Shuttle Barebone SZ170R8
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Abbiamo già parlato su queste pagine di Shuttle e dei suoi Barebone, ovvero di quelle soluzioni “ridotte all'osso” che consentono all'utente finale di avere per le mani una struttura di base di un PC in dimensioni molto contenute, senza però rinunciare a prestazioni di ottimo livello. Se però nell'articolo dell'anno scorso ci siamo concentrati sulla realizzazione di un perfetto server multimediale (che ancora svolte ottimamente il suo lavoro), questa volta ci siamo spinti oltre e abbiamo creato una vera e propria macchina da gioco. Ecco come.
Siamo innanzitutto partiti da uno degli ultimi modelli rilasciati dalla casa Taiwanese, ovvero l'SZ170R8, che consente di montare a bordo gli ultimi processori nati in seno a Intel. Come sempre il sample uscito dalla catena di produzione prevede uno chassis interamente in alluminio per semplificare la dispersione del calore interno, una piastra madre Mini-ITX che supporta fino a 64 giga di Ram DDR4 e l'ovvia compatibilità di standard come gli SSD SATA o i normali dischi da 3, 5 pollici fino ad un massimo di 40 Tera di capacità.
Il chip grafico integrato svolge onestamente i compiti “di base” del nostro barebone, garantendo la connessione fino ad un massimo di tre display, grazie a connessioni come la ormai classica HDMI, e due Display port.
La scheda supporta anche la risoluzione 4K, anche se ovviamente per lavorare a quei regimi occorrerà anche un processore adeguato. Ovviamente lavorando in spazi molto ristretti, particolare attenzione é stata riposta nella risoluzione del problema relativo alle alte temperature d'esercizio. A parte lo chassis in alluminio, che aiuta la dispersione generale delle temperature, dobbiamo anche segnalare un sistema di dissipazione interno che viene posizionato proprio sul processore e che aiuta grazie a 4 pipeline il trasporto del calore verso una ventola che invia esternamente il calore. Chiudono il quadro le sei porte USB 3.0 (a cui si devono sommare le due presenti sul pannello frontale), la porta gigabit LAN e il supporto audio 7.1. Non fanno invece parte del pacchetto iniziale i moduli Wi-Fi e Bluetooth, che possono comunque essere acquistati a parte.
Per assemblare la nostra macchina da gioco abbiamo scelto di sfruttare il chipset Intel Z170 che ci ha consentito di montare un I76700k, uno dei processori più potenti della famiglia Skylake. A questo abbiamo unito 16 giga di ram DDR4 Transcend 2133Mhz, un disco SSD Samsung 850 EVO da 256 giga per velocizzare e un normale disco da 3, 5 pollici da 3 tera della Western Digital per l'archiviazione di massa. Ma ovviamente per avere sotto la carrozzeria una vera e propria macchina da gioco, abbiamo dovuto montare anche una scheda video capace di spingere al massimo i giochi testati.
Tenete presente che il modello arrivato in redazione monta un alimentatore da 500W e il nostro consiglio é proprio quello di puntare a questo modello se avete intenzione di confezionare un PC gaming. Grazie allo slot PcI express 3.0 presente sulla piastra siamo stati in grado di testare due modelli AMD recentemente recensiti da Gamesurf, ovvero le RX 460 e 470. Nella prima soluzione ci siamo trovati di fronte ad una scheda dalle buone prestazioni generali, a fronte di un consumo davvero contenuto.
Con la RX 460 a bordo abbiamo potuto giocare titoli di alto livello come Doom e The Witcher 3 raggiungendo ottimi risultati generali. Doom in particolare in modalità Ultra é sempre rimasto stabile tra i 40 e i 60 frame al secondo, mentre un gioco più esigente come The Witcher non é mai andato oltre i 30 frame e a questo dovete aggiungere che abbiamo sicuramente dovuto limare particolari grafici come i capelli dei nostri protagonisti e scalare qualche altro dettaglio generale. Insomma, un ottimo bilanciamento tra bassi consumi (e quindi uno sviluppo di calore limitato) e prestazioni generali dignitose, specialmente se si considera che il prezzo di vendita di questa scheda si assesta ormai intorno ai 150€.
Abbiamo però voluto strafare, garantendoci prestazioni sicuramente migliori, una volta montata la sorella maggiore, ovvero la 470 RX della MSI. Grazie a questa scheda, che implementa un sistema di raffreddamento davvero eccellente, siamo riusciti a raddoppiare il numero di frame dei giochi testati, senza alcuna rinuncia e con una stabilità sicuramente maggiore rispetto a quanto riscontrato sulla 460. Ovviamente i consumi salgono e si passa dai 75w iniziali ai 120w della 470, ma crescono anche gli stream processor, che passano da 896 a 2048 e soprattutto aumentano i terflops generati, che in questo caso arrivano fino a 4, 9. Insomma, un passo in avanti davvero impressionante che ha portato il nostro piccolo PC (non dimentichiamoci che il Barebone misura solo 21x33x19) ad essere un vero e proprio mostriciattolo di potenza. Ovviamente dimenticatevi le soluzioni SLI perché lo spazio interno é sufficiente per una sola scheda e, nostra raccomandazione, fate sempre attenzione al cable management, perché all'interno di spazi così stretti é sempre meglio tenere lontano i cavi da eventuali fonti di calore.
