God Of War: Ascension
di
Davide Ottagono
Ormai si é detto tanto su God of War: Ascension, ma una cosa é certa: solo con il passare dei mesi é riuscito a catturare la nostra attenzione. Ed é anche strano, visto che stiamo parlando del possente Kratos, il personaggio chiave di una delle saghe più apprezzate della storia PlayStation. Ma, volete un po' per la sua semplice natura di prequel, volete un po' per la mancanza del numerino a seguito del titolo, fin dall'inizio lo si era preso come un capitolo inferiore, una sorta di spin-off concepito esclusivamente per annacquare il calderone del franchise. La domanda che tutti si ponevano era la stessa: c'era davvero il bisogno di ripescare una saga ormai conclusa? Noi l'abbiamo finalmente provato con mano e la risposta é "sì". Assolutamente.
Nonostante l'introduzione del multiplayer (anche questo spulciato fino in fondo, e altrettanto apprezzato), gli sviluppatori di gioco hanno sempre voluto precisare come questo fosse un seguito a tutto tondo, che non avrebbe perso nulla sul lato narrativo o meramente registico. Con il passare dei mesi, gli sforzi di Sony in ambito marketing ci hanno fatto capire come Ascension - nonostante la prossima uscita di The Last of Us - non fosse per niente il riempitivo primaverile che un po' tutti credavamo. É Kratos, più arrabbiato e umano che mai, violento e spettacolare proprio come il mondo lo ricorda.
Avete letto bene. Vi capiamo, é un po' difficile leggere "umano" e "Kratos" nella stessa frase, eppure é questo il nuovo obiettivo degli sviluppatori. Raccontare di un guerriero spartano ancora giovane, ancora debole per la perdita della moglie e della figlia, ancora non impazzito dal dolore diventando la bestia senza cuore che tanto ci é piaciuto accompagnare nella trilogia originale. Catturato e reso inerme dalle tre Furie, il nostro (anti)eroe dovrà farsi strada tra le loro prigioni, scappare e raggiungere il traguardo che poi l'avrebbe reso il condottiero più temuto dal Monte Olimpo.
Per chi non lo sapesse, le Furie - nella mitologia greca - erano tre donne nate dal sangue di Urano, dopo che quest'ultimo fu ferito dal titano Crono. Conosciute anche come "Erinni", questa triade infernale impersonificava la vendetta, la brama di sangue e qualunque altro atto legato alla cattiveria. Aletto, Megera e Tisifone - questi i nomi delle tre "fanciulle" - erano temute in tutta la Grecia, e a loro venivano offerti i più efferati tributi nel tentativo di placare la loro ira. Lezione di epica a parte, é ancora sconosciuto il motivo per cui, nel gioco, cerchino Kratos così ardentemente.
La demo che abbiamo provato, che poi é anche quella mostrata allo scorso E3, ci catapulta più avanti, in un porto infestato da bestie per metà umane. Un Kraken sorveglia le acque circostanti, bloccando di fatto la possibilità di tornare indietro e costringendo Kratos a proseguire per la sua meta. Fin da subito, pad alla mano, é impossibile non notare i tanti ritocchi nel sistema di combattimento. La possibilità di raccogliere dal suolo le armi di alleati e nemici apre alla saga una marea di orizzonti inesplorati, permettendoci di non rimanere più legati alle solite Lame del Caos (o agli altri aggeggi che ci venivano sempre donati ma che, detto sinceramente, nessuno mai usava), e di sperimentare sempre nuove tattiche. Per l'occasione, tra l'altro, é stata anche rivista un po' la mappatura dei comandi. La presa passa a R1 (a questo riguardo, un po' difficile ri-abituarsi dopo un intero decennio), mentre il tasto Cerchio sarà l'attacco speciale dell'arma impugnata in quel momento. Se con le care Spade del Caos si traduce in un semplice calcio per spezzare la difesa degli avversari, con le armi trovate in giro sarà possibile esibirsi in letali danze della morte capaci di rendere questi gingilli, per la prima volta nella storia della saga, ancor più utili delle armi primarie.
