Diablo III: Reaper of Souls
Molto tempo è passato dall’ultima volta che i Nefilim sono scesi in campo per salvare Sanctuary dal male. E molto tempo, almeno in ordine cronologico, è passato dall’ultima volta che il gruppo di eroi abbia affrontato una nuova, tangibile, sfida sul proprio percorso.
D’altronde, conosciamo bene il modus operandi che ha portato Diablo ad essere il prodotto che è oggi. Dopo un lancio discutibile, accompagnato tuttavia da un fortissimo attaccamento dei fan alla serie, la vera ventata di freschezza è arrivata soltanto con l’espansione Reaper of Souls, grazie a una ponderata rivisitazione del sistema di loot (fin troppo frustrante), seguito dall’inserimento delle stagioni utile a premiare i videogiocatori con ricompense ghiotte, soprattutto per gli amanti della cosmetica.
Arrivati sino ad oggi, con molti personaggi differenti e qualche loot antico sulle spalle, assistiamo finalmente al lancio di una nuova classe giocabile, pronta ad aggiungersi a un roster di eroi ormai più che consolidato. Di cosa stiamo parlando? Scopriamolo insieme.
Sacerdoti di Rathma
I negromanti hanno sempre fatto parte della storia legata all’ambientazione di gioco, anche se le origini del loro culto affondano le radici in un mondo tanto oscuro, quanto affascinante. Alcuni lettori avranno memoria circa la loro comparsa, in passato, durante la guerra sostenuta contro i Primi Maligni, mentre i giocatori meno devoti al brand ne avranno solamente notato la presenza in una missione secondaria del secondo atto di Diablo III.
Affiliati a un culto votato a preservare l’Equilibrio tra la vita e la morte, questi incredibili evocatori sono riusciti a sottomettere la legge naturale d’esistenza, al punto di essere in grado di evocare i morti sotto forma di vili costrutti. Il loro obiettivo, come quello di altri eroi prima di loro, è sempre stato quello di proteggere la vita su Sanctuary, proprio come fece Rathma prima di loro.
Il personaggio che andiamo a utilizzare quest’oggi è stato ovviamente riadattato al gameplay del terzo capitolo, ottenendo una serie di abilità, con relative rune di potere a corredo, guidate dal potere dell’Essenza. La maestria negromantica ci ha rapito in Diablo II grazie alla possibilità di poter evocare molti costrutti da asservire al proprio volere, ma le abilità inserite quest’oggi nello skill tree sono invece tante, diversificate tra loro e, soprattutto, molto interessanti da abbinare nel momento in cui si vuole fare una build equilibrata, quanto forte, contro i mostri a difficoltà più elevata.
Il negromante può accedere a quattro nuovi set ideati apposta per lui, ognuno avente la propria peculiarità legata sia alle skill da utilizzare, sia alla posizione da avere sul campo di battaglia:
Le Ossa di Rathma, ad esempio, permettono al giocatore di improntare un gioco più strategico dalla distanza, dove gli scheletri evocati diventano il vostro pane quotidiano utile a ridurre il cooldown di evocazione della skill Armata dei Morti, insieme alla possibilità di ridurre il danno ricevuto dell’1% per ogni nemico colpito dai minion. La rotation funziona benissimo soprattutto perché, come abilità secondaria, potrete utilizzare Mago Scheletrico per infliggere un ulteriore 200% di danni da parte dei minion evocati dall’Armata dei Morti.
Importante sottolineare come gli Armamenti di Jesseth (set di due pezzi d’arma) permettono al giocatore di automatizzare il potere attivo degli scheletri evocati, facendogli attaccare automaticamente un bersaglio vicino ottenendo il 400% dei danni aggiuntivi (regalato anche a tutti gli altri servitori).
L’Avatar di Trag’Oul scatena il potere dell’abilità Flusso di Sangue, ma è molto difficile da utilizzare soprattutto perché lo spostamento generato richiede, contestualmente, di avere un buon timing al fine di mantenere attive le stack guadagnate a ogni lancio d’abilità. Difficile dirvi l’efficacia in campo ad alti livelli, ma certamente l’unico aspetto positivo è che le cure vengono aumentate addirittura del 300% in più.
