DMC Devil May Cry
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C'era una volta Devil May Cry, c'era una volta un cacciatore di demoni di nome Dante, figlio di Sparda, nato videoludicamente da una costola impazzita di ciò che in origine - arduo a credersi - sarebbe dovuto essere un nuovo Resident Evil. E c'era una volta al comando della baracca Hideki Kamiya, prima che questi trovasse più interessante curare una strega dai fluenti capelli neri piuttosto che un mezzo demone dal lungo spadone - perché dei capelli di questo, per ora, é meglio non parlarne. C'era insomma una serie di successo, che ha fatto tris senza però riuscire a fare poker, perché il quarto asso era evidentemente rimasto nella tasca di Kamiya.
Capcom contatta Ninja Theory - nel periodo in cui, dopo Heavenly Sword, sono in procinto di rilasciare Enslaved - e lascia loro carta bianca, un concetto che inizialmente non viene neppure totalmente afferrato: quando il DevTeam presenta alla SH la prima bozza del nuovo DMC, questa reagisce più o meno con “se avessimo voluto fare il solito DMC, non ci saremmo rivolti a voi. Stupiteci!” E adesso che si fa? Cambiare tutto senza cambiare niente, rinnovare senza infrangere - amletico almeno quanto essere o non essere. La fantasia di Antoniades & Soci scioglie le briglie e si lancia nella realizzazione di un remake/reboot/restyle/restart/reset/rewind/respawn/reccetera destinato a fare scalpore prima ancora di essere mostrato.
Alla prima immagine si solleva un coro di proteste: “Questo non é Dante! - affermano a una sola voce hardcore gamer, otaku, polemici da forum e fangirls dall'ormone facile - non ha neppure i capelli bianchi!” Beh, si, in effetti il giovane Dante proposto da NT ha la chioma corta e nera, con solo un ciuffo color del platino e un taglio che i più hanno definito Emo, da non pochi maliziosamente assimilato a quello dello stesso Antoniades. Ma Capcom ripone fiducia nel team Occidentale e i lavori proseguono, fino alla fiera Captivate 2012.
Facciamo pertanto la conoscenza più da vicino con questa nuova interpretazione di Dante, che di Emo non ha assolutamente niente ed anzi mantiene la spocchia e l'arroganza del personaggio con in più una buona dose di aria ribelle adolescenziale (quanti anni ha? 16? 18?) e un'aurea d'immortalità che alla fine fine può anche permettersi - stiamo parlando di Dante, mica di Ernesto! Dopo un'infanzia tra istituti ed orfanotrofi, Dante é ormai una sorta di reietto tanto per gli uomini quanto per i demoni, e da entrambe visto come una minaccia da eliminare - o perlomeno così pare quando al mattino la sua roulotte in riva al mare viene presa di mira dalle forze demoniache.
Segue una concitata scena in cui le evoluzioni di Dante sembrano mirate a coprire con una mazza da baseball una mazza di tutt'altra natura (e l'ormone delle fangirls di cui sopra é servito) al termine della quale il giovane é pronto finalmente a darle di santa ragione ai nemici. Il suo arsenale conta principalmente di quattro tipologie di armi: tanto per cominciare, Dante ha a disposizione l'accoppiata di pistole Ebony & Ivory, a cui si accosta lo spadone Rebellion. Agendo sui due comandi laterali si entra in modalità “angelica” o “demoniaca”, nelle quali la Rebellion viene sostituita rispettivamente dalla falce Osiris o dall'ascia Arbitrer - ma nel gioco sono previste altre armi che possano sostituirsi a queste. Ecco pertanto una buona occasione per dare uno sguardo al sistema di combattimento e di combo.
Se Dante si reinventa dal principio, infatti, il sistema non é da meno, ma il fatto che le nuove combo proposte non seguano il concetto di varietà progressiva proprio di Kamiya (che infatti ritroviamo in Bayonetta) non implica necessariamente che si sia lasciato spazio al button-smashing più becero. Il concept alla base di DMC é quello di combo semplici, con la varietà ottenuta attraverso il succitato cambio-arma effettuabile in qualsiasi momento durante l'esecuzione. A questo proposito, i tasti di iterazione in mischia, corrispondenti in effetti all'attacco ed alla presa, assumono tinte particolari quando vengono eseguite con Rebellion, Osiris o Arbitrer.
