Gears of War 2
di
Luca Luperini
Mappa che vai, locusta che trovi (matchmaking permettendo)
Quando ti chiami Gears of War e sei il seguito del titolo action più influente degli ultimi cinque anni, ogni sassolino sulla strada sarà un macigno agli occhi dei tuoi, immancabili, detrattori. Se poi i sassolini si rivelano veramente più fastidiosi di quando si potesse pensare alla vigilia, le critiche prendono un vigore che difficilmente qualche correzione al volo potrà spegnere. Ed é così che Gears of War 2, massacrato da un nutrito gruppo degli stessi puristi che hanno idolatrato il primo capitolo, per via di un comparto multiplayer tutt'altro che perfetto, raggiunge l'apice del suo ciclo vitale con la dignità dei veterani, di quei condottieri che, nonostante gli innegabili difetti endemici che in parte ancora affliggono il gioco multi giocatore, ha venduto più di cinque milioni di copie in un mondo in cui già piazzandone la metà si viene, ingiustamente, inscritti nell'olimpo delle killer applications.
Epic, ormai abituata ai grandi numeri, ha deciso di celebrare il suo masterpiece mettendo insieme tutto quanto rilasciato via Xbox LIVE in termini di mappe multi giocatore e rilanciando con un nuovo pack dedicato a chi fa del frag online il proprio pane quotidiano, per un totale di ben 19 locations aggiuntive. A rendere ancor più appetibile il tutto ci pensano un intero, seppur breve, atto segato via dalla campagna in singolo, che si contraddistingue per una quantomeno insolita impronta stealth.
Costo del biglietto per partecipare al party!? 1600 MP (poco meno di venti euro) per l'intera All Fronts Collection -completa dei tre precedenti map packs Flashback,Combustibile e Snowblind- mentre coloro che han seguito la software house californiana passo passo nel suo percorso di arricchimento delle avventure dei COG, potranno acquistare separatamente i due contenuti inediti -map pack Dark Corners ed atto Road to Ruin- a 1200 MP sonanti ( circa quattordici euro)
Insomma, ce n'é davvero per tutti i gusti e, quasi, per tutte le tasche.
Dritti all'inferno (con circospezione)
Inutile dirlo, la cosa che più ci incuriosiva di All Fronts Collection era Road to Ruin (tradotto come Via di Fuga), l'inedito atto presentato da Cliffy B. in persona in una breve clip introduttiva, tagliato via dalla campagna principale per innumerevoli ragioni non ben precisate. Alla fine della mezzora scarsa utile a completare la sezione in questione, le motivazioni che hanno portato a tale decisione ci sono parse decisamente più chiare.
Run to the ruin aggiunge poco o nulla alla già sfaccettata campagna single player di Gears of War 2. Il level design che accompagnerà i nostri beniamini Marcus e Dom verso l'oscuro Nexus nemico é il il solito more of the same, mentre il tanto sbandierato bivio stealth al quale saremo sottoposti all'inizio del nostro percorso é servito più a farci sorridere bonariamente che ad altro. In realtà Epic ce la mette tutta per piegare innaturalmente il suo gioiello alle rigide dinamiche dello stealth game. Arriva perfinno a travestire i due protagonisti da locuste, intimandogli di tenere lontano il dito dal grilletto di fronte a tanto ben di Dio. Peccato che dopo appena dieci minuti di improbabile slalom tra le armate nemiche, durante il quale la cosa più difficile sarà proprio non cedere al richiamo del gore, saranno proprio i due main characters a stufarsi di tanta circospezione per tornare alle solite, amate, maniere forti. E, in fondo, siam tutti contenti così. Tutti tranne il nostro portafoglio naturalmente.
Dietro gli angoli oscuri (ma anche sopra e sotto)
Sono sette le mappe componenti l'inedito pack Dark Corners, delle quali due -Stazione secondaria e Macchina da guerra- rappresentano delle riletture, più o meno palesi, di arene già presenti del passato episodio.
A seguire abbiamo stilato la nostra personalissima classifica di gradimento, contornata con tanto di considerazioni su cosa vi aspetta dietro l'angolo (oscuro).
Autostrada: con una struttura tutt'altro che lineare, al contrario di quanto si potrebbe presumere dal nome, caratterizzata da una serie di piattaforme sopraelevate disposte attorno ad un'arena piana ma ricca di elementi di discontinuità, questo mappa dallo stile “frastagliato” presta il fianco per gli stili di gioco più tattici, in una cornice gotica e “baroccamente locustiana”.
Stazione secondaria: stessa matrice estetica anche per questa mappa che, nonostante sia senza dubbio più votata allo scontro aperto, si dimostra più profonda e sfaccettata di quanto un primo impatto possa far credere. In particolar modo le sezioni inferiori perdono quel parallelismo che invece contraddistingue l'ampia zona superiore, donando al giocatore una molteplicità di approccio a seconda della modalità in corso.