La Grazia di Inarius è un set molto utilizzato in meta, ma richiede un certo tempismo nell’attivazione di Armatura d’Ossa, se non altro perché richiede di stare attivamente posizionato in mischia. Già a due pezzi di set il danno dell’armatura è aumentato del 1000%, mentre a sei pezzi attiva un tornado d’ossa che infligge il 750% dei danni dell’arma e il 2750% dei danni subiti dalle abilità del negromante. Anche se il rischio è alto, i numeri giocano comunque a favore del nostro eroe.
Il Manto del Maestro della Pestilenza è invece un ottimo set per chi ama far esplodere i cadaveri, visto che ogni relitto consumato produce una lancia cadaverica tirata automaticamente verso un nemico vicino. Questo set va di pari passo con l’utilizzo di Lancia d’Ossa, poiché una volta completato permette di ottenere un bonus 3000% ai danni ogni volta che si consuma un cadavere.
Patch dopo patch
Ovviamente l’arrivo del negromante è stato accompagnato dalla patch 2.6.0, risultata particolarmente corposa visto l’inserimento di due nuove aree esplorabili in modalità Avventura, nonché di una nuova modalità di gioco divertente quanto veloce da giocare.
La Brughiera Fosca e il Tempio dei Primogeniti vengono presentate come lande buie, popolate da creature immonde come lupi mannari, pipistrelli necrofagi e molto altro ancora. Le bestie non sono le uniche a essere state corrotte nell’animo, visto e considerato che molto presto incontreremo membri di una setta adoratrice del caos, che tenta di risvegliare alcuni antichi mali ancora celati nelle profondità di Sanctuary.
La questline, ovviamente molto lineare, è tuttavia coerente con l’ambientazione e ci permette di esplorare uno scenario interessante che vede il proprio culmine all’interno di un tempio diroccato, dove il culto sta generando ogni forma di corruzione possibile al fine di donare potere a un potente demone. Senza farvi spoiler a riguardo, ciò che ci ha sorpreso positivamente è stato il vedere come gli sviluppatori sembrino ancora mantenere molte frecce nella propria faretra, pronte per essere scoccate al momento giusto così da tenere vivo l’interesse del giocatore nei confronti del gioco.
Tale novità legata strettamente al lore viene accompagnata da un nuovo tipo di varco, che cerca di proporre ai giocatori più hardcore un’alternativa al solito tran tran legato ai percorsi stagionali e/o al farming più spietato. Spremendone all’osso le caratteristiche, questa serie di prove settimanali permette ai giocatori di effettuare una partita con un personaggio avente già una build e un gear non modificabili, poiché creati da altri giocatori.
Lanciata la partita bisognerà battere il tempo di un altro giocatore, così da riuscire a ottenere delle laute ricompense in termini di materiali pregiati. Trattandosi di un contenuto molto breve per sua natura, il rischio è quello che poco a poco diventi quella routine extra capace soltanto di dare nuovi spunti ai giocatori per un nuovo personaggio con una nuova build e gear. In un periodo dove il mondo internettiano è pieno zeppo di fonti da cui poter trarre ispirazione, diciamo che questa scusa dei varchi di sfida rende il mezzo più “dinamico” della semplice struttura ad albero da leggere passivamente su qualsiasi fonte.
Il risultato fa ben sperare, comunque, sul fatto che gli sviluppatori imbocchino una strada simile a questa pubblicando eroi sempre nuovi, magari prendendoli ancora da Diablo II. Quanti di voi vorrebbero giocarsi un druido, oppure un’assassina, nel mondo di Diablo III?
Bocca mia taci!
Una piccola riflessione, prima della chiusura dell’articolo va fatta in merito al prezzo e alle intenzioni mostrate. Il prezzo di 14,99€ oltre a fornirvi per intero la classe giocabile del negromante, vi permette anche di accedere a due slot aggiuntivi personaggio e a due stash di inventario extra in game. Questa tipologia di contenuti, messa a disposizione ad un prezzo simile, potrebbe far storcere il naso in termini di mero baratto, proprio perché tutto il resto dei contenuti citati nell’articolo sono accessibili a tutti coloro che effettuano il passaggio alla patch successiva.
Questa considerazione non è volta certamente a sminuire il lavoro degli sviluppatori, che dal lato Blizzard sono sempre risultati attivi e vitali, ma più che altro regalare bene ai giocatori appassionati un’idea chiara di quello che gli aspetta una volta acquistato il contenuto.