Sam & Max: The Devil's Playhouse

di Davide Ottagono

Con l'approdo su PS3, la saga ha finalmente raggiunto l'estensione che ha sempre desiderato (e meritato). Wii, PC, Xbox 360 e - infine - i lidi Sony, sono ora la nuova casa dei poliziotti freelance più simpatici di sempre. Proprio per festeggiare questa occasione, GameSurf ha deciso di regalarvi un enorme speciale, un vero e proprio saggio che percorrerà tutte le tappe principali della vita di Sam e Max, dai lontanissimi albori alla recente uscita della Stagione 3. Quindi mettetevi comodi se siete fans della serie di Purcell, oppure accendete l'attenzione se non sapete neanche di cosa stiamo parlando. Per questi ultimi, é arrivato il momento di fare con noi un bel ripasso di storia videoludica.

In pochi sanno che il cane ed il coniglio, prima di “prendere vita” sottoforma di punta e clicca LucasArts, erano famosi prima per le strisce a fumetti e poi per le serie televisive. L'idea, nata dagli schizzi del fratello minore di Steve Purcell (padre ufficiale del duo), é stata trasportata solo in seguito sui PC di tutto il mondo. Era il 1993, e ovviamente parliamo di Sam&Max: Hit the Road, famosissima avventura grafica che, tra un Monkey Island ed un Indiana Jones, é riuscita ad incastrarsi perfettamente tra i capolavori dei tempi d'oro Lucasiani.



La nascita di Sam e Max

Ma da chi é composta, a conti fatti, quest'assurda coppia? Sam, un cane antropomorfo alto quanto un essere umano ma comunque ben vestito, é “la prima metà della polizia free-lance”. Visto che quasi sempre é lui l'unico personaggio giocabile, é considerato come il vero protagonista. É riconosciuto per la sua intelligenza, cultura e per l'estrema calma con cui affronta anche la situazione più mortale. E' infatti raro sorprenderlo, spaventarlo o semplicemente colpirlo con qualunque frase. É l'unica persona capace di portare Max, un pericolo pubblico ben peggiore dei criminali stessi, sulla retta via, ed ha sempre una risposta tagliente per ogni battuta del compagno. Ama risolvere i problemi con il cervello, pur non disdegnando il dolce suono della sua revolver, quando il gioco si fa duro.

Max, l'altra metà della polizia free-lance, é palesemente l'esatto contrario dell'amico. Violento, iperattivo e con un sorriso vagamente psicotico sempre stampato sulla faccia, é senza ombra di dubbio la mascotte della saga. Sebbene la sua imprevedibile natura lo porti ad essere un rischio costante per chiunque gli stia vicino, ama il suo compagno Sam come nient'altro, pur dimostrandogli il proprio affetto in modi altrettanto violenti. Tra i due ricopre il ruolo del pagliaccio, ha la battuta sempre pronta e non manca mai di regalare imperdibili sprazzi delle sue perversioni mentali. Più che far rispettare la legge, aizza la criminalità a livelli spropositati, divertendosi a seminare il terrore nelle strade cittadine - come sempre, al fianco di Sam - anche solo per passare il tempo.

Hit the Road amalgama alla perfezione il sano e mai volgare divertimento classici dei due ai sopraffini enigmi anni'90 a cui eravamo stati abituati, contornando il tutto con dialoghi indimenticabili e personaggi secondari sopra le righe. Qualcosa di strano sembra essere accaduto al circo e il Commissario (immagine enigmatica, a dirla tutta) ordina ai poliziotti free-lance di fare un sopralluogo. Dopo aver guadagnato il permesso per entrare, finalmente viene fatta chiarezza sulla nuova missione: recuperare il rarissimo esemplare di Big Foot fuggito dal baraccone e riportarlo nella sua gabbia. Le semplici premesse, però, lasciano presto spazio ad una vicenda più complicata, che vede il mostro innamorato di una ragazza e voglioso di tornare alla terra natale, tra i suoi simili. Lo scopo dei protagonisti, colpiti dalle peripezie amorose della bestia, quindi cambia, anche se i due dovranno vedersela con Conroy Bumpus, rinomato cantante country e collezionista di “stranezze”.

L'avventura di Sam e Max porterà i due in giro per un'America cartoonesca, esagerata ma sempre riconoscibile, pur nel suo essere parodica. Spostandoci a bordo della leggendaria DeSoto, visiteremo quindi le classiche strade urbane della Grande Mela, enormi fiere (con tanto di tunnel dell'amore!), club da golf privati, una simpatica variante del monte Rushmore e altro ancora. La varietà é altissima, mentre i fondali 2D tra i migliori del tempo, capaci di far impallidire anche i mostri del genere, con tanto di colonna sonora jazz altamente azzeccata alle atmosfere poliziesche anni '50 che permeano il titolo.