Half Life 2
di
Roberto Vicario
Se dovessimo, con molta fantasia, immaginarci un Olimpo videoludico, a svettare su centinai di migliaia di titoli ci sarebbe sicuramente un FPS che nonostante una storia non così lunga come si potrebbe pensare, é riuscito a segnare profondamente un genere sin nelle sue radici più profonde.
Stiamo ovviamente parlando di Half Llife 2, seguito di quel Half Life uscito su PC nel lontano 1998 e sviluppato Valve Software Corporation. A distanza di dieci anni dalla sua uscita - arrivò ufficialmente sul mercato il 16 novembre 2004 - cerchiamo di spiegare perché, ad oggi, rimane ancora uno dei titoli più giocati e amati di sempre da parte della community dei videogiocatori.
Parlare di Half Life 2 non é semplice. I motivi sono svariati a partire da un travagliato sviluppo durato la bellezza di cinque anni, passando per il furto del codice sorgente da parte di alcuni hacker e arrivano fino ai legittimi timori dei fan che avevano la paura di non poter avere tra le mani un prodotto in grado di competere con il primo capitolo.
Una volta sul mercato però, il gioco sviluppato da Valve fu in grado non solo di confermare ampiamente tutte le attese, ma riuscì soprattutto nell'intento di dettare nuovi standard grafici, narrativi e di gameplay all'interno di un genere che sino a quel momento aveva vissuto un periodo di relativa staticità.
Prima di addentrarci in discorsi squisitamente tecnici e filosofici, é giusto rinfrescare un attimo la memoria a coloro che non si ricordano la trama del gioco.
Ambientato immediatamente dopo i fatti avvenuti nel primo capitolo, in Half Life 2 torniamo a vestire i panni del Dott. Gordon Freeman, risvegliato dalla stasi in cui era finito per mano dell'eclettico e oscuro personaggio chiamato G-Man (per gli amici l'uomo con la valigetta).
vimager1, 2, 3
Una volta sveglio il dottore si troverà all'interno di un mondo fortemente segnato dagli avvenimenti accaduti ai laboratori Black Mesa. Ambientato all'interno della City 17, la storia trasformerà Freeman nell'ago della bilancia di una delicata lotta che si sta combattendo tra i Combine (un'alleanza tra razze aliene che ha preso il controllo della terra) e la resistenza che conta oltre a vecchie conoscenze del laboratorio anche i famosi vortigaunt. Attraversodiversi capitoli, dovremo quindi cercare di salvare la popolazione trasformata in schiavitù e controllata all'interno di vere e proprie città/prigioni.
Seppur raccontata così a grandi linee la trama, a chi non l'ha giocato, potrebbe correre il rischio di trasmettere sensazioni di “già visto”; ben diversa é l'esperienza che i ragazzi di Valve hanno fatto vivere a chi in tempi passati ha provato l'esperienza in prima persona tastiera e mouse alla mano.
In Half Life 2 si intravedeva infatti per la prima volta una fortissima integrazione della componente narrativa, in grado non solo di offrire uno spessore mai visto sino a quel momento, ma soprattutto di donare ad ogni singolo personaggio un vero e proprio carattere, ed un carisma in grado di determinate in maniera netta e profonda ogni singolo comprimario dell'avventura. Il Dott. Eli Vance (vecchia conoscenza del primo capitolo), sua figlia Alyx Vance e persino DOG - un simpatico cagnolone robot - e molti altri ancora evolvevano le loro emozioni nel corso dell'avventura, lasciando al giocatore la possibilità di “affezionarsi” a loro e supportare in maniera sempre più concreta la loro causa.
Tutto questo non sarebbe stato ovviamente possibile se alla spalle di una struttura narrativa così ambiziosa non ci fosse stato un motore grafico in grado di trasformare in realtà le ambizioni di Valve. Ecco quindi fare capolino il source engine, motore proprietario della casa di Bellevue che ancora oggi, in versione pesantemente modificate, viene utilizzato per lo sviluppo dei giochi.
