Speciali E3 2010 - la Conferenza EA

di Tommaso Alisonno
Sono le 23 ora italiana, ci siamo appena risistemati davanti al monitor dopo aver gustato il rocambolesco pareggio della nostra nazionale in Sud Africa, e dopo pochi minuti di ragionevole ritardo (mica come qualcun altro che ci ha bruciato mezz'ora di vita...) sugli schermi partono le prime immagini in movimento: Supercars saettanti e dalle inconfondibili fiammate azzurre di Nitro che escono dalla marmitta sfrecciano sull'asfalto tallonate da altrettanto prestanti auto della polizia. Non ci sono dubbi: Electronic Arts, prima ancora di salutare il pubblico, spara immediatamente una delle sue cartucce più pesanti. Il gioco che stiamo guardando, infatti, non può essere altri che Need For Speed: Hot Pursuit SE, e tra sgommate, sportellate, blocchi stradali ed elicotteri che sganciano sbarre chiodate ritroviamo immediatamente tutti i sogni (e tutti gli incubi) che hanno reso celebre questa saga.

Le luci si alzano, Craig Sullivan di Criterion Games ci accoglie e ci presenta il nuovo titolo del Brand, previsto disponibile per il prossimo 16 novembre. Il gioco sembra in effetti ricalcare il concept dei primi Hot Pursuit, e quindi lontano dall'idea di “free driving” sviluppata dal secondo Underground in poi. Gare su circuito essenzialmente chiuso, su varie ambientazioni, e irrinunciabili inseguimenti con la polizia. Tutto qui? Macché! Siamo nell'era del MultiPlayer online, ed EA lo sa perfettamente: perché dunque non trasferire il concetto di “cowboy contro indiani” in un discorso più profondo della partitella occasionale?



In NfS:HPSE sarà possibile vivere la carriera online di ricercati o di poliziotti, e i punti accumulati stabiliranno il ranking per i primi (fino al “Top Wanted”) e il grado per i secondi. Mediante il sistema “Autolog” sarà possibile tenere i contati con gli amici e i compagni di “fazione”, in modo anche da poter intervenire qualora fossero impegnati in inseguimenti con gli avversari. Sullivan finisce il suo intervento imbracciando il pad e sfidando un collaboratore in una dimostrazione pratica.
Entra finalmente John Riccitiello e ci promette che vedremo uno dietro l'altro altri 10 giochi, tutti a suo dire di estremo interesse. Si comincia con un corposo in-game del pluri-annunciato Dead Space 2, con gli sviluppatori che lo presentano come “un gioco incentrato sull'atmosfera, in modo da trasmettere un'esperienza di dolore fisico e psicologico”. Tanto per gradire, la demo inizia col protagonista sbattuto energicamente a terra da un bestione assurdo, e nella susseguente sequenza di combattimento non riuscirà mai ad alzarsi, fondendo i comandi di attacco con occasionali QTE.

Superato questo scoglio (con il mostro che si allontana) arrivano gli avversari “normali”, che sciamano come scarafaggi sulla preda, e abbiamo modo di visionare i controlli per il combattimento “standard”, con la selezione veloce tra 4 armi, tra cui spiccano evidenti effetti di bullet time. Anche in questo frangente, comunque, assistiamo a episodi di QTE, anche se limitati ai casi più classici, come l'essere afferrato da un nemico. Dopo questa scaramuccia, tanto breve quanto intensa, finalmente ci viene annunciata una parte di “dolore psicologico”, che si risolve in un improvviso attacco dall'esterno e nel rischio di essere risucchiati nel vuoto, a cui si reagisce ancora coi QTE. La sequenza termina col protagonista che precipita nuovamente tre le grinfie del bestione di cui sopra. Il resto alla conference di Sony...



É ora il turno di Sean Deker e del nuovo Medal of Honor, concepito principalmente per un'esperienza di gioco in MultiPlayer frenetica e avvolgente. Per dimostrare le potenzialità del titolo, ben diciotto playtester vengono schierati di fronte ad altrettante consolle, e inizia la partita in una mappa definita “close quarter combat”. Gli sviluppatori pongono pesantemente la questione sull'importanza di “belle mappe”, o meglio ancora “mappe divertenti”, e sicuramente le scene viste su schermo sembrano dar loro ragione, con uno sfruttamento esasperato degli elementi scenici. Per quanto il gioco sia previsto per il mercato a partire dal 12 ottobre, il 21 giugno partirà la beta MultiPlayer.

E proprio questo discorso serve da introduzione al nuovo servizio studiato da EA per tutti i suoi utenti appassionati di FPS: il servizio Gun-Club ricorda da vicino ciò che Ubisoft sta implementando con Uplay, ma specificamente studiato per i giochi di guerra. Si tratta essenzialmente di un servizio online tramite cui é possibile registrare i propri progressi ed achievements, ottenendo punti spendibili tanto per ottenere divise aggiuntive o altre features, quanto per avere accesso preventivamente alle demo dei titoli futuri, fino alla possibilità di scalare la lista d'attesa per l'accesso alle beta. Utilizzando Gun-Club come anello di congiunzione, da Medal of Honor passiamo all'annuncio della nuova espansione per Battlefield Bad Company 2, che ci vedrà impegnati nella guerra in Vietnam (niente più di un piccolo teaser, comunque) prevista per l'inverno prossimo.

Riponiamo le armi nell'apposito armadietto blindato e indossiamo una divisa di altro genere quando entra Peter Moore di EA Sports; ma non pensate che la concomitanza dei Mondiali in Sud Africa sia discriminante, e con nostro grande stupore l'argomento “FIFA” non viene neppure sfiorato. A quanto pare, fondamentalmente agli Americani non interessano i videogiochi di calcio (Inglesi). Piuttosto, Peter Moore impiega ampie lodi per presentare MMA, il naturale erede di Strikeforce, il gioco di lotta libera interstile che ha già convinto moltissimi utenti. Oltre ai più classici miglioramenti in campo tecnico, sia inteso come grafica sia come stili di lotta personalizzabili, MMA si avvarrà totalmente del sistema Live Broadcast, con classifiche online e informazioni sullo stile degli altri lottatori - pardon - giocatori.

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