Scott Pilgrim Vs The World
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Tra i tanti modi per raccontare banali scorci di quotidiana routine, non manca di certo l'ironia. Bhe, Scott Pilgrim sa di certo cos'é l'ironia, affrontando i problemi “di tutti i giorni” sempre col sorriso sulle labbra, pur non disdegnando la violenza più gratuita e immatura. E, come molte altre storie, questa inizia con l'arrivo di una donna. Il personaggio di Scott Pilgrim non é conosciutissimo dalla massa, quindi forse sarebbe utile una breve digressione. Scott, infatti, é famoso principalmente nel mondo del fumetto, nonostante sia anche approdato recentemente sul grande schermo. Che sia nero su bianco sulle pagine di qualche volume o grande star del cinema, il succo rimane lo stesso: infatuato di Ramona, Scott deve letteralmente farsi strada da lei con le unghie e con i denti, sconfiggendo i suoi malvagi sette ex e gang a seguito. Impossibile non immedesimarsi neanche un po', del resto.
Nel gioco targato Ubisoft il background é rimasto invariato, ma é stato affiancato da una pregevole struttura beat ‘em up. Nei panni di Scott o in quelli di uno dei suoi tre amici, il nostro scopo sarà quello di superare incolumi chilometrici corridoi pieni di teppisti e boss di ogni tipo, così da liberarci definitivamente della dura concorrenza che ciondola attorno a Ramona. Il concetto di base é quanto di più classico si potesse trovare una ventina d'anni fa in ogni sala giochi: ai comandi di un protagonista, si procede linearmente verso la meta pensando unicamente a sbarazzarsi delle soverchianti ondate di nemici che tenteranno di ostacolarci. Nulla di più, nulla di meno. Più che una limitazione, va considerato come un chiaro tentativo degli sviluppatori di attivare il lato nostalgico del retrogamer che c'é in noi, e Scott Pilgrim ci riesce alla perfezione. Dalla grafica ai comandi, tutto é stato creato appositamente perché sembri “vecchio”.
É indubbio che, come ogni gioco più antico, Scott Pilgrim basi buona parte del suo successo sulla difficoltà. Il prodotto risulta infatti essere poco adatto alla massa, una perla di nicchia che solo le persone più pazienti ed esperte riusciranno a domare. Con nutriti gruppi di avversari veloci e preparati a metterci i bastoni tra le ruote, proseguire nella campagna é appagante (e frustrante) come poco altro oggigiorno. Lasciare la guardia scoperta per troppo tempo equivale a danni certi, idem attaccare a testa bassa senza studiare la situazione, il tutto contornato da boss di fine livello che - in caso di Game Over - ci rispediranno direttamente ad inizio mondo, con checkpoint distanti svariate mezz'ore l'uno dall'altro. Che la difficoltà del giocatore in singolo porti proprio a servirsi della cooperativa?
Perché, ovviamente, come poteva mai mancare una modalità cooperativa? Nel caso vi manchi il mordente per proseguire da soli nell'avventura, infatti, potrete farvi accompagnare dai vostri amici, fino ad un massimo di quattro giocatori in contemporanea. Inutile dire che solo così il titolo raggiunge l'apice della sua bellezza. Purtroppo, é la stessa co-op a mettere in luce il più grande - e forse unico - difetto del gioco: l'impossibilità di unirsi a party online. Proprio così: se avete intenzione di spendere questi 10 Euro per godervi delle sane mazzate con qualcuno della vostra lista amici, allora toglietevelo dalla testa. O tutti dalla stessa console o niente, per farla breve. Una caduta di stile piuttosto grossolana ed inspiegabile, ad essere sinceri, che speriamo venga “raddrizzata” in futuro con qualche patch.
Concatenare combo sarà la chiave per la vittoria, così come imparare a menadito la lista mosse per avere un'idea chiara su come sfuggire ad ogni situazione. Inizialmente sarà anche ovvio combattere pigiando tasti a random ma, dato al tutorial il tempo di finire, già dovrete rivedere le vostre tattiche. Picchiando a destra e a manca si guadagneranno sia utili punti esperienza per acquisire nuove tecniche, sia moneta sonante per fare acquisti nei negozi sparsi per le strade. Avere sempre una buona scorta di cibo con voi vi aiuterà a tener testa anche alle risse più movimentate, sempre che non facciate grandi spese ed entriate in possesso di particolari oggetti per upgradarvi le statistiche. Perché Scott Pilgrim é anche un po' Gioco di Ruolo, oltre che un semplice picchiaduro a scorrimento in cui far valere il proprio onore con le mazzate, a mani nude e non.
