I peggiori flop del 2024

Siamo quasi alla fine del 2024. Le nominations per i GOTY 24 sono state annunciate. Quale momento migliore per tirare le somme riguardo i peggiori giochi di quest'anno?

di Domenico Colantuono

Qualche giorno fa sono state pubblicate le nominations per le varie categorie relative ai GOTY 2024, gli oscar dei videogiochi, che come al solito si sono portate dietro critiche e sorprese varie.
Al contempo, le nominations dei GOTY segnano anche la chiusura dell’anno videoludico per le varie software house che ormai vedono sfumare la possibilità per i propri giochi, in uscita nella seconda metà di Novembre e il mese di dicembre, di entrare a far parte dei Game Of The Years Awards.

Quindi, dato che è il dado per il 2024 è ufficialmente tratto, possiamo riprendere le redini di un’analisi già avviata durante l’estate e stilare la lista dei videogiochi che hanno deluso le tante aspettative create.

Rispetto alla lista di metà anno, dove vi erano tanti doppia A e titoli a medio budget, la lista di fine anno include titoli che nonostante abbiano avuto a disposizione grossi budget o team di sviluppo importanti alle spalle, non sono riusciti a fare breccia nel cuore dei giocatori.

Skull and Bones

È doveroso iniziare la lista dei peggiori giochi del 2024 con un gioco annunciato dalla stessa Ubisoft come un “titolo quadrupla A”.
Nell’analisi di questa estate mi sono già focalizzato sul flop videoludico di Skull and Bones, che prometteva ai giocatori un’esperienza piratesca basata sugli ottimi ricordi lasciati da Assassin’s Creed Black Flag, salvo poi presentare un open world vuoto e senza attività di rilievo.

In questa sede voglio invece sottolineare come Skull and Bones sia stato soprattutto un enorme fallimento economico e come abbia impattato in modo significativo sui bilanci di un gigante del settore come Ubisoft, influenzando di conseguenza tutti i progetti in sviluppo.

Secondo alcuni insiders e analisti, con i suoi 10 anni di sviluppo, Skull and Bones è costato a Ubisoft tra i 600 e 800 milioni di dollari, che sarebbero la vera ragione delle difficoltà economiche che Ubisoft sta vivendo in questo momento.
Se poi ci aggiungiamo che nella prima settimana Skull and Bones non è mai stato in grado di raggiungere il milione di giocatori, e che oggi conta meno di 500 giocatori in contemporanea, si può tranquillamente affermare che Skull and Bones è stato il flop definitivo per Ubisoft.

Suicide Squad: Kill The Justice League

Nel corso degli anni Rocksteady è riuscita a costruirsi un ottimo nome nell’industria videoludica, sia con il titolo per PlayStation 2 Urban Chaos, sia per la ben più conosciuta saga di Batman Arkham. Viene da sé quindi che quando Suicide Squad: Kill the Justice League è stato annunciato, le aspettative attorno al titolo erano tantissime.

Vestire i panni di alcuni dei villain storici dell’universo DC con il compito di affrontare gli eroi della Justice League presentava un potenziale enorme e ha attirato l’attenzione dei fan dei precedenti lavori di Rocksteady, ma anche di chi non aveva mai toccato la saga di Batman.

Pad alla mano i giocatori hanno dovuto fare i conti con un gameplay ripetitivo, una trama nemmeno paragonabile alle vette della saga di Arkham e una forte componente live service che va a discapito della trama, il tutto condito da bug e glitch vari.

Rocksteady ha confermato che il titolo continuerà il percorso programmato all’inizio: con 4 stagioni, nuovi personaggi giocabili e ambientazioni nuove, il tutto con la speranza che il gioco riesca a mettersi su altri binari.


Concord

Che Concord sarebbe stato un fallimento era nell’aria sin dal suo annuncio, ma che fallisse in un modo così spettacolare non era nemmeno nelle peggiori previsioni.
Dopo 8 anni di sviluppo e un discreto budget assegnato al progetto, i giocatori si aspettavano decisamente qualcosa di più.

Vi sono tanti motivi che hanno portato al fallimento di Concord. In primis vi è il prezzo d’acquisto di 40 euro, che se posto nel contesto degli sparatutto online, dove solitamente si parla di prodotti free-to-play, pone una enorme barriera all’ingresso.

