Heroes of the Storm
La mano necrotica dell’arcilich Kel’Thuzad ha contaminato il Nexus con il suo avvento oscuro, portandosi con sé una serie di fantastiche skin tematiche ed alcune piccole, ma simpatiche, ricompense relative a ritratti, spray e banner. Il concept studiato da Blizzard sulle ricompense ha funzionato benissimo, impostando un trend che verrà presto ripreso con l’arrivo di un evento overwatch-centrico.
Tutti Abbiamo Bisogno di Credere in Qualcosa
Dopo aver assistito all’arrivo di diversi eroi tratti dagli universi più disparati, mancava da tanto tempo all’appello un eroe che appartenesse al mondo di Overwatch. Certo, tra tutte le possibili opinioni e speranze espresse nel web dai giocatori (con tanto di leak che sembrava indicare l’arrivo di un possibile Fenix) apprendere che Ana Amari sarebbe scesa nel Nexus nel ruolo di healer ci ha piacevolmente sorpreso.
Ana è uno dei membri fondatori della Overwatch e il suo supporto sul campo di battaglia, soprattutto durante la Crisi degli Omnic che colpì duramente l’Egitto, la fece ben presto promuovere a Capitano diventando il braccio destro del Comandante Morrison.
Durante una missione di recupero ostaggi, però, l’agente operativo della Talon conosciuta al mondo con il nome in codice Widowmaker riuscì quasi a farla fuori, provocandogli ferite profonde accompagnate dalla perdita permanente dell’occhio destro. Fu in quel momento che l’agente decise di far credere al mondo di essere morta, anche se però il passare del tempo gli fece comprendere che la sua vita non poteva procedere al di fuori dei campi di battaglia.
Fare in modo di farla scendere nel Nexus, adattandone le abilità al meglio per farle funzionare nel MOBA, non è stata certo un’impresa facile. Durante un evento a porte chiuse in anteprima, sono stati gli stessi sviluppatori a spiegarci che Ana sarà un healer molto diverso da quelli che siamo abituati ad utilizzare, complice un set di abilità molto particolare che, almeno sulla carta, la rende a tutti gli effetti veramente ostica da fronteggiare.
Bisogna fin da subito mettere in chiaro una cosa: come visto anche su Overwatch, Ana è un eroe non solo in grado di curare ma anche di bloccare le cure ricevute dal team avversario. Senza troppi fronzoli, rende praticamente inutile il supporto degli healer mettendoli anche a nanna qualora qualcosa non vada per il verso giusto.
Il suo tratto distintivo è Shrike, a tutti gli effetti la capacità di poter “avvelenare” gli avversari organici applicando degli stack di danno (fino a 5) utili ad infliggere 40 danni in più per 5 secondi. Un po' come visto con Lunara, che la rende particolarmente deleteria nel fight grazie ai suoi danni da Baccello Velenoso, tanto per farvi un esempio pratico.
La prima abilità è Dardo Curativo (Q) che consiste nel far lanciare ad Ana un dardo capace di curare gli eroi di 250 punti vita. Il bello di questo colpo è che può essere utilizzato in combo con la Granata Biotica (W), utile per incrementare del 25% le cure ricevute per la bellezza di 3 secondi, curando all’instante gli avversari di altri 175 punti vita.
Considerato che il dardo ha un cooldown di 2 secondi, ecco che la combo curativa può diventare effettivamente difficilissima da fronteggiare, sia durante l’early-game (dove i talenti scarseggiano) che durante il late-game.
La granata, come visto nello sparatutto di Blizzard, possiede inoltre la capacità di inabilitare le cure ricevute dal nemico del 100% per 2 secondi. Fate attenzione però ad usarla con cautela, visto che il suo cooldown prevede una ricarica di 16 secondi.
