito per Nintendo 3DS. Soprattutto i primissimi mesi furono caratterizzati (ma più in generale il primo anno e mezzo) da costanti uscite di titolo di ottima qualità.
Insieme a Luigi's Mansion ad accompagnare il lancio della console ci furono (solo per citare i più importanti) anche Wave Race Blue Storm, Star Wars Rogue Squadron: Rogue Leader(uno dei titoli maggiormente impressionanti da un punto di vista tecnico) e Sonic Adventures 2 Battle, storica conversione dal Dreamcast che volta sanciva la fine della rivalità tra Nintendo e Sega. Sole poche settimane più tardi arrivò anche Super Smash Bros. Melee, picchiaduro atipico che racchiudeva tutte le più popolari star Nintendo, che risulta a tutt'oggi il gioco più venduto (oltre 7 milioni di copie) per Gamecube. Accolto con grande favore anche Pikmin, innovativo strategico in tempo reale immerso in un fantastico mondo bucolico. Non ci si era ancora del tutto ripresi dai bollori estivi che i primi brividi arrivarono già a settembre con Resident Evil, il remake del primo indimenticabile episodio della saga horror per eccellenza. Nell'ottobre del 2002 arrivò invece l'attesissimo Super Mario Sunshine. Un grandissimo platform “reo” soltanto di essere il seguito di un capolavoro inavvicinabile (almeno fino ai Galaxy per Wii) come Super Mario 64.
A dispetto dell'etichetta (sempre piuttosto banale e scontata quando si parla di Nintendo) di console per bambini, ecco anche Eternal Darkness, avventura dalle tinte horror che metteva a dura la prova la sanità mentale del giocatore. Il gioco sviluppato dai Silicon Knights (allora second parties Nintendo) era stato programmato originariamente per Nintendo 64 ma venne poi dirottato sul Gamecube. Nel novembre del 2002 con l'uscita di Starfox Adventures si chiudeva definitivamente un binomio che per un decennio aveva entusiasmato milioni di appassionati, quello tra Nintendo e la britannica Rare, acquistata poi dalla Microsoft. L'avventura ispirata per certi versi a Zelda Ocarina of Time rappresenta dunque il canto del cigno di questa storica partnership, spesso rimpianta volgendosi al passato (Donkey Kong Country, Banjo Kazooie, 007 Goldeneye e tanti altri), un po' meno sofferta guardando invece ai titoli sviluppati da Rare da quel momento in avanti. Nel marzo del 2003 sul Gamecube si poteva finalmente giocare online grazie all'avvento del modem in concomitanza con Phantasy Star Online 1 & 2, e sempre nello stesso mese arrivava ancheResident Evil 0, prequel della saga di Capcom. Sul Gamecube arrivarono poi, ma come semplici conversioni anche il 2, Nemesis, e Code Veronica oltre all'originale quarto episodio. Il mese di marzo non smise però di stupire e fu completato dall'arrivo anche di Metroid Prime. Dopo aver saltato una generazione la serie nasceva trionfalmente a nuova vita grazie ai ragazzi di Retro Studios.
I giocatori del Vecchio Continente dovettero aspettare quasi sette mesi rispetto agli omologhi giapponesi e cinque mesi nei confronti del pubblico statunitense, un ritardo importante giustificato però da una radicale ristrutturazione della divisione europea di Nintendo, concisa con la creazione di numerose filiali nazionali (Italia compresa), che avrebbero provveduto ad una miglior localizzazione e distribuzione dei titoli della grande N.
Il Nintendo 64 nonostante una softeca di prim'ordine era stato battuto sul fronte delle vendite hardware dall'esordiente Playstation di Sony, e col Gamecube la casa di Kyoto si affacciava in una nuova generazione di console per la prima volta nello scomodo ruolo di outsider, e nonostante alla fine del suo ciclo vitale sia stata la console Nintendo meno venduta (sono circa 22 milioni i “cubi” nel mondo) ha comunque sfornato tanti validissimi titoli che vale la pena ricordare e riscoprire insieme. Abbandonate le storiche cartucce in favore di un formato proprietario più economico e spazioso (mini dvd da 1,4 giga), la console di Nintendo si distingueva subito per la sua forma appunto (quasi) cubica ed un design “giocattoloso”. Il joypad mantenendo la tradizione Nintendo presentava pulsanti dalle diverse colorazioni e dimensioni ad indicarne (almeno in linea teorica) una gerarchia; doppio analogico, una minuta croce digitale, quattro tasti principali frontali, due ottimi dorsali, ed un curioso (ed un po' scomodo) “Z”.
