Dungeons & Dragons: 50 Anni di Epicità - Parte 2
Il Gioco di Ruolo più famoso del mondo compie mezzo secolo
Dungeons & Dragons è un nome che per molti di voi non avrà bisogno di alcuna introduzione: per tutti gli altri cominceremo col dire che stiamo parlando del Gioco di Ruolo – o Role Playing Game (RPG) per usare la nomenclatura anglosassone – più famoso del mondo, quello che ha fuor di dubbio ricevuto negli anni la maggior quantità di revisioni, riedizioni ed espansioni, tanto dai detentori ufficiali dei diritti quanto dai fan. D&D, come viene spesso abbreviato, è stato anche ispirazione di tantissimi elementi della pop-culture come romanzi, fumetti e ovviamente videogiochi. Nell'anno in cui la prima edizione dello storico RPG spegne la bellezza di 50 candeline è doveroso cercare di ripercorrere in retrospettiva le tappe di del suo successo, e da bravi GameSurfer gettare un occhio di riguardo alla produzione videoludica ad esso riconducibile.
Abbiamo diviso questo speciale in due parti: se non aveste letto la Prima Parte la trovate a questo indirizzo.
Dungeons & Dragons: La Seconda Parte dello Speciale
Dungeons & Dragons passa ad Hasbro: il Flop della 4ª Edizione
Nel frattempo WotC era già passata sin dal 1999 sotto l'ala protettrice di Hasbro, ossia quello che è probabilmente il più grosso nome ludico-commerciale al mondo: per capirci, parliamo di chi possiede ben stretti in mano i diritti di Monopoly. Se dunque tutto il lavoro svolto nelle edizioni 3.x è in qualche modo riconducibile agli sviluppatori delle due precedenti società focalizzate sul Fantasy, l'esigenza di entrare in un mercato sempre più vasto propria di un colosso come Hasbro ha imposto un colpo di spugna sul progetto e la progettazione da zero di Dungeons & Dragons 4th Edition, curata in prima stesura da Rob Heinsoo, Andy Collins e James Wyatt, a cui poi seguirono molti altri collaboratori.
Il concetto era quello di costruire un sistema di base semplificato all'osso in cui però fosse possibile “assemblare sempre più pezzi” in maniera modulare, con ciascuno di essi che imponesse eccezioni solo se utilizzato – qualcosa insomma che si trova facilmente nello sviluppo dei giochi da tavolo con le varie espansioni. Per fare ciò, lo sviluppo si è anche ispirato al mondo dei MMORPG, che con World of Warcraft di Blizzard stavano ormai influenzando il mercato in maniera massiccia. Le Classi dei personaggi vennero riorganizzate in Ruoli, i poteri e gli incantesimi gestiti in maniera “ad incontro” o “giornaliera”, tutta la parte delle conoscenze e delle competenze di carattere interpretativo accantonate in favore di un gioco strategico-tattico e, sulla carta, immediato.
I primi tre manuali della Quarta Edizione videro le stampe nel 2008 e in teoria sarebbero dovuti uscirne altri tre in ciascuno dei due anni successivi; in pratica la “Dungeon Master's Guide 3”, ultimo manuale della serie, non vide mai le stampe: a metà del 2010 e dopo la pubblicazione dell'ambientazione di Dark Sun, ci si rese conto che l'intero progetto era un Flop. Se infatti il lancio della 3.0 e l'aggiornamento alla 3.5 avevano “spaccato l'utenza” tra cultori del classico e promotori del nuovo, nello sfogliare il Player Handbook di 4
Nonostante ciò, paradossalmente, la Quarta Edizione è l'unica su cui non fu realizzato nessun videogioco: l'unico titolo su licenza pubblicato in questi anni bui è infatti Dungeons & Dragons: Daggerdale di Bedlam Games che però rientra nella categoria dei titoli Action e non certamente degli strategici a turni che un regolamento come quello di D&D4th avrebbe fatto presagire. A posteriori un vero peccato: se solo ci si fosse sforzati di “capire” le finalità del sistema e lo si fosse impiegato più saggiamente avrebbe permesso di realizzare videogiochi molto interessanti; invece si è inutilmente cercato di “imporre” al tavolo una moda – quella dei MMORPG, appunto – che proprio dagli RPG era invece derivata.
