Nicco Per Sempre

di Luca Gambino

Luana é la “mater tecnologica”* del 21mo secolo. Mi accoglie armata di Ipad e Iphone e mi guarda sinceramente stranita quando mi vede tirar fuori il blocco degli appunti.

“Non vorrei intervistarmi con....quello, vero?”.
Luana 1 - Luca 0.
Fortuna vuole che il mio HTC abbia il registratore vocale.

Quando le chiedo una foto di Niccolò per il mio articolo, sfoglia l'immenso archivio che tiene sul suo Ipad. Ne scelgo una, in tenuta sportiva, gli occhi verdi che “bucano” l'obiettivo.
“Qui era già malato da oltre un anno. Eppure ha vinto un torneo di Beach Tennis, in Puglia. Era un guerriero il mio Nicco, un Paladino”.

Parole scelte non a caso, poi vi spiegherò.
“Te lo mando in mail?”
Non faccio in tempo a dirle che forse non siamo coperti dalla rete wireless che mi guarda con fare sicuro: “E' il modello 3G”.
Luana 2 - Luca 0.

Ho conosciuto Luana Gani Alessano la sera prima, quando ho assistito alla presentazione del suo libro: “Nicco per sempre”, dove racconta sotto forma di diario gli ultimi anni di vita del suo unico figlio, Niccolò portato via dalla leucemia (o la Bastarda, come viene chiamata nel libro). Centocinquanta pagine che filano via in un attimo. Una scrittura fluida, colma di quella dolcezza e dignità che solo le Mamme "con la M maiuscola" possono avere.

Un'altalena di emozioni scandite da successi e delusioni, viaggi della speranza e dottori/angeli/gladiatori, costretti ad arrendersi non senza aver lottato, purtroppo ad armi impari. Un libro, soprattutto, i cui proventi sono interamente destinati alla AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e melanoma), che si prodiga da anni a sostenere le famiglie dei malati e di cui Luana é diventata un'accesa sostenitrice.

Un piccolo volume (edito da Mursia) che ha una prefazione/gioiello, scritta da un certo Alessandro. Un ragazzo che ha fatto la sua fortuna grazie alle parole e alla musica e che é conosciuto da tutti con il suo nome d'arte: J-AX.

Proprio nella prefazione la figura di Nicco é associata a quella del Grande Paladino che interpretava in World of Warcraft. Si, perché Nicco era un videogiocatore di Wow ed é stata la stessa Luana a dichiarare, senza alcun problema di fronte ad un pubblico, sicuramente impreparato in materia: “World of Warcraft ha dato un anno di vita in più a Niccolò”.

Una voce fuori dal coro rispetto a chi, e sono tanti, demonizza ogni aspetto del videogioco. Non potevo non approfondire.

Luana, hai detto che Niccolò ha avuto un anno di vita in più grazie a World of Warcraft.
Si, lo ribadisco, e ha dato tre anni in più a me. Ho iniziato questo mio cammino senza l'aiuto di psichiatri e psicologi grazie a questo bellissimo mondo virtuale conoscendo ragazzi giovani che chiedono il mio aiuto, l'aiuto di mamma Luna, e io nel mio piccolo cerco di consigliarli e di ricambiare loro tutto l'affetto che hanno nei miei confronti.

Inizialmente però non hai capito questa passione, giusto?
Si, forse ho commesso lo stesso errore che fanno tanti altri genitori. Più in generale, mi faceva paura il mondo di Internet. Facebook, le chat e tutto il resto. Non sapere cosa c'é dall'altra parte mi ha tenuta inizialmente lontano dalla tecnologia. Nicco ha sempre insistito per farmi provare questo meraviglioso gioco. Quando lui l'ha conosciuto ha coinvolto tutti gli amici, faceva parte del suo carattere. Era il “capo della banda”. Poi, quando purtroppo la malattia l'ha colpito, ha voluto che gli stessi sempre affianco e allora per forza di cose mi sono dovuta interfacciare con un mondo a me sconosciuto.

