Nintendo LABO
Tre minuti di trailer, anzi meno. Questo è quello che è servito a Nintendo per dimostrare al mondo intero che, ancora una volta, la “Nintendo Difference” è un qualcosa che guarda oltre al mero concetto di potenza computazionale, 4K e HDR.
Immaginazione nel cartone
Nintendo LABO, questo il nome del nuovo progetto, è l’ennesima dimostrazione di come l’azienda giapponese cerchi insistentemente di guardare fuori dagli schemi, provando così a raggiungere un pubblico entusiasta ma soprattutto curioso, possibilmente di giovani menti ricche di fantasia ed immaginazione.
Nintendo LABO è proprio legato a doppia mandata al concetto di fantasia: dei pezzi di cartone modellabili (attraverso delle istruzioni) che si trasformando in oggetti piuttosto comuni come un pianoforte, una canna da pesca o una macchina radiocomandata, ma anche molto meno comuni come un vero e proprio robot; una volta creata la forma in puro stile art attack, ma senza uso di colla o forbici dalla punta arrotondata, questa forma interagisce con i joy-con e Switch stessa per creare delle differenti forme di intrattenimento.
Andare a pescare, guidare una macchina o una moto, trasformarsi in un robot per epici combattimenti in puro stile Pacif Rim, e molto altro. LABO appoggia e in parte ribalta due semplici concetti di gioco. Da una parte abbiamo i controller che diventano uno strumento di gioco e motore per animare qualcosa (sfruttando tutta la tecnologia che possiedono al loro interno), e non più una mera periferica per fruire del videogame di turno; dall’altra abbiamo quel fuoco che riusciva a trasformare ogni oggetto in un epica avventura, messo nelle mani dei ragazzi in una forma che punta a mescolare immaginazione e modernità tecnologica.
Quali sono i rischi?
Certo, se da una parte Nintendo LABO rappresenta in tutto e per tutto la filosofia e il volere di Kimishima, dall’altra è anche giusto pensare a quelli che possono essere i dubbi riguardo alla fruizione di questo nuovo strumento. D’altronde i tempi cambiano, e se da una parte è corretto registrare i fallimenti di prodotti come Wonderbook o Disney Infinity, senza contare il netto calo di Skylanders, dall’altra è altrettanto giusto credere ancora in una forma di intrattenimento differente, innovativa e vogliosa di portare freschezza in un settore - quello dei più piccoli - che sembra sempre più lontano nelle visione dei competitor di Nintendo: Sony e Microsoft.
Basterà questo per decretare il successo di LABO? Ancora presto per dirlo ma indubbiamente elementi come: la resistenza del materiale a mani meno delicate di quelle di un adulto o il modo in cui verrà percepito il prezzo da parte del consumatore, sono elementi che contribuiranno all’affermazione o meno di questa linea di prodotti.
Nintendo LABO, tuttavia, parte già con un grande vantaggio pienamente tangibile; sbirciando social e forum: il prodotto ha fatto breccia anche negli adulti. Non si smette mai di sognare in fondo, e una parte di noi rimane sempre bambina. La semplicità dei materiali con cui è costruito questo giocattolo, vuole comunicare un messaggio altrettanto semplice: condivisione. Quel tipo di condivisione tattile e umana fatta di rapporto padre-figlio/a o madre-figlio/a, che porta a condividere e stimolare la fantasia.
D’altronde è bene che si chiarisca prima di tutto che con Nintendo LABO siamo decisamente su un tipo di prodotto più vicino al giocattolo che al videogioco; e questa, di per sé, è già una grandissima sfida lanciata dalla grande N. Vedremo come andrà.
Nintendo LABO arriverà sugli scaffali del nostro paese il prossimo 27 aprile in due diverse versioni. Il “kit assortito” conterrà una cartuccia contente i mini giochi e diverse fustelle utili a creare svariati modelli di cartone (moto, macchina, casa, pianoforte e canna da pesca) e costerà 70€, mentre il “kit Robot” conterrà la cartuccia e tutto il necessario per trasformarci in epiche furie meccaniche, il tutto al prezzo di 80€.