La Risurrezione Pop e la 5ª Edizione di D&D
Nel nuovo millennio abbiamo però assistito a una crescita esponenziale della pop-culture, complice il fatto che gli autori, i registi e anche gli attori emergenti di questo periodo sono stati fondamentalmente ragazzini negli anni '80 e ricordavano con grande affetto e nostalgia i miti di quel decennio. Dopo il ritorno nelle sale [ancora e ancora] di Star Wars, il debutto dei capolavori di Peter Jackson a tema Tolkien e la mega-ondata di cinecomics, era ormai chiaro che gli argomenti Geek e Nerd non erano più appannaggio di pochi ma stavano diventando una vera e propria moda Hipster. Anche D&D ebbe modo di rimettersi in mostra in questi anni: abbiamo visto i manuali in mano ai protagonisti dell'amatissima serie TV The Big Bang Theory, ma è stato certamente in seno all'ancora più amata serie Stranger Things – ambientata proprio negli anni '80 – che l'RPG è finito per bene al centro dei riflettori.
Probabilmente in questo periodo Hasbro era impegnata a seminare le bricioline in questi Media in modo da spianare la strada alla nuova generazione di D&D: inizialmente denominata D&D Next e proposta in beta-testing presso fiere e convention, la Dungeons & Dragons 5th Edition debuttò ufficialmente nel 2014, coi manuali completi accostati a dei “set introduttivi” che nella forma e nei contenuti ricordano veramente tanto l'iconica Scatola Rossa. A livello di regolamento, questa edizione fa due passi indietro dalla Quarta alla Terza, uno di lato verso la concorrenza di Pathfinder e un gran salto in alto nel rivedere tutta una serie di meccaniche e parametri che in oltre vent'anni erano un po' stantii.
L'accoglienza positiva del pubblico, con tantissime nuove leve stimolate proprio dalla nuova moda, ma anche della critica, rinfrancata dopo la delusione dall'edizione precedente, riporta in poco tempo D&D in vetta alle classifiche di vendita e di gradimento. Complice di questo successo è probabilmente anche il sistema di gioco telematico Roll20, inizialmente sviluppato da tre studenti di college – tali Riley Dutton, Nolan Jones e Richard Zayas – rilasciato nel 2012 dopo una campagna su Kickstarter e che ha acquisito la licenza ufficiale per D&D nel 2016. I Media si sbizzarriscono: si moltiplicano i podcast e i videopodcast di Vip che giocano a D&D, Amazon Prime Video ne trasforma uno nella serie animata The Legond of Vox Machina, i “vecchi” Baldur's Gate, Icewind Dale e Planescape Torment vengono rimasterizzati, al cinema arriva una produzione hollywoodiana del calibro de L'Onore dei Ladri [Speciale]. E soprattutto nel 2023 ecco arrivare a compimento Baldur's Gate 3 [Recensione], capolavoro di Larian Studios , primo gioco a vincere sia il premio Gioco dell'Anno sia quello Scelto dal Pubblico nella notte dei VideoGame Awards.
Il futuro di Dungeons & Dragons
Ora che il gioco che ha avuto origine dalle menti di Gary Gygax e Dave Arneson – i quali sono mancati all'affetto dei loro cari e dei milioni di fan rispettivamente nel Marzo 2008 e nell'Aprile 2009 – sembra essere tornato saldamente sul trono degli RPG, ovviamente gli è lecito godere un periodo di relativa pace, perfetta per festeggiare degnamente questo 50° Anniversario. È però altrettanto ovvio che non ci si possa adagiare sugli allori e che sia necessario gettare l'occhio al futuro.
Futuro che a quanto dichiarato manterrà in generale il sistema regolistico di 5ª edizione , sebbene questa verrà ripubblicata in una Edizione revised nel corso del 2024 in seno ai progetti One D&D e D&D Beyond: i test della stessa sono stati eseguiti in maniera virtuale con dei simulatori basati su Unreal Engine e si attendono le date di pubblicazione ufficiali. Nel campo dei videogiochi tutti guardano con interesse Larian Studios dopo l'ottimo lavoro svolto su BG3, ma attualmente solo Starbreeze ha annunciato un progetto su D&D, provvisoriamente intitolato Project Baxter, che dovrebbe vedere la luce nel 2026. Non ci resta che attendere, e nel frattempo: Buon Anniversario, D&D! Appuntamento al Centenario...
Per approfondimenti:
Storia del vero Dungeons & Dragons di Daniele Prisco
Dungeons & Dragons su Wikipedia
Videogiochi di Dungeons & Dragons su Wikipedia