Come già avevamo anticipato in precedenza, anche lo stile generale richiama quello dei cabinati ad una manciata di bit che tanto spopolavano a fine vecchio millennio. La risoluzione grafica é stata appositamente degradata per donare all'ambiente e ai protagonisti quel gusto “scalettato” che le piattaforme di nuova generazione ci hanno fatto dimenticare; stesso discorso per le colonne sonore, retrò quanto bastano per insinuarsi arrogantemente nei timpani e per costruirsi casa nel nostro cervello. Raramente andranno via. Medesimo discorso di sempre: nel 2010 é praticamente impossibile imbattersi in qualcosa di simile. Sicuri di essere abbastanza retrogamer da accettarlo?
Nel gioco targato Ubisoft il background é rimasto invariato, ma é stato affiancato da una pregevole struttura beat ‘em up. Nei panni di Scott o in quelli di uno dei suoi tre amici, il nostro scopo sarà quello di superare incolumi chilometrici corridoi pieni di teppisti e boss di ogni tipo, così da liberarci definitivamente della dura concorrenza che ciondola attorno a Ramona. Il concetto di base é quanto di più classico si potesse trovare una ventina d'anni fa in ogni sala giochi: ai comandi di un protagonista, si procede linearmente verso la meta pensando unicamente a sbarazzarsi delle soverchianti ondate di nemici che tenteranno di ostacolarci. Nulla di più, nulla di meno. Più che una limitazione, va considerato come un chiaro tentativo degli sviluppatori di attivare il lato nostalgico del retrogamer che c'é in noi, e Scott Pilgrim ci riesce alla perfezione. Dalla grafica ai comandi, tutto é stato creato appositamente perché sembri “vecchio”.
É indubbio che, come ogni gioco più antico, Scott Pilgrim basi buona parte del suo successo sulla difficoltà. Il prodotto risulta infatti essere poco adatto alla massa, una perla di nicchia che solo le persone più pazienti ed esperte riusciranno a domare. Con nutriti gruppi di avversari veloci e preparati a metterci i bastoni tra le ruote, proseguire nella campagna é appagante (e frustrante) come poco altro oggigiorno. Lasciare la guardia scoperta per troppo tempo equivale a danni certi, idem attaccare a testa bassa senza studiare la situazione, il tutto contornato da boss di fine livello che - in caso di Game Over - ci rispediranno direttamente ad inizio mondo, con checkpoint distanti svariate mezz'ore l'uno dall'altro. Che la difficoltà del giocatore in singolo porti proprio a servirsi della cooperativa?
Perché, ovviamente, come poteva mai mancare una modalità cooperativa? Nel caso vi manchi il mordente per proseguire da soli nell'avventura, infatti, potrete farvi accompagnare dai vostri amici, fino ad un massimo di quattro giocatori in contemporanea. Inutile dire che solo così il titolo raggiunge l'apice della sua bellezza. Purtroppo, é la stessa co-op a mettere in luce il più grande - e forse unico - difetto del gioco: l'impossibilità di unirsi a party online. Proprio così: se avete intenzione di spendere questi 10 Euro per godervi delle sane mazzate con qualcuno della vostra lista amici, allora toglietevelo dalla testa. O tutti dalla stessa console o niente, per farla breve. Una caduta di stile piuttosto grossolana ed inspiegabile, ad essere sinceri, che speriamo venga “raddrizzata” in futuro con qualche patch.
Concatenare combo sarà la chiave per la vittoria, così come imparare a menadito la lista mosse per avere un'idea chiara su come sfuggire ad ogni situazione. Inizialmente sarà anche ovvio combattere pigiando tasti a random ma, dato al tutorial il tempo di finire, già dovrete rivedere le vostre tattiche. Picchiando a destra e a manca si guadagneranno sia utili punti esperienza per acquisire nuove tecniche, sia moneta sonante per fare acquisti nei negozi sparsi per le strade. Avere sempre una buona scorta di cibo con voi vi aiuterà a tener testa anche alle risse più movimentate, sempre che non facciate grandi spese ed entriate in possesso di particolari oggetti per upgradarvi le statistiche. Perché Scott Pilgrim é anche un po' Gioco di Ruolo, oltre che un semplice picchiaduro a scorrimento in cui far valere il proprio onore con le mazzate, a mani nude e non.
Come già avevamo anticipato in precedenza, anche lo stile generale richiama quello dei cabinati ad una manciata di bit che tanto spopolavano a fine vecchio millennio. La risoluzione grafica é stata appositamente degradata per donare all'ambiente e ai protagonisti quel gusto “scalettato” che le piattaforme di nuova generazione ci hanno fatto dimenticare; stesso discorso per le colonne sonore, retrò quanto bastano per insinuarsi arrogantemente nei timpani e per costruirsi casa nel nostro cervello. Raramente andranno via. Medesimo discorso di sempre: nel 2010 é praticamente impossibile imbattersi in qualcosa di simile. Sicuri di essere abbastanza retrogamer da accettarlo?