Già solo durante il primo, breve combattimento le novità che ci hanno colpito sono molteplici. Con la presa sarà ora possibile usare una Lama per bloccare un nemico e, al contempo, colpire quelli attorno con la mano libera. O, ancora, utilizzare questo stesso nemico incatenato come yo-yo umano per colpire le minacce rimanenti. Un sistema che invoglia la fantasia, insomma, oltre che la prontezza di riflessi. Oltre la già citata feature di poter raccogliere le armi da terra e intercambiarle al volo con quelle in nostre possesso, segnaliamo la presenza di un contatore in fondo allo schermo che premierà i giocatori più veloci. Concatenando combo in fila senza farsi colpire, infatti, andremo a riempirlo. Una sorta di "barra dello stile" presa in prestito dai colleghi giapponesi, per farla breve, che finalmente trova un'occupazione a quei promemoria di brutalità che da sempre ci accompagnano a lato dell'azione. Più concateneremo combo, più faremo attenzione a non farci bloccare, più la barra si riempirà. Maggiore sarà il suo riempimento, più letali saranno i nostri colpi. Le lame si infiammeranno, in uno spettacolo di fuoco e scintille, carbonizzando chiunque ci si pari davanti, con progressiva estensione. Al culmine della barra, potremo anche decidere di rilasciare in un'unica volta l'intero potere nascosto nelle Lame, in una grossa esplosione che non lascerà scampo a nessuno in zona.
Liberata l'area e messo a tacere un primo mini-boss dall'aspetto caprino, prima tagliandogli le gambe e poi conficcandolo con il suo stesso spadone (ma é Kratos, la cosa non ci sorprende neanche più), il prossimo obiettivo é quello di scalare il sito in costruzione di quella che sembra essere un'enorme statua d'oro, e raggiungere l'altro versante. Purtroppo per noi, il simpatico Kraken ci mette del suo, distruggendo larga parte delle impalcature in legno e privandoci degli appigli necessari per continuare l'arrampicata. E qui entra in gioco il nuovo aggeggino di Kratos. Sorvolando i motivi di trama per cui il fantasma di Sparta sia in possesso di un dispositivo per fermare o riavvolgere il tempo (dal potere però piuttosto circoscritto), sappiate che vi basterà puntare la sua "bocca" verso le rovine in legno e aspettare che le cose facciano il loro corso. L'orologio biologico delle cataste distrutte ticchetterà all'indietro, facendo tornare tutto com'era prima. Il problema é che neanche una volta aggiustata l'impalcatura ci saranno i necessari appigli. Ed ecco che scopriamo un'altra, interessante funzione dell'oggetto: il poter riavvolgere il tempo fino ad un punto preciso, lasciando il tutto momentaneamente in "stand by". Così si può sfruttare l'attimo in cui tutto é ancora in "caduta libera" per raggiungere una posizione di vantaggio da cui poter definitivamente ricostruire tutto e superare anche l'ultimo pezzo. Inutile dire che, sfruttato bene, questo potere potrà dar vita ad enigmi davvero interessanti.
Da questo punto in poi, tutto é nei canoni della saga. In alcuni casi, ancora oltre. Si falciano nemici di ogni genere, dalla fanteria di base a bruttoni di ben più possente statura, fino ad arrivare allo scontro con una bestia metà uomo e metà elefante. Violenza a fiumi e organi interni che vedono la luce del sole fanno da contorno alla rinnovata possibilità di contrattaccare anche se bloccati dalle prese avversarie. Insomma, come sicuramente avrete capito, alla classica potenza tecnica e registica della serie sono andate ad aggiungersi tantissime novità che, per la primissima volta nella saga, davvero fanno annusare un po' d'aria fresca. Ironicamente, il gameplay sembra essere progredito più in questo "spin-off" che nei seguiti ufficiali del filone. Ora sì che ci sentiamo meglio. Intanto, la lotta con il Kraken dovrà attendere il gioco completo per avere un epilogo.
Difficile, invece, dare pareri strettamente tecnici. Il ritorno alle ambientazioni più luminose del capostipite é sicuramente apprezzato, anche se difettucci vari lo mettono un gradino sotto al terzo episodio. Difetti che, considerata la demo datata di almeno un anno, sicuramente saranno risolti con la versione finale.
