Final Fantasy XIII-2

di Fabio Fundoni
Ricomincio da -2
Partiamo da un presupposto: Final Fantasy XIII-2 é, come dice il nome, un seguito diretto di Final Fantasy XIII. Potrebbe sembrare una cosa ovvia, ma nel panorama odierno non lo é affatto. Sappiamo perfettamente che una parte del pubblico, principalmente alcuni del cosiddetto zoccolo duro dei JRPG vecchio stampo, non hanno amato il precedente episodio, ma non era certo con questa nuova avventura di Serah e compagnia che ci si poteva attendere un cambio di direzione o un ritorno alle origini. XIII-2 inizia esattamente dove XIII finisce, sia per quanto riguarda la trama che per quanto riguarda il gameplay. Due dirette conseguenze di quanto abbiamo visto nel passato recente, con le naturali evoluzioni in entrambi i campi. “Evoluzione” é il concetto cardine che ci fa progredire di qualche livello, “gidierristicamente” parlando, portandoci in un ambiente complesso dove studiare a fondo il continuum temporale di Cocoon.





Quasi inutile, ma concetto cardine: se avete apprezzato Fina Fantasy XIII non potete perdervi questo nuovo capitolo della saga, sia per l'atmosfera inalterata (anzi, a tratti migliore), sia per i motivi di fondo legati alla trama. La domanda che però qualcuno di pone é diversa: “e se non ho amato Final Fantasy XIII?”. Tendenzialmente dubitiamo che XIII-2 possa farvi cambiare idea, ma riteniamo che ci siano comunque diversi elementi che ogni amante dei videogame dovrebbe tenere d'occhio. Se da una parte abbiamo una ottima performance tecnica, vedi la grafica, dall'altra abbiamo un interessante spaccato dell'attuale situazione dei giochi di ruolo di stampo giapponese di cui Final Fantasy é sempre stato esponente di spicco. Genere in regressione? Cambio di stile? Novità pregevoli o evitabili? Tutto e il contrario di tutto.

Qualcuno ha provato a chiamarlo, con una dose massiccia di provocazione, un “quasi action”, con un combat system incalzante ed una fase esplorativa più diretta. Senza dubbio il primo impatto con il gameplay lanciato dal XIII può lasciare basiti, tra parte del team mossa dall'intelligenza artificiale e scelte che sembrano quasi sfuggirci di mano. Ad uno sguardo rapido e poco approfondito potrebbe sembrare che basti continuare a premere il pulsante d'attacco per vincere ogni scontro, ma basta giocare un'oretta per capire che non é affatto così. Un sistema raffinato di abilità e di ruoli é la chiave per non soccombere, a patto di non giocare a livello Facile dove allora potrete farvi davvero pochi problemi. Ma se vorrete trarre il meglio dalla vostra avventura sarà necessario impegnarvi almeno un po', motivo che ci riporta nuovamente all'evoluzione del genere.





In nome di Nomura
Evoluzione. Forse stiamo ripetendo troppo questa parola, ma tutto su essa si basa. A partire da Tetsuya Nomura, deus ex machina di questa saga, ormai dai lontani primi anni '90. Più Nomura ha acquistato credito dentro Square Enix, più i giochi su cui ha messo mano hanno potuto giovarsi della sua particolare impronta. Inoltre il continuo progresso tecnologico gli ha dato la possibilità di rendere sempre più realistiche le figure da lui create. Si parla tanto del suo stile sempre più “pop”, ma spesso non si tiene conto di come, ad esempio, in Final Fantasy VI il Super Nes ci poteva offrire solo una manciata di pixel, collo di bottiglia che impediva di vedere “con buona definizione” il design di personaggi e mostri. Basta però andare a vedere i suoi lavori dell'epoca PlayStation 2 per capire come la strada fosse già ben segnata nella sua testa.

D'altro canto Nomura é palesemente influenzato dalla cultura musicale giapponese pop-rock, tanto che ormai é decisamente semplice scovare nelle sue produzioni chiari (o chiarissimi) rimandi a quanto si ascolta nelle radio del paese del Sol Levante. Basti pensare alla figura di Gackt, cantante apparso come “modello” per i protagonisti di diversi Final Fantasy, senza contare un influsso stilistico che ci porta facilmente ad accomunare i nostri eroi agli sfoggi visivi dati da nomi come i Malice Mizer o DJ Ozma (se non li conoscete, una rapida ricerca su internet vi svelerà un mondo nuovo). Insomma, se vogliamo, un artista del chara design che segue una strada da tempo e non l'ha mai tradita.

Questo é Final Fantasy XIII-2, ultimo nato della saga Square Enix e attuale nome forte dei JRPG su scala mondiale. Niente di più, niente di meno. Sui soliti mattoni é stato costruito un videogame che segue una nuova filosofia, non per questo avversa a quelle viste in passato. Non certo un prodotto perfetto, ma nemmeno un gioco da buttare a priori, a patto di non voler toccare unicamente titoli con un sistema di combattimento rigido e fermo ai turni della scorsa generazione. Se trama, appeal e personaggi vanno rimandati al giudizio personale, siamo davanti ad una produzione che, volenti o nolenti, farà parlare per molto tempo di se.