Le due armi angelica e demoniaca hanno effetti antitetici non solo nei rapporti di velocità/danno, ma anche nel comportamento scenico: laddove Osiris proietta Dante verso un nemico o una piattaforma, Arbitrer scaglia via il bersaglio, eventualmente modificando l'ambiente - ed é così che i comandi delle due armi vanno ad influenzare anche la natura platform del gioco. Ecco pertanto che potremmo iniziare una combo “impattando” contro un avversario tramite Arbitrer, sferrare un paio di fendenti con Rebellion e poi lanciarlo in aria, solo per inseguirlo con Osiris, affettarlo nuovamente in aria con Rebellion e infine sbatterlo al suolo con un potente attacco finale della più pesante Arbitrer. Le due armi, infine, se utilizzate in mischia possono all'occorrenza assumere una forma “ad artiglio” che parzialmente ricorda Nero di DMC4.
Ovviamente per ora é stato possibile vedere poco del gioco finale - solo pochi minuti di giocato e vari filmati presentati dai NT, ma quanto visto é bastato a fugare i dubbi sul fatto che possa o non possa trattarsi di un prodotto di qualità. Certo, non sarà “il vecchio” Devil May Cry, e neanche lo vuole essere, ma é pur sempre DMC: tornando al discorso del cambiare senza cambiare e del rinnovare senza infrangere (o dell'essere o non essere) abbiamo un sistema di base semplice che si evolve in una nuova maniera e che promette sulla carta la stessa dose di adrenalina e di combo di quello classico, nonché un personaggio che pur avendo subito un violento restyle ha pur sempre ben chiara l'importanza di chiamarsi Dante - mica Ernesto!
I Ninja Theory sono indubbiamente un team talentuso e Capcom ha deciso di affidare a loro un brand importante come DMC in base non ad una scommessa cieca bensì a precisi calcoli, e sembra che col passare del tempo i dubbi si stiano dissipando uno dietro l'altro. L'unico vero dubbio rimasto riguarda la data d'uscita, da alcuni rumoreggiata per il prossimo Agosto ma ancora non confermata da Capcom: rimaniamo in attesa di ulteriori delucidazioni...
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Capcom contatta Ninja Theory - nel periodo in cui, dopo Heavenly Sword, sono in procinto di rilasciare Enslaved - e lascia loro carta bianca, un concetto che inizialmente non viene neppure totalmente afferrato: quando il DevTeam presenta alla SH la prima bozza del nuovo DMC, questa reagisce più o meno con “se avessimo voluto fare il solito DMC, non ci saremmo rivolti a voi. Stupiteci!” E adesso che si fa? Cambiare tutto senza cambiare niente, rinnovare senza infrangere - amletico almeno quanto essere o non essere. La fantasia di Antoniades & Soci scioglie le briglie e si lancia nella realizzazione di un remake/reboot/restyle/restart/reset/rewind/respawn/reccetera destinato a fare scalpore prima ancora di essere mostrato.
Alla prima immagine si solleva un coro di proteste: “Questo non é Dante! - affermano a una sola voce hardcore gamer, otaku, polemici da forum e fangirls dall'ormone facile - non ha neppure i capelli bianchi!” Beh, si, in effetti il giovane Dante proposto da NT ha la chioma corta e nera, con solo un ciuffo color del platino e un taglio che i più hanno definito Emo, da non pochi maliziosamente assimilato a quello dello stesso Antoniades. Ma Capcom ripone fiducia nel team Occidentale e i lavori proseguono, fino alla fiera Captivate 2012.
