Resident Evil: La storia
di
Massimiliano Pacchiano
Il ritardo nella creazione di Resident Evil 2 venne colmato dalla pubblicazione di RE Director's Cut, versione riveduta e corretta del primo gioco per PSX che conteneva un nuovo livello di difficoltà, una diversa ubicazione di oggetti e nemici, un nuovo zombi “speciale” che appariva in un punto preciso della storia; nella successiva riedizione, venne aggiunto anche il supporto al Dual Shock e la presenza di un disco bonus. Quest'ultimo conteneva salvataggi speciali (da trasferire sulla memory card) e diversi filmati del già menzionato RE1, i quali ormai hanno fatto diverse volte il giro della rete.
Passiamo finalmente al vero Resident Evil 2, pubblicato nel 1998 su ben due dischi: a seconda di quale si inseriva prima era possibile affrontare il gioco con un personaggio differente (il neo-poliziotto Leon Kennedy oppure Claire Redfield, sorella del protagonista del primo gioco). Una volta finiti entrambi i “lati della storia” si affrontava un'ulteriore sezione contente il vero finale del gioco. Scelta ardita ma vincente, che insieme alla notevole ambientazione (la città di Raccoon City completamente invasa da zombie) diede vita ad un successo davvero enorme, che spinse addirittura Capcom a creare una versione “ricompattata” per Nintendo 64. Infatti, dal momento che questa macchina utilizzava solo cartucce e non aveva l'ampio spazio dati dei supporti ottici, si trattava di una conversione estremamente difficile da effettuare. Oltre all'ovvio porting Pc, il gioco venne successivamente ripubblicato anche su Dreamcast e Gamecube.
Dopo un simile successo era inevitabile un altro sequel, e l'anno successivo (1999) ecco arrivare puntualmente il controverso Resident Evil 3: Nemesis. Concepito inizialmente come una side-story del secondo capitolo, RE3 si svolgeva sempre a Raccoon City parallelamente agli avvenimenti del precedente gioco. La piattaforma PlayStation era quasi sul viale del tramonto, ed anche la serie Capcom non se la passava benissimo. Nemesis snelliva leggermente alcuni controlli ma appariva un gioco sin troppo accessorio nella trama e limitato nell'esplorazione: non aggiungeva nulla di veramente nuovo alla serie, tanto che potremmo definirlo come un capitolo “minore”. Le cose non migliorarono certo l'anno successivo, con il mediocre RE Gun Survivor. Gioco concepito per essere usato con la pistola GunCon di Namco, offriva esplorazione blanda, shooting impreciso, storia trascurabile e grafica pessima.
Il 2000 e l'anno di Code: Veronica, storico capitolo della serie inizialmente uscito come esclusiva per Dreamcast. Il gioco si prefiggeva di riunire il meglio delle caratteristiche dei primi 3 giochi, aggiungendo colpi di scena, innovazioni (più che altro tecnologiche come fondali in tempo reale e nemici con capacità particolari) e grande varietà negli ambienti. Gli obbiettivi furono centrati, ma il mancato snellimento di controlli e inventario resero CV un gioco “nuovo a metà”, che soffrì anche dello scarso successo della piattaforma Dreamcast. L'anno seguente uscì una riedizione per Ps2 intitolata Code Veronica X, che aveva maggiori problemi di aliasing ma conteneva una scena extra e la demo giocabile del primo Devil May Cry.
Nel frattempo, anche le console portatili si beccarono la loro dose di zombi con Resident Evil Gaiden su GameBoy Color, titolo piuttosto trascurabile ambientato su una nave infestata da zombi. La visuale era dall'alto, mentre l'azione esplorativa era inframmezzata da sezioni shooting in soggettiva dove si sparava agli zombi. Similmente a quanto già visto con RE1.5, anche questo gioco fu frutto di una precedente cancellazione: nel 1999 infatti era in fase di realizzazione una conversione fedelissima del primo RE su Gameboy, progetto poi naufragato per via di una qualità non eccelsa del prodotto, sviluppato dagli inglesi Hotgen Studios. Infatti sia fondali che personaggi non erano in CG ma disegnati a mano, “ricalcati” malamente sui modelli originali, ed i personaggi si muovevano su questi sfondi pseudo-prospettici con un sistema di scaling degli sprites. Il risultato era molto povero, ma la Infogrames colse l'idea e utilizzò la stessa tecnica per realizzare la versione Gameboy di Alone in the Dark 4: The New Nightmare.
