PlayStation-Vita

di Tommaso Alisonno
22 Febbraio 2012: PlayStation Vita arriva sugli scaffali Europei - quante volte ci avete sentito ripetere questa solfa? Tra un rumor e un dubbio, una conferma e una smentita, un plauso e una critica, la fatidica data é finalmente arrivata, e con essa l'opportunità di toccare con mano - é proprio il caso di dirlo - la nuova console portatile di casa Sony. Mettendo pertanto temporaneamente da parte i parametri tecnici della piattaforma, che riportiamo per completezza al termine dell'articolo, veniamo ad analizzare nel dettaglio le impressioni di questo primo incontro ravvicinato.

La macchina stupisce immediatamente per la sua leggerezza: la mancanza di un corpo ottico, una componentistica e una batteria sicuramente più avanzate tecnologicamente e una distribuzione ottimale dei pesi fa sì infatti che il feeling sia molto più agile rispetto alla sorella PSP, nonostante una dimensione d'insieme superiore (ma uno spessore inferiore). A parte lo schermo OLED da 5”, però, tutto in PS Vita rimane più ridotto: sia la croce direzionale, sia i quattro canonici tasti Croce, Cerchio, Quadrato e Triangolo. Il primo impatto in questo senso può generare qualche dubbio (leggasi “ho le dita che sembrano cotechini, come pensano che riesca a...?”), ma é bastato poggiare i polpastrelli sui comandi per rendersi conto che il feeling é positivo - anche se naturalmente andrà analizzato gioco per gioco.



Più ampi rispetto a PSP i due tasti laterali L ed R: una scelta saggia che permette un accesso agevole sia a chi ha dita ridotte sia a chi le ha più lunghe. Un minimo di pratica richiede invece il grip sul lato posteriore, data la presenza del touchpad (di cui parleremo più avanti): é pur vero che al momento pochi giochi ne fanno un uso particolarmente prolisso, e che pertanto usarlo come punto d'appoggio non é “grave”, ma la presenza delle aree ruvide é studiata per una specifica posizione da padroneggiare per evitare falsi comandi.

Posizione ottimale che evidentemente é stata accuratamente studiata dei tecnici Sony anche per quanto concerne la gestione degli altoparlanti: questi infatti offrono il massimo rendimento proprio quando la console é impugnata, sfruttando le barriere offerte dalle mani sia come “cassa di risonanza” sia come “canale” per dirigere il suono verso l'utente - afferrare la macchina in altra maniera da invece luogo a una distribuzione più dispersiva del suono. Ovviamente, per prestazioni di qualità superiore é sempre consigliato l'uso delle apposite cuffie.





Veniamo ora agli stick analogici - due, come sicuramente tutti quanti saprete. Abbandonata la “zigrinatura” del cursore di PSP, questi sono adesso una versione ridotta e appiattita di quelli del Dualshock, con tanto di copertura ruvida sovrastante - anche se non sono “cliccabili” (niente tasto L3 ed R3, per intenderci). Date le dimensioni ridotte (al pari degli altri tasti) é piuttosto ovvio che non possano fornire una corsa particolarmente lunga, ma in compenso sin dalle prime prove di gioco abbiamo registrato una sensibilità notevole - ovviamente ancora una volta da analizzare caso per caso.

É innegabile che due stick analogici aprano notevoli porte al gameplay (indimenticabile l'intervento di Ken Levine di Irrational alla conferenza Sony presso l'E3 2011, che a questo proposito costruì ponti d'oro alla console), ma come é noto le caratteristiche tecniche della macchina non si fermano qui. Ecco pertanto che lo schermo anteriore é un multitouch capacitivo, che trova larga applicazione soprattutto dal punto di vista dei menù: niente di più semplice ed intuitivo, piuttosto che scartabellare col direzionale tra le icone, del poggiare il polpastrello sull'opzione desiderata per una frazione di secondo, o sfogliare le pagine con un dito.