Metal Gear - Monografia
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Il terzo che non ti aspetti
Per rompere con la tradizione, per il terzo episodio della serie, si torna indietro nel tempo, per la precisione al 1964 in piena guerra fredda. Il protagonista di Metal Gear Solid 3: Snake Eater non sarà ovviamente Solid Snake, ma Big Boss, di cui scopriremo così le origini del nome, la storia, il suo addestramento e cosa l'ha portato a diventare quello che sarà in futuro. Fondamentale nella storia di questo capitolo é la figura di Boss, la sua mentore e amante. Un personaggio femminile entrato nella storia della saga, che per Kojima rappresenta la maternità, spezzando un po' con le tematiche affrontate nei precedenti episodi della serie.
Il design stesso era stato pensato per raffigurare le diverse anime che caratterizzano Boss: in origine i suoi vestiti le lasciavano esposto il seno, proprio per sottolinearne il ruolo di madre figurata, adornato però dal tatuaggio di un serpente. Questo perché é anche una guerriera ed infatti nell'idea di Kojima, ogni volta che Boss avesse estratto l'arma dalla fondina, avrebbe fatto tremare il petto, e l'eventuale nemico avrebbe visto vibrare anche il serpente tatuato. Si sarebbe sparsa così una leggenda: se vedi ridere il serpente, sei un uomo morto. Per ovvie ragioni, il character design finale si é un po' ridimensionato, ma il costume di Boss rimane ugualmente provocante, e sottolinea femminilità, maternità e forza.
[lquote]La trama é ormai intricatissima e descrive eventi dagli anni '30 fino al prossimo futuro[lquote]
L'ambientazione si ripercuote anche sul gameplay, che visti i limiti tecnici dell'epoca storica rappresentata, si propone radicalmente diverso dai due capitoli precedenti. Sparisce il radar, tanto per cominciare, inoltre le meccaniche stealth vengono arricchite dalla necessità di sopravvivere nella giungla, alimentandosi con gli animali selvaggi sparsi in giro (Snake Eater, appunto). La versione originale del titolo aveva inoltre una telecamera fissa che rendeva davvero complesso l'approccio al gioco, senza contare un sistema di controllo che sfruttava persino la sensibilità al tocco dei pulsanti del pad si Playstation 2, che rendeva certe fasi di gioco infinitamente complicate. Con l'edizione Subsistance molti di questi spigoli sono stati limati, così come nell'edizione HD per Playstation 3, X360 e PS Vita, le versioni che vale senza dubbio la pena recuperare. Per molti, Snake Eater rimane il Metal Gear Solid più bello in assoluto, comunque, almeno fino a The Phantom Pain.
War has changed
Dopo la parentesi nel passato dedicata a Big Boss, Kojima ed il suo team si ritrovano a dover raccontare il vero finale della saga, con Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots. Ancora una volta il geniale game designer, però, si inventa un modo per stupire i suoi fan, presentando un Solid Snake invecchiatissimo, tanto che a stare accucciato gli verrà il mal di schiena! Come promesso, il quarto capitolo ospita tutti i volti noti della saga e conclude grosso modo ogni aspetto dell'intricata trama. Il materiale é talmente spropositato, che il filmato finale dura più di un'ora. Una trama tanto complessa e sparsa su molteplici capitoli, ha col tempo perso un po' di integrità, e non é un mistero come Kojima prediliga lo spettacolo ed il citazionismo alla coerenza narrativa, ma questo non inficia minimamente il godimento dell'opera conclusiva.
In Medio Oriente, Solid Snake dovrà trovare ed assassinare Liquid Ocelot e porre così fine al suo piano di devastazione totale. Il suo obiettivo é infatti un potente network militare con il quale é in grado di controllare un nuovo esercito di macchine e uomini, chiamato Sons of the Patriots, ribattezzato da Liquid Guns of the Patriots. Il titolo, esclusiva Playstation 3 di cui ne sfruttò ottimamente le potenzialità, fu un grande successo di critica e pubblico, che apprezzò le novità nel gameplay, molto più snello e godibile di Snake Eater, e la regia delle sequenze filmate, davvero mozzafiato. Graficamente, tra l'altro, é un bel vedere ancora oggi.
