Editoriali
“Hype”, quante volte ne abbiamo parlato. Attesa, desiderio smodato e aspettative in costante crescita che accompagnano i videogame dai nomi più altisonanti nella marcia che li attende per giungere sugli scaffali e nei lettori delle nostre console. Tra una cosa e l'altra, gli appassionati più attenti hanno imparato anche a guardare oltreoceano, in attesa delle famigerate recensioni in “super esclusiva” fatte da importanti nomi del panorama americano o nipponico. Spesso osservato come primo banco di prova per un titolo orientale, Famitsu detta legge in quel del Giappone, forte della posizione incontrastata di rivista più importante per quanto riguarda il settore ludico.
Ma importante significa anche infallibile o, quantomeno, esempio d'obiettività? Ce lo siamo sempre chiesto, magari davanti ad una cocente delusione giocando un titolo osannato dai nostri colleghi dagli occhi a mandorla. Va da sé che i gusti sono gusti, e spesso ci si ritrova davanti al muro del “non é bello ciò che é bello ma é bello ciò che piace”, nulla da dire. La notizia del giorno riguarda però una interessante disamina fatta dal magazine Kotaku, riguardo alla recensione di Metal Gear Solid: Peace Walker, accaparratosi un sonante 40/40 proprio sulle pagine di Famitsu, come vi avevamo segnalato poche ora fa nelle nostre news. Cosa significa 40/40? E' la stessa Kotaku a ricordarlo ai meno avvezzi:
“Famitsu ha assegnato a Peace Walker 40 su 40, la sua massima votazione. Dalla sua nascita nel 1986, Famitsu ha dato uno punteggio massimo solo a questi titoli: The Legend of Zelda: Ocarina of Time (1998), Soulcalibur (1999), Vagrant Story (2000), The Legend of Zelda: The Wind Waker (2003) , Nintendogs (2005), Final Fantasy XII (2006), Super Smash Bros. Brawl (2008), Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots (2008), 428 (2008), Dragon Quest IX (2009), Monster Hunter Tri (2009), Bayonetta (2009), New Super Mario Bros. Wii (2009) e ora Metal Gear Solid: Pace Walker (2010).”
Lo sappiamo perfettamente, molti storceranno il naso davanti ad alcuni nomi, magari ottimi titoli, ma che per tante ragioni ci paiono lontani della perfezione. Qualcuno potrebbe anche far notare che tutti i giochi nominati sono rigorosamente “made in japan”, segno di un certo patriottismo che parrebbe scorrere nelle vene delle penne di Famitsu. Ogni discussione é lecita, sia a favore che contro, ma Kotaku ha deciso di scavare un po' di più sulla questione, partendo da un sunto che non può che far riflettere:
“In Giappone, un voto perfetto di Famitsu é una questione di grande importanza. Può fare la differenza assicurando più vendite”
Chiaro e limpido, nessuno di noi si sarebbe atteso il contrario, ci mancherebbe. Ma attenzione al seguito...
“...ma cosa significa se la rivista che sta dando il voto é coinvolta nel gioco stesso?”
Alt, stop, fermi tutti. Facciamo un passo indietro nel tempo, ormai sono anni che nei videogame appaiono pubblicità di prodotti reali, come d'altronde funziona al cinema e in televisione, e la sessa Kotaku aveva segnalato che, dentro Peace Walker, sarebbe apparso il marchio di Famitsu assieme ad altri brand come gli snack Doritos o i deodoranti Axe, ma c'é qualcosa di più:
“Hirokazu Hamamura, ex direttore di Famitsu e attuale presidente della Enterbrain, società editrice di Famitsu, é apparso come testimonial proprio nella campagna pubblicitaria di Metal Gear Solid: Peace Walker, sia a tutto pagina su riviste cartacee che sul sito ufficiale del gioco aperto da Konami.”
Le unghie iniziano davvero a stridere sullo specchio e la sicurezza di aver davanti un organo di stampa capace di dare giudizi in tutta autonomia ne esce estremamente minata. Niente moralismo, sappiamo perfettamente che in diverse situazioni dobbiamo imparare a convivere con il tanto decantato conflitto d'interessi, ma é impossibile non porsi la stessa riflessione che fanno i colleghi di kotaku:
“L'utilizzo di un volto noto come quello di Hamamura é comprensibile, ma in fase di recensione Famitsu dovrebbe rendere noto ogni fattore. Invece nessuna menzione della presenza di Famitsu nel gioco e della campagna pubblicitaria di Hamamura.”
Anche perché, a volte, situazioni poco chiare possono semplicemente far male ad un prodotto che di per se merita e che non ha bisogno di alcun aiuto o sotterfugio per prendersi gli elogi meritati:
“Per quel che abbiamo provato di Peace Walker, possiamo dire che é un titolo eccezionale...ma vista la situazione, anche se il gioco pare favoloso, il voto sembra comprato. Una macchia inutile per un gioco che poteva benissimo imporsi da solo”
Che dire? Lungi da noi soffermarci sul giudizio del gioco, ma forse dovremmo ragionare un minuto sulla credibilità che possono ancora avere alcune testate dopo simili avvenimenti. Non a caso qualcuno diceva “I voti di Famitsu hanno la stessa validità delle previsioni fatte con i fondi del caffé o delle proiezioni economiche di Michael Pachter “. Vi fidereste se nella finale di Champion's League mandassero ad arbitrare un membro della dirigenza di uno dei due team? Un vero peccato se a fare una cosa simile é chi può fare senza problemi il goal della vittoria solo con le sue gambe...
