Nuove tecnologie: 3D HFR
di
Roberto Vicario
Se c'é una cosa che appassiona in maniera morbosa l'amante dell' high tech é sicuramente la possibilità vivere l'evoluzione che i nuovi ritrovati tecnologici riescono a regalare a prodotti che spaziano dai videogiochi al cinema.
Su queste pagine siamo soliti parlare di videogiochi ( ma dai?! ) o prodotti strettamente collegati ad essi, non per questo però ci possiamo esimere dal commentare anche tecnologie in grado di offrire una marcia in più anche ad altri mercati, e chissà, in futuro anche al nostro.
La percezione dell'occhio umano
Grazie a Warner Bros. e Laboratorio e Comunicazione nella serata di ieri abbiamo avuto il piacere di prendere parte ad una proiezione speciale del primo capitolo della nuova trilogia firmata Peter Jackson, sempre ambientata nella Terra di Mezzo, ma questa volta ispirata alle vicende narrate nel libro “Lo Hobbit”.
Perché tanto scalpore? la risposta é molto semplice, Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato é il primo film ad uscire sul suolo italico sfruttando la nuova tecnologia 3D High Frame Rate, abbreviata in un più semplice HFR. Per dare una spiegazione sul significato di questa sigla bisogna fare un passo indietro.
Sin da quando il cinema era visto come un frutto acerbo e non si intravedeva il potenziale socioeconomico alle sue spalle, i film sono sempre stati girati con macchine da presa che lavoravano a 24 frame per secondo, il minimo sindacale utile a sincronizzare audio e video. I motivi di questa scelta - mantenuta sino all'uscita di questo film - erano e sono molto semplici: costi della pellicola ( lavorare a 24 frame faceva risparmiare molti soldi ai produttori in termini di materiale ) e uno sviluppo tecnologico poco esasperato che non richiedeva tempi di post produzione così lunghi come quelli attuali. Se, sotto l'aspetto della sincronizzazione audio video i problemi erano pressoché risolti, lo stesso non si poteva dire della stabilità dell'immagine, che soprattutto nelle fasi più movimentate soffriva di sfarfallii e di messa a fuoco. Problema che si é in buona parte accentuato con l'arrivo del 3D moderno ( Avatar docet. ) dato che oltre ai problemi già noti, si era aggiunta una certa pesantezza agli occhi data dalla concentrazione.
Il passaggio in questi ultimi anni al formato digitale, ha permesso non solo alle case di produzione di abbassare notevolmente i costi di realizzazione, ma ha spalancato le porte a nuovi modi fare cinema. Se volessimo cercare di semplificare il concetto, possiamo dire che l'HFR é una sorta di alta definizione per il 3D. La possibilità di girare con questa frequenza d'immagine ha permesso al regista di raggiungere una qualità visiva finora neanche immaginabile.
Dopo alcuni minuti in cui l'occhio necessità l'adattamento a quello che sta guardando, si iniziano a percepire le prime sensazioni positive. Su tutte spicca ovviamente una qualità visiva notevole che non trova esitazioni nemmeno nelle fasi più concitate e veloci. Non solo,ma lavorare ad una frequenza così alta ha giovato anche a tutti gli elementi creati dalla computer grafica ( Gollum su tutti! ) regalando una sensazione di omogeneità tra finzione e realtà mai vista precedentemente. Tra le note positive bisogna anche sottolineare una maggiore efficacia dell'effetto stereoscopico nelle fasi in cui la luce risultava bassa o soffusa.
Come per ogni altra tecnologia non sono però mancate le critiche, quella che più di tutte le altre ha avuto un seguito tra gli spettatori riguarda la totale mancanza di percezione di quello che si sta guardando in termine di realtà e finzione. Questione, quella del realismo, che ci sentiamo di avvalorare solo in parte, perché bisogna riconoscere la maestria con cui gli studi della Weta hanno lavorato a questo nuovo lungometraggio. Fasi quali il dialogo tra Gollum o Bilbo, l'arrivo a Gran Burrone o la fuga dalle caverne dei Goblin risultano un deciso passo avanti verso una qualità visiva con cui tutti i registi interessati al 3D dovranno bene o male confrontarsi in futuro.
à€Da qui a dire che l'HFR sarà lo standar per il 3D del futuro é un'affermazione ancora troppo rischiosa e sulla quale non ce la sentiamo di scommettere. Quel che é certo però é l'interesse che nell'industry ha suscitato questa nuova tecnologia. Vedremo il futuro cosa sarà in grado di regalarci, anche se il recente annuncio fatto da James Cameron sul suo Avatar 2 in cui conferma che verrà girato a 60 frame, ci fa presagire una lotta tecnologica senza esclusione di colpi, e noi non vediamo l'ora di farne parte!
