Dead Space: Ignition

di Davide Ottagono
Isaac Clarke é pronto a ricominciare la sua lotta contro i mostri spaziali il prossimo Gennaio, e Visceral Games - tramite Ignition - cerca di colmare il gap temporale che intercorre tra i due capitoli ufficiali della serie. Dead Space non é nuovo agli spin-off, come ci dimostra Extraction, sparatutto sui binari approdato tempo addietro su console Nintendo, ma ammettiamo comunque che Ignition ci ha lasciati piuttosto spiazzati. Del resto, l'originale Dead Space é entrato di merito nell'Olimpo degli horror grazie ad un gameplay capace di mischiare sapientemente avventura e azione, ed il secondo episodio promette lo stesso. Concedeteci quindi di essere quantomeno sorpresi, una volta pad alla mano, di ritrovarci di fronte ad una serie di minigiochi neanche chissà quanto ispirati.



Ignition, di Dead Space, ha solo il nome. Non aspettatevi di mettere mano a pistole futuristiche o di vedervela con i soliti Necromorfi assetati di sangue, ma semplicemente di “aggiustare” le apparecchiature elettroniche non funzionanti sulla Sprawl, altra astronave in cui ben presto si diffonderà il mefitico virus (e che poi sarà anche l'ambientazione del sequel, vi ricordiamo). Nei panni di Franco Delille verremo spediti avanti e indietro nella base cittadina a riparare terminali capricciosi, porte inaccessibili e così via. Franco, infatti, é un ingegnere esperto e qualificato tanto quanto il nostro Isaac: l'unica differenza é che, a dispetto di quest'ultimo, non cercherà di lottare attivamente contro alcun non-morto, limitandosi a svolgere sino alla fine i poco interessanti lavori per cui é stato assoldato.

Aggirare i firewall della Sprawl si tradurrà, come detto prima, in un continuo susseguirsi di tre minigiochi dal dubbio gusto. Il primo, Traceroute, é una sorta di gara a scorrimento bidimensionale in cui dovremo comandare un impulso attraverso un campo pieno di ostacoli ed anti-virus, cercando di arrivare a destinazione prima degli avversari. Qui bisognerà aguzzare i riflessi per evitare tutti gli elementi messi lì a rallentarci, magari acchiappando al volo i potenziamenti sparsi in giro per regalarci un utile boost. Con il passare dei livelli, potrà anche capitare di avere a disposizione qualche “asso nella manica”, come “applicazioni” da lasciarci alle spalle per mandare temporaneamente in tilt i sistemi nemici. É sicuramente simpatico, seppur un po' difficilotto al primo tentativo, ma i livelli a disposizione si contano sulle dita di una mano. L'offerta, in termini di quantità, é davvero risicata, e raramente rigiocheremo una qualsiasi delle piste.




In ordine cronologico, il secondo in cui incapperemo é l'Aggiramento Sistema, probabilmente il peggiore dei tre. In questa sorta di Tower Defense al contrario, il nostro scopo sarà quello di lanciare la nostra armata di virus verso l'obiettivo finale. Il percorso sarà strapieno di torrette difensive di ogni tipo, quindi sarà anche normale perdere unità per la strada; unità comunque infinite, a patto che sappiate aspettare la ricarica dell'apposita barra. Al nostro giudizio verrà affidata la semplice scelta delle “milizie” da spedire, mentre i percorsi da intraprendere ed ogni tipo di attacco saranno assegnati all'Intelligenza Artificiale. Il risultato é un trionfo di noia, dove il giocatore si limiterà a schiacciare un paio di tasti per scegliere le pedine da mandare al macello dipendentemente dalle difese nemiche, per poi aspettare che la CPU faccia tutto il resto. Davvero da evitare.

L'ultimo minigioco, l'Aggiramento Hardware, é sicuramente quello più riuscito, anche se classico in tutto e per tutto. Il nostro scopo sarà quello di posizionare degli specchi in un campo di laser di diverso colore per deviare i flussi ed indirizzarli nel luogo predefinito. Resta praticamente identico a quanto già visto in tanti altri giochi ad enigmi, ma é proprio la sua natura stracollaudata a renderlo almeno godibile. Peccato per le repentine impennate di difficoltà, capaci di rendere frustrante anche l'unico straccio di sufficienza che il gioco ha da offrire.

In linea di massima, Ignition offre pochissimo e neanche di chissà quale qualità. Tre soli minigiochi differenti e anche poco ispirati non bastano a convincere, nonostante il prezzo ridotto, e la durata dell'avventura di certo non aiuta. Basta poco più di un'oretta per arrivare alla fine (sempre che non vi passi la voglia prima) e la natura predefinita dei rompicapi di certo non ci spingerà a ricominciarlo una seconda volta. Citiamo anche la presenza di una modalità multigiocatore, in cui due persone dalla stessa console potranno sfidarsi nelle tre categorie già viste nel singolo. Anche qui, difficile trovare due cavie disposte e consenzienti.

Prima che un gioco, però, Ignition é anche una “storia interattiva”, creata più per dare un prologo a Dead Space 2 che per offrire una vera e propria esperienza ludica. La trama si dipanerà più o meno linearmente (ci saranno anche alcuni bivi di scelte) tramite delle tavole bidimensionali disegnate a mano. Il solito trucco per raggiungere un livello più che accettabile con uno sforzo contenuto, certo, ma che in Ignition non ha funzionato come doveva. Disegni, colorazione ed animazioni fanno semplicemente ridere. Neanche la qualità visiva riesce a salvare Ignition dalla mediocrità.