Dead Rising 2
Ricomincio da Zero
In medicina, quando per la prima volta si individua una nuova malattia, si studia il primo sfortunato ad averla contratta. Questo é il “Caso Zero”. E Case Zero é il titolo scelto per il prologo di Dead Rising 2, in uscita esclusiva per Xbox 360 tramite l'ormai collaudato LIVE Arcade, al prezzo di 400 Microsoft Point, circa 5 euro. In poco meno di 900 megabyte di spazio (hard drive obbligatorio, ovviamente) ecco dunque un primo assaggio di quello che sarà il secondo capitolo della saga Capcom dedicato allo sterminio indiscriminato di zombi. Come il gioco completo, questo Case Zero é affidato alle mani del team Blue Castle, talentuoso gruppo canadese che, sino ad oggi, si era dedicato esclusivamente a giochi di baseball.
Chuck Green non é un eroe, tanto meno é uno smaliziato giornalista come era il buon Frank West, protagonista del primo episodio. Chuck é un campione di motocross, la cui migliore capacità sembra essere quella di fare necessità virtù e uscire dalle più disparate situazioni grazie ad uno spiccato talento nel riparare oggetti e costruire armi mortali combinando materiali di fortuna, come un novello MacGyver. Prima di tutto però, Chuck é un padre, un padre davvero molto sfortunat, visto che, dopo aver perso la moglie a causa dell'epidemia che ha riempito di zombi l'America, si ritrova a dover convivere con la sfortuna di Katey, sua figlia, morsa da un non morto e costretta ad assumere ogni dodici ore lo Zombrex, costoso medicinale in grado di bloccare gli effetti del contagio, evitando così alla piccola di diventare un ammasso di carne morta ambulante.
Con una nazione in ginocchio, dove il governo isola con rigide quarantene le aree contagiate, Chuck e figlia viaggiano verso la città di Fortune City che, dopo la devastazione di Las Vegas da parte degli zombi, é diventata il nuovo “parco giochi” degli Stati Uniti. A causa di una sosta forzata nella cittadina di Still Creek, Chuck si trova a dover difendere Katey sia da un'orda di affamati non morti che dal virus che le cova internamente... senza contare la necessità di trovare un modo per fuggire prima dell'arrivo dell'esercito che, sicuramente, non sarebbe troppo gentile con una giovane portatrice della letale malattia. Insomma, é il momento di afferrare qualsiasi oggetto disponibile e dare il via alla carneficina!
Non mordermi sul collo
Non un progetto laterale, non una demo, ma un vero e proprio prologo che ricalca, in tutto e per tutto, quello che sarà il gameplay del capitolo principale. Con alcune missioni da portare a termine per riuscire a scappare da Still Creek e tenere in vita Katey, Chuck dovrà farsi strada tra migliaia di zombi alla ricerca di oggetti utili, senza scordare di portare in salvo gli altri superstiti, anche se questo sarà del tutto opzionale. Visuale in terza persona e stile action arcade, condito da un continuo rincorrersi tra humor nero, critica alla società americana e tensione cinematografica. Si gira alla ricerca di un'arma di fortuna e ci si scatena. A dir poco semplice, estremamente appagante.
Anche per chi non ha giocato al precedente capitolo, ci vuole davvero poco per prendere confidenza con i movimenti e le azioni disponibili, grazie ad un tutorial chiaro e intuitivo. Non cambiato molto rispetto all'inferno di Willamette, se non che il buon Chuck non é un fotografo come Frank, ma un motociclista. Ovviamente, per non creare una situazione irrealistica, niente più fotografie da scattare per guadagnare PP (i punti esperienza di Dead Rising), spazio alle armi-combo, cioé la possibilità di creare dal nulla (o quasi) un'improvvisato strumento per dispensare morte a quei cadaveri troppo arzilli chiamati “zombi”.
La lotta contro il tempo serve poi per dare maggior adrenalina al tutto, andando a richiamare il primo episodio che ci costringeva ad una linea narrativa di sole 72 ore (naturalmente molte meno se tradotte in tempo reale). Anche questa volta quindi sarà praticamente impossibile riuscire a fare alla prima tutto quello che il gioco ci propone, sia che si tratti di portare a termine le varie missioni, sia che si voglia visitare Still Creek che, sebbene non troppo estesa, presenta un buon numero di edifici e punti d'interesse da esplorare, con un occhio sempre pronto a scovare una nuova arma improvvisata.