Su queste pagine siamo soliti parlare di videogiochi ( ma dai?! ) o prodotti strettamente collegati ad essi, non per questo però ci possiamo esimere dal commentare anche tecnologie in grado di offrire una marcia in più anche ad altri mercati, e chissà, in futuro anche al nostro.
La percezione dell'occhio umano
Grazie a Warner Bros. e Laboratorio e Comunicazione nella serata di ieri abbiamo avuto il piacere di prendere parte ad una proiezione speciale del primo capitolo della nuova trilogia firmata Peter Jackson, sempre ambientata nella Terra di Mezzo, ma questa volta ispirata alle vicende narrate nel libro “Lo Hobbit”.
Perché tanto scalpore? la risposta é molto semplice, Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato é il primo film ad uscire sul suolo italico sfruttando la nuova tecnologia 3D High Frame Rate, abbreviata in un più semplice HFR. Per dare una spiegazione sul significato di questa sigla bisogna fare un passo indietro.
Sin da quando il cinema era visto come un frutto acerbo e non si intravedeva il potenziale socioeconomico alle sue spalle, i film sono sempre stati girati con macchine da presa che lavoravano a 24 frame per secondo, il minimo sindacale utile a sincronizzare audio e video. I motivi di questa scelta - mantenuta sino all'uscita di questo film - erano e sono molto semplici: costi della pellicola ( lavorare a 24 frame faceva risparmiare molti soldi ai produttori in termini di materiale ) e uno sviluppo tecnologico poco esasperato che non richiedeva tempi di post produzione così lunghi come quelli attuali. Se, sotto l'aspetto della sincronizzazione audio video i problemi erano pressoché risolti, lo stesso non si poteva dire della stabilità dell'immagine, che soprattutto nelle fasi più movimentate soffriva di sfarfallii e di messa a fuoco. Problema che si é in buona parte accentuato con l'arrivo del 3D moderno ( Avatar docet. ) dato che oltre ai problemi già noti, si era aggiunta una certa pesantezza agli occhi data dalla concentrazione.
Il passaggio in questi ultimi anni al formato digitale, ha permesso non solo alle case di produzione di abbassare notevolmente i costi di realizzazione, ma ha spalancato le porte a nuovi modi fare cinema. Se volessimo cercare di semplificare il concetto, possiamo dire che l'HFR é una sorta di alta definizione per il 3D. La possibilità di girare con questa frequenza d'immagine ha permesso al regista di raggiungere una qualità visiva finora neanche immaginabile.
Dopo alcuni minuti in cui l'occhio necessità l'adattamento a quello che sta guardando, si iniziano a percepire le prime sensazioni positive. Su tutte spicca ovviamente una qualità visiva notevole che non trova esitazioni nemmeno nelle fasi più concitate e veloci. Non solo,ma lavorare ad una frequenza così alta ha giovato anche a tutti gli elementi creati dalla computer grafica ( Gollum su tutti! ) regalando una sensazione di omogeneità tra finzione e realtà mai vista precedentemente. Tra le note positive bisogna anche sottolineare una maggiore efficacia dell'effetto stereoscopico nelle fasi in cui la luce risultava bassa o soffusa.
Come per ogni altra tecnologia non sono però mancate le critiche, quella che più di tutte le altre ha avuto un seguito tra gli spettatori riguarda la totale mancanza di percezione di quello che si sta guardando in termine di realtà e finzione. Questione, quella del realismo, che ci sentiamo di avvalorare solo in parte, perché bisogna riconoscere la maestria con cui gli studi della Weta hanno lavorato a questo nuovo lungometraggio. Fasi quali il dialogo tra Gollum o Bilbo, l'arrivo a Gran Burrone o la fuga dalle caverne dei Goblin risultano un deciso passo avanti verso una qualità visiva con cui tutti i registi interessati al 3D dovranno bene o male confrontarsi in futuro.
à€Da qui a dire che l'HFR sarà lo standar per il 3D del futuro é un'affermazione ancora troppo rischiosa e sulla quale non ce la sentiamo di scommettere. Quel che é certo però é l'interesse che nell'industry ha suscitato questa nuova tecnologia. Vedremo il futuro cosa sarà in grado di regalarci, anche se il recente annuncio fatto da James Cameron sul suo Avatar 2 in cui conferma che verrà girato a 60 frame, ci fa presagire una lotta tecnologica senza esclusione di colpi, e noi non vediamo l'ora di farne parte!
Nuove tecnologie: 3D HFR
Nuove tecnologie: 3D HFR
La componente tecnica che abbiamo potuto analizzare e godere in Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato é qualcosa di assolutamente incredibile in termini di definizione e qualità visiva. Essendo solo il primo film che sfrutta l'HFR aspettiamo di vedere come si svilupperà questa tecnologia in futuro, ma possiamo tranquillamente affermare che la base di partenza é estremamente solida.