Dragon Quest VIII: L'Odissea del Re Maledetto

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Correva l'anno 1986 e sul Family Computer di Nintendo approdava il primo, epocale Dragon Quest (in Nord America, fino ad oggi, noto diversamente come Dragon Warrior).
Yuji Horii, coadiuvato dai pentagrammi di Koichi Sugiyama e dall'estro di Akira Toriyama, dava inizio ad una vera e propria istituzione, forse senza nemmeno rendersene conto (come accadrà di lì a poco al trio Squaresoft -ora ai vertici di MistWalker- composto da Sakaguchi, Amano e Uematsu: padri fondatori di Final Fantasy). Non solo egli dava vita ad una saga che arricchirà e non poco le casse dell'azienda (l'allora Enix), ma gettava le basi per l'interpretazione nipponica del gioco di ruolo.

Probabilmente, al pari di King Trode, Yangus è il personaggio che più farà ridere il giocatore. Square Enix lo sa e non ha perso tempo nell'annunciare Dragon Quest: Shounen Yangus to Fushigi no Dungeon.
Probabilmente, al pari di King Trode, Yangus è il personaggio che più farà ridere il giocatore. Square Enix lo sa e non ha perso tempo nell'annunciare Dragon Quest: Shounen Yangus to Fushigi no Dungeon.
Jessica, bella e provocante (ammalierà non pochi nemici con il suo sex appeal), medita vendetta per la perdita del fratello (vittima, come altri, delle malefatte di Dhoulmagus).
Jessica, bella e provocante (ammalierà non pochi nemici con il suo sex appeal), medita vendetta per la perdita del fratello (vittima, come altri, delle malefatte di Dhoulmagus).
Da bambino Angelo, sulla destra, fu accolto fra i templari per intercessione dell'abate Francisco. Ora partirà in viaggio per volere del fratellastro Marcello (con tanto di mappa del mondo regalata al party).
Da bambino Angelo, sulla destra, fu accolto fra i templari per intercessione dell'abate Francisco. Ora partirà in viaggio per volere del fratellastro Marcello (con tanto di mappa del mondo regalata al party).

Vent'anni dopo la nascita di un mito, in Europa, ci troviamo a parlare de "L'Odissea del Re Maledetto", un'opera invero a tutto tondo, capace di primeggiare in molti degli aspetti che plasmano un videogioco.
Capace, soprattutto, di offrire un singolare viaggio di fantasia.
E' questa pertanto una Fiaba interattiva, che si radica e trova linfa vitale in un mondo vasto, colorato, ricco di vedute, di passaggi e di dettagli.
E le fiabe, signore e signori, non sono solamente per i più giovani né, all'altro estremo, per pochi adulti: sono semplicemente destinate ad un pubblico potenzialmente vastissimo (del quale è semplice far parte, a patto che alle fiabe si voglia prestar attenzione).
La bellezza delle lande ha fatto sì, al pari del Cel Shading e del Character/Monster Design, che l'iconografia classica della serie fosse rinnovata ed al contempo preservata. A ben vedere, l'ottavo Dragon Quest è quasi ovunque nostalgico ed al tempo stesso innovatore, il che è una delle sue armi vincenti.
Le composizioni musicali sono anch'esse da encomiare (merito della "Tokyio Metropolitan Symphony Orchestra" e di chi l'ha diretta: Sugiyama); e parimenti appare riuscita la scelta di accompagnare le discrete voci inglesi (testo a schermo in italiano) con degli effetti sonori dalla matrice volutamente retrò.

Forze motrici del gioco sono senz'altro la qualità e la quantità dell'esplorazione (fortunatamente non si troverà quel level design "formato corridoio" cui molti videogiochi odierni vorrebbero abituarci).
Qui ci sono vallate, cascate, laghi e boschi da visitare per il solo gusto di farlo.
E ancora: segreti da svelare, sotto-quest da intraprendere, mostri cui dare la caccia ed ampi spazi da percorrere fra una tappa e l'altra della trama.
Il sistema di combattimento, dal canto suo, è semplice da apprendere e padroneggiare, essendo esso debitore dei canoni del genere (statico, fondato sulla navigazione dei menu, non privo di venature tattiche si pensi al comando "Psyche Up").
Valga comunque l'avviso che i nemici non sono sempre pezzi di pane e che gli scontri random accompagneranno con una certa frequenza le varie scampagnate.
Oltre ai borghi abitati, comunque, si troveranno allocati qua e là sia postazioni di salvataggio -i luoghi di culto-, sia locande dove riposare e rifocillare così HP ed MP (senza dimenticare che tramite la magia Zoom è possibile tele-trasportarsi nelle località precedentemente visitate).

I borghi abitati consentono una canonica interazione con gli ambienti. Si va dalla distruzione di vasellame e barili, al curiosare in sacche, librerie ed armadi.
I borghi abitati consentono una canonica interazione con gli ambienti. Si va dalla distruzione di vasellame e barili, al curiosare in sacche, librerie ed armadi.
Anche nell'ottavo DQ si troveranno più di cento Mini-Medaglie. Una volta consegnate in buon numero alla principessa Minnie si avranno in cambio oggetti di inestimabile valore.
Anche nell'ottavo DQ si troveranno più di cento Mini-Medaglie. Una volta consegnate in buon numero alla principessa Minnie si avranno in cambio oggetti di inestimabile valore.
Fortificarsi aumentando la propria tensione (con il comando "Psyche Up") è cosa consigliabile, specie se davanti si ha un boss infarcito di HP da sconfiggere.
Fortificarsi aumentando la propria tensione (con il comando "Psyche Up") è cosa consigliabile, specie se davanti si ha un boss infarcito di HP da sconfiggere.

