Nintendo LABO

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Dopo aver impressionato il pubblico grazie gli ottimi feedback ottenuti da Nintendo Switch, gli sviluppatori della nota software house hanno lavorato verso nuove frontiere dell'universo (video)ludico. 

Se, in parallelo, la Realtà Virtuale ha fatto "entrare” il giocatore all'interno dell’esperienza videoludica, dall’altro si è spesso sentita la mancanza di un supporto hardware, che potesse almeno in qualche modo regalare un’esperienza più concreta al giocatore che ne fa uso.

È forse in risposta a questa esigenza che in casa Nintendo si è creato LABO, una linea di esperienze interattive ludiche assortite, progettate e costruite con lo scopo di accendere l’immaginazione delle menti creative di grandi e piccini. Grazie a un evento family oriented ospitato dallo IED di Roma abbiamo avuto il piacere di passare qualche ora in compagnia dei due kit in produzione, scoprendo interessanti caratteristiche che ci hanno fatto ulteriormente appassionare al progetto.

SI PARTE DAI BAMBINI

Alcuni dicono che l’intelligenza umana, nel corso degli anni, tende a chiudersi piuttosto che aprirsi. È forse per questo che le menti più creative sono proprio quelle dei bambini, perché in tenera età non sono ancora inclini a sottostare a quelle “regole”, dettate dall’esperienza, pronte a castrare l’estro ai fini del conformismo.

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Nintendo LABO
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Il focus di LABO sembra quindi coinvolgere con un unico scopo: cercare di donare uno strumento personalizzabile senza alcun freno inibitore.

È per questo motivo che la nostra esperienza è iniziata dal montaggio. Seduti intorno a una tavola rotonda ghermita da bambini emozionati siamo entrati in contatto con il primo kit in produzione, ovvero la Macchinina RC Toy-Con.

Armati di cartone, scotch colorati, adesivi di ogni sorta e pennarelli abbiamo iniziato il montaggio del nostro mezzo, lasciando che i nostri due tester (bambino di 9 e bambina di 3 anni) si lasciassero completamente guidare dalle loro idee, seguendo le istruzioni digitali riportate sulla Switch, a prova di incomprensioni, utili a farci creare questa piccola bestiola qua.

Il movimento della nostra macchinina è garantito dai due Joy Con posti ai lati che, vibrando, trasferiscono il moto alle "zampette" della macchina, che quindi riesce a muoversi sulla superficie.

Tale processo di creazione permette ai ragazzi di utilizzare le macchinine per intraprendere battaglie a suon di spinte, dove lo scopo è principalmente quello di far uscire dal ring la macchinina avversaria, oppure di ribaltarla con una pressione più convinta ai lati.

Nintendo le ha comunque pensate tutte, o almeno, ha pensato bene di mettere in mano ai giocatori la possibilità di creare non solo lo strumento finale (macchinina, canna da pesca, motocicletta, casa o pianoforte) ma anche di personalizzarne le capacità utilizzando diversi strumenti che vi spiegheremo più avanti.

Non diventa dunque solo una questione di colori, ma anche un vero e proprio sistema virtuoso che permette all’utente finale di avere non solo la bicicletta, ma anche tutto il sistema per rimontarla da zero aggiungendo le proprie “chicche”.

La creazione, intesa proprio come processo, non si ferma tuttavia qui, ma procede lasciandoci fantasticare su quello che potrebbe diventare un fenomeno mediatico di impatto rilevante, con personaggi bonariamente folli pronti a condividere le proprie creazioni costruite magari usufruendo di materiali diversi dal cartone in dotazione.

I due Toy - Con LABO si dividono in Kit Assortito e Kit Robot. Il primo è forse quello più ricco in termini di offerta, visto e considerato che all’interno ci vengono proposti tantissimi mini-game, come la pesca, il pianoforte o un simil tamagotchi.

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Nintendo LABO
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Andiamo con ordine. Costruendo la canna e posizionando i Toy-Con negli appositi slot potremo simulare una giornata di pesca al mare, cercando di tirar su diverse qualità di pesci che variano per grandezza e difficoltà a seconda della profondità a cui caleremo il nostro amo. Il pianoforte è forse quello più interessante in termini di costruzione, perché riesce a sfruttare il sensore a infrarossi per leggere l’adesivo catarifrangente posizionato sulla parte posteriore dei tasti cosicché, una volta premuto, possa simulare il suono della nota di un pianoforte.