Nata sotto il segno del “Born to Play” il 128 bit Nintendo poteva appunto essere usata unicamente per videogiocatore, e solamente in Giappone venne rilasciato qualche anno più tardi un modello speciale chiamato Panasonic Q in grado anche di leggere i film in dvd.
Spiazzando buona parte degli appassionato il lancio della console (in tutte e tre le regioni) non venne accompagnato da un titolo per protagonista Super Mario. Per l'occasione arrivò il momento di gloria per Luigi, che con Luigi's Mansion ci mise davvero pochissimo a convincere pubblico e critica grazie al suo stile unico e la sua originalità. Un piccolo (per longevità) capolavoro che a breve sarà impreziosito da un seguito per Nintendo 3DS. Soprattutto i primissimi mesi furono caratterizzati (ma più in generale il primo anno e mezzo) da costanti uscite di titolo di ottima qualità.
Insieme a Luigi's Mansion ad accompagnare il lancio della console ci furono (solo per citare i più importanti) anche Wave Race Blue Storm, Star Wars Rogue Squadron: Rogue Leader(uno dei titoli maggiormente impressionanti da un punto di vista tecnico) e Sonic Adventures 2 Battle, storica conversione dal Dreamcast che volta sanciva la fine della rivalità tra Nintendo e Sega. Sole poche settimane più tardi arrivò anche Super Smash Bros. Melee, picchiaduro atipico che racchiudeva tutte le più popolari star Nintendo, che risulta a tutt'oggi il gioco più venduto (oltre 7 milioni di copie) per Gamecube. Accolto con grande favore anche Pikmin, innovativo strategico in tempo reale immerso in un fantastico mondo bucolico. Non ci si era ancora del tutto ripresi dai bollori estivi che i primi brividi arrivarono già a settembre con Resident Evil, il remake del primo indimenticabile episodio della saga horror per eccellenza. Nell'ottobre del 2002 arrivò invece l'attesissimo Super Mario Sunshine. Un grandissimo platform “reo” soltanto di essere il seguito di un capolavoro inavvicinabile (almeno fino ai Galaxy per Wii) come Super Mario 64.
A dispetto dell'etichetta (sempre piuttosto banale e scontata quando si parla di Nintendo) di console per bambini, ecco anche Eternal Darkness, avventura dalle tinte horror che metteva a dura la prova la sanità mentale del giocatore. Il gioco sviluppato dai Silicon Knights (allora second parties Nintendo) era stato programmato originariamente per Nintendo 64 ma venne poi dirottato sul Gamecube. Nel novembre del 2002 con l'uscita di Starfox Adventures si chiudeva definitivamente un binomio che per un decennio aveva entusiasmato milioni di appassionati, quello tra Nintendo e la britannica Rare, acquistata poi dalla Microsoft. L'avventura ispirata per certi versi a Zelda Ocarina of Time rappresenta dunque il canto del cigno di questa storica partnership, spesso rimpianta volgendosi al passato (Donkey Kong Country, Banjo Kazooie, 007 Goldeneye e tanti altri), un po' meno sofferta guardando invece ai titoli sviluppati da Rare da quel momento in avanti. Nel marzo del 2003 sul Gamecube si poteva finalmente giocare online grazie all'avvento del modem in concomitanza con Phantasy Star Online 1 & 2, e sempre nello stesso mese arrivava ancheResident Evil 0, prequel della saga di Capcom. Sul Gamecube arrivarono poi, ma come semplici conversioni anche il 2, Nemesis, e Code Veronica oltre all'originale quarto episodio. Il mese di marzo non smise però di stupire e fu completato dall'arrivo anche di Metroid Prime. Dopo aver saltato una generazione la serie nasceva trionfalmente a nuova vita grazie ai ragazzi di Retro Studios.