Il ventaglio di abilità base si chiude con il Dardo Soporifero (E), utile per addormentare l’avversario per 3 secondi fino a quando non riceve qualsiasi tipo di danno durante lo scontro. Le due abilità eroiche completano la disamina sull’eroe, regalandoci due vie interpretative per una build molto diverse tra loro: se infatti il Nano Boost si occupa di potenziare un eroe alleato fornendogli il 30% in più di potenza magica, con un cooldown delle abilità che si ricarica il 150% più veloce, dall’altra c’è l’Occhio di Horus, a tutti gli effetti una sniping position che permette ad Ana di sparare 8 colpi con un range illimitato che cura 300 punti vita o ne infligge 175.
Se analizziamo le caratteristiche del personaggio con i pochi elementi a nostra disposizione, ci accorgiamo che il meta del gioco potrebbe notevolmente cambiare dopo l’arrivo di un healer così versatile, quanto pericolo sul campo di battaglia. La sua scarsa resistenza la rende un avversario fin troppo ghiotto da focussare, soprattutto utilizzando eroi in stealth come Valeera o Zeratul, ma resta il fatto che in combo con altri healer può fornire al team una percentuale di cura esorbitante in pochissimo tempo.
Anche gli sviluppatori si sono detti “incerti” sull’effetto di Ana nel meta, ma dal canto nostro ci stiamo già preparando a soffrire come non mai, soprattutto in battaglie dove il matchmaking potrebbe non funzionare doverosamente.
Assalto alla Fonderia Volskaya
A differenza della mappa Hanamura, dove gli sviluppatori hanno concentrato parte dell’anima di Overwatch inserendo il trasporto del payload per mezzo di una meccanica di gioco intuitiva e funzionale, la Fonderia Volskaya presenta invece un ulteriore caratteristica innovativa presa dallo sparatutto di Blizzard, soltanto riadattata al fine di risultare in tema con la mappa e la sua ambientazione.
Tra le tre lane presenti nella Fonderia, troverete dei punti di controllo che dovranno essere conquistati durante il match per evocare l’imponente Protettore Triglav, un robot costruito nelle industrie pronto a difendere la società da ulteriori attacchi terroristici. Il mech è molto interessante da utilizzare, poiché sfrutta alcune abilità del tutto uniche molto simili a quelle del Drago Cavaliere o del Terrore Arboreo utilizzabili nelle mappe omonime.
L’unica differenza è che questo mech viene comandato da due eroi contemporaneamente, un po' come avviene nella gestione dell’eroe Cho’Gall. Il primo eroe che entra nel robot assume il ruolo di pilota, muove l’avatar in giro per la mappa utilizzando alcune abilità fisiche come la Carica o il Potenziamento Scudo, mentre invece il secondo pilota assume il ruolo di mitragliere, accedendo ad una serie di abilità letali devastanti come il Cannone di Particelle o il Cannone Gatling.
Interessante come ogni luogo di conquista richieda una certa abilità nel mantenerne il controllo, considerato che a ridosso di ognuna di queste zone sono state inserite delle piattaforme in movimento che aggiungono diverse variabili imprevedibili all’interno dello scontro. È importante quindi approcciare alla zona con il giusto mood, al fine di evitare rovinose sconfitte contro un team più affiatato, e preparato, del nostro.
I campi mercenari presenti ricordano i robot visti in Hanamura e al Distaccamento di Braxis, visto che due forniranno delle torrette piazzabili utili a infliggere danni extra, gli altri due sbloccheranno i mercenari robot che faranno push in lane ed infine l’ultimo effettuerà un ruolo di supporto.
Evento Pachimari!
Come detto all’inizio dell’articolo, sembra che le ricompense legate a particolari eventi a tema diventeranno una sorta di standard all’interno di Heroes of the Storm. Dopo aver partecipato alla Chiamata del Re dei Lich, questa volta toccherà al Pachimari Mania, un evento a missioni dove sarà possibile sbloccare delle emoji, un banner, due spray ed un portrait dedicati a questo personaggio inventato.
A completare l’aggiornamento in arrivo per il gioco troviamo tre nuove skin (la più bella è quella di D.Va) e due nuove mount, meglio identificate come il Raptor Stellare e il Cavallo Invisibile.