E3 2015: La Conferenza Bethesda

di Davide Ambrosiani
Quest'anno ad aprire le danze dell'E3 in generale, e la ballata delle conferenze nello specifico, é stata una debuttante nell'ambito di kenyote a forte tasso di spettacolo: Bethesda. Il motivo probabilmente deriva dal fatto che mai come prima d'ora il caricatore della compagnia del Maryland era così carico di cartucce, e non certo artiglieria leggera. Quasi a voler legittimare l'occupazione del Dolby Theatre di Los Angeles la conferenza si é aperta con un saluto da parte delle diverse realtà che compongono la galassia Bethesda: Softworks, Zenimax Online, Arkane Studios, Machine games, id Software: tutti hanno salutato il pubblico presente nell'auditorio ed espresso la loro idea di Bethesda. Finiti i convenevoli é salito sul palco Pete Hines, Vicepresidente del Marketing, per dare il via alle danze una volta per tutte.



Per rompere, anzi, sfondare il ghiaccio Bethesda si é affidata a id Software che, tra i boati del pubblico ha mostrato finalmente al mondo la nuova incarnazione di Doom. Tra le parole più usate, e apprezzate, durante la breve introduzione di Marty Stratton, executive producer, figuravano “shotgun” “hell” “demons”. Una predominanza mantenuta anche nel video di gameplay seguito subito dopo. Questo nuovo Doom colpisce fin da subito, e non solo gli spettatori, anzi, meglio rimanere sempre alle spalle del marine senza nome tipico della serie, perché chi si para davanti ha vita breve. All'interno di una struttura dal caratteristico stile della serie il marine avanza con una brutalità tale da provocare del senso di colpa verso i demoni. Tra colpi di shotgun, fucile al plasma e lanciarazzi c'é spazio anche per dei colpi di grazia maestosi nel loro gore: pugni che delocalizzano le mandibole a diversi metri di distanza; prese che arrivano al cuore, letteralmente; gambe strappate e infilate nell'esofago dello stesso soggetto…



I protagonisti di Doom non sono mai stati delle mammolette, ma questo signori e signore é la punizione che il diavolo aspettava da eoni. Il tutto mosso da un motore grafico che non porta a gridare al miracolo ma che si fa apprezzare fin dall'inizio per la pulizia, la solidità e l'ottima gestione degli effetti, in particolare di quelli luminosi. Forse, a bruciapelo qualche colore in più é l'unica mancanza che si può imputare a quanto visto da Los Angeles. Ma non é finita: oltre alla campagna torna il multiplayer veloce, frenetico. Un massacro concentrato in arene su misura per annichilire l'avversario in breve tempo, senza tante strategie di contorno. Ciliegina sul cumulo di corpi Doom SNAPMAP, un editor che permette la creazione non solo di mappe ma anche di modalità di gioco, missioni in cooperativa e molto altro il tutto basato sul concetto di “massima condivisione alla massima velocit”. Doom lascia il palco portandosi via il cuore di molti, ma questa volta con amore. Lo restituirà, forse, in primavera.

A questo punto Pete, ormai é di casa, si prende qualche attimo per annunciare l'introduzione di una piattaforma Bethesda per la gestione dei contenuti relativi ai diversi titoli in arrivo. Un sorta di piccolo, ordinato armadietto del giocatore. Un annuncio potenzialmente utile, ma che passa in sordina visto che a salire sul palco sono i ragazzi di Arkane Studios pronti ad annunciare in diretta (e questa volta consapevoli di esserlo) Dishonored 2.

Un video in computer grafica introduce il nuovo progetto dello studio francese e una nuova protagonista, Emily, che sembra poter sfruttare la stessa potenza letale di Corvo Attano, anche se con uno stile differente. Al termine del trailer, dal vapore di tutto quel steam punk, riemergono gli sviluppatori per spiegare che il titolo vanterà la presenza di due protagonisti: Corvo ed Emily. Ognuno dotato di poteri distinti saranno impegnati nel salvare il destino del trono che hanno giurato di proteggere. Ancora una volta sarà possibile affrontare il gioco in molteplici modi, anche senza mietere una vittima che sia una, se non il rispetto per il collega violento da Marte presentato prima. Quando uscirà il tutto? Non é dato saperlo ancora, ma in Agosto i più nostalgici o chi non ha avuto l'occasione, potranno riprendere in mano il primo capitolo della serie grazie a Dishonored Definitive Edition.