Chi poi ha deciso di fare questo investimento si è trovato tra le mani un gioco con personaggi poco ispirati, un design scadente che guarda troppo a Guardiani della Galassia - giocone che dovete recuperare - e Overwatch, e un gameplay che non aggiunge nulla di nuovo al genere; e quando chiedi 40 euro, qualcosa di nuovo sul tavolo lo devi mettere.

Il risultato di tutto ciò è stato che Concord ha avuto un ciclo di vita di poco più di una settimana, Firewalk è stato chiuso e Sony ha fatto un floppone.

Dustborn

Finanziato dal Norwegian Film Institute e dal Viken Filmsenter e presentato come un gioco che avrebbe dovuto rilanciare la creatività del paese sul piano dei videogiochi, nonché offrire una storia che avrebbe rievocato emozioni simili a quelle della saga di Life Is Strange e Oxenfree, Dustborn non è stato per nulla in grado di rispettare le aspettative.

Quando si crea un gioco fortemente incentrato sulla narrazione nel 2024, bisogna tenere a mente che il mercato è pieno zeppo di ottime esperienze videoludiche che analizzano i sentimenti, i tormenti e le paure dell’animo umano da diversi punti di vista, quindi o dai al tuo prodotto una fortissima identità, oppure rischi di fallire.

Dustborn non solo pecca sul piano dell’identità, ma anche su quello del gameplay risultando imbarazzante nelle sue dinamiche. A ciò c’è da aggiungere un’eccessiva presenza di inutili moralismi che non aggiungono nulla alla trama, la quale a sua volta non decolla.

Non sorprende quindi che il picco massimo di giocatori su Steam sia stato di 83 e che il team di sviluppo abbia portato a casa meno di 30k dollari, al netto dei vari rimborsi.
Brutto, ma proprio assai.

Foamstars

Il 2024 è stato un anno di alti e bassi per Square Enix, la quale è riuscita nello stesso anno a lanciare sul mercato sia Final Fantasy VII Rebirth che Foamstars.

La storia di Foamstars è simile a quella di Concord, il gioco è arrivato sul mercato con un prezzo di 30 euro, tuttavia, dato il lancio al di sotto delle aspettative, il gioco è stato reso free-to-play sul PlayStation Plus. Il cambio di prezzo ha dato un boost al numero di giocatori, i quali però non sono rimasti fedeli al titolo.

A due mesi dalla pubblicazione, Foamstars ha perso il 95% dei suoi giocatori e non è riuscito nemmeno minimamente ad avvicinarsi ai livelli di Splatoon, titolo Nintendo che invece va alla grande, confermando la sempreverde regola che tra la copia e l’originale, le persone preferiscono l’originale.

In un anno in cui Square Enix ha fatto i conti con dei bilanci al di sotto delle aspettative - tanto da considerare Final Fantasy XVI e Final Fantasy VII Rebirth come flop - il futuro di Foamstars sembra essere simile a quello di Concord. 
Diventare solo un ricordo.

Until Dawn Remake

Parliamo di un altro tonfo di Sony, il remake di Until Dawn per PlayStation 5 e PC. 
Qualcuno ne sentiva il bisogno? No
Ma Sony ha deciso di farlo lo stesso, e ha sbagliato.

Dietro il fallimento di Until Dawn Remake ci sono principalmente 4 fattori: il prezzo, l’assenza di novità, il timing e il placement, e al di fuori di questi 4 motivi vi è che il titolo originale per PlayStation 4 è ancora godibilissimo nelle sue meccaniche e anche visivamente.

Until Dawn Remake è arrivato sul mercato al prezzo di 60 euro, senza alcuno sconto per chi voleva fare l’upgrade dalla versione PlayStation 4, che di solito costa sui 10 euro. 
Il problema di fondo è che il prezzo elevato non è giustificato da nulla poiché Until Dawn Remake porta con sé solo un finale aggiuntivo che non è riuscito a spronare all’acquisto.

Inoltre, il gioco originale è parte del catalogo di PlayStation Plus, quindi la stragrande maggioranza dei giocatori Sony ha, molto probabilmente, già giocato il gioco, il quale comunque è tante volte in offerta sullo store di Sony.

Farlo uscire poi nello stesso periodo di Silent Hill 2 è stata la ciliegina sulla torta.

Rise of the Ronin

Presentato come il lavoro più grande di sempre da parte di Team Ninja, le aspettative su Rise of the Ronin erano altissime e in tantissimi non vedevano l’ora di immergersi in un mondo che potesse rievocare le stesse emozioni di Ghost Of Tsushima.