Ai tempi dell'uscita di Half Life 2, il motore grafico aveva strabiliato i più grazie all'elevatissima mole poligonale di cui erano composti sia i personaggi che gli ambienti di gioco. A colpire più di ogni altro elemento fu l'ottimo dettaglio, in termini di animazioni facciali, che gli sviluppatori erano stati in grado di raggiungere. Volti che per la prima volta riuscivano a trasmettere emozioni, inserendosi perfettamente in quel contesto di estrema ambizione narrativa di cui abbiamo parlato poco sopra.
Non era però solamente la grafica a colpire ma anche una serie di animazioni che mai era stato così realistico e perfettamente contestualizzato. Una cura minuziosa e quasi maniacale, in grado di trasmettere al giocatore la volontà di realizzare qualcosa di veramente importate da parte dei ragazzi di Valve.
La novità più pesante, ed in grado di segnare un vero e proprio solco tecnologico é stata però l'introduzione del concetto di massa all'interno del contesto di gioco per ogni singolo oggetto. Per poter integrare un concetto così ambizioso gli sviluppatori si affidarono all'havok engine, un software ancora oggi utilizzato all'interno dell'industria.
Half Life 2 fu però pioniere in questo senso. L'introduzione di un concetto di fisica che non fosse solo mero contorno ma che andasse ad influenzare in maniera netta e concreta il gameplay, é ancora oggi uno dei pregi che vengono riconosciuti al gioco. Per giustificare il tutto, gli sviluppatori ebbero la brillate idea di inserire la gravity gun. Una pistola in grado di raccogliere e lanciare gli oggetti sparsi per il livello. L'utilizzo di questa ”arma” si intrecciava nel gameplay grazie a diversi enigmi, basati per l'appunto sulla fisica, che il gioco ci chiedeva di risolvere per poter accedere alla porzione successiva del livello.
Tutto questo ben di Dio aveva però un grosso limite, un pecca che se traslata nel mercato attuale potrebbe essere vista come una vera e propria voragine. Difatti, a causa di una serie di algoritmi chiamati radiosity non era stato possibile implementare un sistema di illuminazione dinamica vero e proprio, dovendosi affidare alla più classica illuminazione “statica” e artificiale. Stupiti vero?
Il titolo, tuttavia, nonostante questo “limite” fu un vero e proprio successo sia in termini di vendite che di critica. Nel 2004 vince per 35 volte il premio di “gioco dell'anno”, sino ad arrivare al prestigioso riconoscimento vinto nel 2012 durante gli Spike Video Games Awards di: “Gioco del decennio”. Siamo però certi che il premio migliore gli sviluppatori l'abbiamo vinto con i giocatori che oltre ad aver comprato il gioco, ancora oggi su Metacritic lo valutano 9, 2 su 10.
Tutto questo però sarebbe potuto non succedere. Il titolo infatti era già praticamente pronto nel 2003, tuttavia, ad un mese dall'uscita del gioco, un furto del codice sorgente da parte di alcuni cracker porto il titolo ad essere condiviso sui maggiori programmi di file sharing dell'epoca. Valve dovette così bloccare l'uscita e ritardala di quasi un anno. Ecco quindi spiegati i cinque anni di sviluppo.
Dopo il successo su Personal Computer il titolo arrivò anche su Xbox nel novembre del 2005, su Xbox 360 nell'ottobre del 2007, su PS3 nel dicembre del 2007 e su Mac e Linux rispettivamente nel giugno del 2010 e nel maggio del 2013.
L'uscita di Half Life 2, soprattutto su PC diede vita a tutta una serie di mod che andavano a colmare in maniera più o meno valida alcune lacune del prodotto.
Ma il primo vero supporter del gioco, prima ancora dei modder, fu Valve stessa che con l'uscita di Episode 1 ed Episode 2, dimostrò che il titolo era vivo e vegeto, inserito in un contesto che si sarebbe sviluppato in un futuro non troppo remoto. I due capitoli aggiuntivi, partendo dalla fine di Half Life 2 aggiungevano alcuni elementi al comparto narrativo in grado di tessere ulteriormente le fila del contesto narrativo.
I due capitoli aggiuntivi furono anche i responsabili dell'introduzione di alcune vere e proprie novità all'interno del motore grafico. Il primo episodio, in particolare, andò a migliorare ulteriormente il rendering delle espressioni facciali, mentre il secondo ebbe l'onore di inserire delle nuove location da esplorare come la foresta.