A seguire Bethesda approfitta del palco del Dolby Theatre per ricordare a tutti che da pochi giorni é disponibile The Elder Scrolls Online su console e lo fa con un trailer atto a mostrare il gioco e i contenuti previsti per il futuro. Il tutto poi si collega all'annuncio di The Elder Scrolls Legends, un cards game free to play, in arrivo su PC e iPad. Anche BattleCry lancia dal palco americano la sua beta: iscrizioni aperte da subito, prime partite più avanti, verso l'ingiallire delle foglie.

A questo punto Pete Hines scherza con il pubblico dicendo che la conferenza é finita. Di fatto scherza con il fuoco, anzi, con l'atomo: “Fallout!” urla la platea. Fallout ottiene.
Tod Howard, direttore di tutto quello che é il gaming in Bethesda, prende possesso per il palco e lo tiene fino alla fine. Si scusa per tutto il tempo che ha separato Fallout 3 da questo Fallout 4 annunciato da poco ma promette che ne é valsa la pena. Per dar forza alle sue parole mostra un filmato in cui é possibile vedere la creazione del proprio personaggio. Interessante notare che questa volta si parte direttamente da adulti, a differenza del terzo capitolo e, in compagnia della propria moglie ci si ritrova di fronte allo specchio del bagno in una tranquilla mattina di primavera. Gli uccelli cinguettano, la radio chiacchiera e l'acqua non brilla al buio: siamo nella Boston pre-olocausto nucleare.



Ovviamente la cosa non può durare e, dopo aver dato un assaggio dell'ormai celebre e infinito meccanismo di personalizzazione dell'avatar, Fallout 4 sgancia la bomba, ancora una volta siamo di fronte ad una definizione da intendersi in senso letterale. Il protagonista del video, insieme alla sua famiglia scappa nel Vault 111 per riemergerne da solo… 200 anni dopo. Come tutto sia possibile non é una cosa da svelare durante una conferenza, e Tod Howard é il primo a dirlo, in compenso ci tiene moltissimo a mostrarci qualche scorcio di landa post atomica facendo uscire il povero sopravvissuto dal Vault 111. Qualche minuto per mostrare che Fallout é ancora una volta indiscutibilmente Fallout, con tanto di combattimenti in SPAV e cala il sipario sulla campagna del gioco.

Fortunatamente gli annunci riguardo la serie non sono finiti. In primi la Pip Boy Edition fa tremare il soffitto dell'auditorium: la limited di Fallout 4 conterrà un Pip Boy a dimensione reale funzionante all'interno del quale sarà possibile alloggiare il proprio smartphone e usare il suo schermo touch per avere un vero Pip Boy (fra l'altro, nel gioco, l'assistente da polso offrirà la possibilità di giocare a grandi titoli del passato). Usare come, però? Come companion app per il gioco vero e proprio.

Sempre rimanendo in argomento telefoni, Howard dichiara amore per l'iphone e svela al pubblico Fallout Shelter, un gestionale per iOS in cui bisogna prendersi cura del proprio Vault. Titolo free to play nel senso più puro del termine: zero acquisti in app, si può giocare offline e disponibile sullo store Apple da subito.

Howard però non ha ancora sganciato la bomba, e per farlo prima vuole farci vedere come l'ha costruita mostrando l'introduzione in Fallout 4 di un editor per le armi, le armature, le abitazioni, i cortili, gli insediamenti… il mondo. Tutto rigorosamente in-game. Le potenzialità mostrate appaiono incalcolabili, e anche se non viene specificato se il tutto sarà condivisibile al di fuori della propria console, non si può rimanere impassibile di fronte ad un'armatura atomica dotata di jetpack.
Tutto questo arriverà il 10 novembre 2015. Nessun errore, e si spera nessun rinvio.