E' ovvio che una soluzione come quella proposta da Shuttle deve essere intesa come un compromesso che mira soprattutto a contenere gli spazi sacrificando le velleità degli smanettoni che intendono cambiare configurazione al cambio della stagione. Non stiamo dicendo, ovviamente, che le configurazioni nascono e muoiono così, ma é altrettanto ovvio che una soluzione di questo tipo non si presta a troppe macchinazioni, puntando più sulla solidità delle prestazioni che alla creatività dei più “addicted” del settore.
Siamo innanzitutto partiti da uno degli ultimi modelli rilasciati dalla casa Taiwanese, ovvero l'SZ170R8, che consente di montare a bordo gli ultimi processori nati in seno a Intel. Come sempre il sample uscito dalla catena di produzione prevede uno chassis interamente in alluminio per semplificare la dispersione del calore interno, una piastra madre Mini-ITX che supporta fino a 64 giga di Ram DDR4 e l'ovvia compatibilità di standard come gli SSD SATA o i normali dischi da 3, 5 pollici fino ad un massimo di 40 Tera di capacità.
Il chip grafico integrato svolge onestamente i compiti “di base” del nostro barebone, garantendo la connessione fino ad un massimo di tre display, grazie a connessioni come la ormai classica HDMI, e due Display port.
La scheda supporta anche la risoluzione 4K, anche se ovviamente per lavorare a quei regimi occorrerà anche un processore adeguato. Ovviamente lavorando in spazi molto ristretti, particolare attenzione é stata riposta nella risoluzione del problema relativo alle alte temperature d'esercizio. A parte lo chassis in alluminio, che aiuta la dispersione generale delle temperature, dobbiamo anche segnalare un sistema di dissipazione interno che viene posizionato proprio sul processore e che aiuta grazie a 4 pipeline il trasporto del calore verso una ventola che invia esternamente il calore. Chiudono il quadro le sei porte USB 3.0 (a cui si devono sommare le due presenti sul pannello frontale), la porta gigabit LAN e il supporto audio 7.1. Non fanno invece parte del pacchetto iniziale i moduli Wi-Fi e Bluetooth, che possono comunque essere acquistati a parte.
Per assemblare la nostra macchina da gioco abbiamo scelto di sfruttare il chipset Intel Z170 che ci ha consentito di montare un I76700k, uno dei processori più potenti della famiglia Skylake. A questo abbiamo unito 16 giga di ram DDR4 Transcend 2133Mhz, un disco SSD Samsung 850 EVO da 256 giga per velocizzare e un normale disco da 3, 5 pollici da 3 tera della Western Digital per l'archiviazione di massa. Ma ovviamente per avere sotto la carrozzeria una vera e propria macchina da gioco, abbiamo dovuto montare anche una scheda video capace di spingere al massimo i giochi testati.
Tenete presente che il modello arrivato in redazione monta un alimentatore da 500W e il nostro consiglio é proprio quello di puntare a questo modello se avete intenzione di confezionare un PC gaming. Grazie allo slot PcI express 3.0 presente sulla piastra siamo stati in grado di testare due modelli AMD recentemente recensiti da Gamesurf, ovvero le RX 460 e 470. Nella prima soluzione ci siamo trovati di fronte ad una scheda dalle buone prestazioni generali, a fronte di un consumo davvero contenuto.
Con la RX 460 a bordo abbiamo potuto giocare titoli di alto livello come Doom e The Witcher 3 raggiungendo ottimi risultati generali. Doom in particolare in modalità Ultra é sempre rimasto stabile tra i 40 e i 60 frame al secondo, mentre un gioco più esigente come The Witcher non é mai andato oltre i 30 frame e a questo dovete aggiungere che abbiamo sicuramente dovuto limare particolari grafici come i capelli dei nostri protagonisti e scalare qualche altro dettaglio generale. Insomma, un ottimo bilanciamento tra bassi consumi (e quindi uno sviluppo di calore limitato) e prestazioni generali dignitose, specialmente se si considera che il prezzo di vendita di questa scheda si assesta ormai intorno ai 150€.
Abbiamo però voluto strafare, garantendoci prestazioni sicuramente migliori, una volta montata la sorella maggiore, ovvero la 470 RX della MSI. Grazie a questa scheda, che implementa un sistema di raffreddamento davvero eccellente, siamo riusciti a raddoppiare il numero di frame dei giochi testati, senza alcuna rinuncia e con una stabilità sicuramente maggiore rispetto a quanto riscontrato sulla 460. Ovviamente i consumi salgono e si passa dai 75w iniziali ai 120w della 470, ma crescono anche gli stream processor, che passano da 896 a 2048 e soprattutto aumentano i terflops generati, che in questo caso arrivano fino a 4, 9. Insomma, un passo in avanti davvero impressionante che ha portato il nostro piccolo PC (non dimentichiamoci che il Barebone misura solo 21x33x19) ad essere un vero e proprio mostriciattolo di potenza. Ovviamente dimenticatevi le soluzioni SLI perché lo spazio interno é sufficiente per una sola scheda e, nostra raccomandazione, fate sempre attenzione al cable management, perché all'interno di spazi così stretti é sempre meglio tenere lontano i cavi da eventuali fonti di calore.
E' ovvio che una soluzione come quella proposta da Shuttle deve essere intesa come un compromesso che mira soprattutto a contenere gli spazi sacrificando le velleità degli smanettoni che intendono cambiare configurazione al cambio della stagione. Non stiamo dicendo, ovviamente, che le configurazioni nascono e muoiono così, ma é altrettanto ovvio che una soluzione di questo tipo non si presta a troppe macchinazioni, puntando più sulla solidità delle prestazioni che alla creatività dei più “addicted” del settore.