A rendere però vivo tutto il sottobosco legato ad Half Life ci pensarono - e ci pensano tutt'ora - i modder. Tra le tante versioni modificate uscite sul mercato vale la pena citarne qualcuna. Su tutte spicca ovviamente Half Life 2: Deatmatch, mod in grado di aggiungere forse la più grossa lacuna lamentata dai fan: il multiplayer competitivo. Come lascia intuire in nome stesso la modifica introduceva la possibilità di potersi sfidare tra giocatori umani. Ad aumentare la variante di modalità di gioco, uscirà in futuro anche “CTF”, mod che portò il capture the flag all'interno del titolo.
Non é tutto però, dobbiamo infatti citare altri due prodotti molto particolari: Half Life 2: Lost Coast e Half Life 2: Survivor. Il primo altro non era che un vero e proprio livello non inserito all'interno del gioco finale che Valve decise di rilasciare successivamente nel 2005 per mostrare le potenzialità dell'high dynamic rendering.
Il secondo invece fu un prodotto decisamente più particolare. Sviluppato da Valve in collaborazione con Taito, il titolo era una versione arcade adattata del titolo e prevedeva tre modalità di gioco: story mode, mission mode (una sorta di modalità cooperativa a due giocatori) e deatmatch la classica variante competitiva mutiplayer.
Magari non sarà stato amato da tutti ma Half Life 2 rientra in quella categoria di prodotti in grado di segnare in maniera indelebile il settore dei videogiochi. Ancora oggi, se vi capiterà di riprenderlo in mano e giocarci, scoprirete come molti elementi introdotti ai tempi vengono pesantemente riutilizzati nei giochi attuali. Poco importa se é dieci anni che aspettate l'annuncio di Half Life 3 (Gabe, se ci senti, ci accontentiamo anche di Episode 3) la saga creata da Valve troverà sempre un posticino nel cuore di qualsiasi appassionato di questo splendido passatempo. A presto (speriamo!) Gordon Freeman.
Stiamo ovviamente parlando di Half Llife 2, seguito di quel Half Life uscito su PC nel lontano 1998 e sviluppato Valve Software Corporation. A distanza di dieci anni dalla sua uscita - arrivò ufficialmente sul mercato il 16 novembre 2004 - cerchiamo di spiegare perché, ad oggi, rimane ancora uno dei titoli più giocati e amati di sempre da parte della community dei videogiocatori.
Innovazione, carisma e... Gordon Freeman!
Parlare di Half Life 2 non é semplice. I motivi sono svariati a partire da un travagliato sviluppo durato la bellezza di cinque anni, passando per il furto del codice sorgente da parte di alcuni hacker e arrivano fino ai legittimi timori dei fan che avevano la paura di non poter avere tra le mani un prodotto in grado di competere con il primo capitolo.
Una volta sul mercato però, il gioco sviluppato da Valve fu in grado non solo di confermare ampiamente tutte le attese, ma riuscì soprattutto nell'intento di dettare nuovi standard grafici, narrativi e di gameplay all'interno di un genere che sino a quel momento aveva vissuto un periodo di relativa staticità.
Prima di addentrarci in discorsi squisitamente tecnici e filosofici, é giusto rinfrescare un attimo la memoria a coloro che non si ricordano la trama del gioco.
Ambientato immediatamente dopo i fatti avvenuti nel primo capitolo, in Half Life 2 torniamo a vestire i panni del Dott. Gordon Freeman, risvegliato dalla stasi in cui era finito per mano dell'eclettico e oscuro personaggio chiamato G-Man (per gli amici l'uomo con la valigetta).
vimager1, 2, 3
Una volta sveglio il dottore si troverà all'interno di un mondo fortemente segnato dagli avvenimenti accaduti ai laboratori Black Mesa. Ambientato all'interno della City 17, la storia trasformerà Freeman nell'ago della bilancia di una delicata lotta che si sta combattendo tra i Combine (un'alleanza tra razze aliene che ha preso il controllo della terra) e la resistenza che conta oltre a vecchie conoscenze del laboratorio anche i famosi vortigaunt. Attraversodiversi capitoli, dovremo quindi cercare di salvare la popolazione trasformata in schiavitù e controllata all'interno di vere e proprie città/prigioni.
