Puddle
di
Davide Ottagono
Difficile spiegare con semplici parole in cosa risiede la grandezza di Puddle. In un'epoca in cui i videogiochi sembrano aprirsi a fasce di persone sempre più “inesperte”, abituate ormai a giochi sui binari e tutorial esaustivi, Puddle - come un po' buona parte dei suoi colleghi “minori” - si ritaglia uno spazio tutto suo, forte di un carisma e di meccaniche assolutamente irresistibili. Puddle é un gioco peculiare, quasi visionario, sin dal primissimo livello. Senza alcuna schermata introduttiva o menù che spiegasse quantomeno lo scopo del gioco, ci si ritrova con un primo piano di un bicchiere da caffé, sul tavolo di una mensa. D'istinto, iniziamo a provare tutte le combinazioni di tasti possibili, senza alcun risultato. Quali sono le azioni possibili? Qual é il nostro scopo? Ma soprattutto, chi é il protagonista? Dopo un po' ci accorgiamo che, pigiando i dorsali, qualche risultato lo abbiamo. Il mondo di gioco si inclina leggermente in una o nell'altra direzione, facendone scaturire realisticamente tutte le reazioni fisiche che ci si aspetterebbe in casi come questi. Il bicchiere comincia a traballare e, dopo un po', il liquido al suo interno riesce a fargli perdere l'equilibrio. Decine di goccioline di caffé scivolano sul tavolo, poi a terra, poi nel condotto di scarico. Ora il quadro é più chiaro.
Sembra strano da dire, ma Puddle é tutto qui. Si usano due soli tasti per inclinare l'ambientazione circostante e si cerca di far arrivare il nostro liquido al traguardo, con le minori perdite possibili. Metterlo in pratica, però, é tutto un altro paio di maniche. Se i primi livelli servono principalmente per acquisire dimestichezza, i guai non tarderanno a farsi vedere. Il bello di Puddle sta nella sua varietà di gioco. Non é semplicemente “portare il liquido all'uscita”, assolutamente. Con l'avanzare dei livelli si va incontro ad infinite sorprese, dai repentini cambi di “protagonista” e regole di gioco a situazioni sempre più fuori dalle righe. Del resto, non avrete mica pensato che avreste comandato la stessa macchia di caffé fino al The End. Già dal secondo quadro, dovremo portare “per mano” una limpida pozzanghera d'acqua. Ogni sostanza ha dei propri pregi e difetti, e la loro risposta sul campo - pad alla mano - lascia davvero a bocca aperta per realismo e possenza tecnica. Se la normale acqua fila via liscia e deve temere le fiamme, la melma delle fogne fa della sua natura gelatinosa ed appiccicaticcia il suo punto forte; se l'acciaio fuso é immune al calore ma tende ad indurirsi con l'esposizione al vento, l'inchiostro tenderà a scindersi più facilmente degli altri. Non saranno rari anche “scontri” con i boss e frenetiche sezioni a tempo.
La semplicità del criterio di fondo lascia ben presto spazio alla complessità della messa in atto. Far arrivare illesa a destinazione la sostanza di turno é tutt'altro che un gioco da ragazzi, già dopo circa 15 minuti. Puddle é un gioco che richiede tantissima pazienza: non ha checkpoint se non tra una missione e l'altra, richiede parecchio trial&error prima di essere portato a termine e può scoraggiare facilmente il giocatore occasionale. A volte può anche succedere che sia la fortuna a farla da padrone, visto che non sempre si riusciranno a controllare gli imprevedibili spostamenti delle singole molecole di cui il “puddle” é composto. Dopotutto, perdere troppi “pezzi” per la strada equivarrebbe al Game Over. Se proprio dovessimo trovare un difetto alla struttura, diremmo che ci sono pochi puzzle nel senso stretto del termine. La stragrande maggioranza degli ostacoli, infatti, é superabile più con i riflessi e la rapidità di mano che con l'intelletto vero e proprio. Ed é un peccato, perché ci sono un paio di enigmi davvero niente male. Scarsina anche la rigiocabilità; se la campagna principale si snoda attraverso svariati mondi per almeno una decina piena di ora, raramente si avrà voglia di cimentarsi nuovamente nell'impresa, se non per racimolare qualche medaglia e qualche extra sinceramente sorvolabile.
