Sam & Max: The Devil's Playhouse

di Davide Ottagono
Sventata la minaccia di Sammun-Mak e tornati alla realtà come tutti la conoscevamo, un nuovo pericolo non tarda a mostrarsi. Una vera e propria armata di cloni di Sam, spuntata praticamente dal nulla, assalta prima la scatola dei giocattoli e poi i due protagonisti, palesemente in cerca di altri oggetti del potere. In uno spettacolare inseguimento dal retrogusto “romeriano”, i poliziotti - così come l'intera popolazione - é costretta a barricarsi in casa nel tentativo di sfuggire alla pericolosa armata di “Samulacra” (o, come preferisce dire Max, “dogglegangers”). Scoperto un tunnel di fuga segreto nella tavola calda di Stinky, la coppia si ritrova di fronte ad uno spettacolo sconcertante: un laboratorio segreto di produzione di cloni proprio sotto il ristorante, con attrezzature targate BoscoTech. Che Mamma Bosco sia la mente dietro questo assalto in massa? O c'entra forse Stinky, proprietaria del luogo? O addirittura una terza persona che ancora agisce nell'ombra? Così come accaduto nella Stagione 2, anche ora ci pensa il penultimo capitolo, Beyond the Alley of the Dolls, a mettere la parola “fine” alla serie, rispondendo praticamente a tutte le domande lasciate irrisolte negli episodi precedenti. Intrigante, scioccante e horror al punto giusto, questo quarto appuntamento chiude soddisfacentemente il cerchio dei Giocattoli del Diavolo con uno svolgimento ed un finale a dir poco epici. Anche senza il cattivone di turno tra i piedi, però, qualcosa va storto.

Da qui si giunge all'epilogo di Devil's Playhouse, The City That Dares Not Sleep, capitolo in cui Max, colpito dagli effetti collaterali dei suoi superpoteri, si trasforma in una bestia mastodontica che mette a ferro e fuoco la città, chiusa in stato di quarantena. Un attacco nucleare per annientare completamente ogni forma di vita nel raggio di svariate centinaia di miglia é ormai imminente, ma Sam - che non può vedere morire così il proprio compagno e che vede in lui ancora un pizzico di “umanità” - non si dà per vinto. Riesce così a ricevere un ultimatum da Superball, nuovo Presidente degli Stati Uniti, e mette così assieme un gruppo di recupero, formato anche dalla rediviva Sybil. L'obiettivo? Entrare nel corpo di Max ed estirpare dall'interno la mutazione che l'ha trasformato in quell'orrendo mostro alto centinaia di metri. Per ovvi motivi, il capitolo conclusivo della Stagione risulta essere il più facile dei cinque, più per ragioni di trama che per deficienze strutturali. L'impossibilità di comandare Max esclude a priori l'utilizzo dei Giocattoli del Potere, veri protagonisti della Stagione 3, mentre le ambientazioni limitate solo al suo interno non lasciano molto spazio alla complessità degli enigmi. Il risultato é un titolo semplice ma fluido, forse proprio quello che i Telltale volevano, trattandosi del gran finale. Girare in tondo inutilmente é impossibile, così che la trama possa essere gustata senza interruzioni di sorta. Perché sì, anche se tutti i retroscena sono stati svelati nell'episodio precedente, anche The City That Dares Not Sleep offre molti spunti interessanti. Il rapporto tra Sam e Max é più forte che mai e, nonostante quest'ultimo non sia più senziente, resta commovente notare come i due continuino a cercarsi a vicenda, nonostante le condizioni avverse. Questo sino ad un finale completamente imprevisto, che di certo vi rimarrà impresso per sempre. Commovente e pieno di gesti di vera amicizia, The City That Dares Not Sleep mostra al mondo che Sam e Max non é solo comicità.