Facciamo pertanto la conoscenza più da vicino con questa nuova interpretazione di Dante, che di Emo non ha assolutamente niente ed anzi mantiene la spocchia e l'arroganza del personaggio con in più una buona dose di aria ribelle adolescenziale (quanti anni ha? 16? 18?) e un'aurea d'immortalità che alla fine fine può anche permettersi - stiamo parlando di Dante, mica di Ernesto! Dopo un'infanzia tra istituti ed orfanotrofi, Dante é ormai una sorta di reietto tanto per gli uomini quanto per i demoni, e da entrambe visto come una minaccia da eliminare - o perlomeno così pare quando al mattino la sua roulotte in riva al mare viene presa di mira dalle forze demoniache.
Segue una concitata scena in cui le evoluzioni di Dante sembrano mirate a coprire con una mazza da baseball una mazza di tutt'altra natura (e l'ormone delle fangirls di cui sopra é servito) al termine della quale il giovane é pronto finalmente a darle di santa ragione ai nemici. Il suo arsenale conta principalmente di quattro tipologie di armi: tanto per cominciare, Dante ha a disposizione l'accoppiata di pistole Ebony & Ivory, a cui si accosta lo spadone Rebellion. Agendo sui due comandi laterali si entra in modalità “angelica” o “demoniaca”, nelle quali la Rebellion viene sostituita rispettivamente dalla falce Osiris o dall'ascia Arbitrer - ma nel gioco sono previste altre armi che possano sostituirsi a queste. Ecco pertanto una buona occasione per dare uno sguardo al sistema di combattimento e di combo.
Se Dante si reinventa dal principio, infatti, il sistema non é da meno, ma il fatto che le nuove combo proposte non seguano il concetto di varietà progressiva proprio di Kamiya (che infatti ritroviamo in Bayonetta) non implica necessariamente che si sia lasciato spazio al button-smashing più becero. Il concept alla base di DMC é quello di combo semplici, con la varietà ottenuta attraverso il succitato cambio-arma effettuabile in qualsiasi momento durante l'esecuzione. A questo proposito, i tasti di iterazione in mischia, corrispondenti in effetti all'attacco ed alla presa, assumono tinte particolari quando vengono eseguite con Rebellion, Osiris o Arbitrer.
Le due armi angelica e demoniaca hanno effetti antitetici non solo nei rapporti di velocità/danno, ma anche nel comportamento scenico: laddove Osiris proietta Dante verso un nemico o una piattaforma, Arbitrer scaglia via il bersaglio, eventualmente modificando l'ambiente - ed é così che i comandi delle due armi vanno ad influenzare anche la natura platform del gioco. Ecco pertanto che potremmo iniziare una combo “impattando” contro un avversario tramite Arbitrer, sferrare un paio di fendenti con Rebellion e poi lanciarlo in aria, solo per inseguirlo con Osiris, affettarlo nuovamente in aria con Rebellion e infine sbatterlo al suolo con un potente attacco finale della più pesante Arbitrer. Le due armi, infine, se utilizzate in mischia possono all'occorrenza assumere una forma “ad artiglio” che parzialmente ricorda Nero di DMC4.
Ovviamente per ora é stato possibile vedere poco del gioco finale - solo pochi minuti di giocato e vari filmati presentati dai NT, ma quanto visto é bastato a fugare i dubbi sul fatto che possa o non possa trattarsi di un prodotto di qualità. Certo, non sarà “il vecchio” Devil May Cry, e neanche lo vuole essere, ma é pur sempre DMC: tornando al discorso del cambiare senza cambiare e del rinnovare senza infrangere (o dell'essere o non essere) abbiamo un sistema di base semplice che si evolve in una nuova maniera e che promette sulla carta la stessa dose di adrenalina e di combo di quello classico, nonché un personaggio che pur avendo subito un violento restyle ha pur sempre ben chiara l'importanza di chiamarsi Dante - mica Ernesto!
I Ninja Theory sono indubbiamente un team talentuso e Capcom ha deciso di affidare a loro un brand importante come DMC in base non ad una scommessa cieca bensì a precisi calcoli, e sembra che col passare del tempo i dubbi si stiano dissipando uno dietro l'altro. L'unico vero dubbio rimasto riguarda la data d'uscita, da alcuni rumoreggiata per il prossimo Agosto ma ancora non confermata da Capcom: rimaniamo in attesa di ulteriori delucidazioni...