Difficile adesso non entrare nel dettaglio, specie per quanto concerne le peculiarità proprie di ciascun componente del party (è possibile impartire ordini all'intero quartetto, oppure suggerire la CPU sui comportamenti di tre dei quattro).
Cosicché il coraggio, l'uso di lance e boomerang sono, fra le altre cose, tutte prerogative dell'Eroe, mentre per la maga Jessica è normale sfruttare quando le parrà opportuno il suo indiscusso sex appeal.
Il carisma di Angelo (unico a poter usare arco e frecce) e l'umanità di Yangus (che si fregia di falci, mazze ed asce) chiudono poi il cerchio (questo giusto per citare parte dell'arsenale e parte delle caratteristiche dei Nostri: non mancheranno certo spade, bastoni magici, pugnali e via discorrendo).
Personaggio non combattente, ma vitale nell'economia del gioco, è inoltre sua maestà Trode.
"Ora" dalla pelle verde e simile ad un ranocchio antropomorfo, "un tempo" signore di un reame, "sempre e comunque" padre di Medea (tramutata anch'ella controvoglia da un perfido giullare, Dhoulmagus, il cui mefistofelico incantesimo ha colpito tutti, quasi tutti, gli abitanti di Trodain).
Il sovrano in questione ci accompagnerà perlopiù negli spazi aperti, prodigo di consigli e specialmente di comicità e sarà peraltro artefice dell'Alchemy Pot, prezioso oggetto del quale trovate, in questa pagina, un'apposita immagine con didascalia.

L'esperienza complessiva, in ultima istanza, è di quelle da non perdere se non per manifesto ed incurabile odio nei confronti del genere ludico che, davvero, grazie al lavoro dei Level 5 capitanati da Akihiro Hino, raggiunge uno dei suoi picchi più alti di sempre.
Final Fantasy XII permettendo, uscito proprio in questi giorni nel paese del Sol Levante, è questo allora lo Zenith generazionale del J-RPG (quello assoluto continua ad essere, ai nostri occhi, Final Fantasy VI).
Affermarlo, ora come ora, non è compito difficoltoso, perché c'è stata un'ammirevole meticolosità da parte dei programmatori nell'edificare le meraviglie del mondo ospitante e perché, fattore non ultimo in importanza, le scelte fatte dai "narratori" non intralciano affatto quelle che poi contano, le scelte cioè di noi giocatori.

Grazie all'ingegno del "re-ranocchio" potrete presto avvalervi dell'Alchemy Pot, un vaso-pentola che consente di miscelare più ingredienti (prima due, poi tre) per poter ottenere svariati utensili.
Grazie all'ingegno del "re-ranocchio" potrete presto avvalervi dell'Alchemy Pot, un vaso-pentola che consente di miscelare più ingredienti (prima due, poi tre) per poter ottenere svariati utensili.
Il graduale alternarsi del giorno e della notte non solo è indice della cura grafica di cui il titolo si fregia, ma influenza altresì la giocabilità. Alcuni mostri e personaggi, infatti, prediligono l'oscurità alla luce del sole.
Il graduale alternarsi del giorno e della notte non solo è indice della cura grafica di cui il titolo si fregia, ma influenza altresì la giocabilità. Alcuni mostri e personaggi, infatti, prediligono l'oscurità alla luce del sole.
Un J-Rpg come questo, dall'alto dell'esplorazione concessa, non poteva certo precludersi una nave con la quale salpare (anche sulla terra ferma sarà possibile usufruire di particolari mezzi di trasporto).
Un J-Rpg come questo, dall'alto dell'esplorazione concessa, non poteva certo precludersi una nave con la quale salpare (anche sulla terra ferma sarà possibile usufruire di particolari mezzi di trasporto).
Dragon Quest VIII: L'Odissea del Re Maledetto

Dragon Quest VIII: L'Odissea del Re Maledetto

"L'Odissea del Re Maledetto" è davvero un'opera a tutto tondo, capace di primeggiare in molti degli aspetti che plasmano un videogioco. Capace, soprattutto, di offrire un singolare viaggio di fantasia (che innova la serie ed al contempo tocca le corde della nostalgia). E' questa pertanto una Fiaba interattiva, che si radica e trova linfa vitale in un mondo vasto, colorato, ricco di vedute, di passaggi e di dettagli. E le fiabe, signore e signori, non sono solamente per i più giovani né, all'altro estremo, per pochi adulti: sono semplicemente destinate ad un pubblico potenzialmente vastissimo (del quale è semplice far parte, a patto che alle fiabe si voglia prestar attenzione). Onore pertanto a Yuji Horii, Koichi Sugiyama ed Akira Toriyama. E onore ad Akihiro Hino e tutti i tipi di Level 5, oramai giunti, come sviluppatori, nel pieno della loro maturità.