Ma importante significa anche infallibile o, quantomeno, esempio d'obiettività? Ce lo siamo sempre chiesto, magari davanti ad una cocente delusione giocando un titolo osannato dai nostri colleghi dagli occhi a mandorla. Va da sé che i gusti sono gusti, e spesso ci si ritrova davanti al muro del “non é bello ciò che é bello ma é bello ciò che piace”, nulla da dire. La notizia del giorno riguarda però una interessante disamina fatta dal magazine Kotaku, riguardo alla recensione di Metal Gear Solid: Peace Walker, accaparratosi un sonante 40/40 proprio sulle pagine di Famitsu, come vi avevamo segnalato poche ora fa nelle nostre news. Cosa significa 40/40? E' la stessa Kotaku a ricordarlo ai meno avvezzi:
“Famitsu ha assegnato a Peace Walker 40 su 40, la sua massima votazione. Dalla sua nascita nel 1986, Famitsu ha dato uno punteggio massimo solo a questi titoli: The Legend of Zelda: Ocarina of Time (1998), Soulcalibur (1999), Vagrant Story (2000), The Legend of Zelda: The Wind Waker (2003) , Nintendogs (2005), Final Fantasy XII (2006), Super Smash Bros. Brawl (2008), Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots (2008), 428 (2008), Dragon Quest IX (2009), Monster Hunter Tri (2009), Bayonetta (2009), New Super Mario Bros. Wii (2009) e ora Metal Gear Solid: Pace Walker (2010).”
Lo sappiamo perfettamente, molti storceranno il naso davanti ad alcuni nomi, magari ottimi titoli, ma che per tante ragioni ci paiono lontani della perfezione. Qualcuno potrebbe anche far notare che tutti i giochi nominati sono rigorosamente “made in japan”, segno di un certo patriottismo che parrebbe scorrere nelle vene delle penne di Famitsu. Ogni discussione é lecita, sia a favore che contro, ma Kotaku ha deciso di scavare un po' di più sulla questione, partendo da un sunto che non può che far riflettere:
“In Giappone, un voto perfetto di Famitsu é una questione di grande importanza. Può fare la differenza assicurando più vendite”
Chiaro e limpido, nessuno di noi si sarebbe atteso il contrario, ci mancherebbe. Ma attenzione al seguito...
“...ma cosa significa se la rivista che sta dando il voto é coinvolta nel gioco stesso?”
Alt, stop, fermi tutti. Facciamo un passo indietro nel tempo, ormai sono anni che nei videogame appaiono pubblicità di prodotti reali, come d'altronde funziona al cinema e in televisione, e la sessa Kotaku aveva segnalato che, dentro Peace Walker, sarebbe apparso il marchio di Famitsu assieme ad altri brand come gli snack Doritos o i deodoranti Axe, ma c'é qualcosa di più:
“Hirokazu Hamamura, ex direttore di Famitsu e attuale presidente della Enterbrain, società editrice di Famitsu, é apparso come testimonial proprio nella campagna pubblicitaria di Metal Gear Solid: Peace Walker, sia a tutto pagina su riviste cartacee che sul sito ufficiale del gioco aperto da Konami.”
Le unghie iniziano davvero a stridere sullo specchio e la sicurezza di aver davanti un organo di stampa capace di dare giudizi in tutta autonomia ne esce estremamente minata. Niente moralismo, sappiamo perfettamente che in diverse situazioni dobbiamo imparare a convivere con il tanto decantato conflitto d'interessi, ma é impossibile non porsi la stessa riflessione che fanno i colleghi di kotaku:
“L'utilizzo di un volto noto come quello di Hamamura é comprensibile, ma in fase di recensione Famitsu dovrebbe rendere noto ogni fattore. Invece nessuna menzione della presenza di Famitsu nel gioco e della campagna pubblicitaria di Hamamura.”
Anche perché, a volte, situazioni poco chiare possono semplicemente far male ad un prodotto che di per se merita e che non ha bisogno di alcun aiuto o sotterfugio per prendersi gli elogi meritati:
“Per quel che abbiamo provato di Peace Walker, possiamo dire che é un titolo eccezionale...ma vista la situazione, anche se il gioco pare favoloso, il voto sembra comprato. Una macchia inutile per un gioco che poteva benissimo imporsi da solo”
Che dire? Lungi da noi soffermarci sul giudizio del gioco, ma forse dovremmo ragionare un minuto sulla credibilità che possono ancora avere alcune testate dopo simili avvenimenti. Non a caso qualcuno diceva “I voti di Famitsu hanno la stessa validità delle previsioni fatte con i fondi del caffé o delle proiezioni economiche di Michael Pachter “. Vi fidereste se nella finale di Champion's League mandassero ad arbitrare un membro della dirigenza di uno dei due team? Un vero peccato se a fare una cosa simile é chi può fare senza problemi il goal della vittoria solo con le sue gambe...
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Che dire? Lungi da noi soffermarci sul giudizio del gioco, ma forse dovremmo ragionare un minuto sulla credibilità che possono ancora avere alcune testate dopo simili avvenimenti. Non a caso qualcuno diceva “I voti di Famitsu hanno la stessa validità delle previsioni fatte con i fondi del caffé o delle proiezioni economiche di Michael Pachter “. Vi fidereste se nella finale di Champion's League mandassero ad arbitrare un membro della dirigenza di uno dei due team? Un vero peccato se a fare una cosa simile é chi può fare senza problemi il goal della vittoria solo con le sue gambe...