Lords of Hellas
Il mondo dei giochi da tavolo è un universo sicuramente parallelo rispetto a quello del videogioco. Sebbene i punti di contatto non manchino, ed il trend sia fortemente positivo, non ancora così tanti rispetto a quelli che si potrebbero immaginare. Tuttavia, tra gli elementi che riescono a mettere in comunicazione questi due strumenti ludici, c’è sicuramente la voglia di trasmettere ai giocatori un’ambientazione; la volontà non solo di raccontare una storia, ma di far percepire, attraverso ogni singola azione, quello che l’ambiente di gioco vuole ricreare o raccontare.
Uno prodotto che sicuramente riesce in questo intento è il recente Lords of Hellas. Titolo realizzato da Awaken Realms da un’idea del bravo Adam Kwapinski. Dopo una rigogliosa campagna kickstarter (che a fruttato ben 1,717 milioni di sterline), il gioco è arrivato nella sua forma base (in futuro sono già state annunciate diverse espansioni) anche nel nostro paese, grazie alla localizzazione curata da Asmodee Italia.
Ma di cosa parla Lords of Hellas? Sedetevi al tavolo, ve lo spiego molto volentieri.

L’ellade oscura
È un periodo davvero cupo per la penisola greca. Le città stato che la popolano lottano per conquistare ogni lembo di terra disponibile. In questi continui spargimenti di sangue si insinuano metalli alieni e modifiche tecnologiche. Gli Dei del glorioso Olimpo, e la mitologia ad essi collegata, vengono contaminati da questre stranezze aliene. Il medioevo ellenico non è mai stato così oscuro, ma bisogna lottare. Radunate i vostri opliti, è ora di andare in battaglia.
Lords of Hellas è un titolo competitivo per 2-4 giocatori, dalla durata media di 90/120 minuti a partita. Nei panni di un leader che si rifà alla mitologia classica (Perseo o Eracle, giusto per citarne un paio) dovremo portare alla vittoria la nostra fazione, grazie alla presenza di ben 4 diverse condizioni che portano alla fine immediata della partita.
Per dieci volte mi sono addentrato all’interno di questa terra inospitale, battagliando con un numero variabile di giocatori per la supremazia sulla Grecia; e un paio di volte persino da solo, grazie alla variante singolo giocatore che sottoforma di campagna pone come rivali i pericolosissimi persiani.
Le dinamiche che si sono instaurate sulla tattica portano a catalogare il titolo come un gioco di maggioranze discretamente interattivo tra i vari esercito, con una spruzzata di war game per via dei combattimenti presenti in quantità e diverse tipologie.
Un monumento agli Dei
Ma partiamo dall’elemento del gioco che più colpisce una volta aperta la scatola: le miniature. Per immergere il giocatore all’interno di questa Antica Grecia da tinte Sci-Fi, gli editori del gioco non hanno lesinato nella presenza di miniature che vengono catalogate in: opliti/sacerdoti, mostri e Monumenti agli Dei. I primi sono quelli meno dettagliati e forse scevri di sufficienti dettagli per via della loro esigua grandezza; i mostri invece sono ben dettagliati e carismatici, con le figure classiche dell’Idra, della Medusa o di Ciclope rivisti con elementi fantascientifici che li rendono particolarissimi, ma soprattutto, perfetti per immergere il giocatore nell’ambientazione.
I monumenti invece sono davvero d’impatto. Sono divisi in cinque pezzi che uniti tra loro formano il monumento agli Dei Zeus, Hermes e Atena. I dettagli sono buoni, eccezione fatta per alcuni incastri che non sembrano combaciare perfettamente. Insomma, se siete alla ricerca della perfezione armatevi di fon e pazienza per raddrizzare qualche lancia e un paio di altri elementi. Ma si tratta davvero di dettagli.
Quel che bisogna riconoscere, al netto di qualche piccolo difetto, è l’impatto visivo e la tridimensionalità che il gioco offre quando tutto è apparecchiato sul tavolo. Le mosse che contraddistinguono le azioni a disposizione del giocatore nel suo turno, rendono incredibilmente soddisfacente ogni singola mossa dato che spesso e volentieri bisognerà maneggera queste miniature piuttosto corpose e dettagliate (non ai livelli di altri modelli visti con aziende tipo CMON o Monolith, ma comunuqe piacevoli!) .
L’invasione di opliti in territori nemici,piuttosto che il nostro eroe alla caccia di un mostro, la costruzione del monumento che, turno dopo turno, si affaccia maestoso sulla plancia,sovrastandola con tutto quel carisma che compete ad un Dio. Sono alcuni delle azioni che vi permetteranno di rendere la planica di gioco estremamente dinamica ed interattiva.

Tante strade, ma un solo vincitore
Quello che convince di Lords of Hellas è la sua malleabilità. Una volta assimilato il regolamento, ben scritto e per nulla confusionario, i giocatori dopo un paio di turni sono già all’interno delle dinamiche e delle strategie che il gioco chiede costantemente di elaborare e modificare, in base a come si sta evolvendo la partita.
Si può puntare alla caccia dei mostri (al terzo mostro ucciso si vince), consci che quei colossi sono tosti da abbattere e richiedono la giusta preparazione; si può giocare sulla supremazia territoriale (al quinto territorio che si controlla, ognuno solitamente formato da 4 regioni, la fazione vince automaticamente); o perché non puntare sull'aspetto religioso? il primo giocatore che controlla cinque regioni con templi eretti è il vincitore!
Infine, la più difficile tra le condizioni:il controllo per tre turni di seguito di una regione con un monumento eretto completamente. Sebbene sia stato palese notare come alcune condizioni sono più difficili di altre, quello che piace di Lords of Hellas è che nessuna di queste è impossibile, ma non solo!
Se in una partita state giocando sui mostri, questo non vuol dire che a metà del gioco sia impossibile virare su altro. Raramente ho visto giocatori lontani da una condizione di vittoria, e quasi ogni partita si è conclusa sul filo del rasoio, a distanza di una o due mosse dalla chiusura degli avversari.
il sistema di combattimento è interamente gestito dalle carte, sia per quanto riguarda le battaglie tra opliti, quanto per i particolari scontri tra mostri ed eroi. Molta importanza l’avranno i vostri sacerdoti (gli unici che possono venerare gli Dei e aumentare le statistiche dei vostri eroi) gli artefatti generici e quelli leggendari (che si recuperano avendo il controllo di una regione con un monumento o uccidendo un mostro) ed infine delle benedizioni. Poteri passivi che rimangono attivi per tutta la partita e che si guadagnano attraverso la costruzione di templi.
Ecco, templi e città sono gli unici elementi che mi hanno fatto storcere realmente il naso all’interno della componentistica. Con i “quintali” di plastica offerti dalla scatola base, l’utilizzo del cartoncino per questi edifici ha un impatto un po’ deludente. Tutto però può essere risolto grazie all’acquisto del terrain pack, un’espansione che “tredimensionalizza” anche questi elementi di gioco.
Lords of Hellas è quindi un board game che, tornando all’incipit dell'articolo, non solo offre un’esperienza di gioco appagante e divertente, ma riesce nell’intento di “tematizzare” fortemente ogni elemento, mettendo i giocatori all’interno di un contesto credibile nonostante la forte fantasia di fondo. Siete pronti a conquistare l’Ellade?
Se inoltre volete approfondire ulteriormente l'argomento, all'interno del numero 4 di ioGioco, la rivista italiana dedicata al mondo Tabletop, è presente una recensione approfondita del gioco. Il numero lo trovate cliccando qui.
