I 5 migliori videogames tratti da una serie TV
Sono più i videogiochi che si trasformano in serie TV, che il contrario. Ma alcuni titoli sono meritevoli, ricordiamoli
C’è un motivo se ho visto decine di migliaia di film e probabilmente ancora più episodi di serie TV, nella mia vita: ci ho sempre passato il tempo. Fin da bambina.
Ma come molti altri appassionati di cinema e serie, prima e dopo aver studiato e averne fatto un lavoro, ho passato anche tantissimo tempo a giocare ai videogames.
Da bambina andavo in sala giochi, principalmente al mare e in montagna. Donkey Kong, Pac-man, Out Run, il rivoluzionario - per l’epoca - Dragon’s Lair… Con la mia migliore amica sono andata a sparare agli zombie in sala giochi, grazie ai vari capitoli di House of the Dead, ben oltre i 25 anni, finché la sala giochi non ha chiuso a causa della diffusione delle console.
E poi c’erano i computer casalinghi. La primissima console Atari, lo Spectrum e poi naturalmente il Commodore 64. I miei amici passavano i pomeriggi a giocare alle Olimpiadi (anche Invernali), a Mille Miglia, a Bubble Bobble, a I Goonies, a Ghostbusters, a Wonder Boy e tanti altri giochi a casa mia. Per il mio 18° compleanno chiesi il Sega MegaDrive, passando i successivi 15 giorni a finire Sonic. Da lì in avanti, sapete com’è andata con le console casalinghe e a che livelli di qualità e sviluppo siamo arrivati.
Al mio compleanno giocavamo spesso a Scene It!, di solito in 16 contro uno, io. Mai perso una partita.
I videogiochi sono esattamente come i film e le serie TV: un modo perfetto per passare il tempo, sia da soli che con gli amici, soprattutto quando hai problemi di salute come me.
C’è stato un periodo - intorno al 2005 - in cui io e mio marito giocavamo online a G.R.A.W. tutte le sere fino alle 3 di notte. Eravamo addirittura in un clan. Poi ricordo Resident Evil per il GameCube, comprato per giocarci sul proiettore. Peccato che quando sentivo gridare “Un forestero!” mi spaventavo troppo. Finì con mio marito costretto a giocare tutto il videogame mentre io assistevo (non in silenzio). Ho giocato tanto, ho amato moltissimi videogiochi.
Ma quelli che mi sono rimasti nel cuore, esclusi i titoli dei pomeriggi con gli amici d’infanzia al C64 e il sala giochi, sono spesso legati alle serie TV. Ed ecco i miei 5 migliori titoli, per atmosfere della serie di riferimento, personaggi e storie, proposti rigorosamente in ordine cronologico con l’anno di uscita. Nota: non ho avuto occasione di giocare a X-Files. Incredibile, ma vero. Quindi non è scartato, il titolo. È solo non provato.
Buffy
Comincio dalla mia serie TV del cuore, quella grazie a cui ho iniziato a fare questo lavoro: Buffy.
Il primo videogame di Buffy, uscito per Xbox e intitolato semplicemente Buffy The Vampire Slayer, era datato 2002. La storia era ambientata fra la stagione 3 e la 4 e riportava indietro il Maestro, il leggendario nemico della prima stagione, in grado di prendere possesso di vari personaggi.
Ma il titolo principe per i giochi di Buffy è senza dubbio Buffy The Vampire Slayer: Chaos Bleeds, del 2003, uscito su diverse piattaforme (PlayStation 2, GameCube e Xbox). Ambientato durante la quinta stagione della serie, affronta il nemico di Buffy nella stagione 7, il Primo. Il Male Primordiale e l’infido Ethan Rayne vanno sconfitti per salvare il mondo. Buffy deve affrontare orde di vampiri, demoni e zombie in un’avventura avvincente, disponibile in diverse modalità. Io ho giocato da sola e l’ho finito in un giorno. Non riuscivo a smettere. Lo ricordo ancora, dopo oltre 20 anni, come l’essenza stessa di Buffy: combattimenti, enigmi da risolvere, magie… Il gioco perfetto per i fan della Cacciatrice.
Dark Angel
James Cameron’s Dark Angel arrivava, per Xbox e PlayStation, nel 2003 3 in un momento molto particolare: l’annuncio dell’uscita del gioco seguì di poco la cancellazione - molto discussa - della serie. Sapevamo che la nuova stagione era già stata scritta da James Cameron ma che per problemi di budget troppo alto la 20th Century Fox Television aveva rifiutato di produrla e lui non aveva voluto scendere a compromessi. Nel gioco c’erano le voci di Jessica Alba per Max e di Michael Weatherly per Logan. In buona sostanza il gioco era un picchiaduro in single player in cui Max le suona di santa ragione a diversi nemici, mentre riceve informazioni da Logan per risolvere i vari livelli. Non era particolarmente complesso, si tratta di Max in fuga da chi vuole catturarla - proprio come nella serie - e intenta a cercare di rintracciare gli altri ragazzini di Manticore, i suoi fratelli super-soldati.