Non c'é riposo per Kojima
Nonostante abbia a più riprese espresso il proprio desiderio di spostarsi su progetti differenti, Konami non ha voluto permettere a Hideo Kojima di affrancarsi definitivamente dalla saga. Portata a conclusione la trama principale, non c'era altra possibilità che tornare nuovamente nel passato e di conseguenza a raccontarci la storia di Big Boss. Ecco quindi che Metal Gear Solid V: The Phantom Pain ci riporterà al 1984 per scoprire le origini di questo mitico personaggio, destinato a diventare padre e nemesi di Solid Snake. Ma non tutto é andato come previsto, e probabilmente pressato da Konami, il team di sviluppo ha proposto un anticipo del gioco, in sviluppo per anni, intitolato Ground Zeroes, che ha fatto da prologo al titolo completo.
Criticato per la sua durata, é servito comunque al suo scopo, e rimane un tassello fondamentale per i fan della serie.Per quanto riguarda The Phantom Pain, si tratta del titolo forse più complesso e riuscito sotto il profilo del gameplay, mentre la trama ha fatto storcere il naso a molti, anche per via di un finale non completo e sparso in più atti. Una conclusione comunque degna, considerato che si tratta dell'addio di Kojima a Metal Gear e a Konami stessa, dopo che i rapporti si sono rotti ormai in modo definitivo.Il gioco introduce alcuni volti nuovi che sono subito entrati nel cuore dei fan, su tutti Quiet, la bella e letale cecchina, e ovviamente DD, il cane lupo, entrambe compagni di avventure di Big Boss. Per non parlare dell'infinità di easter egg inserite, tanto che a un mese dal lancio i giocatori stanno ancora scovando dei segreti nel titolo, forse il più denso, vasto e complesso mai realizzato dal team Kojima.
Metal Gear portatile, remake e spin-off
Snake e compagni hanno fatto anche delle apparizioni su altre console oltre a quelle casalinghe. Abbiamo da un parte prodotti non propriamente canonici, quali Ghost Babel, per GameBoy Color uscito nel 2000, Mobile, addirittura per N-Gage (!!!), anno 2008; Touch, uscito su iOS e parallelo al Guns of the Patriots (2009), ed in fine, sempre per smartphone, Portable Ops, uscito su iOS e Android nel 2012. In mezzo a questi spin-off più o meno riusciti, fa capolino Peace Walker, titolo arrivato su PSP nel 2010 e davvero fondamentale per completare il mosaico narrativo, visto che a livello cronologico si posiziona esattamente tra Snake Eater e The Phantom Pain. Fortunatamente il titolo é incluso nella collection HD per PS3 ed Xbox 360 ed é anche giocabile su PS Vita. Siamo nel 1974 e vestiremo i panni di Big Boss, al comando dei Militaires Sans Frontiéres. Nonostante un gameplay adattato alla portatile Sony, suddiviso in tante piccole missioni, a livello narrativo Peace Walker é un gioco di Hideo Kojima al 100%, tanto che introdurrà ad esempio Chico e Paz, personaggi centrali in Ground Zeroes e di conseguenza in The Phantom Pain.
Un capitolo a parte é invece Metal Gear Rising: Revengeance, titolo action sviluppato da Platinum Games con protagonista Raiden in versione cyborg. A livello narrativo, questo gioco non offre in realtà molto, ma é un prodotto molto valido ugualmente. Infine da citare Twin Snake, eccellente remake del primo Metal Gear Solid, uscito in esclusiva su Gamecube, un esempio di come si dovrebbe realizzare questo tipo di prodotto. Fedele al massimo all'opera originale, ne migliora ogni aspetto, partendo ovviamente da quello grafico, davvero di prim'ordine.