Giardino degli antenati: stilisticamente agli antipodi delle due precedenti location, si presenta come una sorta di giardino dell'eden, atavico e sospeso sopra un quieto manto acquoso. Anche in questo frangente gli sviluppatori di Epic hanno optato per un design labirintico da interpretare, letteralmente e figurativamente, su più livelli. Insomma, un'altra meta ideale per i giocatori più celebrali.
Macchina da guerra: ovvero il paradiso dei cecchini, é il rifugio ideale per i giocatori claustrofobici. Due trincee perfettamente simmetriche si contrappongono in uno scenario arioso e pieno di punti ciechi dai quali sfruttare le proprie capacità balistiche, abbandonando per un attimo il fidato fucile a pompa per affidarsi ad armi a lungo raggio.
Nel nulla: catapultati letteralmente “nel nulla” provocato dalle enormi trivelle delle locuste, ci ritroveremo nella mappa meno contorta di tutto Dark Corners, dove le tattiche evasive serviranno a ben poco tenuto conto delle struttura “nullocentrica” dominante. Trattasi di un'altra opzione valida per gli sniper provetti, i quali disporranno di un'ottima visuale d'insieme semplicemente disponendosi ai bordi del cratere.
Monumento: l'unica location non “dark” di tutto il pacchetto, anche a causa della sua scarsa estensione, si presenta come l'ambientazione ideale per ospitare le modalità più caciarone. Monumento é comprensibilmente la scelta più indicata per chi vuole buttarsi nella mischia senza troppi pensieri, oltre che per riposare gli occhi dopo tanta, troppa, oscurità.
Santuario: una sorta di cimitero tetro e desolato con al centro un tempio dagli angusti corridoi. Santuario é giusto compromesso per chi vuole alternare un approccio corpo a corpo con uno più di ampio respiro. In particolare nella modalità guardiano, l'utilizzo del tempio come fortezza in cui arroccarsi risulta funzionale ed appagante.
Quando ti chiami Gears of War e sei il seguito del titolo action più influente degli ultimi cinque anni, ogni sassolino sulla strada sarà un macigno agli occhi dei tuoi, immancabili, detrattori. Se poi i sassolini si rivelano veramente più fastidiosi di quando si potesse pensare alla vigilia, le critiche prendono un vigore che difficilmente qualche correzione al volo potrà spegnere. Ed é così che Gears of War 2, massacrato da un nutrito gruppo degli stessi puristi che hanno idolatrato il primo capitolo, per via di un comparto multiplayer tutt'altro che perfetto, raggiunge l'apice del suo ciclo vitale con la dignità dei veterani, di quei condottieri che, nonostante gli innegabili difetti endemici che in parte ancora affliggono il gioco multi giocatore, ha venduto più di cinque milioni di copie in un mondo in cui già piazzandone la metà si viene, ingiustamente, inscritti nell'olimpo delle killer applications.
Epic, ormai abituata ai grandi numeri, ha deciso di celebrare il suo masterpiece mettendo insieme tutto quanto rilasciato via Xbox LIVE in termini di mappe multi giocatore e rilanciando con un nuovo pack dedicato a chi fa del frag online il proprio pane quotidiano, per un totale di ben 19 locations aggiuntive. A rendere ancor più appetibile il tutto ci pensano un intero, seppur breve, atto segato via dalla campagna in singolo, che si contraddistingue per una quantomeno insolita impronta stealth.
Costo del biglietto per partecipare al party!? 1600 MP (poco meno di venti euro) per l'intera All Fronts Collection -completa dei tre precedenti map packs Flashback,Combustibile e Snowblind- mentre coloro che han seguito la software house californiana passo passo nel suo percorso di arricchimento delle avventure dei COG, potranno acquistare separatamente i due contenuti inediti -map pack Dark Corners ed atto Road to Ruin- a 1200 MP sonanti ( circa quattordici euro)
Insomma, ce n'é davvero per tutti i gusti e, quasi, per tutte le tasche.
Dritti all'inferno (con circospezione)
Inutile dirlo, la cosa che più ci incuriosiva di All Fronts Collection era Road to Ruin (tradotto come Via di Fuga), l'inedito atto presentato da Cliffy B. in persona in una breve clip introduttiva, tagliato via dalla campagna principale per innumerevoli ragioni non ben precisate. Alla fine della mezzora scarsa utile a completare la sezione in questione, le motivazioni che hanno portato a tale decisione ci sono parse decisamente più chiare.