Passiamo finalmente al vero Resident Evil 2, pubblicato nel 1998 su ben due dischi: a seconda di quale si inseriva prima era possibile affrontare il gioco con un personaggio differente (il neo-poliziotto Leon Kennedy oppure Claire Redfield, sorella del protagonista del primo gioco). Una volta finiti entrambi i “lati della storia” si affrontava un'ulteriore sezione contente il vero finale del gioco. Scelta ardita ma vincente, che insieme alla notevole ambientazione (la città di Raccoon City completamente invasa da zombie) diede vita ad un successo davvero enorme, che spinse addirittura Capcom a creare una versione “ricompattata” per Nintendo 64. Infatti, dal momento che questa macchina utilizzava solo cartucce e non aveva l'ampio spazio dati dei supporti ottici, si trattava di una conversione estremamente difficile da effettuare. Oltre all'ovvio porting Pc, il gioco venne successivamente ripubblicato anche su Dreamcast e Gamecube.
Dopo un simile successo era inevitabile un altro sequel, e l'anno successivo (1999) ecco arrivare puntualmente il controverso Resident Evil 3: Nemesis. Concepito inizialmente come una side-story del secondo capitolo, RE3 si svolgeva sempre a Raccoon City parallelamente agli avvenimenti del precedente gioco. La piattaforma PlayStation era quasi sul viale del tramonto, ed anche la serie Capcom non se la passava benissimo. Nemesis snelliva leggermente alcuni controlli ma appariva un gioco sin troppo accessorio nella trama e limitato nell'esplorazione: non aggiungeva nulla di veramente nuovo alla serie, tanto che potremmo definirlo come un capitolo “minore”. Le cose non migliorarono certo l'anno successivo, con il mediocre RE Gun Survivor. Gioco concepito per essere usato con la pistola GunCon di Namco, offriva esplorazione blanda, shooting impreciso, storia trascurabile e grafica pessima.
Il 2000 e l'anno di Code: Veronica, storico capitolo della serie inizialmente uscito come esclusiva per Dreamcast. Il gioco si prefiggeva di riunire il meglio delle caratteristiche dei primi 3 giochi, aggiungendo colpi di scena, innovazioni (più che altro tecnologiche come fondali in tempo reale e nemici con capacità particolari) e grande varietà negli ambienti. Gli obbiettivi furono centrati, ma il mancato snellimento di controlli e inventario resero CV un gioco “nuovo a metà”, che soffrì anche dello scarso successo della piattaforma Dreamcast. L'anno seguente uscì una riedizione per Ps2 intitolata Code Veronica X, che aveva maggiori problemi di aliasing ma conteneva una scena extra e la demo giocabile del primo Devil May Cry.
Nel frattempo, anche le console portatili si beccarono la loro dose di zombi con Resident Evil Gaiden su GameBoy Color, titolo piuttosto trascurabile ambientato su una nave infestata da zombi. La visuale era dall'alto, mentre l'azione esplorativa era inframmezzata da sezioni shooting in soggettiva dove si sparava agli zombi. Similmente a quanto già visto con RE1.5, anche questo gioco fu frutto di una precedente cancellazione: nel 1999 infatti era in fase di realizzazione una conversione fedelissima del primo RE su Gameboy, progetto poi naufragato per via di una qualità non eccelsa del prodotto, sviluppato dagli inglesi Hotgen Studios. Infatti sia fondali che personaggi non erano in CG ma disegnati a mano, “ricalcati” malamente sui modelli originali, ed i personaggi si muovevano su questi sfondi pseudo-prospettici con un sistema di scaling degli sprites. Il risultato era molto povero, ma la Infogrames colse l'idea e utilizzò la stessa tecnica per realizzare la versione Gameboy di Alone in the Dark 4: The New Nightmare.
Resident Evil: La storia
Resident Evil: La storia
La saga di Resident Evil ci ha regalato grandi emozioni, grossi spaventi ma soprattutto delle esperienze di gioco estremamente appaganti e divertenti. Nonostante alcune “pecore nere”, ed un quinto capitolo che ha diviso pubblico e critica raccogliendo sia ampi consensi che feroci critiche, siamo fiduciosi che l'imminente Resident Evil 6 sarà un ottimo compromesso tra il passato ed il futuro della saga, e che sarà in grado di offrire un'esperienza di gioco valida e coinvolgente. Avremo ragione o siamo troppo ottimisti?