Immagino che l'inizio sia stato traumatico
Non riuscivo nemmeno a mandare una mail e venivo puntualmente canzonata da mio figlio. Poi ci regalarono il gioco e Niccolò mi convinse e creare un personaggio. Il mio ovviamente progrediva molto lentamente, mentre il suo saliva di livello a vista d'occhio. Poi ha iniziato a conoscere un sacco di gente, prima in gioco, poi nella realtà. Belle persone, che hanno fatto si che Niccolò terminasse il suo cammino con la serenità nel cuore, hanno fatto si che non si sentisse mai solo. A volte anche con la febbre a 40 trovava dall'altra parte qualcuno capace di farlo sorridere e di fargli dimenticare la sua situazione. Solo allora mi sono accorta di quanto sono stata stupida e di quanti litigi ci saremmo risparmiati se solo mi fossi sforzata di capire. Da quel momento mi sono messa d'impegno e ora sono arrivata ai massimi livelli. So fare tutto e spesso sono io a dare i consigli ai giocatori più giovani e inesperti.

Strano sentire questo in un paese come l'Italia dove il gioco é demonizzato su tutti i livelli.
Si ma World of Warcraft non é solo un gioco. Intendiamoci, é vero che ci sono quelli che sembrano essere “drogati” da un gioco come questo ma é ovvio che lì ci siano dei problemi a monte, indipendenti dal gioco in sé. Wow é un'esperienza irripetibile, dove si viaggia all'interno di castelli medievali bellissimi, dove puoi scegliere il colore della tua pelle, la tua razza, la forgia della tua armatura. Ti immergi in avventure bellissime da fare con i tuoi compagni, ti crei le tue armi, le tue corazze e capisci quanto sia indispensabile l'aiuto degli altri.

Una metafora della vita, insomma.
Esatto. E' un mondo dove per ottenere davvero quello che vuoi, devi lottare e guadagnartelo ma soprattutto capisci che insieme si vince, che il gruppo é importante e che vincere aiutandosi é la cosa più bella che possa esserci. E quando dico “mondo”, intendo proprio dire che all'interno del gioco c'é veramente di tutto e di più. C'é la banca, il barbiere, il fabbro, puoi imparare a fare dei mestieri, puoi pescare. Puoi fare tutto quello che vuoi, ed é bellissimo per questo.

World of Warcraft é un gioco in cui non manca certo la violenza.
E' un modo di scaricare la tensione. Quando vado con i miei compagni della gilda a fare i raid, scarico tutte le negatività della giornata e sento che abbandonano il mio animo. Per me non é un gioco violento. E' vero, può condizionare forse i ragazzi più giovani, però non può sicuramente impressionare le persone più mature. Del resto, la mia gilda si chiama “L'allegra Brigata” e già il nome ti fa capire la filosofia che c'é dietro il nostro modo di giocare. Ci sono persone di tutti i tipi, anche padri e figli che giocano assieme, una cosa bellissima. Ecco, io invito i genitori di tutte le età a fermarsi un attimo a capire che questi mondi virtuali spesso concedono spunti di contatto con i propri figli che il mondo reale non offre. Li invito a non farsi spaventare dall'interfaccia di gioco, ad approfondire e ad andare avanti. E' ovvio che poi si deve avere la predisposizione a interpretare questa avventura nel modo corretto. Se prendi World of Warcraft con il solo desiderio di aumentare il livello e diventare il “numero uno”, allora l'hai preso dal lato sbagliato, secondo me.

I medici hanno mai detto qualcosa di questo vostro particolare interesse?
Nessuno si é mai azzardato a dirmi niente. Ho scelto questo percorso e mi ha aiutato tantissimo. Non solo a me ma anche alle persone che giocano con me e che usano il gioco come “interfaccia” per comunicare, sfogarsi e condividere le proprie storie di vita. Niccolò anche di fronte ai dottori non mollava un attimo il PC. Il gioco gli ha dato tante motivazioni per andare avanti. World of Warcraft poi é fatto talmente bene anche da un punto di vista grafico, che riesce a trascinarti in questi mondi bellissimi, anche se virtuali. Ci sono cascate, oceani, se vai in fondo al mare ci sono i pesci, ci sono i castelli, le città, i deserti. E' un mondo meraviglioso. Per me é un Santo gioco, guai a chi me lo tocca. Ha aiutato tanto me e sta aiutando tanti altri ragazzi. Sono contenta di farne parte e consiglierei davvero tanti altri genitori di iscriversi assieme ai figli. Del resto é anche vero che più si diventa grandi e più si torna bambini, quindi perché non approfittarne?