Tecnicamente, siamo a livelli altissimi per un titolo scaricabile. Non solo il motore grafico e fisico che muove il tutto é di primissimo calibro, ma possiamo trovare anche delle scelte stilistiche davvero niente male. Silhoutte inaspettate, forti contrasti di colore o addirittura un indimenticabile viaggio all'interno del corpo umano renderanno l'esperienza una gioia non solo per la mente, ma anche per gli occhi. Fissare per minuti interi la poltiglia di liquido, con tutti i suoi ipnotici dondolii, é estasiante e - in un certo senso - rilassante, come quando si sta per un pomeriggio intero imbambolati di fronte ad un acquario.
Sembra strano da dire, ma Puddle é tutto qui. Si usano due soli tasti per inclinare l'ambientazione circostante e si cerca di far arrivare il nostro liquido al traguardo, con le minori perdite possibili. Metterlo in pratica, però, é tutto un altro paio di maniche. Se i primi livelli servono principalmente per acquisire dimestichezza, i guai non tarderanno a farsi vedere. Il bello di Puddle sta nella sua varietà di gioco. Non é semplicemente “portare il liquido all'uscita”, assolutamente. Con l'avanzare dei livelli si va incontro ad infinite sorprese, dai repentini cambi di “protagonista” e regole di gioco a situazioni sempre più fuori dalle righe. Del resto, non avrete mica pensato che avreste comandato la stessa macchia di caffé fino al The End. Già dal secondo quadro, dovremo portare “per mano” una limpida pozzanghera d'acqua. Ogni sostanza ha dei propri pregi e difetti, e la loro risposta sul campo - pad alla mano - lascia davvero a bocca aperta per realismo e possenza tecnica. Se la normale acqua fila via liscia e deve temere le fiamme, la melma delle fogne fa della sua natura gelatinosa ed appiccicaticcia il suo punto forte; se l'acciaio fuso é immune al calore ma tende ad indurirsi con l'esposizione al vento, l'inchiostro tenderà a scindersi più facilmente degli altri. Non saranno rari anche “scontri” con i boss e frenetiche sezioni a tempo.
La semplicità del criterio di fondo lascia ben presto spazio alla complessità della messa in atto. Far arrivare illesa a destinazione la sostanza di turno é tutt'altro che un gioco da ragazzi, già dopo circa 15 minuti. Puddle é un gioco che richiede tantissima pazienza: non ha checkpoint se non tra una missione e l'altra, richiede parecchio trial&error prima di essere portato a termine e può scoraggiare facilmente il giocatore occasionale. A volte può anche succedere che sia la fortuna a farla da padrone, visto che non sempre si riusciranno a controllare gli imprevedibili spostamenti delle singole molecole di cui il “puddle” é composto. Dopotutto, perdere troppi “pezzi” per la strada equivarrebbe al Game Over. Se proprio dovessimo trovare un difetto alla struttura, diremmo che ci sono pochi puzzle nel senso stretto del termine. La stragrande maggioranza degli ostacoli, infatti, é superabile più con i riflessi e la rapidità di mano che con l'intelletto vero e proprio. Ed é un peccato, perché ci sono un paio di enigmi davvero niente male. Scarsina anche la rigiocabilità; se la campagna principale si snoda attraverso svariati mondi per almeno una decina piena di ora, raramente si avrà voglia di cimentarsi nuovamente nell'impresa, se non per racimolare qualche medaglia e qualche extra sinceramente sorvolabile.
Tecnicamente, siamo a livelli altissimi per un titolo scaricabile. Non solo il motore grafico e fisico che muove il tutto é di primissimo calibro, ma possiamo trovare anche delle scelte stilistiche davvero niente male. Silhoutte inaspettate, forti contrasti di colore o addirittura un indimenticabile viaggio all'interno del corpo umano renderanno l'esperienza una gioia non solo per la mente, ma anche per gli occhi. Fissare per minuti interi la poltiglia di liquido, con tutti i suoi ipnotici dondolii, é estasiante e - in un certo senso - rilassante, come quando si sta per un pomeriggio intero imbambolati di fronte ad un acquario.
Puddle
Puddle
Puddle é semplice e geniale. Due aggettivi che, ultimamente, non si vedono più così spesso nelle recensioni. Il titolo Konami ci insegna come appassionarsi alla piccola, grande avventura di una pozza d'acqua non sia poi così impossibile, anche senza la presenza di sangue e mitra contornino il tutto. Qualche mancanza nella fase di design e nel “lasting appeal” non riescono ad oscurare quello che é un prodotto efficace e, soprattutto, vario. Da tenere assolutamente in considerazione, soprattutto se si cerca una sfida adatta ai palati più navigati.
Voto: 8
Voto: 8