Quel sottile piacere di un rastrello nello sterno
Sebbene per finire Case Zero servano un paio d'ore di tempo, il titolo é l'emblema della rigiocabilità. Un po' perché la struttura incuriosisce il giocatore sino a fargli ricominciare tutto da capo (in questo caso gli achievement si rivelano una manna), un po' perché anche dando il via ad una nuova partita potremo mantenere il livello d'esperienza raggiunto con Chuck, e potremo persino utilizzare il salvataggio del personaggio in Dead Rising 2, qualora lo dovessimo acquistare. I Blue Castle hanno messo un “cap” che permette di arrivare al massimo al quinto livello, un compromesso più che ragionevole per spingere gli acquirenti a vivere questa avventura e per non svantaggiare chi invece vorrà partire direttamente dall'episodio principale.
L'arrivo di Case Zero deve aver fatto fischiare le orecchie a molte persone, visto che é difficile non far correre la mente alle dichiarazioni di alcune case di produzione che, proprio negli scorsi mesi, avevano parlato della possibilità di creare demo a pagamento capaci di mostrare le potenzialità dei propri titoli e dare reali motivi per essere giocate (e pagate), come appunto poter importare nel prodotto finale oggetti o esperienza. Il lavoro dei Blue Castel può rappresentare uno dei primi passi da questo punto di vista che risulta, per fortuna dell'utenza, un esperimento quantomeno godibile e divertente senza contare che, tecnicamente, offre già un bel vedere. Inutile dire che gli zombi non saranno dotati di texture all'ultima moda, ma compaiono a schermo in quantità industriali, una vera sagra di poligoni che non mostra particolari problemi per il motore grafico.
Chi ha già assaggiato in passato la filosofia di Dead Rising non potrà che accogliere Case Zero con interesse, utilizzandolo per placare la “fame” per l'imminente arrivo di Dead Rising 2, atteso nei nostri negozi per il prossimo 24 Settembre. Insomma, Capcom ha rilasciato un prodotto piacevole e divertente, mirato ai suoi fan che troveranno congruo il prezzo. Anche chi non ha vissuto la storia di Frank West e del centro commerciale di Willamette potrebbe cogliere l'occasione per entrare in questo inferno di sangue e zombi... che sarà pur inferno, ma verrà raggiunto passando per la porta principale!
In medicina, quando per la prima volta si individua una nuova malattia, si studia il primo sfortunato ad averla contratta. Questo é il “Caso Zero”. E Case Zero é il titolo scelto per il prologo di Dead Rising 2, in uscita esclusiva per Xbox 360 tramite l'ormai collaudato LIVE Arcade, al prezzo di 400 Microsoft Point, circa 5 euro. In poco meno di 900 megabyte di spazio (hard drive obbligatorio, ovviamente) ecco dunque un primo assaggio di quello che sarà il secondo capitolo della saga Capcom dedicato allo sterminio indiscriminato di zombi. Come il gioco completo, questo Case Zero é affidato alle mani del team Blue Castle, talentuoso gruppo canadese che, sino ad oggi, si era dedicato esclusivamente a giochi di baseball.
Chuck Green non é un eroe, tanto meno é uno smaliziato giornalista come era il buon Frank West, protagonista del primo episodio. Chuck é un campione di motocross, la cui migliore capacità sembra essere quella di fare necessità virtù e uscire dalle più disparate situazioni grazie ad uno spiccato talento nel riparare oggetti e costruire armi mortali combinando materiali di fortuna, come un novello MacGyver. Prima di tutto però, Chuck é un padre, un padre davvero molto sfortunat, visto che, dopo aver perso la moglie a causa dell'epidemia che ha riempito di zombi l'America, si ritrova a dover convivere con la sfortuna di Katey, sua figlia, morsa da un non morto e costretta ad assumere ogni dodici ore lo Zombrex, costoso medicinale in grado di bloccare gli effetti del contagio, evitando così alla piccola di diventare un ammasso di carne morta ambulante.
Con una nazione in ginocchio, dove il governo isola con rigide quarantene le aree contagiate, Chuck e figlia viaggiano verso la città di Fortune City che, dopo la devastazione di Las Vegas da parte degli zombi, é diventata il nuovo “parco giochi” degli Stati Uniti. A causa di una sosta forzata nella cittadina di Still Creek, Chuck si trova a dover difendere Katey sia da un'orda di affamati non morti che dal virus che le cova internamente... senza contare la necessità di trovare un modo per fuggire prima dell'arrivo dell'esercito che, sicuramente, non sarebbe troppo gentile con una giovane portatrice della letale malattia. Insomma, é il momento di afferrare qualsiasi oggetto disponibile e dare il via alla carneficina!