Run to the ruin aggiunge poco o nulla alla già sfaccettata campagna single player di Gears of War 2. Il level design che accompagnerà i nostri beniamini Marcus e Dom verso l'oscuro Nexus nemico é il il solito more of the same, mentre il tanto sbandierato bivio stealth al quale saremo sottoposti all'inizio del nostro percorso é servito più a farci sorridere bonariamente che ad altro. In realtà Epic ce la mette tutta per piegare innaturalmente il suo gioiello alle rigide dinamiche dello stealth game. Arriva perfinno a travestire i due protagonisti da locuste, intimandogli di tenere lontano il dito dal grilletto di fronte a tanto ben di Dio. Peccato che dopo appena dieci minuti di improbabile slalom tra le armate nemiche, durante il quale la cosa più difficile sarà proprio non cedere al richiamo del gore, saranno proprio i due main characters a stufarsi di tanta circospezione per tornare alle solite, amate, maniere forti. E, in fondo, siam tutti contenti così. Tutti tranne il nostro portafoglio naturalmente.
Dietro gli angoli oscuri (ma anche sopra e sotto)
Sono sette le mappe componenti l'inedito pack Dark Corners, delle quali due -Stazione secondaria e Macchina da guerra- rappresentano delle riletture, più o meno palesi, di arene già presenti del passato episodio.
A seguire abbiamo stilato la nostra personalissima classifica di gradimento, contornata con tanto di considerazioni su cosa vi aspetta dietro l'angolo (oscuro).
Autostrada: con una struttura tutt'altro che lineare, al contrario di quanto si potrebbe presumere dal nome, caratterizzata da una serie di piattaforme sopraelevate disposte attorno ad un'arena piana ma ricca di elementi di discontinuità, questo mappa dallo stile “frastagliato” presta il fianco per gli stili di gioco più tattici, in una cornice gotica e “baroccamente locustiana”.
Stazione secondaria: stessa matrice estetica anche per questa mappa che, nonostante sia senza dubbio più votata allo scontro aperto, si dimostra più profonda e sfaccettata di quanto un primo impatto possa far credere. In particolar modo le sezioni inferiori perdono quel parallelismo che invece contraddistingue l'ampia zona superiore, donando al giocatore una molteplicità di approccio a seconda della modalità in corso.
Giardino degli antenati: stilisticamente agli antipodi delle due precedenti location, si presenta come una sorta di giardino dell'eden, atavico e sospeso sopra un quieto manto acquoso. Anche in questo frangente gli sviluppatori di Epic hanno optato per un design labirintico da interpretare, letteralmente e figurativamente, su più livelli. Insomma, un'altra meta ideale per i giocatori più celebrali.
Macchina da guerra: ovvero il paradiso dei cecchini, é il rifugio ideale per i giocatori claustrofobici. Due trincee perfettamente simmetriche si contrappongono in uno scenario arioso e pieno di punti ciechi dai quali sfruttare le proprie capacità balistiche, abbandonando per un attimo il fidato fucile a pompa per affidarsi ad armi a lungo raggio.
Nel nulla: catapultati letteralmente “nel nulla” provocato dalle enormi trivelle delle locuste, ci ritroveremo nella mappa meno contorta di tutto Dark Corners, dove le tattiche evasive serviranno a ben poco tenuto conto delle struttura “nullocentrica” dominante. Trattasi di un'altra opzione valida per gli sniper provetti, i quali disporranno di un'ottima visuale d'insieme semplicemente disponendosi ai bordi del cratere.
Monumento: l'unica location non “dark” di tutto il pacchetto, anche a causa della sua scarsa estensione, si presenta come l'ambientazione ideale per ospitare le modalità più caciarone. Monumento é comprensibilmente la scelta più indicata per chi vuole buttarsi nella mischia senza troppi pensieri, oltre che per riposare gli occhi dopo tanta, troppa, oscurità.
Santuario: una sorta di cimitero tetro e desolato con al centro un tempio dagli angusti corridoi. Santuario é giusto compromesso per chi vuole alternare un approccio corpo a corpo con uno più di ampio respiro. In particolare nella modalità guardiano, l'utilizzo del tempio come fortezza in cui arroccarsi risulta funzionale ed appagante.
Gears of War 2
Gears of War 2
Con All Fronts Collection, Epic rimpolpa la sua punta di diamante letteralmente su tutti i fronti. Da un lato arricchisce la già strabordante esperienza multiplayer radunando in un unico colpo la raccolta completa dei tre i map pack pubblicati ad oggi, aggiungendone addirittura un quarto contenente un paio di ever green e cinque nuove, ispirate, arene da battaglia. Dall'altro, non abbandona gli amanti del caro vecchio gioco in solitaria tirando fuori dal cilindro un capitolo aggiuntivo da incastonare nella già pregevole campagna single player, nonostante la nuova appendice, per forza di cose, sia tutto fuorché memorabile. Il tutto ad un prezzo ragionevole, specialmente se si considerano i singoli costi di Combustibile e Snowblind, che rende pacco confezionato da Cliffy B. e soci decisamente allettante. Se invece siete interessati ai soli contenuti inediti mettetevi una mano sul portafoglio, una sulla coscienza, e chiedetevi se vale veramente la pena di spendere questi 1200 MP tenuto conto soprattutto della brevità di Road to Ruin.