Alcune manopole possono riprodurre suoni diversi, ma oltre a quelle presentate all’evento ci è stato indicato che, potenzialmente, non c’è limite alle possibilità di creazione personali, poiché il sistema Switch permette di sintetizzare un’onda sonora a seguito di una scansione su un cartoncino, sagomato per l’occasione con l’andamento da noi immaginato. Volete simulare le note di un violino? Potete, a patto che abbiate la pazienza di disegnare l’onda.

Questa parte simulativa, prettamente hardware, concede ai giocatori la possibilità di creare anche pesci personalizzati da aggiungere al proprio acquario, per poi pescarli randomicamente all’interno del gioco dedicato.

SCOPRI – IMMAGINA – CREA

Il processo creativo in LABO sembra non avere praticamente limiti. Parlando con uno dei ragazzi dedicati alla parte più underground dei due kit, abbiamo scoperto che il nuovo prodotto Nintendo presenta anche una modalità Garage, dove il giocatore può letteralmente sbizzarrirsi in quella che sembra una pagina di programmazione.

L’interfaccia chiara e diretta ci permette di navigare dentro un menu a tendina, dove a tutti gli effetti vige la regola di causa ed effetto. A ogni istruzione data al punto A deve corrispondere una reazione al punto B. Con questa idea in mente il nostro interlocutore ci ha mostrato come diventa facile far stendere sulle gambe un piccolo omino di cartone, oppure come all’occorrenza, un po' di istruzioni più, sia possibile costruire una pistola che sfrutta il sensore infrarosso del Toy-Con per leggere l’adesivo sulla fronte dello stesso omino, facendolo cadere alla pressione del grilletto.

Il Kit Robot è forse quello più elaborato in termini di costruzione, ma a livello di gameplay si vede che cerca di accaparrarsi una fetta di pubblico più giovane, dove il desiderio sembra essere quello di distruggere divertendosi, senza ricercare uno scopo più elaborato in una trama articolata.

Niente Titan Fall, tanto per dirvene una, ma comunque un piccolo slancio verso quella che potrebbe essere una base solidissima per creare titoli dedicati in un prossimo futuro.

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CRESCITA E SVILUPPO

Facendo due conti con la giornata passata in compagnia dei ragazzi di Nintendo ci siamo accorti che LABO è un progetto in fase embrionale. La cellula in questo momento sta cominciando a evolversi, in parte si specializza in qualche ambito, ma ancora sembra non esprimere al massimo le sue capacità dato che sembra non sfruttare al massimo le modularità di Nintendo Switch.

Perché diciamo questo? Perché a tutti gli effetti i mini-game mostrati nella prova sembrano fatti per accaparrarsi l’interesse del giocatore per poche sessioni di gameplay, dato che spesso il tutto si limita a pochi elementi senza osare mettendoci qualcosa di più.

Analizzate insieme a noi il Kit Moto, per esempio. Il sistema permette di provare diversi tracciati, oppure di inventarne di nuovi mediante l’apposito sistema integrato, ma a livello di power-up in gara tutto sembra limitarsi a dei semplici speed-up, senza magari osare rubando qualche idea in casa dal cugino più anziano Mario Kart. Chiaramente questa limitazione può fare la differenza in termini di longevità, ma siamo abbastanza sicuri che Nintendo saprà prontamente mettere “una pezza” sulla cosa, magari approntando una serie di aggiornamenti dedicati pronti a migliorare / diversificare l’esperienza in gioco.

IN CONCLUSIONE

Nintendo LABO si affaccerà sul mercato fra poco, ma già da quello che abbiamo potuto toccare con mano il gioco è praticamente un must-buy senza riserve. Le potenzialità espresse dai due kit ci fanno pensare positivo non soltanto riguardo al feedback possibile da ottenere, ma anche in merito a tutto quello che i giocatori potranno creare e condividere senza alcun freno. E a proposito di freni, dobbiamo dire che i nostri ragazzi non si sono risparmiati nell'usare e sollecitare i materiali di Nintendo Labo che, seppure di cartone, hanno sopportato senza troppi problemi l'esplosivo entusiasmo infantile. Al termine di tutto, un dubbio: e se LABO fosse solo una startup pronta a dare il via a un fenomeno più grande e articolato? Vedremo.

Nintendo LABO

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