Dead or Alive 3
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Partita inizialmente in sordina con il primo episodio sviluppato come un titolo di minore interesse sulla scheda coin op Model 2 prodotta da Sega, quella di Dead or Alive é divenuta una delle serie di riferimento per i fan dei picchiaduro 3D con le conversioni domestiche per Saturn e PlayStation. Pur essendo influenzato fortemente da Virtua Fighter, il primo Dead or Alive aveva già un suo carisma grazie allo stile grafico influenzato dagli anime che si rifletteva principalmente nelle combattenti che, una volta tanto, facevano passare in secondo piano i loro corrispettivi maschili sotto tutti i punti di vista. Molto dell'interesse dei giocatori era dovuto all'accurata "simulazione" dei ballonzolamenti del seno femminile, caratteristica già presente nei picchiaduro 2D della SNK
Con il sequel sviluppato sulla scheda "Naomi", Tecmo alzava il tiro ponendo Dead or Alive 2 in diretta competizione con i mostri sacri di Namco e Sega, una sfida da cui é risultato piuttosto bene nelle due versioni domestiche uscite per Dreamcast e PlayStation 2. Reduce da questa esperienza la software house nipponica ci propone il terzo episodio della serie in esclusiva per Xbox mettendo a frutto il know how acquisito in precedenza in maniera decisamente notevole
DI NUOVO IN PISTA
La premessa narrativa dietro Dead or Alive 3 non é il massimo dell'originalità: si tratta infatti del classico torneo che fa da catalizzatore per rivalità e storie modello telenovela che coinvolgono i sedici combattenti selezionabili. Come nel predecessore i momenti che riguardano la storia sono narrati tramite sequenze animate in tempo reale che usano versioni migliorate dei modelli dei personaggi presenti nel gioco vero e proprio. Il primo impatto con Dead or Alive 3 é piuttosto positivo sebbene a una prima occhiata possa apparire simile al secondo episodio. In realtà si tratta di un'illusione dovuta allo stile grafico: di fatto i personaggi sono composti da un numero nettamente maggiore di poligoni e sfoggiano texture eccellenti sia dal punto di vista del livello di dettaglio sia della risoluzione, senza contare il massiccio uso del "bump mapping". Ad ogni modo la vera forza della realizzazione tecnica di Dead or Alive 3 non sta nella singola immagine o inquadratura, ma nello splendido insieme delle vaste aree di gioco che sono senza ombra di dubbio le migliori mai viste in un gioco del genere
Con il sequel sviluppato sulla scheda "Naomi", Tecmo alzava il tiro ponendo Dead or Alive 2 in diretta competizione con i mostri sacri di Namco e Sega, una sfida da cui é risultato piuttosto bene nelle due versioni domestiche uscite per Dreamcast e PlayStation 2. Reduce da questa esperienza la software house nipponica ci propone il terzo episodio della serie in esclusiva per Xbox mettendo a frutto il know how acquisito in precedenza in maniera decisamente notevole
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La premessa narrativa dietro Dead or Alive 3 non é il massimo dell'originalità: si tratta infatti del classico torneo che fa da catalizzatore per rivalità e storie modello telenovela che coinvolgono i sedici combattenti selezionabili. Come nel predecessore i momenti che riguardano la storia sono narrati tramite sequenze animate in tempo reale che usano versioni migliorate dei modelli dei personaggi presenti nel gioco vero e proprio. Il primo impatto con Dead or Alive 3 é piuttosto positivo sebbene a una prima occhiata possa apparire simile al secondo episodio. In realtà si tratta di un'illusione dovuta allo stile grafico: di fatto i personaggi sono composti da un numero nettamente maggiore di poligoni e sfoggiano texture eccellenti sia dal punto di vista del livello di dettaglio sia della risoluzione, senza contare il massiccio uso del "bump mapping". Ad ogni modo la vera forza della realizzazione tecnica di Dead or Alive 3 non sta nella singola immagine o inquadratura, ma nello splendido insieme delle vaste aree di gioco che sono senza ombra di dubbio le migliori mai viste in un gioco del genere