Seppur raccontata così a grandi linee la trama, a chi non l'ha giocato, potrebbe correre il rischio di trasmettere sensazioni di “già visto”; ben diversa é l'esperienza che i ragazzi di Valve hanno fatto vivere a chi in tempi passati ha provato l'esperienza in prima persona tastiera e mouse alla mano.
In Half Life 2 si intravedeva infatti per la prima volta una fortissima integrazione della componente narrativa, in grado non solo di offrire uno spessore mai visto sino a quel momento, ma soprattutto di donare ad ogni singolo personaggio un vero e proprio carattere, ed un carisma in grado di determinate in maniera netta e profonda ogni singolo comprimario dell'avventura. Il Dott. Eli Vance (vecchia conoscenza del primo capitolo), sua figlia Alyx Vance e persino DOG - un simpatico cagnolone robot - e molti altri ancora evolvevano le loro emozioni nel corso dell'avventura, lasciando al giocatore la possibilità di “affezionarsi” a loro e supportare in maniera sempre più concreta la loro causa.
Tutto questo non sarebbe stato ovviamente possibile se alla spalle di una struttura narrativa così ambiziosa non ci fosse stato un motore grafico in grado di trasformare in realtà le ambizioni di Valve. Ecco quindi fare capolino il source engine, motore proprietario della casa di Bellevue che ancora oggi, in versione pesantemente modificate, viene utilizzato per lo sviluppo dei giochi.
Ai tempi dell'uscita di Half Life 2, il motore grafico aveva strabiliato i più grazie all'elevatissima mole poligonale di cui erano composti sia i personaggi che gli ambienti di gioco. A colpire più di ogni altro elemento fu l'ottimo dettaglio, in termini di animazioni facciali, che gli sviluppatori erano stati in grado di raggiungere. Volti che per la prima volta riuscivano a trasmettere emozioni, inserendosi perfettamente in quel contesto di estrema ambizione narrativa di cui abbiamo parlato poco sopra.
Non era però solamente la grafica a colpire ma anche una serie di animazioni che mai era stato così realistico e perfettamente contestualizzato. Una cura minuziosa e quasi maniacale, in grado di trasmettere al giocatore la volontà di realizzare qualcosa di veramente importate da parte dei ragazzi di Valve.
La novità più pesante, ed in grado di segnare un vero e proprio solco tecnologico é stata però l'introduzione del concetto di massa all'interno del contesto di gioco per ogni singolo oggetto. Per poter integrare un concetto così ambizioso gli sviluppatori si affidarono all'havok engine, un software ancora oggi utilizzato all'interno dell'industria.
Half Life 2 fu però pioniere in questo senso. L'introduzione di un concetto di fisica che non fosse solo mero contorno ma che andasse ad influenzare in maniera netta e concreta il gameplay, é ancora oggi uno dei pregi che vengono riconosciuti al gioco. Per giustificare il tutto, gli sviluppatori ebbero la brillate idea di inserire la gravity gun. Una pistola in grado di raccogliere e lanciare gli oggetti sparsi per il livello. L'utilizzo di questa ”arma” si intrecciava nel gameplay grazie a diversi enigmi, basati per l'appunto sulla fisica, che il gioco ci chiedeva di risolvere per poter accedere alla porzione successiva del livello.
Tutto questo ben di Dio aveva però un grosso limite, un pecca che se traslata nel mercato attuale potrebbe essere vista come una vera e propria voragine. Difatti, a causa di una serie di algoritmi chiamati radiosity non era stato possibile implementare un sistema di illuminazione dinamica vero e proprio, dovendosi affidare alla più classica illuminazione “statica” e artificiale. Stupiti vero?
Il titolo, tuttavia, nonostante questo “limite” fu un vero e proprio successo sia in termini di vendite che di critica. Nel 2004 vince per 35 volte il premio di “gioco dell'anno”, sino ad arrivare al prestigioso riconoscimento vinto nel 2012 durante gli Spike Video Games Awards di: “Gioco del decennio”. Siamo però certi che il premio migliore gli sviluppatori l'abbiamo vinto con i giocatori che oltre ad aver comprato il gioco, ancora oggi su Metacritic lo valutano 9, 2 su 10.
