Shank

di Davide Ottagono
Dei cliché del cinema - poi anche applicati ai videogame - in cui più spesso ci si imbatte, c'é sicuramente quello dell'ex militare burbero, sanguinario e con migliaia di cadaveri sulla coscienza. Shank non é nulla di diverso. Temprato da svariate tragedie, l'ultima delle quali la morte della propria compagna, si ritrova invischiato in una disperata vendetta dal retrogusto amaro, considerato che l'obbiettivo é la stessa banda che l'ha cresciuto. Con veste da cartone animato e anima da gore più cupo, Shank promette di ammaliare grazie ad una trama classica ma mai intramontabile, e ad un sapore da action di serie B che tanto fa godere noi maschietti poco pretenziosi.

Shank riprende la struttura da picchiaduro a scorrimento bidimensionale tornata di moda grazie ai vari Store, riadattandola ed amalgamandola ad uno stile peculiare che, già da solo, vale il prezzo del biglietto. Lo scopo principale sarà quindi quello di procedere linearmente da un punto A ad un punto B, sbarazzandosi al contempo dei trilioni di nemici che - armi alla mano - tenteranno di ostacolarci. La mappatura di tasti riprende quella classica degli action all'arma bianca, con un pulsante per l'attacco leggero, un altro per quello pesante e un terzo ancora per sparare con gli strumenti a distanza. L'articolato sistema di prese concede sempre al giocatore una fantasiosa libertà sul come battere il cattivone di turno, mentre qualche sporadica sezione platform riesce a spezzare la monotonia che - dopo qualche sessione - per forza di cose viene a crearsi.



Monotonia, appunto, é forse la prima parola che viene in mente dopo le tre ore scarse richieste per terminare il gioco. E non perché si tratta di un gioco noioso nel senso stretto del termine, ma perché dei banali ritocchi l'avrebbero innalzato ben sopra il semplice prodotto discreto. Per dirne una, l'unico personaggio giocabile non può essere potenziato in alcun modo, avendo a disposizione praticamente ogni mossa fin dall'inizio. Se, quando si é ancora inesperti, ci si sente quasi spaesati di fronte a tante possibilità, una volta padroneggiate le tecniche principali e i corrispettivi “grab” é ben normale ritrovarsi a combattere sempre alla stessa maniera, o nei modi più convenienti. Il risultato é un gioco che, nonostante l'alta spettacolarità e l'estrema fluidità, smette di sorprendere già dopo la prima mezz'ora. Ovviamente, ci penserà qualche aggeggio nuovo a farci dimenticare un po' tutto: infatti non sarà raro imbattersi in armamentario da aggiungere alla nostra collezione, che siano nuovi strumenti da mischia (come scimitarre, katane o rozzi tirapugni) o più versatili armi da fuoco (dal fucile a pompa agli Uzi).

Vale la pena spendere 10 e rotti Euro per Shank? Anche sull'aspetto longevità, ad essere sinceri, non riusciamo a promuoverlo del tutto. Come già detto prima, la campagna in singolo vi terrà impegnati per massimo tre ore, e la mancanza di segreti o di un qualsivoglia elemento ruolistico poco aiuta a tenere viva l'attenzione dell'acquirente. Sempre che non vogliate cimentarvi nell'ultimo (e tostissimo) livello di difficoltà, saranno ben pochi i motivi per riprenderlo dopo un primo pomeriggio. A meno che non abbiate un amico in carne ed ossa voglioso di intraprendere con voi l'avventura cooperativa, ovviamente. Perché la buona notizia é che Shank ha anche una modalità a due giocatori; la cattiva, invece, é che non c'é il supporto online e che quindi si é costretti a ingaggiare solo chi abita nelle vostre vicinanze. Da sottolineare come il multi cooperativo offra una campagna sostanzialmente diversa dalla prima, cronologicamente antecedente, e pensata per essere affrontata in coppia.



Perché prima Shank lavorava in squadra, in questa banda che l'aveva addestrato e plasmato nel guerriero senza paura (anche se con qualche macchia) che conosciamo oggi. Infatti, se il single player narra di come lui, tradito dai suoi stessi compagni e privato della donna che amava, attui la sua vendetta, la coop farà chiarezza sugli eventi passati, sui fatidici motivi che l'hanno portato ad avere contro i suoi stessi fratelli. Dire che Shank abbia chissà che trama é certamente errato, ma nel suo piccolo riesce lo stesso ad appassionare con la sua schiettezza, sincerità ed esagerazione. Non per niente il primo film che ci viene in mente, guardandolo, é proprio Rambo. O forse gli si addice meglio Kill Bill, con il suo scheletro “piramidale”, che vede questa vendetta partire dai pesci piccoli fino a raggiungere gli scagnozzi più potenti, con il grande capo come ciliegina finale.

La parte grafica é senza ombra di dubbio l'aspetto meglio riuscito dell'intero titolo. Non é la prima volta che mettiamo mano a mix di sangue e cartoon, a dirla tutta (Fat Princess é solo il primo che ci viene in mente), ma l'effetto globale non stanca mai. Come il più grande dei fumetti, Shank e le ambientazioni che questo si ritroverà a percorrere sono disegnati da linee spesse e riempiti da colori accesi, il tutto contornato da animazioni assolutamente ineccepibili. L'atmosfera generale richiama alla perfezione le classiche cittadine sudamericane, mentre la colonna sonora non fa altro che innalzare quello che é un comparto tecnico curato oltre la media, se consideriamo la sua natura di gioco scaricabile. Se proprio dovessimo fare i puntigliosi, allora andremo ad attaccare i caricamenti, fastidiosamente lunghi anche se posizionati solo tra un livello e l'altro.