Nonostante l'introduzione del multiplayer (anche questo spulciato fino in fondo, e altrettanto apprezzato), gli sviluppatori di gioco hanno sempre voluto precisare come questo fosse un seguito a tutto tondo, che non avrebbe perso nulla sul lato narrativo o meramente registico. Con il passare dei mesi, gli sforzi di Sony in ambito marketing ci hanno fatto capire come Ascension - nonostante la prossima uscita di The Last of Us - non fosse per niente il riempitivo primaverile che un po' tutti credavamo. É Kratos, più arrabbiato e umano che mai, violento e spettacolare proprio come il mondo lo ricorda.
Avete letto bene. Vi capiamo, é un po' difficile leggere "umano" e "Kratos" nella stessa frase, eppure é questo il nuovo obiettivo degli sviluppatori. Raccontare di un guerriero spartano ancora giovane, ancora debole per la perdita della moglie e della figlia, ancora non impazzito dal dolore diventando la bestia senza cuore che tanto ci é piaciuto accompagnare nella trilogia originale. Catturato e reso inerme dalle tre Furie, il nostro (anti)eroe dovrà farsi strada tra le loro prigioni, scappare e raggiungere il traguardo che poi l'avrebbe reso il condottiero più temuto dal Monte Olimpo.
Per chi non lo sapesse, le Furie - nella mitologia greca - erano tre donne nate dal sangue di Urano, dopo che quest'ultimo fu ferito dal titano Crono. Conosciute anche come "Erinni", questa triade infernale impersonificava la vendetta, la brama di sangue e qualunque altro atto legato alla cattiveria. Aletto, Megera e Tisifone - questi i nomi delle tre "fanciulle" - erano temute in tutta la Grecia, e a loro venivano offerti i più efferati tributi nel tentativo di placare la loro ira. Lezione di epica a parte, é ancora sconosciuto il motivo per cui, nel gioco, cerchino Kratos così ardentemente.
La demo che abbiamo provato, che poi é anche quella mostrata allo scorso E3, ci catapulta più avanti, in un porto infestato da bestie per metà umane. Un Kraken sorveglia le acque circostanti, bloccando di fatto la possibilità di tornare indietro e costringendo Kratos a proseguire per la sua meta. Fin da subito, pad alla mano, é impossibile non notare i tanti ritocchi nel sistema di combattimento. La possibilità di raccogliere dal suolo le armi di alleati e nemici apre alla saga una marea di orizzonti inesplorati, permettendoci di non rimanere più legati alle solite Lame del Caos (o agli altri aggeggi che ci venivano sempre donati ma che, detto sinceramente, nessuno mai usava), e di sperimentare sempre nuove tattiche. Per l'occasione, tra l'altro, é stata anche rivista un po' la mappatura dei comandi. La presa passa a R1 (a questo riguardo, un po' difficile ri-abituarsi dopo un intero decennio), mentre il tasto Cerchio sarà l'attacco speciale dell'arma impugnata in quel momento. Se con le care Spade del Caos si traduce in un semplice calcio per spezzare la difesa degli avversari, con le armi trovate in giro sarà possibile esibirsi in letali danze della morte capaci di rendere questi gingilli, per la prima volta nella storia della saga, ancor più utili delle armi primarie.
Già solo durante il primo, breve combattimento le novità che ci hanno colpito sono molteplici. Con la presa sarà ora possibile usare una Lama per bloccare un nemico e, al contempo, colpire quelli attorno con la mano libera. O, ancora, utilizzare questo stesso nemico incatenato come yo-yo umano per colpire le minacce rimanenti. Un sistema che invoglia la fantasia, insomma, oltre che la prontezza di riflessi. Oltre la già citata feature di poter raccogliere le armi da terra e intercambiarle al volo con quelle in nostre possesso, segnaliamo la presenza di un contatore in fondo allo schermo che premierà i giocatori più veloci. Concatenando combo in fila senza farsi colpire, infatti, andremo a riempirlo. Una sorta di "barra dello stile" presa in prestito dai colleghi giapponesi, per farla breve, che finalmente trova un'occupazione a quei promemoria di brutalità che da sempre ci accompagnano a lato dell'azione. Più concateneremo combo, più faremo attenzione a non farci bloccare, più la barra si riempirà. Maggiore sarà il suo riempimento, più letali saranno i nostri colpi. Le lame si infiammeranno, in uno spettacolo di fuoco e scintille, carbonizzando chiunque ci si pari davanti, con progressiva estensione. Al culmine della barra, potremo anche decidere di rilasciare in un'unica volta l'intero potere nascosto nelle Lame, in una grossa esplosione che non lascerà scampo a nessuno in zona.
