Speciale Bologna Nerd & Laser Day – Passione retrogaming

Via Vittoria 28/G a Bologna - Con la città nel caos per il Tour de France noi abbiamo raggiunto la nostra isola felice

di Claudio Pofi

Lo scorso 30 giugno abbiamo avuto il piacere di visitare il Bologna Nerd Park!, spazio ludico organizzato da Bologna Nerd all'interno del quale si è svolta la seconda edizione del “Laser Day”. Evento nell'evento curato tra gli altri da Igor Maggiorelli alla scoperta di un'altra faccia dei videogiochi, principalmente retrogaming declinato su supporti non più in produzione come CD-i, DVD e LaserDisc. All'interno di un'ampia e strepitosa area espositiva erano presenti videogame a partire dal secolo scorso tra cabinati da sala, game console di ogni epoca, board game e il fantastico museo di Tilt.it con tanti flipper con cui divertirsi.

Alle origini del videogioco

Un entusiasmante viaggio nel tempo a partire dal cabinato del famoso e nostalgico Pong del 1972 che abbiamo incontrato superando l'ingresso, preistoria del tennis elettronico, game bidimensionale dove si controlla il movimento verticale della “racchetta” in forma di piccola barra bianca. Di fianco all'area flipper un altro pezzo clamoroso dai medesimi creatori, ovvero il Computer Space, arcade sparatutto statunitense a schermata fissa che sfruttava un vero e proprio televisore bianco e nero NTSC del 1971: progetto che contribuì alla nascita di Atari.

Piccole grandi chicche per cultori del retrogaming con l'esposizione della collezione di Federico Croci: cresciuto a pane & videogame, ha lavorato presso la software house bolognese Simulmondo, progetti non sempre approdati a vera produzione dove non abbiamo potuto non notare un titolo addirittura dedicato a Bud Spencer e alla serie Noi siamo Angeli - We are Angels del 1997.

Passione flipper

Nella zona flipper ci ha colpiti i curiosissimo Orbitor 1 del 1982, dove al posto della superficie piana il campo di gioco è composto da 2 parti: quella inferiore in plastica stampata e dipinta in modo da assomigliare al suolo lunare, mentre sopra c'è uno strato di plexiglass trasparente deformato in cui si muove la pallina in maniera totalmente imprevedibile. C'erano il pinball dedicato a Super Mario Bros. e macchine dedicate a franchise cinematografici come Ritorno al futuro del 1990 e La famiglia Addams del 1992.

Presenti numerosi flipper elettromeccanici andando più indietro negli anni: dal 1936 passando per il 1952, 1966, 1967, 1973 ma anche flipper più tecnologici, quelli elettrici, del 1999 come Revenge From Mars e Star Wars Episodio I della Williams. Per quest'ultimo Igor ci ha raccontato il retroscena del marchio “Pinball 2000”, il cui prototipo fu realizzato con il supporto del computer Amiga 2000, poi sostituito da PC: un monitor CRT posizionato all'interno del cabinato riflette l'immagine sul vetro del flipper creando un coloratissimo effetto scenografico. Flipper che se in ottime condizioni d'uso possono arrivare a costare alcune migliaia di euro.

Collectible da urlo!

Piccoli spazi anche per il cinema con una vetrina monografica dedicata al bellissimo Tommy, rock opera degli Who diretta da Ken Russell con spezzoni di pellicola e tanto di edizione britannica su DVD autografata dal regista. Un'altra piccola vetrina legata al mondo di Pac-Man e collectible da urlo come la cassetta audio Stereo 8 “Pac-Man Fever” e il 33 giri, entrambi del 1982 con le musiche dal game o un picture disc 45 giri fino alle pellicole serigrafiche originali per la stampa dell'insegna del cabinato relativo a Ms. Pac-Man.

C'era persino un modello di telefono analogico a forma di Pac-Man. Particolare la più rara versione orizzontale da bar del famoso “muro”, ovvero il mitico Breakout del 1976: in presenza di due giocatori l'immagine ruota in base al turno di gioco. Alcuni cabinati con gioco singolo riproducevano il più possibile le produzioni dell'epoca, altri multi game tutt'oggi in vendita.

Sua Maestà Dragon's Lair

Tra i pezzi arcade più clamorosi in esposizione e giocabile c'era il simulatore di guida Out Run di Sega del 1986 nella versione con l'automobile a movimento oleopneumatico. C'era lo Space Invaders del 1978 nella versione originale costruita dalla Zaccaria di Bologna e serigrafato The Invaders, che in più offriva un bellissimo effetto scenografico sfruttando la riflessione a specchio del monitor.

Svettava su tutti il cabinato assemblato per il Laser Day di Dragon's Lair, videogioco interattivo su LaserDisc, qui nella versione prototipale identica a quella presentata negli USA. Diverso per particolari come l'inclinazione del monitor, posizionamento della plancia su cui sono presenti le istruzioni, una side art diversa sul cabinato oltre al display LED con il punteggio singolo. 

Differenza tech sostanziale la scheda elettronica NTSC rispetto alla PAL per il mercato europeo, l'incontro ci ha dato occasione per porre l'accento tra la produzione Dragon's Lair europea di Philips (dischi rari se funzionanti e per questo più costosi) e la più duratura Pioneer con LaserDisc che ancora resistono e sono giocabili. Nel periodo di lancio di Dragon's Lair e Space Ace il marketing aveva realizzato dei “flipbook” con semplici immagini che se però viste rapidamente generavano una sequenza in movimento e che Igor ci ha mostrato. 

