Driver - Parallel lines
di
Federico Bavastro
Neanche una ghiacciata giornata di dicembre, neanche il sonno del lunedì mattina sono riusciti a placare la voracità di Gamesurf che ha spedito il suo Gabriele Cazzulini, munito di cani e slitta da neve, ad assistere alla presentazione italiana di "Driver: Parallel Lines" scoprendo informazioni ed emozioni che infondono calore fino a rianimare i polpastrelli congelati. E ora pronti per il nuovo Driver: Parallel Lines.
ON THE ROAD, AGAIN
Driver è l'icona della strada, delle corse ma soprattutto degli inseguimenti. L'altra metà del cielo è l'illegalità, colorata con le tinte crude del furto, la violenza di una pistola puntata alle tempie, il rumore sordo del colpo esploso, le chiazze rossastre che sporcano i muri. Asfalto, motori e armi è la santa trinità incarnata nella storia di Driver. Atari e Reflections questa volta schiacciano l'acceleratore per sfuggire via dalla coda della banalità e correre verso una nuova meta. Senza freno a mano.
ACCENDI IL MOTORE
Parallel lines resta saldamente ancorato al dna di ogni driver: il gioco è un gioco di guida, con una molteplicità di veicoli, questa volta liberi di scorrazzare per le strade di New York. Unica la città, unico il protagonista unico, caratterizzato con tale stile da calamitare l'occhio per non parlare del variopinto cast di comprimari che calcano le scene come consumati attori. Colonna sonora di ottimo gusto, intonata alle ambientazioni e al ritmo di gioco. Grafica curata e vivace, carrozzerie che luccicano su strade affollate. Ormai il motore è caldo e non c'è bisogno di nessuna cintura di sicurezza.
LA SOLITA, VECCHIA MISCELA...CON QUALCHE AGGIUNTA
La partenza non è certo overcloccata. Non conta il numero dell'episodio, conta il nome: driver. Sottotitolo: ritorno alle origini. Meno sparatorie a piedi, più volante. Il parco auto sarà molto nutrito (oltre ottanta modelli), con l'inserimento di camion e moto, fermo restando che il grilletto sarà sempre pronto all'uso, in ogni momento. Più auto significa anche più possibilità di effettuare upgrade racimolando quattrini dai simpatici minigiochi sparsi nel gioco. Stessa formula, differente protagonista. Good bye Tanner! Entra "The Kid", le cui mani afferrano voluttuosamente il volante, ma la cui giacca non ha mai visto un distintivo della polizia. Non è una di quelle sostituzioni fatte all'89 minuto di gioco per ritirare il campione e mandare in campo una riserva sconosciuta. Con The Kid entra un personaggio altrettanto carismatico, con movenze e abbigliamento davvero "stylish". Ma perché sto spendendo così tante parole sulla trama? Guardiamo il sottotitolo e scopriremo che...
PERCHE' PARALLEL LINES?
No, Atari non si è voluta cimentare in un esercizio di geometria. Ha voluto invece giocare col calendario, offrendo due differenti ambientazioni cronologiche attraverso le quali scorrono le avventure motorizzate di The Kid. La prima è datata 1978, la seconda ci riporta ai giorni nostri. Questo salto temporale è dovuto al fatto che... RISERVATO RISERVATO RISERVATO (si, siamo bastardi dentro..). In entrambe le locations la struttura di gioco rimane pressoché inalterata, ovviamente con un cospicuo upgrade tecnologico che permette di usare tutti i veicoli e le armi più moderne, in mano ad un The Kid segnato dal tempo e dalla RISERVATO ma con un intatto appeal molto macho. Un pò di pancia, nessuna movenza signorile, barba incolta sono il make-up di The Kid versione 2006.
CLASSE, SIGNORI, CLASSE!
La componente grafica del nuovo driver è massiccia: grafica e audio sono shakerati producendo un sapore deciso e pulito. La grafica appare ordinata, senza tracolli di fluidità e senza sbavature tecniche. Notte e giorno, efficaci riflessi, illuminazioni e cromature. Ma anche un modello di guida libero della monotonia dell'arcade più puro e un sistema di danni migliorato più realisticamente. La stessa New York apparirà negli anni settanta e nel duemila come una fedele riproduzione urbanistica ma non solo: se prima le vie percorribili erano un numero limitato, nella fase odierna del gioco praticamente ogni arteria sarà accessibile. L'audio riproduce colonne sonore originali che conferiscono vibrazioni in ogni angolo di gioco, tralasciando le canzonette delle hit parade per dedicarsi ai veri pezzi d'autore. Soprattutto nella prima parte sugli anni Settanta.
OCCHIO ALLE MACCHIE D'OLIO!
Uscendo dalla conferenza stampa, con le immagini del codice preview ancora stampate negli occhi, la sensazione è quella dell'ottimismo per un titolo che ritorna sulla sua strada maestra, ma senza rintanarsi nel deja-vu. Invece una tecnica solidamente strutturata e un design che coniuga glamour e divertimento. Perché al quarto episodio, driver riesce sempre a coinvolgere, a divertire, ad impressionare. Senza trucchi. Ma con l'unica incognita di cadere nella trappola della ripetitività, che ridurrebbe il gioco ad uno spezzatino di tanti momenti uno uguale all'altro. confidiamo nei meccanici di Reflections! Ormai la messa a punto è quasi terminata, e tra poco il motore di driver sarà di nuovo acceso, pronto per mordere la strada. Datemi la chiave!