Tutto questo però sarebbe potuto non succedere. Il titolo infatti era già praticamente pronto nel 2003, tuttavia, ad un mese dall'uscita del gioco, un furto del codice sorgente da parte di alcuni cracker porto il titolo ad essere condiviso sui maggiori programmi di file sharing dell'epoca. Valve dovette così bloccare l'uscita e ritardala di quasi un anno. Ecco quindi spiegati i cinque anni di sviluppo.
Dopo il successo su Personal Computer il titolo arrivò anche su Xbox nel novembre del 2005, su Xbox 360 nell'ottobre del 2007, su PS3 nel dicembre del 2007 e su Mac e Linux rispettivamente nel giugno del 2010 e nel maggio del 2013.
Mod e supporto del gioco
L'uscita di Half Life 2, soprattutto su PC diede vita a tutta una serie di mod che andavano a colmare in maniera più o meno valida alcune lacune del prodotto.
Ma il primo vero supporter del gioco, prima ancora dei modder, fu Valve stessa che con l'uscita di Episode 1 ed Episode 2, dimostrò che il titolo era vivo e vegeto, inserito in un contesto che si sarebbe sviluppato in un futuro non troppo remoto. I due capitoli aggiuntivi, partendo dalla fine di Half Life 2 aggiungevano alcuni elementi al comparto narrativo in grado di tessere ulteriormente le fila del contesto narrativo.
I due capitoli aggiuntivi furono anche i responsabili dell'introduzione di alcune vere e proprie novità all'interno del motore grafico. Il primo episodio, in particolare, andò a migliorare ulteriormente il rendering delle espressioni facciali, mentre il secondo ebbe l'onore di inserire delle nuove location da esplorare come la foresta.
A rendere però vivo tutto il sottobosco legato ad Half Life ci pensarono - e ci pensano tutt'ora - i modder. Tra le tante versioni modificate uscite sul mercato vale la pena citarne qualcuna. Su tutte spicca ovviamente Half Life 2: Deatmatch, mod in grado di aggiungere forse la più grossa lacuna lamentata dai fan: il multiplayer competitivo. Come lascia intuire in nome stesso la modifica introduceva la possibilità di potersi sfidare tra giocatori umani. Ad aumentare la variante di modalità di gioco, uscirà in futuro anche “CTF”, mod che portò il capture the flag all'interno del titolo.
Non é tutto però, dobbiamo infatti citare altri due prodotti molto particolari: Half Life 2: Lost Coast e Half Life 2: Survivor. Il primo altro non era che un vero e proprio livello non inserito all'interno del gioco finale che Valve decise di rilasciare successivamente nel 2005 per mostrare le potenzialità dell'high dynamic rendering.
Il secondo invece fu un prodotto decisamente più particolare. Sviluppato da Valve in collaborazione con Taito, il titolo era una versione arcade adattata del titolo e prevedeva tre modalità di gioco: story mode, mission mode (una sorta di modalità cooperativa a due giocatori) e deatmatch la classica variante competitiva mutiplayer.
Magari non sarà stato amato da tutti ma Half Life 2 rientra in quella categoria di prodotti in grado di segnare in maniera indelebile il settore dei videogiochi. Ancora oggi, se vi capiterà di riprenderlo in mano e giocarci, scoprirete come molti elementi introdotti ai tempi vengono pesantemente riutilizzati nei giochi attuali. Poco importa se é dieci anni che aspettate l'annuncio di Half Life 3 (Gabe, se ci senti, ci accontentiamo anche di Episode 3) la saga creata da Valve troverà sempre un posticino nel cuore di qualsiasi appassionato di questo splendido passatempo. A presto (speriamo!) Gordon Freeman.
Half Life 2
Half Life 2
A distanza di dieci anni Half Life 2 si dimostra ancora un titolo in grado di dire la sua all'interno del panorama videoludico, in particolare per quanto riguarda quello degli FPS. Narrazione, comparto tecnico, e molto altro ancora sono elementi che ancora oggi vengono ripresi da molti sviluppatori. In attesa di mettere le mani su Half Life 3, forse, vale la pena rigiocarsi questa pietra miliare. Buon Compleanno Gordon Freeman!