Gli amanti di questi due game hanno visto più recentemente l'immissione in commercio di mini cabinati da collezione perfettamente giocabili, 1/6 di grandezza con tanto di riproduzione persino del lettore LaserDisc (LDV1000) e del relativo disco presente all'interno dell'unità.

Le rarità nel museo dei videogiochi

Nella zona museo, chiuse all'interno di teche, una quantità di console e un livello spaventoso di completezza che ci ha consentito di rivivere gli anni ruggenti di hardware proveniente da Stati Uniti, Europa e Giappone che vi invitiamo a scoprire nel nostro speciale video che trovate a questo link. Su tutte la mitica Odissey della statunitense Magnavox, classe 1972, cartuccia a “pettine” da inserire nell'unità e la Fairchild Channel F del 1976 con già l'Hockey Game incluso e lo slot per ospitare le prime cartucce programmate.

Presente anche la rara Amiga Joyboard del 1983, servita per finanziare il progetto Amiga. Negli anni '80 si cercava in ogni modo di ridefinire l'interazione dell'utente con i computer e Joyboard rappresentò uno dei tentativi di ridefinire tale concetto: al posto di un controller da impugnare occorreva stare in piedi sull'unità, usando il movimento del corpo per il controllo direzionale. Un joystick andava connesso al Joyboard per accedere al comando di fuoco.

Laser Day - Seconda edizione

Entrando nel vivo del secondo evento Laser Day ci siamo immersi nel mondo dei videogame interattivi ante-litteram, con precursori in anni non sospetti di tecnologie di là dal venire perfezionate. Diverso hardware raccolto nel corso del tempo con pezzi da lacrime a partire dal giapponese Pioneer MSX Palcom del 1983, che permetteva a un computer della medesima serie di far girare giochi su LaserDisc e corredo di joystick con una progettazione non esattamente geniale.

Dagli anni '90 il LaserActive di Pioneer con cartucce Sega, NEC, karaoke, funzionanti con pack per il Megadrive oppure tramite Laserdisc e disponibilità per il mercato giapponese e nordamericano. Attraverso hardware come questo sono transitati videogiochi con lancio sul mercato rivisto e corretto, come per Triad Stone, fantasy che come per Dragon's Lair richiede la visione di filmati e la selezione di comandi entro tempo utile per proseguire l'avventura. Previsto inizialmente per l'uscita in sala giochi slittò agli anni '90 con commercializzazione casalinga.

Rarità e pezzi da collezione

A proposito di “mai nati” ci è stata mostrata la scheda centrale per la console RDI Alcyon, mai commercializzata e sempre basata su tecnologia LaserDisc, nello specifico quella modificata per la versione arcade. Particolare di questa console era la gestione dei comandi vocali di inizio anni '80(!). E ancora titoli sviluppati su DVD, anche con audio DTS oltre che Dolby Digital, giocabili su qualsiasi lettore in commercio oltre che su console, dove era possibile viverli al meglio tramite pad.

Abbiamo incrociato un altro videogioco sviluppato da Rick Dyer, medesimo curatore del design di Dragon's Lair, Space Ace e Thayer's Quest, intitolato Time Traveler: nel 1991 realizzò il primo lasergame olografico con personaggi sviluppati in forma tridimensionale. Game poi giunto in versione DVD con aggiunta di occhiali anaglifici bicolore che simulavano il 3D. Tra le tecnologie morte prima ancora di raggiungere il vero successo a mercato rientra anche l'HD-DVD, che perse la battaglia contro il Blu-ray. Particolare anche un lettore Philips CD-i portatile con schermo LCD integrato, di difficile reperimento e progetto concepito per funzionare solo a corrente.

Altro gioco laser game famoso è Mad Dog McCree che abbiamo visto nella versione italiana per Philips CD-i funzionante perfettamente sia con CRT che schermo LCD per la presenza di uno speciale emettitore da posizionare nella zona superiore, in misura non dissimile al Nintendo Wii. Pezzone da collezione l'edizione Hi-Vision LD di Terminator 2, LaserDisc che tramite speciale sistema hardware era in grado di mostrare un'immagine HD 1080i, ben prima che arrivasse sul mercato il DVD e soprattutto l'alta definizione.

Alle origini del videodisco

Immancabili al Laser Day anche i progenitori del LaserDisc, ovvero film prodotti sul doppio sistema VHD della giapponese Victor (più nota da noi come Panasonic) e il più arcaico sistema CED della RCA/Columbia (più vecchio come concezione ma uscito dopo il VHD) con registrazioni su materiale simile al vinile e lo stilo che andava a usurare più velocemente il materiale (protetto all'interno del contenitore stesso). Per quest'ultimo la cartuccia aveva la cornice esterna “parlante”: il colore blu indicava l'audio stereofonico, se bianca di tipo monofonico. Oltre che in America il CED uscì anche in Gran Bretagna, mentre il VHD solo in Giappone.

Un ringraziamento particolare a Igor Maggiorelli e a tutti coloro che ci hanno supportato nel corso di questo indimenticabile incontro.