Liberata l'area e messo a tacere un primo mini-boss dall'aspetto caprino, prima tagliandogli le gambe e poi conficcandolo con il suo stesso spadone (ma é Kratos, la cosa non ci sorprende neanche più), il prossimo obiettivo é quello di scalare il sito in costruzione di quella che sembra essere un'enorme statua d'oro, e raggiungere l'altro versante. Purtroppo per noi, il simpatico Kraken ci mette del suo, distruggendo larga parte delle impalcature in legno e privandoci degli appigli necessari per continuare l'arrampicata. E qui entra in gioco il nuovo aggeggino di Kratos. Sorvolando i motivi di trama per cui il fantasma di Sparta sia in possesso di un dispositivo per fermare o riavvolgere il tempo (dal potere però piuttosto circoscritto), sappiate che vi basterà puntare la sua "bocca" verso le rovine in legno e aspettare che le cose facciano il loro corso. L'orologio biologico delle cataste distrutte ticchetterà all'indietro, facendo tornare tutto com'era prima. Il problema é che neanche una volta aggiustata l'impalcatura ci saranno i necessari appigli. Ed ecco che scopriamo un'altra, interessante funzione dell'oggetto: il poter riavvolgere il tempo fino ad un punto preciso, lasciando il tutto momentaneamente in "stand by". Così si può sfruttare l'attimo in cui tutto é ancora in "caduta libera" per raggiungere una posizione di vantaggio da cui poter definitivamente ricostruire tutto e superare anche l'ultimo pezzo. Inutile dire che, sfruttato bene, questo potere potrà dar vita ad enigmi davvero interessanti.
Da questo punto in poi, tutto é nei canoni della saga. In alcuni casi, ancora oltre. Si falciano nemici di ogni genere, dalla fanteria di base a bruttoni di ben più possente statura, fino ad arrivare allo scontro con una bestia metà uomo e metà elefante. Violenza a fiumi e organi interni che vedono la luce del sole fanno da contorno alla rinnovata possibilità di contrattaccare anche se bloccati dalle prese avversarie. Insomma, come sicuramente avrete capito, alla classica potenza tecnica e registica della serie sono andate ad aggiungersi tantissime novità che, per la primissima volta nella saga, davvero fanno annusare un po' d'aria fresca. Ironicamente, il gameplay sembra essere progredito più in questo "spin-off" che nei seguiti ufficiali del filone. Ora sì che ci sentiamo meglio. Intanto, la lotta con il Kraken dovrà attendere il gioco completo per avere un epilogo.
Difficile, invece, dare pareri strettamente tecnici. Il ritorno alle ambientazioni più luminose del capostipite é sicuramente apprezzato, anche se difettucci vari lo mettono un gradino sotto al terzo episodio. Difetti che, considerata la demo datata di almeno un anno, sicuramente saranno risolti con la versione finale.
God Of War: Ascension
God Of War: Ascension
Manca un mese all'uscita di God of War: Ascension nei negozi, ma i punti interrogativi diventano sempre meno. Il gioco é solido, il gameplay ugualmente brutale ma più tecnico, le novità introdotte assolutamente apprezzabili e la trama promette di scavare in un Kratos debole come mai l'abbiamo visto prima. I lavori sul multigiocatore sembrano non aver assolutamente intaccato i lavori sulla campagna in singolo, ancora una volta spettacolare, sorprendente e registicamente impeccabile. Non si parla più di spin-off, ma di un degno seguito della trilogia originale che - un po' a sorpresa - sembra voler alzare la barra della qualità ancora più in alto. Se prima avevamo dei dubbi, ora siamo sicuri. Marzo sarà il ritorno in grande stile del Fantasma di Sparta, in tutto e per tutto.