Purtroppo il lavoro di Team Ninja non è stato in grado di rispettare le aspettative dei giocatori e si è rivelato essere un gioco che ha sofferto veramente tanto i suoi quasi 10 anni di sviluppo, con meccaniche vecchie e non al passo di un genere che ha visto passare robetta come The Witcher 3 e Red Dead Redemption 2.

Anche sul piano puramente tecnico, la trama di Rise Of the Ronin non riesce a spiccare il volo e i suoi personaggi sono senza carisma e non fanno breccia nei giocatori che si aspettavano veramente qualcosa in più.

Tuttavia, Team Ninja sembra essere intenzionato a supportare il titolo sul lungo periodo, con l’obiettivo di raggiungere le 5 milioni di copie, molto probabilmente attraverso l’aggiunta di DLC.


Star Wars Outlaws

E rieccoci con Ubisoft e il suo anno nero. Come se i danni provocati da Skull and Bones non fossero abbastanza, Ubisoft ha rincarato la dose con Star Wars Outlaws, che come tanti titoli in questa lista è stato vittima delle aspettative create.

Come per Rise Of The Ronin, Star Wars Outlaws è un gioco arrivato sul mercato già vecchio, con meccaniche e narrazione che non vanno ad aggiungere nulla ad un mercato, quello dei giochi action open world, che è ormai saturo e sembra aver stancato i giocatori.

Alla saturazione del genere, a cui Ubisoft ha contribuito in maniera significativa, si aggiunge anche il fatto che il brand di Star Wars è ormai fin troppo abusato, a tal punto che anche le storie “nuove” sanno di vecchio.

Se a tutto ciò ci aggiungiamo un gameplay che non brilla sotto alcun aspetto, anzi riesce a fare male cose che riuscivano perfettamente in giochi di 10 anni, ecco che la frittata allora è pronta.


Alone In The Dark

Questo fa male, poiché chi scrive è un fan della saga di Alone In The Dark e personalmente non reputo l’ennesimo reboot della saga un fallimento. Chiaro, non dico che sia un capolavoro, ma non meritava di portare alla chiusura dello studio ed essere letteralmente abbandonato a se stesso.

Arrivato sull’onda dei remake di questo periodo, Alone In The Dark ha provato a riscrivere la storia originale del 1992 cercando di aggiungere elementi nuovi alla narrazione e al gameplay, e c’è da dire che in parte Embracer Group è anche riuscito nell’intento iniziale.

Tuttavia, la casa di sviluppo ha comunicato che il gioco non è riuscito a raggiungere gli obiettivi finanziari, con la conseguenza che il gioco è stato totalmente indicato come un fallimento.
Chiaro, Alone in the Dark ha i suoi problemi, ma parliamo di un titolo con un budget molto più ridotto rispetto ai vari remake del momento o dei tanti giochi di questa lista, quindi in tanti speravano che si potesse dare un seguito al reboot della saga.

Anche perché, se manco Alone In The Dark può fare degli errori, ma allora chi può?

Senua’s Saga: Hellblade 2

Chiudiamo questa lista coi peggiori giochi del 2024 con la grande esclusiva di Xbox per il 2024. Le aspettative attorno a Hellblade 2 erano enormi, sia per l'ottimo lavoro mostrato da Ninja Theory con il primo titolo, sia per come Microsoft avesse pompato il gioco e creato hype attorno a questo.

Il suo arrivo sul mercato è stato sicuramente spinto dalla presenza sul Game Pass, tuttavia i numeri iniziali si sono poi scontrati con le recensioni della critica, che si è divisa tra chi ha esaltato la realizzazione tecnica e chi invece ha sottolineato la carenza ludica del titolo, e i giocatori che l’hanno pian piano abbandonato.

Hellblade 2 sicuramente non merita il flop che è diventato, tuttavia sembra che questa situazione sia stata creata in parte dalla stessa Microsoft che ha veramente spinto sull’acceleratore del gioco, mostrandolo in ogni salsa, quasi come se non sapesse che si trattasse di un titolo di nicchia e che non brillasse sotto il punto della longevità.

Il risultato è che il titolo è stato, indirettamente, classificato come un fallimento dalla stessa Microsoft che ha più volte mostrato come non badi tanto alla qualità dei giochi, bensì al loro ritorno economico: Hi-Fi Rush insegna.