Proponiamola come terapia!
Certo. E non scherzo. Quando Niccolò era ricoverato a Perugia, ha martoriato i dottori per fargli mettere la rete in camera. E' assurdo che nei reparti di lunga degenza non si dia modo a questi ragazzi di poter fare una cosa del genere e ne avrebbero davvero bisogno. Anche quando é stato ricoverato a Milano, Nicco li ha sfiniti per avere a disposizione una connessione Internet. I dottori spesso rimanevano impietriti perché notavano che quando entrava in gioco, riusciva a essere più tranquillo e sereno. Si, perché nel gioco si trova sempre qualcuno con cui parlare e soprattutto, si é tutti uguali. Non ci sono distinzioni. Niccolò non voleva che gli altri sapessero delle sue condizioni, addirittura a chi gli chiedeva come mai non andasse a scuola, rispondeva che preferiva studiare in casa e dare gli esami come privatista. Nel gioco si é fatto davvero tanti amici. Amici che poi sono diventati anche miei, nella vita reale. Non mi hanno mai abbandonata. Mai. Anche con piccoli gesti. Una mail di saluto, una chiamata, un messaggio. Sono rimasta sempre in contatto con tutti loro, anche dal vivo. Dal gioco, alla realtà. Adesso ho una figlia “acquisita” tramite il gioco, Sira. Un'amica di Niccolò, anche lei con una storia difficile alle spalle e che ha trovato serenità nel gioco e un punto di riferimento in me. Siamo diventate inseparabili. Come non si fa ad amare un gioco del genere? Lo ribadisco con forza: gli ha dato un anno di vita in più.

Com'é nata la prefezione di J-AX?
Negli ultimi tempi Niccolò amava tutto quello che potesse dare voce alla sua rabbia e la musica di J-AX era perfetta. Apriva le finestre per far sentire a tutti le sue parole. Ho chiesto a tanti sportivi e musicisti che amava, poi sono arrivata a lui tramite un'amicizia. Anche lui inizialmente forse era un po' titubante ma quando ha letto il manoscritto ha buttato giù la prefazione di getto, in una notte. Casualmente, anche lui é un giocatore di Wow ma della fazione opposta a quella di Niccolò e sicuramente questo l'ha colpito molto. E' un grande J-AX, e penso che dalla prefazione si possa capire quanto.

E' difficile staccarsi da Luana. E' una calamita "positiva". La saluto con in mente mille idee, mille persone da coinvolgere e a cui inviare questo articolo. Purtroppo Nicco dovrà accontentarsi della mia penna "spuntata" ma questa é una storia troppo bella per non essere raccontata.

Un paio di cose, però, possiamo iniziare a farle. Tutti insieme. Innanzitutto sottoscrivere la vostra preferenza sulla pagina di Facebook di Nicco. E' una testimonianza importante per Luana, un messaggio di solidarietà anche per tutti quelli, ragazzi o adulti che siano, a cui la vita ha tolto qualcosa. In seconda battuta vi segnalo questo link. E' la pagina da cui potrete acquistare Nicco per sempre, se vorrete. Come ho già detto, tutti i proventi andranno alla ricerca contro la leucemia e pagheranno delle borse di studio per i giovani ricercatori. Fatevi un bel regalo oppure regalatelo ai vostri genitori. Ve ne saranno sicuramente grati.

Per il momento vi raggiunga il mio. Grazie!


* Espertoni, l'articolo é mio e scrivo quello che mi pare, intesi? ;)