Non mordermi sul collo
Non un progetto laterale, non una demo, ma un vero e proprio prologo che ricalca, in tutto e per tutto, quello che sarà il gameplay del capitolo principale. Con alcune missioni da portare a termine per riuscire a scappare da Still Creek e tenere in vita Katey, Chuck dovrà farsi strada tra migliaia di zombi alla ricerca di oggetti utili, senza scordare di portare in salvo gli altri superstiti, anche se questo sarà del tutto opzionale. Visuale in terza persona e stile action arcade, condito da un continuo rincorrersi tra humor nero, critica alla società americana e tensione cinematografica. Si gira alla ricerca di un'arma di fortuna e ci si scatena. A dir poco semplice, estremamente appagante.
Anche per chi non ha giocato al precedente capitolo, ci vuole davvero poco per prendere confidenza con i movimenti e le azioni disponibili, grazie ad un tutorial chiaro e intuitivo. Non cambiato molto rispetto all'inferno di Willamette, se non che il buon Chuck non é un fotografo come Frank, ma un motociclista. Ovviamente, per non creare una situazione irrealistica, niente più fotografie da scattare per guadagnare PP (i punti esperienza di Dead Rising), spazio alle armi-combo, cioé la possibilità di creare dal nulla (o quasi) un'improvvisato strumento per dispensare morte a quei cadaveri troppo arzilli chiamati “zombi”.
La lotta contro il tempo serve poi per dare maggior adrenalina al tutto, andando a richiamare il primo episodio che ci costringeva ad una linea narrativa di sole 72 ore (naturalmente molte meno se tradotte in tempo reale). Anche questa volta quindi sarà praticamente impossibile riuscire a fare alla prima tutto quello che il gioco ci propone, sia che si tratti di portare a termine le varie missioni, sia che si voglia visitare Still Creek che, sebbene non troppo estesa, presenta un buon numero di edifici e punti d'interesse da esplorare, con un occhio sempre pronto a scovare una nuova arma improvvisata.
Quel sottile piacere di un rastrello nello sterno
Sebbene per finire Case Zero servano un paio d'ore di tempo, il titolo é l'emblema della rigiocabilità. Un po' perché la struttura incuriosisce il giocatore sino a fargli ricominciare tutto da capo (in questo caso gli achievement si rivelano una manna), un po' perché anche dando il via ad una nuova partita potremo mantenere il livello d'esperienza raggiunto con Chuck, e potremo persino utilizzare il salvataggio del personaggio in Dead Rising 2, qualora lo dovessimo acquistare. I Blue Castle hanno messo un “cap” che permette di arrivare al massimo al quinto livello, un compromesso più che ragionevole per spingere gli acquirenti a vivere questa avventura e per non svantaggiare chi invece vorrà partire direttamente dall'episodio principale.
L'arrivo di Case Zero deve aver fatto fischiare le orecchie a molte persone, visto che é difficile non far correre la mente alle dichiarazioni di alcune case di produzione che, proprio negli scorsi mesi, avevano parlato della possibilità di creare demo a pagamento capaci di mostrare le potenzialità dei propri titoli e dare reali motivi per essere giocate (e pagate), come appunto poter importare nel prodotto finale oggetti o esperienza. Il lavoro dei Blue Castel può rappresentare uno dei primi passi da questo punto di vista che risulta, per fortuna dell'utenza, un esperimento quantomeno godibile e divertente senza contare che, tecnicamente, offre già un bel vedere. Inutile dire che gli zombi non saranno dotati di texture all'ultima moda, ma compaiono a schermo in quantità industriali, una vera sagra di poligoni che non mostra particolari problemi per il motore grafico.
Chi ha già assaggiato in passato la filosofia di Dead Rising non potrà che accogliere Case Zero con interesse, utilizzandolo per placare la “fame” per l'imminente arrivo di Dead Rising 2, atteso nei nostri negozi per il prossimo 24 Settembre. Insomma, Capcom ha rilasciato un prodotto piacevole e divertente, mirato ai suoi fan che troveranno congruo il prezzo. Anche chi non ha vissuto la storia di Frank West e del centro commerciale di Willamette potrebbe cogliere l'occasione per entrare in questo inferno di sangue e zombi... che sarà pur inferno, ma verrà raggiunto passando per la porta principale!
Dead Rising 2
Dead Rising 2
A metà tra lo status di demo e quello di gioco, Case 0 offre il primo incontro con l'incubo di Dead Rising 2, mescolando elementi come una breve durata ad una discreta rigiocabilità dove però, a farla da padrone, spicca un gameplay dannatamente divertente. L'esperienza di gioco é specificatamente pensata per chi ha già intenzione di comprare Dead Rising 2, di cui Case 0 é prologo. Preso da solo non avrebbe troppo senso, ma nel complesso dell'avventura é un antipasto adatto a chi fatica ad attendere la nuova ondata di morti viventi. E ora, se non vi dispiace, datemi una mazza chiodata!