ON THE ROAD, AGAIN
Driver è l'icona della strada, delle corse ma soprattutto degli inseguimenti. L'altra metà del cielo è l'illegalità, colorata con le tinte crude del furto, la violenza di una pistola puntata alle tempie, il rumore sordo del colpo esploso, le chiazze rossastre che sporcano i muri. Asfalto, motori e armi è la santa trinità incarnata nella storia di Driver. Atari e Reflections questa volta schiacciano l'acceleratore per sfuggire via dalla coda della banalità e correre verso una nuova meta. Senza freno a mano.
ACCENDI IL MOTORE
Parallel lines resta saldamente ancorato al dna di ogni driver: il gioco è un gioco di guida, con una molteplicità di veicoli, questa volta liberi di scorrazzare per le strade di New York. Unica la città, unico il protagonista unico, caratterizzato con tale stile da calamitare l'occhio per non parlare del variopinto cast di comprimari che calcano le scene come consumati attori. Colonna sonora di ottimo gusto, intonata alle ambientazioni e al ritmo di gioco. Grafica curata e vivace, carrozzerie che luccicano su strade affollate. Ormai il motore è caldo e non c'è bisogno di nessuna cintura di sicurezza.
LA SOLITA, VECCHIA MISCELA...CON QUALCHE AGGIUNTA
La partenza non è certo overcloccata. Non conta il numero dell'episodio, conta il nome: driver. Sottotitolo: ritorno alle origini. Meno sparatorie a piedi, più volante. Il parco auto sarà molto nutrito (oltre ottanta modelli), con l'inserimento di camion e moto, fermo restando che il grilletto sarà sempre pronto all'uso, in ogni momento. Più auto significa anche più possibilità di effettuare upgrade racimolando quattrini dai simpatici minigiochi sparsi nel gioco. Stessa formula, differente protagonista. Good bye Tanner! Entra "The Kid", le cui mani afferrano voluttuosamente il volante, ma la cui giacca non ha mai visto un distintivo della polizia. Non è una di quelle sostituzioni fatte all'89 minuto di gioco per ritirare il campione e mandare in campo una riserva sconosciuta. Con The Kid entra un personaggio altrettanto carismatico, con movenze e abbigliamento davvero "stylish". Ma perché sto spendendo così tante parole sulla trama? Guardiamo il sottotitolo e scopriremo che...
PERCHE' PARALLEL LINES?
No, Atari non si è voluta cimentare in un esercizio di geometria. Ha voluto invece giocare col calendario, offrendo due differenti ambientazioni cronologiche attraverso le quali scorrono le avventure motorizzate di The Kid. La prima è datata 1978, la seconda ci riporta ai giorni nostri. Questo salto temporale è dovuto al fatto che... RISERVATO RISERVATO RISERVATO (si, siamo bastardi dentro..). In entrambe le locations la struttura di gioco rimane pressoché inalterata, ovviamente con un cospicuo upgrade tecnologico che permette di usare tutti i veicoli e le armi più moderne, in mano ad un The Kid segnato dal tempo e dalla RISERVATO ma con un intatto appeal molto macho. Un pò di pancia, nessuna movenza signorile, barba incolta sono il make-up di The Kid versione 2006.
CLASSE, SIGNORI, CLASSE!
La componente grafica del nuovo driver è massiccia: grafica e audio sono shakerati producendo un sapore deciso e pulito. La grafica appare ordinata, senza tracolli di fluidità e senza sbavature tecniche. Notte e giorno, efficaci riflessi, illuminazioni e cromature. Ma anche un modello di guida libero della monotonia dell'arcade più puro e un sistema di danni migliorato più realisticamente. La stessa New York apparirà negli anni settanta e nel duemila come una fedele riproduzione urbanistica ma non solo: se prima le vie percorribili erano un numero limitato, nella fase odierna del gioco praticamente ogni arteria sarà accessibile. L'audio riproduce colonne sonore originali che conferiscono vibrazioni in ogni angolo di gioco, tralasciando le canzonette delle hit parade per dedicarsi ai veri pezzi d'autore. Soprattutto nella prima parte sugli anni Settanta.
OCCHIO ALLE MACCHIE D'OLIO!
Uscendo dalla conferenza stampa, con le immagini del codice preview ancora stampate negli occhi, la sensazione è quella dell'ottimismo per un titolo che ritorna sulla sua strada maestra, ma senza rintanarsi nel deja-vu. Invece una tecnica solidamente strutturata e un design che coniuga glamour e divertimento. Perché al quarto episodio, driver riesce sempre a coinvolgere, a divertire, ad impressionare. Senza trucchi. Ma con l'unica incognita di cadere nella trappola della ripetitività, che ridurrebbe il gioco ad uno spezzatino di tanti momenti uno uguale all'altro. confidiamo nei meccanici di Reflections! Ormai la messa a punto è quasi terminata, e tra poco il motore di driver sarà di nuovo acceso, pronto per mordere la strada. Datemi la chiave!