Non un gioco memorabile di per sé, ma visto che per chi ci giocava era come aver avuto la fantomatica terza stagione, ebbe un grandissimo successo fra i fan della serie. Me inclusa.
Lost
Nel 2008 arrivò il gioco tratto da uno dei miei più grandi amori televisivi. Lost: Via Domus era disponibile per PC, Xbox 360 e PS3. Come avrebbero scelto per il mio gioco preferito in assoluto in questa top 5, The Walking Dead, la storia è la stessa della serie ma il personaggio assegnato al giocatore è originale, e si muove in mezzo ai protagonisti televisivi che tanto abbiamo amato. Dopo lo schianto del volo 815 su un’isola deserta, o che così sembra all’inizio, i sopravvissuti cercano di trovare risorse. Noi siamo Eliott Maslow, personaggio originale, che a causa dello schianto ha perso la memoria e cerca di recuperarla passo dopo passo mentre vive quest’avventura fatta di enigmi da risolvere, oggetti da ottenere tramite il baratto, mappe da individuare per dirigersi nella giusta direzione e gli immancabili flashback ispirati agli episodi della serie. Ci sono la mitica botola e un’infinità di citazioni e riferimenti inseriti appositamente per i fan. Forse non è un grandissimo gioco, considerato a sé, ma certamente è un paese dei balocchi per gli appassionati di Lost.
Prison Break
Prison Break: The Conspiracy uscì sia per PC che per Xbox 350 e PS3. Era il 2010 e il mondo intero ricordava di essere impazzito per la prima stagione di Prison Break, che certamente brillava per originalità. Il gioco faceva riferimento proprio alla stagione 1, indubbiamente la migliore, con le voci dei protagonisti originali. Ma non era Michael Scofield al centro della trama: c’era Tom Paxton, infiltrato nella prigione di Fox River come un comune carcerato, ma con il compito di assicurarsi che il fratello di Michael, Lincoln Burrows, finisse sulla sedia elettrice per un crimine che non aveva commesso. Di qui, lo scarso gradimento da parte dei fan. Comprensibilmente. Per me invece, tornare alla stagione 1 - nonostante il personaggio - dimenticando il declino della serie stagione dopo stagione fu una sorta di conquista. Il gioco rappresenta una sorta di nuova prospettiva sulla stagione 1, mentre il giocatore s’impegna a evitare l’evasione di Lincoln, ovvero ciò che Michael era venuto a fare. Almeno, l’ambiente e i protagonisti erano quelli che ci avevano colpito e avevamo imparato ad amare. Una consolazione, in qualche modo.
The Walking Dead
Come previsto dato il successo del titolo, per The Walking Dead sono usciti tanti tipi di giochi, per tante piattaforme, in tante versioni. Non li ho giocati tutti, ma mi sono molto affezionata al gioco più celebre tratto dalla serie, arrivato nel 2012 con la prima “stagione” - perché si trattava di un’avventura in stagioni, proprio come la serie TV e proprio come la serie TV era tratta dai fumetti di Robert Kirkman.
Disponibile per praticamente tutte le piattaforme possibili e immaginabili, ha avuto un grandissimo successo e vinto numerosi premi. Conosciuto anche come The Walking Dead: The Game per differenziarlo dalla serie, vanta la stessa ambientazione ma personaggi originali. E credo che la genialata fosse proprio questa: mettere i giocatori nella Georgia infestata dagli zombie, come i protagonisti in TV, ma dargli personaggi e storie diverse da interpretare personalmente. Il protagonista infatti non è Rick Grimes, bensì Lee Everett: ex professore universitario, poi condannato per omicidio, quando si trova in mezzo all’apocalisse incontra la piccola Clementine, una ragazzina rimasta sola, e decide di proteggerla a tutti i costi. Altro elemento geniale: far diventare Clementine, nel frattempo cresciuta, la protagonista del secondo capitolo del gioco. Io mi sono fermata lì: ero impegnata a scrivere un libro su The Walking Dead per l’editore italiano dei fumetti. Ma il risultato non cambia. A fare da supervisore allo sviluppo - per garantire l’atmosfera del fumetto e della serie - Robert Kirkman in persona. E non temo di sbagliare, affermando che The Walking Dead rappresenta il migliore videogioco mai tratto da una serie TV.